GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
robertor ha scritto:
grundig ha un suono piacione, compromettente, insulsamente piatto.
flat e non smooth.
poco appariscente e con i medi ben in evidenza.
la tendenza è quella di non emozionare ma di far di tutto per farsi piacere.
riesce a render bene anche registrazioni compromesse da ri-masterizzazioni da mattacchioni(e c'ero presente).
il che non sembra proprio il massimo per un apparecchio che deve(dovrebbe) riprodurre musica nel modo più fedele possibile alla realtà.
Ma non credi che quella della riproduzione fedele sia una favola stanca?
Non c'è alcun modo per definire qual'è il miglior sistema al mondo,nel senso appunto, per me malinteso, dell'alta fedeltà.Al massimo possiamo definire come miglior sistema quello che si adatta meglio al maggior numero di registrazioni esistenti.Oltretutto è una definizione che coincide con il nostro scopo,quello di ascoltare musica riprodotta.Ci possiamo accontentare no?E se il cci lo fà.Se poi lo fà mi riservo di giudicare quando lo avrò ascoltato a dovere.Ma se lo fà per me è il benvenuto.
Ciao,Sebastiano
Ciao,Sebastiano.
iano- Interessato
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
iano ha scritto: Non c'è alcun modo per definire qual'è il miglior sistema al mondo
Teoricamente invece e' possibile. Se parliamo di alta fedeltà il sistema ideale
e' quello che riproduce con la maggior fedeltà possibile quanto contenuto nelle
incisioni. Tutto il resto e' soggettività, giusto o sbagliato che sia.
Se poi l'incisione e' buona un sistema cosi' costituito permette di riprodurre
"in scala" l'evento reale.
bonghittu- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
iano ha scritto:Ma non credi che quella della riproduzione fedele sia una favola stanca?
Non c'è alcun modo per definire qual'è il miglior sistema al mondo,nel senso appunto, per me malinteso, dell'alta fedeltà.
Caro Sebastiano, leggendo questa tua riflessione temo di aver fallito almeno in parte uno dei miei obiettivi: dopo un accurato ascolto avevi definito il mio impianto una "macchina da musica" ma ora sembrano (ri)emergere in te dei dubbi sul concetto stesso di riproduzione fedele.
Si tratta di un concetto semplice e immediatamente definibile, avendo come riferimento la musica vera: se è vero che una classifica di qualità sarebbe relativa e fuorviante, è pur vero che un sistema propriamente hi-fi è in grado di riprodurre musica e voci con convincente realismo su tutti i parametri.
Sul fatto che la maggioranza dei cd dovrebbe essere registrata bene e dunque riprodotta bene concordo.
Concludo precisando che il mio unico termine di confronto è la vera musica: se da una parte perdi lo specifico ambiente e registrazione, dall'altra è bene ribadire che il suono di un'orchestra vera, di uno strumento acustico o della stessa voce umana non amplificata lo si riconosce anche ad occhi chiusi, indipendentemente dall'ambiente in cui suonano o cantano. Pertanto un vero hi-fi è uno strumento in grado di restituire tutto questo col massimo realismo: quanto c'è tutto ma (inevitabilmente) manca sempre quel qualcosa di non ben definibile, vuol dire che siamo a buon punto e forse è bene fermarci ad ascoltare senza preoccupazioni i nostri cd e, non appena possibile, qualche bel concerto dal vivo.
Se non dovessimo ribeccarci prima di Natale, un augurio di cuore!
Si tratta di un concetto semplice e immediatamente definibile, avendo come riferimento la musica vera: se è vero che una classifica di qualità sarebbe relativa e fuorviante, è pur vero che un sistema propriamente hi-fi è in grado di riprodurre musica e voci con convincente realismo su tutti i parametri.
Dipende dalle registrazioni: ricorderai che da me, oltre ai tuoi cd, abbiamo ascoltato diverse registrazioni (anche cd molto economici), molte ma tutte di qualità almeno dignitosa. Tuttavia alcune (come ad esempio gli mp3 molto compressi portati su cd o alcuni cd di musica moderna) sono davvero scadenti e un impianto davvero scadente non rivelerebbe differenza alcuna tra queste e la miglior registrazione possibile.iano ha scritto:Al massimo possiamo definire come miglior sistema quello che si adatta meglio al maggior numero di registrazioni esistenti.
Sul fatto che la maggioranza dei cd dovrebbe essere registrata bene e dunque riprodotta bene concordo.
Concludo precisando che il mio unico termine di confronto è la vera musica: se da una parte perdi lo specifico ambiente e registrazione, dall'altra è bene ribadire che il suono di un'orchestra vera, di uno strumento acustico o della stessa voce umana non amplificata lo si riconosce anche ad occhi chiusi, indipendentemente dall'ambiente in cui suonano o cantano. Pertanto un vero hi-fi è uno strumento in grado di restituire tutto questo col massimo realismo: quanto c'è tutto ma (inevitabilmente) manca sempre quel qualcosa di non ben definibile, vuol dire che siamo a buon punto e forse è bene fermarci ad ascoltare senza preoccupazioni i nostri cd e, non appena possibile, qualche bel concerto dal vivo.
Se non dovessimo ribeccarci prima di Natale, un augurio di cuore!
