Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
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gianky69
teomalchio
nd1967
7 partecipanti
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Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Vi riporto questa lettera che ho appena letto.
Se volete parliamone.
Ciao
Andrea
-------------------------------
Dal blog su LA STAMPA di Marinella Venegoni (http://www.lastampa.it)
Se volete parliamone.
Ciao
Andrea
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Dal blog su LA STAMPA di Marinella Venegoni (http://www.lastampa.it)
Lettera di un artista un po' frustrato
("Perché in radio sempre i soliti?")
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Questa lettera è girata già per il web. Poi, per percorsi tortuosi, è
arrivata fin qui. Pone interrogativi non peregrini e ho deciso di
postarla.
**************************************************
Gentili Signori,
Mi chiamo Fabio Zuffanti, sono un musicista genovese che da più di 15 anni
lavora nell'ambito del progressive rock. Sono diventato con gli anni una
figura di spicco nel panorama internazionale della musica prog e sono molto
conosciuto all'estero (specie in Usa, Messico, Francia, Spagna, Portogallo).
I miei dischi si muovono in un mercato di nicchia che permette loro di
vendere discretamente e di farmi realizzare diversi tour nei luoghi sopra
citati.
A parte i lavori nell'ambito del prog ho realizzato dischi di musica
elettronica, sperimentale, pop, folk e colonne sonore di vario genere.
Questa è la mia bio su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Fabio_Zuffanti
Purtroppo in Italia non mi conosce quasi nessuno.
Scrivo questa lettera perché sono indignato con un certo modo di vedere la
musica in questo paese. Nulla che riguardi la famosa crisi economica bensì
un atteggiamento chiuso e fascista, favorevole solo ad un certa 'casta' di
personaggi.
Ecco la mia lettera:
L'altro giorno ero al supermercato e tra zucchine, caffè e cioccolata sento
in sottofondo della musica. Musica proveniente da una radio. Bene , sono
stato mezz'ora in tal luogo e in mezz'ora ho fatto in tempo a sentire tre
canzoni di Elisa. Cosa c'è di strano? qualcuno si chiederà. Nulla,
assolutamente, se non il fatto che non si stava ascoltando un cd completo di
Elisa bensì la radio. E in tal radio (o diverse radio, forse hanno fatto in
tempo a cambiare stazione) Elisa merita non una, bensì tre canzoni nell'arco
di trenta minuti.
Faccio poi spesso un esperimento; guidando provo ad accendere la radio. Che
succede? Succede che in qualunque giorno e ora mi sintonizzi se faccio un
giro tra i canali trovo INEVITABILMENTE:
Un pezzo di Ligabue
Un pezzo di Vasco
Un pezzo di Ramazzoti
Un pezzo di Jovanotti
Un pezzo di Zucchero
Un pezzo di Laura Pausini
+ a ruota pezzi dei vari concorrenti di Amici e/o X-Factor.
I supermercati invece prediligono Elisa, come detto, visto che cose analoghe
a quanto sopra descritto mi sono capitate diverse volte, anche in vari
centri commerciali.
I soliti benpensanti continueranno a ripetere 'E allora? Quelli citati sono
gli artisti musicali più famosi in Italia e meritano uno spazio particolare
all'interno della programmazione radiofonica!' Giusto! Ma è giusto che tempo
e promozione vadano SOLO a beneficio di questi? E' giusto che se io voglio
ascoltare la radio debba ritrovare SOLO canzoni sentite e strasentite di
questi signori?
E infine, è giusto che i 'direttori artistici' (lo metto tra virgolette
perché di artistico in radio non c'è molto) delle più importanti stazioni in
Italia IMPONGANO solo musica dei suddetti signori? Non vi sembra un
ciccinino fascista?
Perché parliamoci chiaro, io sono un appassionato di musica a livello
maniacale, leggo riviste, cerco su internet, mi informo. E quando mi piace
qualcosa la compro e faccio di tutto per scoprire cose nuove e territori
musicalmente inesplorati. Ma nella persona 'normale'? Colui che magari
prende la macchina ogni giorno per andare al lavoro e accende la radio
oppure è in altre faccende affaccendato e mette la musica in sottofondo.
Cosa provoca il fatto di sorbirsi un panorama così ristretto musicalmente e
culturalmente? Null'altro che l'appiattimento, la non curiosità, il
livellamento verso il basso della sua cultura e curiosità personale.
