Mini Aleph...per un pugno di watt
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Mini Aleph...per un pugno di watt
Eccomi, come quasi ogni anno di questi tempi, a condividere con voi la mia ultima realizzazione. A dire il vero questo è stato il più impegnativo dei progetti in cui mi sono “imbarcato, messo da parte a più riprese perché spesso la meta sembrava troppo lontana. Negli ultimi mesi, complice un guasto all'impianto di riscaldamento condominiale, mi son deciso a mettere insieme tutti i pezzi della “stufetta”....non fosse altro che per usarlo come scaldino.
L'idea, contorta quanto mai, nasce quando per caso metto le mani su una coppia di dissipatori provenienti dallo smantellamento di alcune delle “bussole” d'ingresso rimosse da un istituto bancario. Si tratta appunto degli alimentatori necessari al loro funzionamento.
Era da tempo che cercavo dei dissipatori “quadrati”intorno ai quali realizzare il Mini Aleph derivato da un progetto di Nelson Pass. Disponevo di molti dissipatori, le classiche barre alte circa 12cm e lunghe anche 40cm...ma nessuna faceva al caso mio. Questi invece alti 18cm e profondi 26cm sembravano proprio quello che cercavo.
Una volta “ripuliti” ho cominciato a dotarli degli ancoraggi che mi servivano per le schede dell'ampli. Queste sono realizzate con delle pcb acquistate su ebay, estremamente economiche e fatte in maniera accettabile. I componenti sono in parte stati acquistati, molti li avevo e comunque tutti di bontà accertata e dove necessario matchati (alcune resistenze e tutti i mosfet e transistor). Al circuito “originale”, o comunque ritenuto “ufficiale” che potete vedere qui sono state apportate alcune modifiche quali la possibilità della regolazione del DC offset e del bias, nonché, grazie ai preziosi consigli di Valter Neri, è stato rivisto lo stadio d'ingressoin modo da permettere l'utilizzo di un potenziometro senza per questo stravolgere l'impedenza d'ingresso.
Questo è quello che ne risulta, con l'ulteriore modifica che mi permette di sostituire i mosfet finali senza dover smontare il resto e soprattutto di disporli in modo conveniente sul dissipatore su cui verranno fissati. Tornando all'idea iniziale, il proposito era quello di realizzare un contenitore che risultasse simile ai “case” della serie Galaxy larghi 23cm nei quali ho alloggiato tutte le altre componenti della mia catena (psu per la HiFace, dac, B1, Prebby, ecc.) e questo mi è stato possibile anche grazie all'aver trovato un pannello d'alluminio con la satinatura del tutto identica a quella dei contenitori di HiFi2000. Quindi, avendo i due laterali (dissipatori) ed il materiale per il frontale è cominciato il lavoro. Per prima cosa occorreva una base adatta ad unire i due dissipatori e a rendere rigido l'insieme:
Una piastra di quasi 2,5mm opportunamente sagomata, forata e filettata e due squadrette sempre d'alluminio hanno costituito il primo passo (solo in questi 3 pezzi ci sono oltre 50 fori svasati o filettati...). In corso d'opera, purtroppo, le idee vengono tutte, pertanto più il progetto andava avanti e più si arricchiva di accessori, quali due protezioni per i diffusori e l'implementazione di un circuitino di controllo dei due v-meter. Il primo è un altro kit economico del solito venditore delle pcb:
mentre i circuiti che rendono logaritmica (o meglio lineare in dB) e più “fruibile” la scala dei due indicatori analogici sono derivati da uno schema di Nuova Elettronica (LX299). Le pcb sono state realizzate per sfruttare lo spazio libero sui dissipatori, una per canale. In pratica servono a far si che anche a bassi volumi di ascolto le lancette dello strumento abbiano un'escursione apprezzabile.
A questo punto non mancava che sfruttare il piano inferiore tra i due dissipatori...e cosa meglio di un bel banco di condensatori montati proprio in prossimità dei due finali?
Ecco servita una scheda con 40 condensatori (Nichicon 2200uf) divisi in 4 banchi da 22.000uF ciascuno (e relativa manciata di condensatori di bypass..), uno per ogni ramo d'alimentazione dei finali. Ovviamente il resto dell'alimentazione sarebbe stata in un contenitore separato (come consiglia Nelson Pass “2 feet away...”).
In possesso di tutte le schede si comincia a dare una forma al tutto...e a maledirsi per aver messo troppa acqua al fuoco...
Ecco un primo assemblaggio provvisorio del tutto:
Manca una delle schedine v-meter sulla sinistra, ed è invece presente il pannello posteriore e la staffa per il potenziometro. Quest'ultima è realizzata con una squadretta metallica trovata da Brico e opportunamente accorciata, avvitata anch'essa sulla piastra inferiore.
Le due schede di protezione e delay dei diffusori sono invece posizionate nella parte posteriore della stessa piastra, sotto alla ventola. Quest'ultima è una Gelid Silent di 8x8cm, appositamente studiata per la minima rumorosità (appena percettibile a 12V diventa praticamente inudibile se “undervoltata”). La ventola garantisce un minimo ricambio d'aria all'interno del case e grazie al foro ellittico che è stato praticato nella piastra in alluminio (quella inferiore) si crea una convezione che lambisce le schede dei finali. Il pannello posteriore è stato ricavato da una piastra 2U (stavolta anodizzata) sempre rimediata da un rack informatico da smantellare(roba vecchia 30 anni ..), opportunamente tagliato e forato per alloggiare la ventola ed i vari connettori d'alimentazione e audio.
L'idea, contorta quanto mai, nasce quando per caso metto le mani su una coppia di dissipatori provenienti dallo smantellamento di alcune delle “bussole” d'ingresso rimosse da un istituto bancario. Si tratta appunto degli alimentatori necessari al loro funzionamento.
Era da tempo che cercavo dei dissipatori “quadrati”intorno ai quali realizzare il Mini Aleph derivato da un progetto di Nelson Pass. Disponevo di molti dissipatori, le classiche barre alte circa 12cm e lunghe anche 40cm...ma nessuna faceva al caso mio. Questi invece alti 18cm e profondi 26cm sembravano proprio quello che cercavo.
Una volta “ripuliti” ho cominciato a dotarli degli ancoraggi che mi servivano per le schede dell'ampli. Queste sono realizzate con delle pcb acquistate su ebay, estremamente economiche e fatte in maniera accettabile. I componenti sono in parte stati acquistati, molti li avevo e comunque tutti di bontà accertata e dove necessario matchati (alcune resistenze e tutti i mosfet e transistor). Al circuito “originale”, o comunque ritenuto “ufficiale” che potete vedere qui sono state apportate alcune modifiche quali la possibilità della regolazione del DC offset e del bias, nonché, grazie ai preziosi consigli di Valter Neri, è stato rivisto lo stadio d'ingressoin modo da permettere l'utilizzo di un potenziometro senza per questo stravolgere l'impedenza d'ingresso.