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Dico anche la mia: fino ad un mese fa avevo cavi di potenza terra terra e come cavi dei diffusori due semplici nero+rosso risalenti al mio primo impianto del '76
risultato: la maggior parte dei brani non era riprodotta in modo corretto, ma alcune registrazioni lasciavano letteralmente senza fiato per realismo, chiudevi gli occhi e ti sembrava di stare proprio li in mezzo ai musicisti, percussioni, trombe, e quant'altro avevano uno spessore erano prorpio materici come quelli ascoltati dal vivo. Nel giro di un mese un collaboratore, impietosito mi regala dei cavi per le casse di cui non conosco neanche il nome e da Vincenzo mi faccio fare quelli da CD player ad ampli;
conclusione: adesso il suono a più arioso e la dinamica generale è nettamente migliorata, ma quegli stessi brani che prima mi emozionavano, confesso, mi sembrano un tantino plasticosi e artefatti. Vacci a capire.
P.S. quando ho notato questa cosa ho pensato subito ai Grundiggari ed ai loro impianti, che il "segreto" del suono che a loro piace stia proprio in questo: vecchi circuiti e metalli "stagionati"?
risultato: la maggior parte dei brani non era riprodotta in modo corretto, ma alcune registrazioni lasciavano letteralmente senza fiato per realismo, chiudevi gli occhi e ti sembrava di stare proprio li in mezzo ai musicisti, percussioni, trombe, e quant'altro avevano uno spessore erano prorpio materici come quelli ascoltati dal vivo. Nel giro di un mese un collaboratore, impietosito mi regala dei cavi per le casse di cui non conosco neanche il nome e da Vincenzo mi faccio fare quelli da CD player ad ampli;
conclusione: adesso il suono a più arioso e la dinamica generale è nettamente migliorata, ma quegli stessi brani che prima mi emozionavano, confesso, mi sembrano un tantino plasticosi e artefatti. Vacci a capire.
P.S. quando ho notato questa cosa ho pensato subito ai Grundiggari ed ai loro impianti, che il "segreto" del suono che a loro piace stia proprio in questo: vecchi circuiti e metalli "stagionati"?
Alessandro LXIV- Membro classe oro
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Alessandro LXIV ha scritto:Dico anche la mia: fino ad un mese fa avevo cavi di potenza terra terra e come cavi dei diffusori due semplici nero+rosso risalenti al mio primo impianto del '76
risultato: la maggior parte dei brani non era riprodotta in modo corretto, ma alcune registrazioni lasciavano letteralmente senza fiato per realismo, chiudevi gli occhi e ti sembrava di stare proprio li in mezzo ai musicisti, percussioni, trombe, e quant'altro avevano uno spessore erano prorpio materici come quelli ascoltati dal vivo. Nel giro di un mese un collaboratore, impietosito mi regala dei cavi per le casse di cui non conosco neanche il nome e da Vincenzo mi faccio fare quelli da CD player ad ampli;
conclusione: adesso il suono a più arioso e la dinamica generale è nettamente migliorata, ma quegli stessi brani che prima mi emozionavano, confesso, mi sembrano un tantino plasticosi e artefatti. Vacci a capire.
P.S. quando ho notato questa cosa ho pensato subito ai Grundiggari ed ai loro impianti, che il "segreto" del suono che a loro piace stia proprio in questo: vecchi circuiti e metalli "stagionati"?
Caro Alessandro, evidentemente avevi dei cavi che svolgevano al meglio la loro funzione, facendo passare tutto e, di conseguenza, premiando le migliori registrazioni e sottolineando anche la più piccola magagna di tutte le altre.
Poi è arrivato il solito amico "cavofilo" che ti ha appioppato quelle classiche schifezze esoteriche contenenti elementi preposti a "correggere" (= snaturare) il suono. Se non si tratta di autosuggestione (cosa assai frequente), non può che essere così: differenze tra cavi non ve ne sono, a meno che s'inseriscono appunto nei cavi stessi elementi che non dovrebbero esserci. Pertanto, se vuoi essere certo di sentire il vero suono del tuo impianto e delle tue registrazioni, collega le tue Mosscade (casse davvero fedeli e rivelatrici) con buoni cavi da canalina di adeguata sezione e come cavo di segnale usa un classico RCA bianco/rosso ben schermato e di sezione decente (evita quelle cinesatine con all'interno due filini due).
Poi è arrivato il solito amico "cavofilo" che ti ha appioppato quelle classiche schifezze esoteriche contenenti elementi preposti a "correggere" (= snaturare) il suono. Se non si tratta di autosuggestione (cosa assai frequente), non può che essere così: differenze tra cavi non ve ne sono, a meno che s'inseriscono appunto nei cavi stessi elementi che non dovrebbero esserci. Pertanto, se vuoi essere certo di sentire il vero suono del tuo impianto e delle tue registrazioni, collega le tue Mosscade (casse davvero fedeli e rivelatrici) con buoni cavi da canalina di adeguata sezione e come cavo di segnale usa un classico RCA bianco/rosso ben schermato e di sezione decente (evita quelle cinesatine con all'interno due filini due).
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Alessandro LXIV ha scritto:Dico anche la mia: fino ad un mese fa avevo cavi di potenza terra terra e come cavi dei diffusori due semplici nero+rosso risalenti al mio primo impianto del '76
risultato: la maggior parte dei brani non era riprodotta in modo corretto, ma alcune registrazioni lasciavano letteralmente senza fiato per realismo, chiudevi gli occhi e ti sembrava di stare proprio li in mezzo ai musicisti, percussioni, trombe, e quant'altro avevano uno spessore erano prorpio materici come quelli ascoltati dal vivo. Nel giro di un mese un collaboratore, impietosito mi regala dei cavi per le casse di cui non conosco neanche il nome e da Vincenzo mi faccio fare quelli da CD player ad ampli;
conclusione: adesso il suono a più arioso e la dinamica generale è nettamente migliorata, ma quegli stessi brani che prima mi emozionavano, confesso, mi sembrano un tantino plasticosi e artefatti. Vacci a capire.