C'è poi un altro discorso; chi come me fa musica da anni si vede
puntualmente negato uno spazio, radiofonico e televisivo, perché fa musica
'non radiofonica, non televisiva'. Anche qui: qualcuno mi spiegherebbe con
parole semplici ma convincenti chi ha deciso cosa è radiofonico e cosa è
televisivo? Perché TUTTI danno per scontate queste 'regole' come se le
avesse scritte il Padre Eterno su lastre di pietra e nessuno fa nulla per
cambiare?
Io faccio musica da 15 anni, i miei dischi sono (per forza di cose) di
nicchia ma nella loro nicchia vendono, ho fatto concerti in tutto il mondo e
(soprav)vivo facendo musica. Perché a me deve essere negato il piacere di
fare conoscere il mio lavoro nel paese nel quale sono nato e vivo? Perché
non è radiofonica? Perché non è televisiva? Si ma in base a cosa????
Qualcuno me lo può spiegare?
No! nessuno ha la spiegazione. E' così. Punto!
Tutto questo mi ricorda tanto il periodo politico che l'Italia vive da 17
anni a questa parte. Personaggi che sono inchiodati alle poltrone e che non
se ne vanno nemmeno a cannonate. Con la musica è lo stesso. I Vasco, gli
Eros, sono lo specchio musicale dei nostri politici. Vecchi, senza senso,
noiosi ma sempre al top, sempre nelle orecchie di tutti grazie ai soldoni
che le loro case discografiche sborsano per farli passare costantemente in
radio e tv e fargli guadagnare barcate di soldi di SIAE. Però se si parla di
musica nessuno si sconvolge che le cose stiano così. Anzi, sembra un
sacrilegio parlar male di questi 'mostri sacri'. Ma in realtà chi sono? Cosa
hanno fatto di così importante? Elisa sta cambiando la storia della musica
italiana? No, è solo un'artista che fa musica piacevole. Ma anche io faccio
musica piacevole. Perché allora non posso avere la possibilità di misurarmi
sullo stesso piano di Elisa? Poi se vince lei perché è una bella ragazza e
le sue canzoni sono più orecchiabili ok, ma almeno avremo avuto modo di
lottare sullo stesso ring per difendere le nostre creazioni. Invece abbiamo
lei, e quelli come lei, da soli in una reggia intoccabile e noialtri poveri
scemi nel ghetto. A vita!
Questo anche perché le case discografiche con le quali incido i miei dischi
non ci provano nemmeno più a fare promozione in Italia. E ti credo! Tanto si
sa che le strade sono sbarrate. E lo sono, senza possibilità di appello. E
quanti giovani e non giovani in Italia meriterebbero spazio; I Giardini Di
Mirò, il Teatro degli orrori, Alessandro Grazian, I Mariposa e tantissimi
altri. Quanta gente che si sbatte, quante etichette. Un sacco di cose
culturalmente di alto livello e che all'estero ci invidiano buttate nel
cesso. Perché niente deve cambiare. Nulla! Ci devono essere solo loro, la
casta musicale.
Racconto un'altro aneddoto: Settimane fa guardavo in tv Anna Tatangelo alla
quale, durante un'intervista con Daria Bignardi, veniva chiesto cosa pensava
di Elio ad X-Factor. Lei rispondeva che era simpatico ma che lui e i suoi
ragazzi in gara volevano fare troppo gli strani, specialmente Nevruz che
aveva avuto l'ardire di presentare un pezzo degli Area in prima serata.
Tatangelo diceva che il pubblico serale della tv NON VUOLE certe cose e che
Elio & co. si dovevano ricordare del target di pubblico che li guardava e
proporre pezzi meno impegnativi.
Certo cara Anna! Facciamo fare loro sempre le solite quattro canzoni trite e
ritrite così tu sei tranquilla!
Io ho una teoria: Tatangelo nel momento in cui Nevruz ha fatto gli Area era
colta dal terrore. In primis perché gli Area non sa manco chi siano e poi
perché si è domandata nel panico: 'Cosa succederebbe se la gente che guarda,
il famoso pubblico televisivo al quale più di tanto non si può dare, perché
'non capisce', improvvisamente capisse? Improvvisamente volesse altri pezzi
degli Area? Improvvisamente dimostrasse di non essere così ignorante come me
e quelli come me credono e fanno di tutto per far credere?'
Lascio questa domanda di Anna in sospeso e dico solo due ultime cose per
finalizzare il mio discorso.
1. La gente, il pubblico, la massa, non è così scema. Se pensiamo che tutti
siano scemi allora sarebbe come dire che l'Italia è al 100% con Berlusconi.