Questo è quello che ne risulta, con l'ulteriore modifica che mi permette di sostituire i mosfet finali senza dover smontare il resto e soprattutto di disporli in modo conveniente sul dissipatore su cui verranno fissati. Tornando all'idea iniziale, il proposito era quello di realizzare un contenitore che risultasse simile ai “case” della serie Galaxy larghi 23cm nei quali ho alloggiato tutte le altre componenti della mia catena (psu per la HiFace, dac, B1, Prebby, ecc.) e questo mi è stato possibile anche grazie all'aver trovato un pannello d'alluminio con la satinatura del tutto identica a quella dei contenitori di HiFi2000. Quindi, avendo i due laterali (dissipatori) ed il materiale per il frontale è cominciato il lavoro. Per prima cosa occorreva una base adatta ad unire i due dissipatori e a rendere rigido l'insieme:
Una piastra di quasi 2,5mm opportunamente sagomata, forata e filettata e due squadrette sempre d'alluminio hanno costituito il primo passo (solo in questi 3 pezzi ci sono oltre 50 fori svasati o filettati...). In corso d'opera, purtroppo, le idee vengono tutte, pertanto più il progetto andava avanti e più si arricchiva di accessori, quali due protezioni per i diffusori e l'implementazione di un circuitino di controllo dei due v-meter. Il primo è un altro kit economico del solito venditore delle pcb:
mentre i circuiti che rendono logaritmica (o meglio lineare in dB) e più “fruibile” la scala dei due indicatori analogici sono derivati da uno schema di Nuova Elettronica (LX299). Le pcb sono state realizzate per sfruttare lo spazio libero sui dissipatori, una per canale. In pratica servono a far si che anche a bassi volumi di ascolto le lancette dello strumento abbiano un'escursione apprezzabile.
A questo punto non mancava che sfruttare il piano inferiore tra i due dissipatori...e cosa meglio di un bel banco di condensatori montati proprio in prossimità dei due finali?
Ecco servita una scheda con 40 condensatori (Nichicon 2200uf) divisi in 4 banchi da 22.000uF ciascuno (e relativa manciata di condensatori di bypass..), uno per ogni ramo d'alimentazione dei finali. Ovviamente il resto dell'alimentazione sarebbe stata in un contenitore separato (come consiglia Nelson Pass “2 feet away...”).
In possesso di tutte le schede si comincia a dare una forma al tutto...e a maledirsi per aver messo troppa acqua al fuoco...
Ecco un primo assemblaggio provvisorio del tutto:
Manca una delle schedine v-meter sulla sinistra, ed è invece presente il pannello posteriore e la staffa per il potenziometro. Quest'ultima è realizzata con una squadretta metallica trovata da Brico e opportunamente accorciata, avvitata anch'essa sulla piastra inferiore.
Le due schede di protezione e delay dei diffusori sono invece posizionate nella parte posteriore della stessa piastra, sotto alla ventola. Quest'ultima è una Gelid Silent di 8x8cm, appositamente studiata per la minima rumorosità (appena percettibile a 12V diventa praticamente inudibile se “undervoltata”). La ventola garantisce un minimo ricambio d'aria all'interno del case e grazie al foro ellittico che è stato praticato nella piastra in alluminio (quella inferiore) si crea una convezione che lambisce le schede dei finali. Il pannello posteriore è stato ricavato da una piastra 2U (stavolta anodizzata) sempre rimediata da un rack informatico da smantellare(roba vecchia 30 anni ..), opportunamente tagliato e forato per alloggiare la ventola ed i vari connettori d'alimentazione e audio.
Giobax- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 29.06.09
Numero di messaggi : 947
Località : Siena
Impianto : work in progress
Mini Aleph...per un pugno di watt
Non rimane che pensare al frontale, lavorazione un po' più delicata vista la facilità con cui si può rovinare la “spazzolatura” ed il fatto che ogni imperfezione potrebbe irrimediabilmente saltare all'occhio. Arrivati dalla Cina i due strumenti analogici, provvedo per prima cosa a sostituire i led della retroilluminazione gialli con altrettanti led blu. Adesso non resta che armarsi di trapano,tronchesina, fresa “a tazza” di 63mm, lime e carta abrasiva e....pregare di non far c@##@t& visto che quello è l'unico pezzo di dimensioni sufficienti di cui si dispone.
Un paio d'ore di lavoro e si riesce ad avere anche un frontale decente. Manca l'alloggiamento della manopola...ma di questi ne ho già fatti un paio e so come comportarmi. Pezzo di plexyglass, smussi agli angoli nei quali “incastonare” i led, una bella passata di carta abrasiva finissima per satinare la parte frontale e di nuovo un foro fatto con la fresa adatta per alloggiare un cuscinetto che da anni mi ritrovavo tra le p@ll& ogni volta che aprivo un cassetto. Visto che mi piacciono le cose quanto più possibile “ordinate” ho realizzato anche una semplice pcb per collegare i led e la resistenza di limitazione, incollata sulla parte posteriore del “prisma”.
.
Ultimo lavoro, questo l'unico impossibile da fare con strumenti alla portata di tutti, è stata la manopola. Mio cognato ha un piccolo tornio in garage e io, memore delle lezioni di “aggiustaggio” (si....si chiamava proprio così la materia all'ITIS...) ho deciso che era il momento di utilizzare quella barra di 60mm d'alluminio rimediata non ricordo neanche dove ma che sapevo che prima o poi mi sarebbe servita.
Alla fine, dopo una bella lucidata con carta abrasiva finissima ecco il risultato: una manopolona di poco meno di 60mm di diametro che si incastra perfettamente nel cuscinetto e termina con un codolo di 6mm adatto ad essere raccordato con un potenziometro.
Non soddisfatto ho deciso di complicarmi ulteriormente la vita con un altra “pompata mentale”, ovvero inserire nella manopola uno spezzone di fibra ottica che facesse da indice luminoso della sua posizione (il puntino blu che vedete sulla manopola nella foto del primo post). Foro di 3mm dalla parte posteriore della manopola che si arresta pochi mm prima della parte anteriore e poi terminato con una punta di 1,5mm (il diametro della fibra). Due punte da 1,5mm sono passate a miglior vita...ma il risultato non mi pare malaccio.
E adesso (e dal primo foro son passati quasi 10 mesi...) si assembla in maniera definitiva!
Cablaggi ordinati e quanto più corti possibile, strumenti, led e interruttori fissati sul frontale e cablati. E stata aggiunta una resistenza da 220 Ohm sulla ventola per diminuirne la rumorosità e sono stati installati due termofusibili tra i mosfet. Si tratta di componenti di facile reperibilità su ebay che provvedono appunto ad interrompere la continuità tra i due terminali quando questa supera il valore di targa e a ripristinarsi (con la dovuta isteresi di qualche grado) quando questa scende. Io ho scelto il modello in TO220 con temperatura di intervento pari a 60°C. E' ovvio che non sopportano la corrente necessaria a questo ampli in classe A...ma il discorso alimentazioni lo vediamo dopo. Si nota anche, in basso a sinistra, una piccola pcb montata sul potenziometro, in modo da facilitare i cablaggi. Nella foto sopra compaiono dei condensatori Clarity Cap ….in quella sotto (e definitiva) due Mundorf che collegano gli RCA posteriori al potenziometro.
Bene...tutto è montato....non resta che finire di cablare il tutto e chiudere il contenitore.