P.S. quando ho notato questa cosa ho pensato subito ai Grundiggari ed ai loro impianti, che il "segreto" del suono che a loro piace stia proprio in questo: vecchi circuiti e metalli "stagionati"?
Tutto può essere, pensa che c'è un famoso costruttore che vende i telai in rame invecchiato!!!
Però anche l'autosuggestione rende possibile quello che normalmente è impossibile...
piero7- Membro classe oro
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Facendo un parallelo con la fotografia:
Ricordo che alcune pellicole DIA davano veramente dei riscontri sorprendenti, le immagini risultavano essere più contrastate i colori più accesi (es. Fuji Velvia col verde) con un risultato finale particolarmente accattivante......ma non fedele alla realtà.
Ricordo che alcune pellicole DIA davano veramente dei riscontri sorprendenti, le immagini risultavano essere più contrastate i colori più accesi (es. Fuji Velvia col verde) con un risultato finale particolarmente accattivante......ma non fedele alla realtà.
Alessandro LXIV- Membro classe oro
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Se parliamo di alta fedeltà il sistema ideale
e' quello che riproduce con la maggior fedeltà possibile quanto contenuto nelle
incisioni.
secondo il mio punto di vista ti sei espresso male: se parliamo di alta fedeltà il sistema migliore è quello che riproduce più fedelmente possibile l'evento reale.
la manipolazione artificiale e artificiosa dei tecnici audio in sala di registrazione a volte, e non solo a volte, rende l'ascolto molto piacevole, qualche riverbero aggiunto un po' di calore/colore in più e via discorrendo, ma alla fine l'hi-fi lo renderà pubblicamente noto alle nostre orecchie.
ascoltare un trio o quartetto jazz nella saletta di un piccolo bar, avendo la fortuna di poterselo registrare con un DAT, quanto di più analogico ci sia nel campo digitale, e poi riascoltarselo a casa credo sia un "evento" di indiscutibile emozione.
si se ha il culo di potersi piazzare il modo corretto di fronte al soundstage offerto con il proprio microfono si riuscirà ad avere l'ambiente giusto e angusto riprodotto anche in casa.
a venezia ho ancora un paio o forse più di amici musicisti e collezionisti di dischi: uno ha suonato con il mitico miles davis quando quest'ultimo è venuto a venezia per suonare al teatro la fenice, registrazione privata che peraltro ho, suona tuttora ma aiutato da campionatori e loop vari quindi non più di mio gradimento, l'altro, molto più anziano di me, era pazzo per chet baker e lo ha seguito in giro per l'italia per i suoi concerti tutti registrati su cassetta e in buona parte ascoltati anche dal sottoscritto.
quelle registrazioni sono il top non come qualità audio logicamente ma ed esclusivamente perchè viene riprodotto ciò che realmente l'ascoltatore/fruitore/spettatore si è trovato a vedere e ad ascoltare in quel preciso momento.
avete mai ascoltato waltz for debby di bill evans ultima versione(io l'ho avuto in SACD e in versione sia normale che cartonata giapponese)?
per intenderci è una registrazione live che fa, o per meglio dire hanno fatto di tutto, per renderla una registrazione in studio.
ci sono le registrazioni bootleg di quel disco(sono 8 cd) che portano il titolo The Secret Sessions at the village vanguard 1966-75.
se riuscite ad ascoltarle potrebbe farvi capire cosa intendo con quello che ho scritto qui.
ho dato una brevissima lettura al mini evento parte prima(di solito si comincia dall'inizio): non è una critica ma, in quanto ex possessore delle adamantes diapason o viceversa assolutamente non le ritengo un diffusore monitor anzi, tutto il contrari.
bass reflex posteriore e problematica di posizionamento, calore e colore musicale.
la scatola da scarpe è un monitor come alcune yamaha NS(mi sembra siano le NS), quelle con il cono del woofer bianco ma non la adamantes.
imho, macavano le tablette in quel mini test.
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
robertor ha scritto:...
se riuscite ad ascoltarle potrebbe farvi capire cosa intendo con quello che ho scritto qui...
Capisco...
Credo fosse il '97, e frequentavo un "summer workshop" di una scuola di musica americana...
Ebbi la fortuna di avere un "aggancio", in pratica incontrai un tecnico che seguì il service audio per quell'intera stagione di concerti.
Semplicemente, attaccò il suo DAT all'uscita del mixer...
Non sò come spiegarmi meglio, ma credo di aver provato l'esatta sensazione che descrivi tu, Roberto...
Conservo quelle registrazioni come delle reliquie!
Ad esempio, il concerto d'apertura del workshop ai giardini del conservatorio di Castelfranco Veneto, in una calda serata di Luglio, era un tributo ad Ella Fitzgerald di Dee Dee Bridgewater assieme a stelle del jazz, indimenticabile...
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Se partiamo da questi presupposti, si potrebbe affermare che l'alta fedeltà non esiste? Si tratta solo di un artificio creato negli studi di registrazione? Noi sentiamo solo quello che vogliono farci sentire, insomma, e quello che cerchiamo continuamente è solo un'ossessione che abbiamo in testa. Ho scarsa esperienza nel campo ma sono propenso a pensarla in questo modo.robertor ha scritto:Se parliamo di alta fedeltà il sistema ideale
e' quello che riproduce con la maggior fedeltà possibile quanto contenuto nelle
incisioni.
secondo il mio punto di vista ti sei espresso male: se parliamo di alta fedeltà il sistema migliore è quello che riproduce più fedelmente possibile l'evento reale.