Ma così non è, se Dio vuole. C'è una parte di Italia che capisce, che sa
cos'è la cultura, che ama il cinema, il teatro, la letteratura e capirebbe
anche la musica se qualcuno avesse l'accortezza di fargliela ascoltare anche
in radio e in tv. E ascoltare musica artisticamente di valore non solo fa
bene alle orecchie e al cuore ma fa crescere il senso critico, fa
intravedere cos'è l'arte. In poche parole ci eleva e ci fa fare delle
scelte.
Scelte che gente come Tatangelo e Berlusconi preferisce non avvengano perché
sennò loro sarebbero i primi ad andare alla gogna.
2. Lasciamo pure i Vaschi e Ligabue dove sono, ci mancherebbe. Ma invece di
dar loro il 100% dello spazio diamogliene il 60 e per il resto proviamo a
fare ascoltare dell'altro alla gente. Musicisti come me potrebbero fare
conoscere il loro lavoro, sarebbe più equo e giusto, ci sarebbe più
democrazia.
Non stupiamoci per le ineguaglianze che ci sono nel mondo se poi non
vogliamo altro che ascoltare la solita pappa pronta.
Grazie
Fabio Zuffanti
spirals@zuffantiprojects.com
_________________
Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti [Saltatempo di Stefano Benni]
Chi non sa ridere non è una persona seria [Fryderyk Chopin]
nd1967- Moderatore
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Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
TV... radio....... mah, non so... ma qualcuno li guarda ancora? A parte i vecchi dell'ospizio...
Seriamente, ma perchè preoccuparsi di cose obsolete? Questo musicista ha già un giro internazionale, autoprodursi ormai è alla portata di un professionista, ci sono migliaia di web radio, siti di streaming, shop online di musica digitale (per carità, liquida mi fa venire in mente i problemi di pancia )... parlerò da profano, ma mi sembra sia ora di abbandonare il carrozzone delle major italiane.
Seriamente, ma perchè preoccuparsi di cose obsolete? Questo musicista ha già un giro internazionale, autoprodursi ormai è alla portata di un professionista, ci sono migliaia di web radio, siti di streaming, shop online di musica digitale (per carità, liquida mi fa venire in mente i problemi di pancia )... parlerò da profano, ma mi sembra sia ora di abbandonare il carrozzone delle major italiane.
teomalchio- Appassionato
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Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Non c'entra il discorso delle major, qui si parla di "visibilità" della musica.teomalchio ha scritto:parlerò da profano, ma mi sembra sia ora di abbandonare il carrozzone delle major italiane.
E io non posso dargli torto.
A parte noi quattro "sfigati" che ascoltiamo di tutto e di più e che abbiamo collezioni di musica da far invidia alla treccani... prova a pensare tra i tuoi amici. Quanti hanno discografiche così vaste?
Tra i miei solo un altro è curioso come me e cerca e ascolta di tutto e di più.... tutti gli altri ascoltano Ligabue, Vasco, Elisa, U2, Pausini e pochi altri.
E il problema è che quelli che non sono famosi (avere un giro di adepti non è essere famosi) fanno fatica a vendere dischi, ma soprattutto fanno molta fatica a trovare posti dove suonare dal vivo.
In quanti locali se vai dicendo che fai cover di Ligabue, Vasco, Elisa, U2 ti prendono al volo, mentre se dici che proponi musica tua ti dicono gentilmente NO grazie?
_________________
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nd1967- Moderatore
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Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Mah, oramai le radio sono tutte consociate, sono tutte parti di Network, dove sono oramai pochissimi i programmi con conduttori che hanno la libertà di scegliere e proporre musica diversa dalle playlist "proposte" dalle Majors. Per fortuna iniziano a farsi sentire radio web libere da queste costrizioni, ma per il grande pubblico non sono ancora di facile utilizzo.
Musica alternativa, indie, prog, blues, swing, jazz, dove si può trovare in radio? Direi da nessuna parte (ma ci sono alcune piccole eccezioni, vedi Radio3), quindi bisogna arrangiarsi con il web!
Ma per fortuna tra un po' c'è Sanremo...
Musica alternativa, indie, prog, blues, swing, jazz, dove si può trovare in radio? Direi da nessuna parte (ma ci sono alcune piccole eccezioni, vedi Radio3), quindi bisogna arrangiarsi con il web!
Ma per fortuna tra un po' c'è Sanremo...
Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Forse mi son espresso male: tirando in ballo le major intendevo dire che le radio trasmettono solo quello che le case discografiche decidono, il cliente è l'inserzionista, non chi ascolta (idem per la tv). Chi ascolta è "la merce di scambio". Questa è una regola delle emittenti commerciali dai tempi della tv in bianco e nero (solo dopo la fine del "paternalista" carosello però).