Una nota a parte merita l'alberino che collega la manopola al potenziometro: anziché realizzarlo in un solo pezzo ho preferito suddividerlo in due parti unite poi con un piccolo spezzone di tubo di gomma del tipo trasparente (credo si chiami tubo cristal). Questo ha la funzione di una sorta di giunto elastico, che permette di correggere gli inevitabili disallineamenti tra manopola e potenziometro che porterebbero a tensioni meccaniche dannose per quest'ultimo. Riconosco che non è un'idea mia, ma presa in prestito da chi si occupa di macchine cnc realizzate in economia Essendo la giunzione un po' troppo morbida l'ho poi irrigidita con la sovrapposizione di un pezzo di guaina termostringente. Il risultato finale è che la manopola grazie a questo accorgimento, alla sua dimensione e al cuscinetto rende una sensazione di scorrevolezza molto piacevole. Pensavo di montare anche dei finecorsa per evitare troppe sollecitazioni al potenziometro ma si sono resi non necessari grazie all'elasticità che la manopola presenta nelle posizioni estreme grazie al giunto.
Nella foto sopra si notano appunto il giunto in gomma ricoperto da guaina termoretrattile e agli estremi i raccordi con potenziometro e manopola realizzati con i soliti morsetti in ottone presenti nei mammut serracavo da 6mm (le viti sono state sostituite da “grani” a testa esagonale).
Ecco, a cablaggi terminati, come si presenta la bestiola:
Un paio d'ore di lavoro e si riesce ad avere anche un frontale decente. Manca l'alloggiamento della manopola...ma di questi ne ho già fatti un paio e so come comportarmi. Pezzo di plexyglass, smussi agli angoli nei quali “incastonare” i led, una bella passata di carta abrasiva finissima per satinare la parte frontale e di nuovo un foro fatto con la fresa adatta per alloggiare un cuscinetto che da anni mi ritrovavo tra le p@ll& ogni volta che aprivo un cassetto. Visto che mi piacciono le cose quanto più possibile “ordinate” ho realizzato anche una semplice pcb per collegare i led e la resistenza di limitazione, incollata sulla parte posteriore del “prisma”.
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Ultimo lavoro, questo l'unico impossibile da fare con strumenti alla portata di tutti, è stata la manopola. Mio cognato ha un piccolo tornio in garage e io, memore delle lezioni di “aggiustaggio” (si....si chiamava proprio così la materia all'ITIS...) ho deciso che era il momento di utilizzare quella barra di 60mm d'alluminio rimediata non ricordo neanche dove ma che sapevo che prima o poi mi sarebbe servita.
Alla fine, dopo una bella lucidata con carta abrasiva finissima ecco il risultato: una manopolona di poco meno di 60mm di diametro che si incastra perfettamente nel cuscinetto e termina con un codolo di 6mm adatto ad essere raccordato con un potenziometro.
Non soddisfatto ho deciso di complicarmi ulteriormente la vita con un altra “pompata mentale”, ovvero inserire nella manopola uno spezzone di fibra ottica che facesse da indice luminoso della sua posizione (il puntino blu che vedete sulla manopola nella foto del primo post). Foro di 3mm dalla parte posteriore della manopola che si arresta pochi mm prima della parte anteriore e poi terminato con una punta di 1,5mm (il diametro della fibra). Due punte da 1,5mm sono passate a miglior vita...ma il risultato non mi pare malaccio.
E adesso (e dal primo foro son passati quasi 10 mesi...) si assembla in maniera definitiva!
Cablaggi ordinati e quanto più corti possibile, strumenti, led e interruttori fissati sul frontale e cablati. E stata aggiunta una resistenza da 220 Ohm sulla ventola per diminuirne la rumorosità e sono stati installati due termofusibili tra i mosfet. Si tratta di componenti di facile reperibilità su ebay che provvedono appunto ad interrompere la continuità tra i due terminali quando questa supera il valore di targa e a ripristinarsi (con la dovuta isteresi di qualche grado) quando questa scende. Io ho scelto il modello in TO220 con temperatura di intervento pari a 60°C. E' ovvio che non sopportano la corrente necessaria a questo ampli in classe A...ma il discorso alimentazioni lo vediamo dopo. Si nota anche, in basso a sinistra, una piccola pcb montata sul potenziometro, in modo da facilitare i cablaggi. Nella foto sopra compaiono dei condensatori Clarity Cap ….in quella sotto (e definitiva) due Mundorf che collegano gli RCA posteriori al potenziometro.
Bene...tutto è montato....non resta che finire di cablare il tutto e chiudere il contenitore.
Una nota a parte merita l'alberino che collega la manopola al potenziometro: anziché realizzarlo in un solo pezzo ho preferito suddividerlo in due parti unite poi con un piccolo spezzone di tubo di gomma del tipo trasparente (credo si chiami tubo cristal). Questo ha la funzione di una sorta di giunto elastico, che permette di correggere gli inevitabili disallineamenti tra manopola e potenziometro che porterebbero a tensioni meccaniche dannose per quest'ultimo. Riconosco che non è un'idea mia, ma presa in prestito da chi si occupa di macchine cnc realizzate in economia Essendo la giunzione un po' troppo morbida l'ho poi irrigidita con la sovrapposizione di un pezzo di guaina termostringente. Il risultato finale è che la manopola grazie a questo accorgimento, alla sua dimensione e al cuscinetto rende una sensazione di scorrevolezza molto piacevole. Pensavo di montare anche dei finecorsa per evitare troppe sollecitazioni al potenziometro ma si sono resi non necessari grazie all'elasticità che la manopola presenta nelle posizioni estreme grazie al giunto.
Nella foto sopra si notano appunto il giunto in gomma ricoperto da guaina termoretrattile e agli estremi i raccordi con potenziometro e manopola realizzati con i soliti morsetti in ottone presenti nei mammut serracavo da 6mm (le viti sono state sostituite da “grani” a testa esagonale).
Ecco, a cablaggi terminati, come si presenta la bestiola:
Giobax- Membro di riguardo
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Mini Aleph...per un pugno di watt
A questo punto l'Aleph Mini è finito, resta solo da serrare bene tutte le viti (e sono tante...credetemi) e valutare se (esteticamente) ne è valsa la pena:
Frontale: a destra l'interruttore di accensione, a sinistra il selettore del bias che permette di selezionarne due valori differenti...diciamo “summer” e “winter”. Sotto i due v-meter i led che indicano lo stato delle protezioni/delay. Semplice e minimale direi...
Ecco una vista laterale che evidenzia come i dissipatori si raccordino con la parte superiore e inferiore del contenitore. Sono stati utilizzati due pannelli HiFi 2000 serie Galaxy proprio per integrare al massimo l'aspetto dell'amplificatore con le altre elettroniche tutte alloggiate in contenitori di quella serie.
La parte inferiore riporta la stessa apertura realizzata nel supporto in alluminio del primo post, in modo da garantire una circolazione d'aria all'interno del box. Le feritoie nella parte posteriore dei due pannelli (superiore e inferiore) sono state occluse. I “piedoni” sono stati recuperati da un VCR ormai pensionato.