...
Wolfgang- Appassionato
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Cavi di potenza: autocostruiti TNT TripleT
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Wolfgang ha scritto:
...Se partiamo da questi presupposti, si potrebbe affermare che l'alta fedeltà non esiste? Si tratta solo di un artificio creato negli studi di registrazione? Noi sentiamo solo quello che vogliono farci sentire...
Detta così sembra un complotto dei fonici ai nostri danni...
E' vero invece che negli studi di registrazione è proprio l'artista spesso (magari non sempre, ok...) a lavorare a fianco del fonico per ricreare al meglio l'evento "live"...
Ciao!
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
robertor ha scritto:
secondo il mio punto di vista ti sei espresso male: se parliamo di alta fedeltà il sistema migliore è quello che riproduce più fedelmente possibile l'evento reale.
No, purtroppo non mi sono espresso male. Come appassionati di hifi noi possiamo
tirar fuori il meglio di quanto inciso. Se l'incisione e' una manipolazione noi al massimo
tiriamo fuori quella, se e' di qualità allora l'evento riprodotto ha uno scostamento inferiore
dalla realtà. E' proprio un problema di "informazione".
Comunque per la cronaca ho qualche riferimento live anche io e quindi concordo sul
fatto che molte registrazioni "crude" siano in grado di trasmettere un realismo maggiore
di prodotti da studio particolarmente manipolati.
Detto questo per apprezzare la musica e le sue sfumature secondo me e' meglio godersi
tutto, anche quello che sappiamo essere frutto di un tecnico del suono malandrino, senza
troppi patemi.
bonghittu- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
bonghittu ha scritto:
Detto questo per apprezzare la musica e le sue sfumature secondo me e' meglio godersi
tutto, anche quello che sappiamo essere frutto di un tecnico del suono malandrino, senza
troppi patemi.
Eh, questi audiofili, non sono mai contenti...
thema2000ie- Moderatore
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Detto questo per apprezzare la musica e le sue sfumature secondo me e' meglio godersi
tutto, anche quello che sappiamo essere frutto di un tecnico del suono malandrino, senza
troppi patemi.
sono d'accordo ma quello è il my-fi.
io sono un appassionato di my-fi!!!
e lo dico seriamente.
il DAT collegato al mixer è una cosa strepitosa.
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
robertor ha scritto:
il DAT collegato al mixer è una cosa strepitosa.
Parole sante. Meglio un myfi consapevole che un puerile
arrampicamento sugli specchi
bonghittu- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
robertor ha scritto:...il DAT collegato al mixer è una cosa strepitosa...
Concordo!
Purtroppo però il supporto di registrazione è una cassetta e devo quanto prima convertire il tutto in formato lossless...
E' proprio il tipo di lavoro che volevo fare con calma per queste feste...
Ciao!
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
robertor ha scritto:buon lavoro allora.
Ehhh... E' uno sporco lavoro, ma...
Ciao Roberto!
p.s. prevedo degli ottimi ascolti
Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
[quote="Andrea Gianelli"]
[justify] Caro Sebastiano, leggendo questa tua riflessione temo di aver fallito almeno in parte uno dei miei obiettivi: dopo un accurato ascolto avevi definito il mio impianto una "macchina da musica" ma ora sembrano (ri)emergere in te dei dubbi sul concetto stesso di riproduzione fedele.
Si tratta di un concetto semplice e immediatamente definibile, avendo come riferimento la musica vera: se è vero che una classifica di qualità sarebbe relativa e fuorviante, è pur vero che un sistema propriamente hi-fi è in grado di riprodurre musica e voci con convincente realismo su tutti i parametri.
Caro Andrea buon Natale anche a te.Seppure non temo l'incoerenza, non credo nemmeno di averla praticata testè.
Se quando sono venuto a trovarti avessimo avuto più tempo avresti potuto conoscermi meglio.Timanca solo qualche informazione.Tutto qui.
Secondo me cose sono più complesse di come sembrano.Per poterle semplificare occorre rompere un tabù dell'hi fi.Bisogna considerare che la stragrande quantità dei dischi viene ormai scritta per...impianto stereo.
In tal senso dico che quando il nostro impianto interpreta bene ciò che è stato scritto per esso è un buon impianto e quando lo interpreta bene me ne accorgo per il semplice fatto che sò distinguere la musica dalla non musica.Lo sò fare in assoluto semplicemente perchè si tratta di una prerogativa umana.Io non ho molta esperienza di ascolto dal vivo e se non esistessero gli sterei pobrabilmente non avrei proprio esperienza di ascolto tout court (sono pigro).Questa situazione credo sia abbastanza generalizzata e non deve destare scandalo.Lo stereo è uno strumento come un altro per diffondere musica.Certo anche per riprodurla.Ma quest'ultimo caso vale di più per chi ha una cultura classica corredata da assidui ascolti dal vivo.Io vivo su un'altro pianeta,ma anche questo ha una sua ellissi legale su cui circolare.Anche lui entra a far parte della armonia delle sfere,benchè sia stato scoperto solo di recente.
Ho definito il tuo impianto una macchina da musica semplicememte perchè musica è ciò che mi ha restituito.
A tal proposito ho fatto una interessante esperienza,classica in verità, a casa di un amico.