Un artista che si autoproduce e si pubblicizza via web è indipendente da questo sistema. Per questo io guarderei avanti, se alla gente davvero interessa musica "diversa" oggi sa dove trovarla. Tv e radio magari seguiranno. O si estingueranno, spero.
Il fatto che poi gli altri sentano vasco e guardino zelig non mi è mai interessato, ma d'altra parte io sono un misantropo
Per i locali... è la conseguenza della mentalità radiotelevisiva. Per fortuna anche qua il web un po' sta aiutando. Tra sale prove "ruspanti" e musica diffusa o venduta via web, mi pare che un giovane oggi sia messo meglio di quando andava con il demo tape dal discografico...
Un artista che si autoproduce e si pubblicizza via web è indipendente da questo sistema. Per questo io guarderei avanti, se alla gente davvero interessa musica "diversa" oggi sa dove trovarla. Tv e radio magari seguiranno. O si estingueranno, spero.
Il fatto che poi gli altri sentano vasco e guardino zelig non mi è mai interessato, ma d'altra parte io sono un misantropo
Per i locali... è la conseguenza della mentalità radiotelevisiva. Per fortuna anche qua il web un po' sta aiutando. Tra sale prove "ruspanti" e musica diffusa o venduta via web, mi pare che un giovane oggi sia messo meglio di quando andava con il demo tape dal discografico...
teomalchio- Appassionato
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Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Non conosco la musica di Zuffanti, ma se non rientra o puo' rientrare nel canonico "radio edit" dei 2 minuti (scarsi) a pezzo, c'e' poco da fare.
Una classica canzone pop in 2 minuti puo' dare all'ascoltatore gia' tutto o anche troppo. Ma altri generi musicali hanno bisogno di tempo per essere assimilati e gustati.
Una classica canzone pop in 2 minuti puo' dare all'ascoltatore gia' tutto o anche troppo. Ma altri generi musicali hanno bisogno di tempo per essere assimilati e gustati.
LSR- Affezionato
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Occupazione/Hobby : rally
Impianto : alieno sottocutaneo
Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
'sto tipo mi pare cada un po' dalle nuvole... ragazzi, sveglia il MUSIC CONTROL esiste ormai da anni !!!
MUSIC CONTROL: ECCOVI SERVITA LA MAFIA RADIOFONICA!
Sia la discografia che gli artisti non sono mai stati in grado di controllare esattamente il numero e la frequenza dei passaggi delle loro canzoni sulle radio.Per questo motivo, a metà degli anni 90, le etichette discografiche chiesero ad una società di rilevazioni di inventarsi un metodo (o meglio, di copiare quello che già esisteva in America) per monitorare le emittenti private più importanti. Nasceva così il Music Control, cioè il mezzo di rilevazione dei passaggi radiofonici (non vi stiamo a spiegare l’esatto meccanismo perchè sarebbe troppo complesso e poco interessante) con la funzione di conoscere l’effettiva airplay di un brano sul territorio nazionale.Da qui si stilano una serie di classifiche dei brani più ascoltati, della permanenza di un artista nella hit ecc. ecc. ecc.Secondo l’intento iniziale Music control doveva costituire uno strumento d’aiuto sia per i discografici che per le radio, e quest’ultime accettarono di essere monitorate perchè avrebbero potuto conoscere esattamente la programmazione delle concorrenti e regolarsi di conseguenza.Le cose purtroppo sono andate in una direzione imprevista: oggi Music control è diventato il mezzo per eccellenza a cui si fa riferimento per avere il polso del panorama musicale in Italia, sebbene il sistema offra un quadro completamente falsato della situazione.Dovete pensare che anche l’amministratore delegato di una major ha un superiore a cui deve riferire del suo lavoro e di quello dei suoi dipendenti. Con un mercato in crisi come il nostro, quindi con vendite quasi inesitenti, come faccio io, che per es. sono il Sig. Emi Italia, a far vedere al sig. Emi International (mio capo ) che ho lavorato bene?Ma con Music control!“Se il brano del mio artista passa su tutte le radio vuol dire che la promozione ha lavorato al meglio, e allora cosa posso farci io se poi vende pochissimo?”Il fatto che Music control sia diventato l’unico mezzo a disposizione per giustificare il proprio lavoro all’estero, fa si che le major esercitino una serie di pressioni sulle radio (vorresti avere in anteprima il nuovo singolo di un artista americano importante ….allora suonami anche….) limitandone la libertà di scelta e di selezione dei prodotti da una parte, dall’altra aumentandone molto il potere sul mercato (se ti sono così utile… allora devi fare un investimento sulle mie frequenze….) .Music control, inoltre, produce dei risultati che non corrispondono alla reale situazione, dando adito ad