La parte posteriore. Ai lati della griglia di protezione della ventola ci sono i due connettori che ho utilizzato per l'alimentazione. Si compongono ognuno di 8 contatti dorati poco più piccoli dei comuni “faston”. Ne sono stati utilizzati (per ciascun canale) 4 per il GND, 2 per Vcc+ e due per Vcc-. Provengono dalle PSU di vecchi sistemi di videosorveglianza, non conosco i dati da targa ma ritengo che siano più che dimensionati per le correnti in gioco (erano collegati a batterie da 100Ah...quindi anche considerando una corrente di ricarica di 1/10 siamo a 10A....).
Il connettore a 4 poli è riservato all'alimentazione dei “servizi” (protezioni, led, v-meter...) e al comando di accensione. Completano il tutto le prese RCA Neutrik ed i connettori per i diffusori.
A conferma di quanto detto sulle dimensioni e materiali utilizzati, eccolo in abbinamento al Prebby di Maurarte (Galaxy 23x28x8)
Direi che può andare.
E ora....ALIMENTAZIONE!
Mi sono ritrovato per le mani una bella scorta di capacità di quelle audiofighe grazie ad acquisti fatti previdentemente nelle varie fiere dell'elettronica e al surplus su cui riesco a mettere le mani per lavoro. Mi son quindi orientato sulla classica alimentazione consigliata anche da Pass.
I due ponti diodi, i condensatori Roe 10.000uF 60V (le lattine arancioni), il trasformatore (12-0-12 300VA) e le induttanze (2,2mH) provengono tutte da alimentatori ridondanti utilizzati in passato per alimentare centrali d'allarme (quando i sensori volumetrici assorbivano anche 500mA...e in un impianto ce n'erano decine..) I condensatori Kendeil (10.000 uF 40V) li ho presi in fiera (Gonzaga mi pare,,,) a 1,5€ ciascuno. Anche qui completano il tutto alcune capacità di bypass. Abbiamo, quindi 40.000uF+80.000uF+88.000uF(il banco nell'amplificatore) per un totale di 208.000uF suddivisi per i due rami d'alimentazione. All'inizio avevo suddiviso le induttanze e le capacità in modo da avere 4 rami separati dopo il primo banco di condensatori, ma dopo alcune prove ho riscontrato che una sola cella CLC non riusciva ad abbattere del tutto “l'hum” che mi ritrovavo sui diffusori da 92dB. Quindi ho rimodificato il cablaggio per ottenere due soli rami composti però da due celle LC in serie. In questo modo l'hum è sparito completamente e anche con l'orecchio appiccicato ai diffusori non si riesce a capire se l'ampli è acceso o no.
Sulla base in plexyglass (recuperata da un vecchio arredo di alcuni sportelli bancari) cui son fissati i condensatori ed il trasformatore, trovano posto anche un piccolo switching (il Pincellone!) da 12V che mi serve per i “servizi” e la scheda per il softstart della PSU.
Lo schema è quello proposto sul sito Elliot Sound a questo indirizzo con alcune piccole modifiche, quali l'aggiunta di un termofusibile sulle resistenze di limitazione. Il funzionamento è presto spiegato: l'interruttore frontale della psu accende soltanto il piccolo switching. Questa alimentazione arriva all'amplificatore attraverso due contatti del connettore a 4 poli ed è collegata all'interruttore sul frontale dell'ampli. La sua pressione alimenta i servizi all'interno del box dell'ampli (protezione/delay, ventola, vmeter e led di retroilluminazione) e di ritorno attraverso un altro contatto del connettore a 4 poli la schedina del softstart. Il primo relè si eccita immediatamente e il trasformatore viene alimentato attraverso due resistenze da 100 Ohm 5W. E' ovvio che il picco di corrente dovuto alle grosse capacità dell'alimentatore viene limitato dalla resistenza. Si ritiene che questo picco (potenzialmente dannoso per il trasformatore ed i diodi del ponte) abbia la durata di poche semionde. E' quindi sufficiente che il secondo relè si ecciti dopo circa 500mS bypassando le resistenze per alimentare a “regime” il trasformatore in tutta sicurezza. Ho aggiunto il termofusibile sulle due resistenze perchè qualora il timer fallisse nell'eccitare il relè di bypass le due resistenze raggiungerebbero in pochi secondi temperature eccessive. Se questo dovesse accadere il termofusibile interromperebbe l'alimentazione a 12V alla schedina di softstart con il risultato di scollegare del tutto il trasformatore dalla corrente di rete. Anche i due termofusibili posizionati tra i mosfet dell'amplificatore sono in serie a questa linea: se la temperatura dei dissipatori dovesse raggiungere i 60°C verrebbe automaticamente tolta l'alimentazione ai finali.
Ecco infine come si presenta la PSU alloggiata dentro un contenitore metallico (box 27x27x12) sempre derivato da impianti d'allarme.
Frontale: a destra l'interruttore di accensione, a sinistra il selettore del bias che permette di selezionarne due valori differenti...diciamo “summer” e “winter”. Sotto i due v-meter i led che indicano lo stato delle protezioni/delay. Semplice e minimale direi...
Ecco una vista laterale che evidenzia come i dissipatori si raccordino con la parte superiore e inferiore del contenitore. Sono stati utilizzati due pannelli HiFi 2000 serie Galaxy proprio per integrare al massimo l'aspetto dell'amplificatore con le altre elettroniche tutte alloggiate in contenitori di quella serie.
La parte inferiore riporta la stessa apertura realizzata nel supporto in alluminio del primo post, in modo da garantire una circolazione d'aria all'interno del box. Le feritoie nella parte posteriore dei due pannelli (superiore e inferiore) sono state occluse. I “piedoni” sono stati recuperati da un VCR ormai pensionato.
La parte posteriore. Ai lati della griglia di protezione della ventola ci sono i due connettori che ho utilizzato per l'alimentazione. Si compongono ognuno di 8 contatti dorati poco più piccoli dei comuni “faston”. Ne sono stati utilizzati (per ciascun canale) 4 per il GND, 2 per Vcc+ e due per Vcc-. Provengono dalle PSU di vecchi sistemi di videosorveglianza, non conosco i dati da targa ma ritengo che siano più che dimensionati per le correnti in gioco (erano collegati a batterie da 100Ah...quindi anche considerando una corrente di ricarica di 1/10 siamo a 10A....).
Il connettore a 4 poli è riservato all'alimentazione dei “servizi” (protezioni, led, v-meter...) e al comando di accensione. Completano il tutto le prese RCA Neutrik ed i connettori per i diffusori.
A conferma di quanto detto sulle dimensioni e materiali utilizzati, eccolo in abbinamento al Prebby di Maurarte (Galaxy 23x28x8)
Direi che può andare.
E ora....ALIMENTAZIONE!
Mi sono ritrovato per le mani una bella scorta di capacità di quelle audiofighe grazie ad acquisti fatti previdentemente nelle varie fiere dell'elettronica e al surplus su cui riesco a mettere le mani per lavoro. Mi son quindi orientato sulla classica alimentazione consigliata anche da Pass.