Abbiamo cambiato un componente del suo impianto e nel solito disco lui ha sentito una cosa che prima non aveva sentito.Sorpreso ha ripristinato il set-up originale e ponendo attenzione quella cosa lì l'ha ascoltata anche questa volta?In verità lu quella cosa l'ha sempre sentita,ma non sempre ne ha preso coscienza.
Perchè adesso l'ha sentita?Perchè sapeva che c'era.La coscienza della cosa era già acquisita.Perchè se l'aspettava.Insomma un qualunque impianto è capace di riprodurre tutto,ma un buon impianto è anche capace di portare tutto alla tua attenzione,non solo alle tue orecchie.Non è essenziale che ciò che viene portato alla nostra attenzione abbia poi un corrispettivo reale inteso nel senso classico.La verità e che di certi dischi,ormai la maggioranza,non ha neanche senso parlare di un corrispettivo reale.In questi casi l'unica realtà che esiste è quella del disco.Non ci interessa neanche conoscere la genesi di un dato disco,così come non è necessario apprendere l'arte del liutaio per poter godere della musica.
Ecco,nel senso di una cultura musicale classica,come può essere quella di un assiduo ascoltatore di concerti se non di un musicista,la consapevolezza/coscienza aiuta molto.Cioè l'ascoltare qualcosa che già si conosce.Insomma con qualunque impianto anche infimo ascolterai sempre quello ti aspetti di ascoltare.Solo in tal senso si può parlare di riproduzione fedele,quando c'è tutto quello che ti aspetti di sentire e la senti perchè te lo aspetti,perchè sai già che c'è..Ma questo non è il mio caso.
Per un musicista è più che sufficiente un impianto che riproduca musica.Io,in quanto strettamente audiofilo,ed esagerando,null'altro,sono più esigente.
Ho bisogno infatti di un impianto che produca musica.Uno che la riproduce non mi basta.Ma quando la musica c'è io la riconosco,così come l'ho riconosciuta nel tuo impianto e così come la riconosco nel mio.Come faccio a riconoscerla?La riconosco perchè quando attraverso lo stereo mi innamoro di un musicista-autore che non ho mai ascoltato dal vivo e di cui non sapevo nulla allora vuol dire che sto ascoltando musica.Poi mi è successo che ascoltando tale autore dal vivo successivamente sia rimasto deluso.Ma si trattava ovviamente di musica amplificata ed evidentemente l'impianto non era all'altezza.Insomma sono veramente bravo.Sono riuscito a dimostrare che l'ascolto dal vivo è controproducente.Ma non era veramente questa la mia intenzione,anche se un pò di sana provocazione è funzionale alla rottura di un tabù che ormai non ha più senso.La musica moderna è anche questo,se non addirittura solo questo.
Facendo un minestrone di tutto ciò si può preferire la tromba piuttosto che il violino,
il t-amp piuttosto che il Grundig.Sono tutti strumenti da musica ed ogni preferenza è lecita.W il t-amp.W il CCI.
Vedere tanti simpatici audiofili litigare così è triste.la musica è davvero un'altra cosa ed è andata avanti.Può non piacere la direzione che ha preso.A me, dal mio ristretto punto di osservazione,tutto questo sta bene.
Ad altri tutto questo,lo capisco, fà girare le palle.Per me è solo un'armonia di sfere.
Scusate la lunghezza.Mi detesto quando scrivo così tanto.
Ciao,Sebastiano.
[justify] Caro Sebastiano, leggendo questa tua riflessione temo di aver fallito almeno in parte uno dei miei obiettivi: dopo un accurato ascolto avevi definito il mio impianto una "macchina da musica" ma ora sembrano (ri)emergere in te dei dubbi sul concetto stesso di riproduzione fedele.
Si tratta di un concetto semplice e immediatamente definibile, avendo come riferimento la musica vera: se è vero che una classifica di qualità sarebbe relativa e fuorviante, è pur vero che un sistema propriamente hi-fi è in grado di riprodurre musica e voci con convincente realismo su tutti i parametri.
Caro Andrea buon Natale anche a te.Seppure non temo l'incoerenza, non credo nemmeno di averla praticata testè.
Se quando sono venuto a trovarti avessimo avuto più tempo avresti potuto conoscermi meglio.Timanca solo qualche informazione.Tutto qui.
Secondo me cose sono più complesse di come sembrano.Per poterle semplificare occorre rompere un tabù dell'hi fi.Bisogna considerare che la stragrande quantità dei dischi viene ormai scritta per...impianto stereo.
In tal senso dico che quando il nostro impianto interpreta bene ciò che è stato scritto per esso è un buon impianto e quando lo interpreta bene me ne accorgo per il semplice fatto che sò distinguere la musica dalla non musica.Lo sò fare in assoluto semplicemente perchè si tratta di una prerogativa umana.Io non ho molta esperienza di ascolto dal vivo e se non esistessero gli sterei pobrabilmente non avrei proprio esperienza di ascolto tout court (sono pigro).Questa situazione credo sia abbastanza generalizzata e non deve destare scandalo.Lo stereo è uno strumento come un altro per diffondere musica.Certo anche per riprodurla.Ma quest'ultimo caso vale di più per chi ha una cultura classica corredata da assidui ascolti dal vivo.Io vivo su un'altro pianeta,ma anche questo ha una sua ellissi legale su cui circolare.Anche lui entra a far parte della armonia delle sfere,benchè sia stato scoperto solo di recente.
Ho definito il tuo impianto una macchina da musica semplicememte perchè musica è ciò che mi ha restituito.