aspettative false perché, con questo sistema, si sale in classifica a seconda del numero di passaggi d’airplay. Le hit radio (come RDS per es) suonano solo presunti successi decisi a tavolino, quindi pochissime canzoni (circa 40) molte volte al giorno.Il numero elevatissimo di passaggi di alcuni brani da parte delle hit-radio fa si che siano presenti e rimangano in classifica canzoni inutili o obsolete a scapito delle novità, falsando assolutamente l’andamento del mercato, senza per altro nessuna utilità rispetto alle vendite reali (perché comprare un brano che posso sentire quando voglio?).L’aspetto del fenomeno è talmente rilevante che le analisi di mercato da parte di questo tipo di radio procedono in senso inverso: non si fanno più indagini di gradimento per sapere quali siano i brani preferiti dai propri ascoltatori, ma si cerca di capire quando un brano ha stancato.Le classifiche di Music control, inoltre, condizionano fortemente anche le scelte di molte emittenti minori che, in questo modo, risultano prive di ogni originalità e, contraddicendo la loro base sociale di ascolto, diventano solo brutte copie dei network, mentre la loro funzione principale dovrebbe essere quella di selezione e lancio di canzoni liberamente scelte.Anche il mondo del manageriato viene condizionato dalle classifiche di Music control: per i personaggi che hanno molta airplay, e che quindi risultano al top, vengono organizzati tour faraonici (che il più delle volte finiscono in bagni di sangue finanziari), mentre diventa sempre più difficile trovare spazi per chi offre proposte di effettiva qualità.Il discorso fatto per l’impresariato vale anche per la promozione: la presenza di un artista in Music control, oltre a garantire la diffusione praticamente totale di un prodotto nella radiofonia nazionale, condiziona notevolmente gli operatori degli altri media.Avendo questo strumento praticamente sostiuito la classifica tradizionale di vendita, la televisione invita sempre gli stessi artisti che sono al verdice dell’airplay, i giornalisti parlano solamente dei soliti noti e così via. Purtroppo, con questi assurdi meccanismi, si innescano tutta una serie di conseguenze basate su una bolla di sapone.Abbiamo ormai centinaia di esempi di artisti che hanno delle vendite discografiche bassissime a fronte di una diffusione radiofonica e una promozione imbarazzanti.Ma come si fa ad arrivare ad essere “suonati” dai network? Ecco, quì parte la vera truffa. Infatti, affinché un nuovo brano venga programmato, bisogna fare un investimento di almeno sei spot pubblicitari quotidiani che possono arrivare a costare anche settantamila euro per quindici giorni (questo solo per una radio) e comunque spesso la folle spesa può non bastare (soprattutto per le etichette indipendenti che non hanno merce di scambio con dischi di artisti stranieri). I palinsesti musicali vengono fatti al 99% dai direttori artistici ( i gusti degli speaker non contano oramai quasi più niente) che decidono autonomamente se il brano in questione sia o no adatto allo standard della emittente e quindi non mandarlo in onda (o programmarlo pochissimo, magari in orari di basso ascolto, tanto per accontentare chi ha speso in inutile pubblicità). Ovviamente il clientelismo e la corruzione diventano, come si può immaginare, altissimi e spessissimo vengono chiesti altri soldi sotto banco o parti di edizione Siae. Raramente può capitare che un direttore artistico decida di mandare in onda un brano gratuitamente, forse perché quell’artista gli è simpatico o l’addetto alla promozione è un suo caro amico e lo ha pregato per giorni in ginocchio, ma comunque quel bonario favore assomiglia fortemente a quello che ogni tanto fa ai suoi sudditi un boss o un padrino. E secondo voi tutto questo meccanismo di ricatti, più o meno leciti, non sono gli stessi che usa la MAFIA? E perché i moltissimi che sanno non hanno il coraggio di denunciare pubblicamente tanti abusi? Noi continueremo a parlarne e a dire:“a casa, in macchina, in ufficio non ascoltate le radio dei network, per favore. Se vogliamo veramente cambiare qualche cosa, cominciamo da noi stessi, dalle nostre piccole azioni “.
Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Al paese mio la chiamano "scoperta dell'acqua calda"
Re: Lettera di un artista un po' frustrato (Perché in radio sempre i soliti?)
Che ci sia questo tipo di "preferenze" è verissimo, ma a me questo Zuffanti non è che mi faccia impazzire:
O sono io quello troppo "commerciale" (cosa molto probabile) oppure non so...
O sono io quello troppo "commerciale" (cosa molto probabile) oppure non so...
thema2000ie- Moderatore
- Data d'iscrizione : 04.06.09
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