I due ponti diodi, i condensatori Roe 10.000uF 60V (le lattine arancioni), il trasformatore (12-0-12 300VA) e le induttanze (2,2mH) provengono tutte da alimentatori ridondanti utilizzati in passato per alimentare centrali d'allarme (quando i sensori volumetrici assorbivano anche 500mA...e in un impianto ce n'erano decine..) I condensatori Kendeil (10.000 uF 40V) li ho presi in fiera (Gonzaga mi pare,,,) a 1,5€ ciascuno. Anche qui completano il tutto alcune capacità di bypass. Abbiamo, quindi 40.000uF+80.000uF+88.000uF(il banco nell'amplificatore) per un totale di 208.000uF suddivisi per i due rami d'alimentazione. All'inizio avevo suddiviso le induttanze e le capacità in modo da avere 4 rami separati dopo il primo banco di condensatori, ma dopo alcune prove ho riscontrato che una sola cella CLC non riusciva ad abbattere del tutto “l'hum” che mi ritrovavo sui diffusori da 92dB. Quindi ho rimodificato il cablaggio per ottenere due soli rami composti però da due celle LC in serie. In questo modo l'hum è sparito completamente e anche con l'orecchio appiccicato ai diffusori non si riesce a capire se l'ampli è acceso o no.
Sulla base in plexyglass (recuperata da un vecchio arredo di alcuni sportelli bancari) cui son fissati i condensatori ed il trasformatore, trovano posto anche un piccolo switching (il Pincellone!) da 12V che mi serve per i “servizi” e la scheda per il softstart della PSU.
Lo schema è quello proposto sul sito Elliot Sound a questo indirizzo con alcune piccole modifiche, quali l'aggiunta di un termofusibile sulle resistenze di limitazione. Il funzionamento è presto spiegato: l'interruttore frontale della psu accende soltanto il piccolo switching. Questa alimentazione arriva all'amplificatore attraverso due contatti del connettore a 4 poli ed è collegata all'interruttore sul frontale dell'ampli. La sua pressione alimenta i servizi all'interno del box dell'ampli (protezione/delay, ventola, vmeter e led di retroilluminazione) e di ritorno attraverso un altro contatto del connettore a 4 poli la schedina del softstart. Il primo relè si eccita immediatamente e il trasformatore viene alimentato attraverso due resistenze da 100 Ohm 5W. E' ovvio che il picco di corrente dovuto alle grosse capacità dell'alimentatore viene limitato dalla resistenza. Si ritiene che questo picco (potenzialmente dannoso per il trasformatore ed i diodi del ponte) abbia la durata di poche semionde. E' quindi sufficiente che il secondo relè si ecciti dopo circa 500mS bypassando le resistenze per alimentare a “regime” il trasformatore in tutta sicurezza. Ho aggiunto il termofusibile sulle due resistenze perchè qualora il timer fallisse nell'eccitare il relè di bypass le due resistenze raggiungerebbero in pochi secondi temperature eccessive. Se questo dovesse accadere il termofusibile interromperebbe l'alimentazione a 12V alla schedina di softstart con il risultato di scollegare del tutto il trasformatore dalla corrente di rete. Anche i due termofusibili posizionati tra i mosfet dell'amplificatore sono in serie a questa linea: se la temperatura dei dissipatori dovesse raggiungere i 60°C verrebbe automaticamente tolta l'alimentazione ai finali.
Ecco infine come si presenta la PSU alloggiata dentro un contenitore metallico (box 27x27x12) sempre derivato da impianti d'allarme.
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Impianto : work in progress
Mini Aleph...per un pugno di watt
Ed ecco finalmente l'Aleph Mini appoggiato sopra la sua PSU:
E' ovvio che l'alimentatore è destinato a stare distante dall'amplificatore, nel mio caso nascosto dentro lo sportello di un mobile ad oltre 1 metro di distanza.
Qui sotto si vedono i cablaggi che collegano le due unità, realizzati con cavo di 2,5mm di sezione.
E now, ladies e gentlemen, un po' di misure:
La prima cosa di cui accertarsi con un ampli in classe A è, purtroppo, se le temperature di esercizio sono accettabili. Quindi sotto con l'utilissima (ed economica ) sonda Temper1, ingressi in corto e uscite su carico fittizio da 8 Ohm: in questa situazione si ha la maggiore dissipazione di calore da parte dei finali.
Come accennato ho previsto la possibilità di settare due diversi valori di corrente di bias mediante l'utilizzo di un commutatore sul frontale dell'amplificatore. I due valori sono 1 A e 1,3 A.
Con il bias impostato ad 1 A, e una temperatura ambiente di circa 22°C, vediamo che dopo circa 1 ora (le misure sono prese a intervalli di 30 secondi) la zona del dissipatore compresa tra i due mosfet si stabilizza ad una temperatura di circa 36°C. Commutando lo switch per il bias di 1,3 A questa torna a salire fino ad attestarsi a circa 40°C. Valori più che accettabili considerando che la situazione in esame rappresenta l'estremo in cui tutta la potenza viene dissipata in calore...e che cmq mettono al riparo da problemi di temperature eccessive qualora si dimenticasse l'ampli acceso e senza nessun segnale in ingresso. Ovviamente, nel caso la temperatura superasse i 60°C interverrebbero i termofusibili che come già visto toglierebbero alimentazione al finale.
Tornando invece a quello che riguarda le correnti di bias va specificato che in questa tipologia di amplificatori il loro valore influenza anche la potenza erogata in funzione dell'impedenza del carico.
Per quanto riguarda il Mini Aleph esiste un foglio di calcolo dal quale è possibile ricavare i seguenti grafici:
Quella sopra è la curva con corrente di bias =1 Amper (17 volts di alimentazione per rail)
Questa invece quella con corrente di bias pari a 1,3 Amper (17 volts di alimentazione per rail)
Si nota subito come ai due valori di corrente corrispondano diverse “curve di erogazione”: la prima mostra “soli” 8 watt (rms) a 4 ohm e 12W a 6 e 8 Ohm. La seconda invece sposta la potenza verso impedenze minori, tanto da arrivare ad erogare 14 watt su 4 ohm, 17W su 6 ohm e 13W su 8 ohm.
I calcoli sopra risultano attendibili quando verificati strumentalmente:
Le curve sono relative ad un segnale ad 1KHz sugli ingressi. In uscita, su un carico fittizio da 8 Ohm, si hanno 29,6V al limite del clipping che da un rapido calcolo danno 11,2W.
Aumentando il “volume” ecco che compare il fatidico clipping:
Con 17V per rail (che diventano 16,8 con bias a 1,3A) si vede chiaramente che il limite di ampiezza in uscita è rappresentato da 31,2V.
A 10KHz non si notano segni apprezzabili di decadimento nella forma d'onda riprodotta:
Anche la “quadra” e la “rampa” appaiono accettabili:
Il rapporto tra segnale d'uscita e quello d'ingresso ci permette di misurare il guadagno introdotto dall'amplificatore:
Con 1Vpp in ingresso se ne ottengono 16,2Vpp in uscita, che corrispondono appunto al guadagno dell'amplificatore (del quale con Valter avevamo stabilito un valore intorno a 17).
Altra misura interessante è quella relativa al DC OFFSET, ovvero al residuo di componente continua che troviamo sulle uscite, e che, per ovvi motivi, deve essere quanto più possibile prossimo a 0V. L'aver montato un trimmer multigiro sul source del mosfet che polarizza lo “specchio” d'ingresso, permette una regolazione ottimale, che permette di fissarlo a valori considerati più che accettabili, ovvero -0,5mV con bias 1A e 10mV con bias 1,3A.