A tal proposito ho fatto una interessante esperienza,classica in verità, a casa di un amico.
Abbiamo cambiato un componente del suo impianto e nel solito disco lui ha sentito una cosa che prima non aveva sentito.Sorpreso ha ripristinato il set-up originale e ponendo attenzione quella cosa lì l'ha ascoltata anche questa volta?In verità lu quella cosa l'ha sempre sentita,ma non sempre ne ha preso coscienza.
Perchè adesso l'ha sentita?Perchè sapeva che c'era.La coscienza della cosa era già acquisita.Perchè se l'aspettava.Insomma un qualunque impianto è capace di riprodurre tutto,ma un buon impianto è anche capace di portare tutto alla tua attenzione,non solo alle tue orecchie.Non è essenziale che ciò che viene portato alla nostra attenzione abbia poi un corrispettivo reale inteso nel senso classico.La verità e che di certi dischi,ormai la maggioranza,non ha neanche senso parlare di un corrispettivo reale.In questi casi l'unica realtà che esiste è quella del disco.Non ci interessa neanche conoscere la genesi di un dato disco,così come non è necessario apprendere l'arte del liutaio per poter godere della musica.
Ecco,nel senso di una cultura musicale classica,come può essere quella di un assiduo ascoltatore di concerti se non di un musicista,la consapevolezza/coscienza aiuta molto.Cioè l'ascoltare qualcosa che già si conosce.Insomma con qualunque impianto anche infimo ascolterai sempre quello ti aspetti di ascoltare.Solo in tal senso si può parlare di riproduzione fedele,quando c'è tutto quello che ti aspetti di sentire e la senti perchè te lo aspetti,perchè sai già che c'è..Ma questo non è il mio caso.
Per un musicista è più che sufficiente un impianto che riproduca musica.Io,in quanto strettamente audiofilo,ed esagerando,null'altro,sono più esigente.
Ho bisogno infatti di un impianto che produca musica.Uno che la riproduce non mi basta.Ma quando la musica c'è io la riconosco,così come l'ho riconosciuta nel tuo impianto e così come la riconosco nel mio.Come faccio a riconoscerla?La riconosco perchè quando attraverso lo stereo mi innamoro di un musicista-autore che non ho mai ascoltato dal vivo e di cui non sapevo nulla allora vuol dire che sto ascoltando musica.Poi mi è successo che ascoltando tale autore dal vivo successivamente sia rimasto deluso.Ma si trattava ovviamente di musica amplificata ed evidentemente l'impianto non era all'altezza.Insomma sono veramente bravo.Sono riuscito a dimostrare che l'ascolto dal vivo è controproducente.Ma non era veramente questa la mia intenzione,anche se un pò di sana provocazione è funzionale alla rottura di un tabù che ormai non ha più senso.La musica moderna è anche questo,se non addirittura solo questo.
Facendo un minestrone di tutto ciò si può preferire la tromba piuttosto che il violino,
il t-amp piuttosto che il Grundig.Sono tutti strumenti da musica ed ogni preferenza è lecita.W il t-amp.W il CCI.
Vedere tanti simpatici audiofili litigare così è triste.la musica è davvero un'altra cosa ed è andata avanti.Può non piacere la direzione che ha preso.A me, dal mio ristretto punto di osservazione,tutto questo sta bene.
Ad altri tutto questo,lo capisco, fà girare le palle.Per me è solo un'armonia di sfere.
Scusate la lunghezza.Mi detesto quando scrivo così tanto.
Ciao,Sebastiano.
iano- Interessato
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Caro Sebastiano,
nessuna incoerenza da parte tua, anzi... e il tutto espresso con la consueta onestà, sincerità e correttezza che credo siano ormai evidenti agli occhi di tutti.
Molto significativa la conclusione, sulla quale vale davvero la pena soffermarsi: ciascuno lo faccia a suo modo.
Per quanto riguarda il resto, possiamo riassumerlo così: l'alta fedeltà è nata negli anni trenta, da un'intuizione (seguita da studi teorici e applicativi) di Olson, ricercatore della RCA che volle sospingersi oltre i radiogrammofoni dell'epoca, permettendo dunque agli appassionati di musica di godere di una fedele riproduzione della stessa anche nella propria abitazione.
Inizialmente dimensioni e costi furono tali da permetterne di fruirne ai pochi appassionati ricchi, con case di dimensioni adeguate e budget in linea con tutto il resto.
Poi, nel 1954 il buon Edgar Villchur e il suo giovane assistente Henry Kloss inventarono la sospensione acustica, che diede inizio alla produzione dei primi veri woofer (a corsa lunga e bassa distorsione) che, montati in cabinet perfettamente sigillato e completamente riempito di fonoassorbente, riuscivano a riprodurre basse frequenze in modo davvero realistico e in cabinet finalmente compatibili con le sale delle normali abitazioni.
Il 1958 fu l'anno delle stereofonia e del primo prototipo delle AR-3, diffusore a sospensione pneumatica con midrange e tweeter a cupola.
Gli anni successivi videro una progressiva affermazione dei transistor, con ulteriore riduzione di spazi e maggior semplificazione di costi/progettazione, il che permise amplificazioni sempre più curate e tecnicamente migliori.
Tante tappe, tante innovazioni ma, almeno fino all'invasione del marketing della peggior specie, tutte accomunate da un elemento fondamentale: l'obiettivo di una riproduzione musicale col più alto livello di fedeltà possibile, sino appunto a definirla alta fedeltà.