L'impedenza di ingresso, misurata con l'interfaccia ZRLC per Visual Analyzer di Nuova Elettronica, risulta (alla frequenza di 1KHz) rimanere stabile intorno ai 40 Kohm per tutta l'escursione del potenziometro (ALPS 50 Kohm logaritmico) compresa tra ore 7 e ore 3, per poi scendere fino a curca 31 Kohm nella restante rotazione fino a fondocorsa (ore 5).
Quello sopra è lo schema consigliatomi da Valter Neri (che di nuovo ringrazio per la gentilezza).
Il motivo dell'aver messo il potenziometro sul finale è semplicemente quello di poterne permettere l'uso anche direttamente collegato a sorgenti prive di un controllo di volume.
Venendo alla distorsione ho fatto alcune misure utilizzando di nuovo Visual Analyzer in abbinamento sempre ad una semplice interfaccia proposta da Nuova Elettonica (qui nel dettaglio). I risultati ottenuti, ma che non posso verificare indicano:
frequenza 1KHz su carico 8 Ohm
Vpp Out PWR rms THD
5V 0,32W 0,019%
10V 1,3W 0,048%
15V 2,85W 0,065%
20V 5W 0,098%
25V 8W 0,14%
29,5V 11W 0,56%
Vabbeh....l'ho fatta veramente...ma veramente lunga, non me ne vogliate. L'intento è quello di condividere una realizzazione cui ho dedicato molto tempo, nella speranza che qualcuno possa trarre spunto da certe soluzioni (o ripieghi....) adottati. Tutto il progetto è incentrato sul recupero per quanto più possibile di componenti e parti meccaniche...e per dimostrare che non occorrono particolari attrezzature per realizzare un qualcosa di solido e , concedetemelo, anche esteticamente valido. Questo amplificatore è nato e cresciuto sul tavolo del mio soggiorno....senza particolari attrezzi se non un buon trapano avvitatore e, quelle si, tante punte, frese e qualche maschio per filettare. Un set di buone lime e limette di precisione, il fido Dremel ed il balcone per le pcb fanno il resto. Per il taglio del frontale mi son rivolto ad una officina di carpenteria metallica (infissi) il resto è stato tagliato con un comune “frullino “ dotato di un sottile disco da taglio. Credetemi...occorre solo un po' di pazienza, un po' di passione e la voglia di sperimentare materiali e lavorazioni “domestiche”. Certo....non basta un giorno, ma qui vien fuori il discorso fatto tante volte con Bruno (Ideafolle): forse mi diverto più ad assemblare e “studiare” soluzioni alla mia portata che ad ascoltare....e forse non è un bene. Boh....per ora mi piace così.
Come suona? Suona diverso dal TA2020 che ho ascoltato finora. Diverso....non so ancora se meglio o peggio....posso solo dire che mi piace di più: sarà che ogni scarrafone è bello 'a mamma soia?
Lo sento più “cattivo”, forse un pelo meno “raffinato” ma più “solido”....rassicurante e decisamente meno stancante.
Giovanni.
E' ovvio che l'alimentatore è destinato a stare distante dall'amplificatore, nel mio caso nascosto dentro lo sportello di un mobile ad oltre 1 metro di distanza.
Qui sotto si vedono i cablaggi che collegano le due unità, realizzati con cavo di 2,5mm di sezione.
E now, ladies e gentlemen, un po' di misure:
La prima cosa di cui accertarsi con un ampli in classe A è, purtroppo, se le temperature di esercizio sono accettabili. Quindi sotto con l'utilissima (ed economica ) sonda Temper1, ingressi in corto e uscite su carico fittizio da 8 Ohm: in questa situazione si ha la maggiore dissipazione di calore da parte dei finali.
Come accennato ho previsto la possibilità di settare due diversi valori di corrente di bias mediante l'utilizzo di un commutatore sul frontale dell'amplificatore. I due valori sono 1 A e 1,3 A.
Con il bias impostato ad 1 A, e una temperatura ambiente di circa 22°C, vediamo che dopo circa 1 ora (le misure sono prese a intervalli di 30 secondi) la zona del dissipatore compresa tra i due mosfet si stabilizza ad una temperatura di circa 36°C. Commutando lo switch per il bias di 1,3 A questa torna a salire fino ad attestarsi a circa 40°C. Valori più che accettabili considerando che la situazione in esame rappresenta l'estremo in cui tutta la potenza viene dissipata in calore...e che cmq mettono al riparo da problemi di temperature eccessive qualora si dimenticasse l'ampli acceso e senza nessun segnale in ingresso. Ovviamente, nel caso la temperatura superasse i 60°C interverrebbero i termofusibili che come già visto toglierebbero alimentazione al finale.
Tornando invece a quello che riguarda le correnti di bias va specificato che in questa tipologia di amplificatori il loro valore influenza anche la potenza erogata in funzione dell'impedenza del carico.
Per quanto riguarda il Mini Aleph esiste un foglio di calcolo dal quale è possibile ricavare i seguenti grafici:
Quella sopra è la curva con corrente di bias =1 Amper (17 volts di alimentazione per rail)
Questa invece quella con corrente di bias pari a 1,3 Amper (17 volts di alimentazione per rail)
Si nota subito come ai due valori di corrente corrispondano diverse “curve di erogazione”: la prima mostra “soli” 8 watt (rms) a 4 ohm e 12W a 6 e 8 Ohm. La seconda invece sposta la potenza verso impedenze minori, tanto da arrivare ad erogare 14 watt su 4 ohm, 17W su 6 ohm e 13W su 8 ohm.
I calcoli sopra risultano attendibili quando verificati strumentalmente:
Le curve sono relative ad un segnale ad 1KHz sugli ingressi. In uscita, su un carico fittizio da 8 Ohm, si hanno 29,6V al limite del clipping che da un rapido calcolo danno 11,2W.
Aumentando il “volume” ecco che compare il fatidico clipping:
Con 17V per rail (che diventano 16,8 con bias a 1,3A) si vede chiaramente che il limite di ampiezza in uscita è rappresentato da 31,2V.
A 10KHz non si notano segni apprezzabili di decadimento nella forma d'onda riprodotta:
Anche la “quadra” e la “rampa” appaiono accettabili:
Il rapporto tra segnale d'uscita e quello d'ingresso ci permette di misurare il guadagno introdotto dall'amplificatore:
Con 1Vpp in ingresso se ne ottengono 16,2Vpp in uscita, che corrispondono appunto al guadagno dell'amplificatore (del quale con Valter avevamo stabilito un valore intorno a 17).
Altra misura interessante è quella relativa al DC OFFSET, ovvero al residuo di componente continua che troviamo sulle uscite, e che, per ovvi motivi, deve essere quanto più possibile prossimo a 0V. L'aver montato un trimmer multigiro sul source del mosfet che polarizza lo “specchio” d'ingresso, permette una regolazione ottimale, che permette di fissarlo a valori considerati più che accettabili, ovvero -0,5mV con bias 1A e 10mV con bias 1,3A.
L'impedenza di ingresso, misurata con l'interfaccia ZRLC per Visual Analyzer di Nuova Elettronica, risulta (alla frequenza di 1KHz) rimanere stabile intorno ai 40 Kohm per tutta l'escursione del potenziometro (ALPS 50 Kohm logaritmico) compresa tra ore 7 e ore 3, per poi scendere fino a curca 31 Kohm nella restante rotazione fino a fondocorsa (ore 5).
Quello sopra è lo schema consigliatomi da Valter Neri (che di nuovo ringrazio per la gentilezza).
Il motivo dell'aver messo il potenziometro sul finale è semplicemente quello di poterne permettere l'uso anche direttamente collegato a sorgenti prive di un controllo di volume.
Venendo alla distorsione ho fatto alcune misure utilizzando di nuovo Visual Analyzer in abbinamento sempre ad una semplice interfaccia proposta da Nuova Elettonica (qui nel dettaglio). I risultati ottenuti, ma che non posso verificare indicano:
frequenza 1KHz su carico 8 Ohm
Vpp Out PWR rms THD
5V 0,32W 0,019%
10V 1,3W 0,048%
15V 2,85W 0,065%
20V 5W 0,098%
25V 8W 0,14%
29,5V 11W 0,56%
Vabbeh....l'ho fatta veramente...ma veramente lunga, non me ne vogliate. L'intento è quello di condividere una realizzazione cui ho dedicato molto tempo, nella speranza che qualcuno possa trarre spunto da certe soluzioni (o ripieghi....) adottati. Tutto il progetto è incentrato sul recupero per quanto più possibile di componenti e parti meccaniche...e per dimostrare che non occorrono particolari attrezzature per realizzare un qualcosa di solido e , concedetemelo, anche esteticamente valido. Questo amplificatore è nato e cresciuto sul tavolo del mio soggiorno....senza particolari attrezzi se non un buon trapano avvitatore e, quelle si, tante punte, frese e qualche maschio per filettare. Un set di buone lime e limette di precisione, il fido Dremel ed il balcone per le pcb fanno il resto. Per il taglio del frontale mi son rivolto ad una officina di carpenteria metallica (infissi) il resto è stato tagliato con un comune “frullino “ dotato di un sottile disco da taglio. Credetemi...occorre solo un po' di pazienza, un po' di passione e la voglia di sperimentare materiali e lavorazioni “domestiche”. Certo....non basta un giorno, ma qui vien fuori il discorso fatto tante volte con Bruno (Ideafolle): forse mi diverto più ad assemblare e “studiare” soluzioni alla mia portata che ad ascoltare....e forse non è un bene. Boh....per ora mi piace così.
Come suona? Suona diverso dal TA2020 che ho ascoltato finora. Diverso....non so ancora se meglio o peggio....posso solo dire che mi piace di più: sarà che ogni scarrafone è bello 'a mamma soia?
Lo sento più “cattivo”, forse un pelo meno “raffinato” ma più “solido”....rassicurante e decisamente meno stancante.
Giovanni.
Giobax- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 29.06.09
Numero di messaggi : 947
Località : Siena
Impianto : work in progress
ghiglie- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 29.07.11
Numero di messaggi : 1884
Località : Dal Canavese al Conero.
Provincia : AN, TO, Roma
Occupazione/Hobby : oompa loompa dell'IT
Impianto :- Spoiler:
Play:Praim Neutrino/Daphile + JLSounds XMOS/4396 -> Breeze TPA3116 Fullmod/MAEL19v -> JBL Control One
Pause:LMS+squeezeplay-R2(AtomD510M0@Gentoo) , GeekPulse Infinity 2V0 , DIY noDAC, NAD C325[/url]
HP: DT990Pro, SuperLux HD-681, HD-668B
Sansa Clip+ RockBox / Koss PortaPro /Xears XE200Pro Bamboo / JVC HA-S400 / Rock Zircon / KZ ATE&ATE-S / ...
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Affascinato e senza parole...
porfido- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 23.11.08
Numero di messaggi : 5044
Località : Ronchi (GO)
Impianto :- Spoiler:
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Complimenti
portnoy1965- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 11.05.12
Numero di messaggi : 692
Località : prato
Provincia : Prato (Prato)
Occupazione/Hobby : Come Filini e Fantozzi / Lettura Cinema
Impianto :- Spoiler:
Technics SL1200Mk2
Pc/Foobar2000
Lettore CD: Marantz CD6005
Dac Gold Note Dac 7
Roksan Kandy K2
Yamaha RX V1073
Yamaha CA 610
Diffusori:
Q Acoustics 3050 + 3090 + SVS SB 1000
Cavi: In rame
Cuffie:
Sennheiser HD 598
Beyerdynamic DT 990
Koss Porta Pro
Jvc HA-S400
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Mi ha chiesto un consiglio e poi è sparito per mesi, ma ora ho capito
cos'ha fatto in tutto quel tempo,
in due mesi ha costruito il progetto, negli altri otto ha scritto la descrizione!
cos'ha fatto in tutto quel tempo,
in due mesi ha costruito il progetto, negli altri otto ha scritto la descrizione!
valterneri- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 09.10.12
Numero di messaggi : 7922
Provincia : abito nel forum
Impianto : un Thorens Debut Carbon
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
che spettacolo!
bill89- Appassionato
- Data d'iscrizione : 17.02.14
Numero di messaggi : 253
Provincia : Lecce
Impianto : (non specificato)
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Credo di poter dire che è la cosa più bella che mi sia capitata di vedere in tanti anni di navigazione, anche se Giovanni ci ha abituati alle cose belle, questa lo è ancor di più.
Complimenti Giovanni, guardo e......
Complimenti Giovanni, guardo e......
Biagio De Simone- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 29.12.10
Numero di messaggi : 10423
Località : Neretum
Provincia : Lupiae
Occupazione/Hobby : mi occupo di far avere piena consapevolezza ai B.M. delle loro reali possibilità.
Impianto : comprato al MEDIAWORLD, ma a me serve per ascoltare musica, non per guardarlo, peggio ancora mostrarlo.
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
mi hai fatto scassare dal ridere......pero' che bel lavoro!!!valterneri ha scritto:Mi ha chiesto un consiglio e poi è sparito per mesi, ma ora ho capito
cos'ha fatto in tutto quel tempo,
in due mesi ha costruito il progetto, negli altri otto ha scritto la descrizione!
L'antitesi del minimalismo.
Complimenti senza freni Giovanni ...sul serio.
sontero- Appassionato
- Data d'iscrizione : 23.06.12
Numero di messaggi : 498
Provincia : Cagliari
Impianto : Sorgente :
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Tanto di cappello per tutto : progetto, realizzazione e risultato
E anche la descrizione, che ho trovato avvincente ed interessante
E anche la descrizione, che ho trovato avvincente ed interessante
fritznet- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 27.02.10
Numero di messaggi : 10086
Località : Grønlænd
Provincia : querceto
Occupazione/Hobby : morto che pialla
Impianto : lol-fi
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Bellissimo Giovanni!
Deve dare proprio una gran soddisfazione averlo realizzato, complimenti!