Ecco cos'è l'hi-fi e il perchè la conoscenza del vero suono di orchestra, del timbro di ogni singolo strumento e di cosa accade quando suonano tutti insieme o quando un coro canta ecc. diventa assolutamente fondamentale.
Per me l'impianto è un palliativo, poichè non posso andare ai concerti tutti i giorni. Pertanto voglio ascoltare qualcosa di decente anche a casa mia, ma appena posso spengo tutto e ascolto la musica vera. E proprio per questo non credo a certe favolette di progettisti improvvisati o esperti venditori, dove il confine tra le due categorie è spesso inesistente: so com'è la musica e quanto è impossibile da riprodurre con la massima fedeltà, ma so anche quali prodotti vale la pena di evitare come la peste in terra.
Ovviamente sia Grundig che classe T non sono certo in questa lista, ma in quella nobilissima dell'affordable hi-fi, a patto che non ci si costruiscano sopra fantateorie con chiari fini speculativi...
Tornando a te, caro Sebastiano, ancora un augurio di cuore per un sereno Natale, oltre che un sincero ringraziamento per avermi dato l'opportunità (attraverso una riflessione che invita davvero a riflettere) di esprimere concetti che da sempre mi stanno a cuore.
nessuna incoerenza da parte tua, anzi... e il tutto espresso con la consueta onestà, sincerità e correttezza che credo siano ormai evidenti agli occhi di tutti.
Molto significativa la conclusione, sulla quale vale davvero la pena soffermarsi: ciascuno lo faccia a suo modo.
Per quanto riguarda il resto, possiamo riassumerlo così: l'alta fedeltà è nata negli anni trenta, da un'intuizione (seguita da studi teorici e applicativi) di Olson, ricercatore della RCA che volle sospingersi oltre i radiogrammofoni dell'epoca, permettendo dunque agli appassionati di musica di godere di una fedele riproduzione della stessa anche nella propria abitazione.
Inizialmente dimensioni e costi furono tali da permetterne di fruirne ai pochi appassionati ricchi, con case di dimensioni adeguate e budget in linea con tutto il resto.
Poi, nel 1954 il buon Edgar Villchur e il suo giovane assistente Henry Kloss inventarono la sospensione acustica, che diede inizio alla produzione dei primi veri woofer (a corsa lunga e bassa distorsione) che, montati in cabinet perfettamente sigillato e completamente riempito di fonoassorbente, riuscivano a riprodurre basse frequenze in modo davvero realistico e in cabinet finalmente compatibili con le sale delle normali abitazioni.
Il 1958 fu l'anno delle stereofonia e del primo prototipo delle AR-3, diffusore a sospensione pneumatica con midrange e tweeter a cupola.
Gli anni successivi videro una progressiva affermazione dei transistor, con ulteriore riduzione di spazi e maggior semplificazione di costi/progettazione, il che permise amplificazioni sempre più curate e tecnicamente migliori.
Tante tappe, tante innovazioni ma, almeno fino all'invasione del marketing della peggior specie, tutte accomunate da un elemento fondamentale: l'obiettivo di una riproduzione musicale col più alto livello di fedeltà possibile, sino appunto a definirla alta fedeltà.
Ecco cos'è l'hi-fi e il perchè la conoscenza del vero suono di orchestra, del timbro di ogni singolo strumento e di cosa accade quando suonano tutti insieme o quando un coro canta ecc. diventa assolutamente fondamentale.
Per me l'impianto è un palliativo, poichè non posso andare ai concerti tutti i giorni. Pertanto voglio ascoltare qualcosa di decente anche a casa mia, ma appena posso spengo tutto e ascolto la musica vera. E proprio per questo non credo a certe favolette di progettisti improvvisati o esperti venditori, dove il confine tra le due categorie è spesso inesistente: so com'è la musica e quanto è impossibile da riprodurre con la massima fedeltà, ma so anche quali prodotti vale la pena di evitare come la peste in terra.
Ovviamente sia Grundig che classe T non sono certo in questa lista, ma in quella nobilissima dell'affordable hi-fi, a patto che non ci si costruiscano sopra fantateorie con chiari fini speculativi...
Tornando a te, caro Sebastiano, ancora un augurio di cuore per un sereno Natale, oltre che un sincero ringraziamento per avermi dato l'opportunità (attraverso una riflessione che invita davvero a riflettere) di esprimere concetti che da sempre mi stanno a cuore.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
E le hai espresse in modo magistrale Andrea.Nulla da eccepire.
Che le cose migliori in hi fi siano state già fatte a tempo debito è una consapevolezza che in me cresce sempre di più,e in questo ambito credo possa farsi rientrare a pieno titolo il "fenomeno Grundig".I giochi però non sono chiusi ed ormai è chiaro che il futuro si chiama "classe fredda",e soprattutto un futuro che non sembra avere connotati di esclusività e che non si presta più di tanto ad essere imbrigliato e snaturato dal mercato e questo forum ne è testimone.
Ciao,Sebastiano.
Che le cose migliori in hi fi siano state già fatte a tempo debito è una consapevolezza che in me cresce sempre di più,e in questo ambito credo possa farsi rientrare a pieno titolo il "fenomeno Grundig".I giochi però non sono chiusi ed ormai è chiaro che il futuro si chiama "classe fredda",e soprattutto un futuro che non sembra avere connotati di esclusività e che non si presta più di tanto ad essere imbrigliato e snaturato dal mercato e questo forum ne è testimone.
Ciao,Sebastiano.
iano- Interessato
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
iano ha scritto:E le hai espresse in modo magistrale Andrea.Nulla da eccepire.