Deve dare proprio una gran soddisfazione averlo realizzato, complimenti!
grunter- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 16.12.10
Numero di messaggi : 3935
Località : Pistoia
Provincia : PT
Occupazione/Hobby : Informatica e Fotografia
Impianto :- Spoiler:
SORGENTE: Player Naudio con mod Robertopisa per upmixing da 2 a 8 canali su pc Windows Server 2012 R2
DAC: Merging Hapi
PRE: Audio Research LS 27
AMPLI: Krell fpb 400cx
CASSE: Vienna Acoustics Beethoven Concert Grand
CAVI ALIMENTAZIONE Neutral Cable Fascino
CAVI POTENZA Viablue sc4
CAVI SEGNALE Gotham GAC-2 Ultra Pro Hi-End
CAVO USB Neutral Cable Passion
CUFFIE: Sennheiser HD-800 - Beyerdynamic T90 - Shure 1840
AMPLI CUFFIE: Violectric V200
DAC/AMPLI CUFFIE: Geek Pulse Infinity - GeekOut1000
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
C'è sempre qualcosa da imparare dalle realizzazioni di Giovanni...
Switters- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 24.02.11
Numero di messaggi : 5072
Località : Milano
Provincia : Milano
Impianto : solo stereo, non HiFi...
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Splendido!!!
emmeci- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 11.10.10
Numero di messaggi : 5599
Provincia : Roma
Occupazione/Hobby : Musica, Natura, Fotografia
Impianto : Miliardi di elettroni che agitandosi... fanno musica!
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Complimenti, un lavoro da professionista !
florin- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 05.02.09
Numero di messaggi : 3236
Località : torino
Impianto : marantz cd4000 tweakkato,ampli truepath autocostruito,Dynamite 8,dac Florini+WaveIO in I2S
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Una realizzazione eccezzzzzzzionale, impeccabile in tutti gli aspetti compreso l'analisi dell'affidabilità..
complimenti vivissimi
complimenti vivissimi
lukyluke- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 04.10.12
Numero di messaggi : 721
Località : Pont Canavese
Provincia : Torino
Occupazione/Hobby : Automotive/Elettronica, fotografia, trekking... ecc...
Impianto : vari..
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Complimenti per il lavoro e ancor piú per la divulgazione.
dankan73- Appassionato
- Data d'iscrizione : 07.11.08
Numero di messaggi : 254
Località : Morlupo RM
Impianto : Nad325+Kef Coda 70+Super pro 707 netbook mpd
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Ammiro la tua realizzazione
e ammiro te per le capacità che hai dimostrato nella realizzazione incredibile!
Confesso... ti invidio
e ammiro te per le capacità che hai dimostrato nella realizzazione incredibile!
Confesso... ti invidio
bartman- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 22.12.10
Numero di messaggi : 1564
Località : Là
Impianto : Fuso!
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
ma'! si poteva fare di meglio, realizazione al limite del passabile va be' ACONTENTAMOSE va' ......
PI. ESSE.
mi inchino davanti a tanta maestria e profesionalita
quando la classe non e' rimediata, ma innata in noi con un po' di ingenio e materiali rimediati si riescono a fare di questi .....CAPOLAVORI bravo GIOVA'
PI. ESSE.
mi inchino davanti a tanta maestria e profesionalita
quando la classe non e' rimediata, ma innata in noi con un po' di ingenio e materiali rimediati si riescono a fare di questi .....CAPOLAVORI bravo GIOVA'
ideafolle- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 20.02.12
Numero di messaggi : 5429
Località : vicini.... vIcini
Provincia : SON CHI' ....NE'
Occupazione/Hobby : contare gli eu.
Impianto : ......... VEDI AVATAR.
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Ciao Giovanni,
di seguito la sintesi della sequenza "emozionale" da me provata nel corso della lettura della tua MASTERCLASS:
Dopo l'ovvio sconforto derivato dalla consapevolezza di non essere in grado non solo di realizzare ma soprattutto di arrivare a poter "immaginare" opere di cotanta elaborazione concettuale e raffinatezza estetica non posso far altro che accodarmi alla lunga e meritatissima sequela di
Grazie ancora per la dettagliata illustrazione della tua realizzazione...con descrizione puntuale circa le considerazioni in merito alle soluzioni tecniche adottate.
MITTICCO!!
Marco
di seguito la sintesi della sequenza "emozionale" da me provata nel corso della lettura della tua MASTERCLASS:
Dopo l'ovvio sconforto derivato dalla consapevolezza di non essere in grado non solo di realizzare ma soprattutto di arrivare a poter "immaginare" opere di cotanta elaborazione concettuale e raffinatezza estetica non posso far altro che accodarmi alla lunga e meritatissima sequela di
Grazie ancora per la dettagliata illustrazione della tua realizzazione...con descrizione puntuale circa le considerazioni in merito alle soluzioni tecniche adottate.
MITTICCO!!
Marco
mtech- Interessato
- Data d'iscrizione : 08.10.13
Numero di messaggi : 21
Località : Assemini (CA) - Roma
Impianto : Ampli: NAD C326 - Diffusori: Dynaudio 2/7 - DAC: Schiit Modi
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
stica!!
i miei complimenti
veramente notevole!
mi piacerebbe essere in grado di fare un decimo di quello che sei riuscito a fare
i miei complimenti
veramente notevole!
mi piacerebbe essere in grado di fare un decimo di quello che sei riuscito a fare
criminale- Appassionato
- Data d'iscrizione : 15.10.12
Numero di messaggi : 262
Località : Boaren
Provincia : Brescia (Perma in tal Cor)
Occupazione/Hobby : Spacabali
Impianto : autocostruito alimentato a patate bollite
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Sono rimasto assolutamente estasiato dal tuo lavoro.
Complimenti!
Complimenti!
Zio- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 06.04.13
Numero di messaggi : 4006
Provincia : Emilia
Impianto : Sorgente, amplificazione, casse, un po' come tutti...
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
Alla fine l'hai fatto sto veliero, Giovà!
...Bravissimo, complimentoni. Lavoro Meraviglioso, Ecclatante, Elettrizzante... Figuriamoci poi il suono
...Bravissimo, complimentoni. Lavoro Meraviglioso, Ecclatante, Elettrizzante... Figuriamoci poi il suono
MANU97- Aiutante Cerimoniere
- Data d'iscrizione : 29.09.11
Numero di messaggi : 2168
Località : Passo del Ghiffi
Provincia : GE
Occupazione/Hobby : Lavoro, Musica, Motori e DIY.
Impianto : Ampli: Philips 22GH923-RH591-AH380, The Wall, JLH '69, LEAK Stereo 30
Diffu:Philips 22GL561(AD9710)-MFB541, SUB in DCAC
Sorgente:Asus Xonar STX+Fb2K
Giradischi: Philips 22AF867
Sintopre: Philips 22RH743
Pre: Grundig MXV100
Magnetofono: Geloso G681
Re: Mini Aleph...per un pugno di watt
atzzz complimenti un bel lavoro,molto dettagliato poi con tanta lavorazione meccanica
valvolas- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 26.03.11
Numero di messaggi : 5253
Località : Lombardia
Provincia : Mi
Impianto : Valvolas minimalist classe A by Gigi6c/finale integrato valvolare 6L6-Ecc88 suitcase
by Gigi6c/pre-minimalist V4 /rotel ra-413/pre tube minimalist 6n6P/pretube bymau ecc88/Ecc82 pretty
casse:indiana line 11 50/national SB-22 alnico/Mayu 103 by Hell67 cavi:di tutto..autocostruito (senza la kriptonite di Urano)
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