Che le cose migliori in hi fi siano state già fatte a tempo debito è una
consapevolezza che in me cresce sempre di più,e in questo ambito credo possa farsi rientrare a pieno titolo il "fenomeno Grundig".I giochi però non sono chiusi ed ormai è chiaro che il futuro si chiama "classe fredda",e soprattutto un futuro che non sembra avere connotati di esclusività e che non si presta più di tanto ad essere imbrigliato e snaturato dal mercato e questo forum ne è testimone.
Ciao,Sebastiano.
Senza nulla togliere al vostro bel rapporto direi che la storia dell'Hifi e' un tantino
piu' complessa per ridurla a Grundig/Tripath e sospensione pneumatica.
Dimenticarsi di nomi che hanno fatto la storia dell'hifi come Briggs (Whaferdale), Klipsch,
Lansing, Walker (Quad) indica che forse non e' il caso di salire in cattedra a dare lezioni
Buon Natale.
bonghittu- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
bonghittu ha scritto:iano ha scritto:E le hai espresse in modo magistrale Andrea.Nulla da eccepire.
Che le cose migliori in hi fi siano state già fatte a tempo debito è una
consapevolezza che in me cresce sempre di più,e in questo ambito credo possa farsi rientrare a pieno titolo il "fenomeno Grundig".I giochi però non sono chiusi ed ormai è chiaro che il futuro si chiama "classe fredda",e soprattutto un futuro che non sembra avere connotati di esclusività e che non si presta più di tanto ad essere imbrigliato e snaturato dal mercato e questo forum ne è testimone.
Ciao,Sebastiano.
Senza nulla togliere al vostro bel rapporto direi che la storia dell'Hifi e' un tantino
piu' complessa per ridurla a Grundig/Tripath e sospensione pneumatica.
Dimenticarsi di nomi che hanno fatto la storia dell'hifi come Briggs (Whaferdale), Klipsch,
Lansing, Walker (Quad) indica che forse non e' il caso di salire in cattedra a dare lezioni
Buon Natale.
Innanzitutto auguroni di cuore anche da parte mia!
Sul resto continuo a non capire il tuo approccio, non nei confronti dell'hi-fi (per quanto possa apparirti strano, questo ci accomuna più di quanto tu creda e ben oltre le piccole divergenze sulle quali tendi a concentrare la tua attenzione) ma nel modo di porti con persone sempre pacate e rispettose nei tuoi riguardi: sei proprio certo che a salire in cattedra siamo io e Sebastiano?
Sul resto continuo a non capire il tuo approccio, non nei confronti dell'hi-fi (per quanto possa apparirti strano, questo ci accomuna più di quanto tu creda e ben oltre le piccole divergenze sulle quali tendi a concentrare la tua attenzione) ma nel modo di porti con persone sempre pacate e rispettose nei tuoi riguardi: sei proprio certo che a salire in cattedra siamo io e Sebastiano?
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Andrea Gianelli ha scritto:Innanzitutto auguroni di cuore anche da parte mia!
Grazie.Andrea Gianelli ha scritto:
Sul resto continuo a non capire il tuo approccio, non nei confronti dell'hi-fi (per quanto possa apparirti strano, questo ci accomuna più di quanto tu creda e ben oltre le piccole divergenze sulle quali tendi a concentrare la tua attenzione) ma nel modo di porti con persone sempre pacate e rispettose nei tuoi riguardi: sei proprio certo che a salire in cattedra siamo io e Sebastiano?
Ma anche io sono pacato e rispettoso. Non mi sembra di avere mai usato
toni poco civili o di aver superato i normali limiti di una discussione critica.
Ti confesso che talvolta mi chiedo perche' rispondere o mostrare dubbi
anche su cose ludiche come queste. Ebbene lo faccio per un motivo molto
semplice.
Non ho la pretesa di salire in cattedra a dare lezioni a nessuno ma almeno
mi piace che non venga fatta disinformazione a danno di chi legge. Visto il
clima festivo ti risparmio casi del passato ma
mi fermo a quanto scritto poco sopra e che, ancora una volta, mi ha lasciato
di sasso per uno che si definisce nientemmeno che "consulente".
Fare una storia dell'hifi dimenticando quei nomi che ti ho citato e molti altri
secondo me e' una manchevolezza grave. Per questo dico "scendiamo dalla
cattedra" e nel caso ti porgo pure la mano per aiutarti.
Se vogliamo imparare qualcosa dobbiamo avere un approccio rigido che mette
sempre sul tavolo le nostre convinzioni senza la pretesa di farne una religione
e con lo scrupolo di non ritenersi mai detentori della "verità" ma semplici e curiosi
appassionati. Ci vuole responsabilità quando si scrive a una certa eta', ancor
piu' se si sta consigliando un prodotto o qualcosa da comprare.
Per il resto ti invito a non sentirti vittima di complotti ai tuoi danni.
E con questo ti auguro una piacevole serata di festa.
bonghittu- Membro classe argento
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Re: GRUNDIG e CCI: testimonianze dirette?
Dal momento che ora abbiamo finalmente una risposta oggettiva ed esaustiva in merito, nonchè tecnicamente fondata (con tanto di analisi circuitale e schemi), possiamo passare dalle esperienze dirette di ciascuno di noi all'articolo che ho il piacere di condivedere con tutti voi: http://piercarlo-audioelettronica.blogspot.com/2009/03/grundig-v7000-un-miracolo-senza-misteri.html
Buona lettura e... buona domenica!
Buona lettura e... buona domenica!
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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