YouTube pagherà licenza a Siae per diritti streaming
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Re: YouTube pagherà licenza a Siae per diritti streaming
Io l' ho sempre pensata così....con l' era del digitale le nostre beneamate musiche possono essere "tranquillamente" scaricate e a qualità molto elevate....bene....ma perchè le case discografiche non usano la canzone in se come Vetrina per promuovere e aumentare il numero dei concerti (live, stadio.....quello che sia)?? Ma perchè devo andarmene ad inseguire un cantante in una sola data in Italia???? (se la fa). Paghiamo il canone RAI??? Benissimo e allora accontentate tutti, anche chi vuole ascoltare musica e vederla a casa.
La musica trasmette emozioni??? BENISSIMO e allora me le deve trasmettere dal vivo. Voglio vedere qualcuno che faccia musica davanti a me, con gli introiti di almeno tre concerti in più si pagherebbe pure il fonico che registra e che diffonde su internet.
La musica trasmette emozioni??? BENISSIMO e allora me le deve trasmettere dal vivo. Voglio vedere qualcuno che faccia musica davanti a me, con gli introiti di almeno tre concerti in più si pagherebbe pure il fonico che registra e che diffonde su internet.
alessi89- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 08.12.10
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Re: YouTube pagherà licenza a Siae per diritti streaming
In una festa che abbiamo organizzato con tanti gruppi locali (pagati per quel poco che ci è possibile) la SIAE ci è costata 230€ per l'aver proposto spettacoli musicali (la quasi totalità dei pezzi suonati era di proprietà artistica dei gruppi) più il 10% di tutti gli incassi fatturati di bar e cucina (ed è così per tutte le feste in cui si suona, e dato che questi soldi qua servirebbero per pagare tutte le altre spese con questa voce qua si rischia d'andare in rosso anche se la festa va benissimo...).
Tra le altre cose vi do anche questa chicca, un agritur piccino che ha una chitarra cui può accedere la clientela deve pagare 46,1€ perché il solo possesso di questa presuppone che verranno suonati dei pezzi tutelati dalla SIAE e quindi si deve pagare preventivamente per evitare che questi signori guadagnino troppo poco.
Quelli della SIAE sono ladri punto.
Tra le altre cose vi do anche questa chicca, un agritur piccino che ha una chitarra cui può accedere la clientela deve pagare 46,1€ perché il solo possesso di questa presuppone che verranno suonati dei pezzi tutelati dalla SIAE e quindi si deve pagare preventivamente per evitare che questi signori guadagnino troppo poco.
Quelli della SIAE sono ladri punto.
Truman- Appassionato
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Re: YouTube pagherà licenza a Siae per diritti streaming
Truman ha scritto:In una festa che abbiamo organizzato con tanti gruppi locali (pagati per quel poco che ci è possibile) la SIAE ci è costata 230€ per l'aver proposto spettacoli musicali (la quasi totalità dei pezzi suonati era di proprietà artistica dei gruppi) più il 10% di tutti gli incassi fatturati di bar e cucina (ed è così per tutte le feste in cui si suona, e dato che questi soldi qua servirebbero per pagare tutte le altre spese con questa voce qua si rischia d'andare in rosso anche se la festa va benissimo...).
Tra le altre cose vi do anche questa chicca, un agritur piccino che ha una chitarra cui può accedere la clientela deve pagare 46,1€ perché il solo possesso di questa presuppone che verranno suonati dei pezzi tutelati dalla SIAE e quindi si deve pagare preventivamente per evitare che questi signori guadagnino troppo poco.
Quelli della SIAE sono ladri punto.
Più che tassa, sempre il pizzo della mafia.
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Silver Black- Amministratore
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diffusori: Cerwin Vega XLS-215 (126x43x53.5 cm, 53 Kg cad., 95 db/W/m, 6 Ohm, 2 woofer da 38 cm, midrange da 17 cm, tweeter a cupola a tromba, 500 W, 38 Hz - 20 KHz)
sorgente: Sony BDP-S370 (lettore DVD/Blue-Ray e stazione multimediale streaming via rete cablata)
cavi segnale: Monster Cable MKII
cavi potenza: Qed Micro
- Spoiler:
Re: YouTube pagherà licenza a Siae per diritti streaming
Ho letto con molto interesse gli interventi di tutti e devo dire che ci sono stati degli spunti interessantissimi.
Per vari motivi (anche non concatenati tra loro) mi trovo a dover conoscere molto da vicino la materia in questione...
Vorrei esprimere il mio punto di vista scrivendolo in maiuscolo, ma preferisco evitare per buon costume.
Mi limito a darvi uno spunto di riflessione, che tra l'altro non può che confermare diversi concetti già espressi: i musicisti (e chi, comunque, ha cercato di vivere di musica) è da sempre stato lasciato a sé stesso, senza la benché minima tutela o garanzia. E' sempre stato visto come uno straccione senza né arte né parte, che andava ad elemosinare in giro. E qui apro una piccola parentesi: in Germania (tanto per citare un Paese che è leggermente avanti a noi in tutto) quello del musicista/strumentista/d.j./speaker/ecc. è considerato un LAVORO come qualsiasi altro e, andando ad iscriversi all'ufficio di collocamento, viene prospettata una lista con una serie di sotto-categorie (come a chiedere "in che cosa sei specializzato in particolare?") in modo che possano aiutarti a trovare l'impiego più giusto per le tue attitudini. Se in Italia vai all'ufficio di collocamento a chiedere lavoro come, che ne so, chitarrista classico (magari dopo che ti sei spaccato il (*) 10 anni al Conservatorio), ti chiedono "Che? E che lavoro è?"... Ma questo è un altro discorso...
Nonostante sia stato imposto l'obbligo di effettuare un esame (e PAGARE per questo!) per iscriversi alla Siae ed avere un minimo di "tutela" sulla paternità delle proprie opere, di fatto la Siae si differenzia da un notaio (altra categoria sulla quale non mi pronuncio) solo ed esclusivamente per il fatto che dovrebbe distribuire percentuale di denaro agli autori di un'opera che viene, ad esempio, eseguita durante un concert/festa/festino/orgia/ecc.... Infatti, in caso di sospetto plagio, l'iscritto dovrebbe comunque procedere (a proprie spese naturalmente) con una causa civile (e con avvocato pagato autonomamente), nell'ambito della quale la Siae si limiterebbe a mettere a disposizione un "perito" per il controllo degli spartiti (...).
Non si è mai capito però come mai di soldi ne entrassero sempre veramente mooooooolto pochi (parlo di ripartizioni di diritto d'autore), nonostante alcuni brani venissero suonati dal vivo almeno tre sere a settimana, per dieci mesi all'anno (non è il mio caso, ma ne conosco di gente...) . Insomma, dove finiscono questi soldi?
La legge antipirateria (che risale al 1941) è stata "aggiornata" (ed inasprita) qualche anno fa NON per tutelare gli autori/editori/musicisti/compositori che per poter realizzare qualcosa di concreto hanno magari dovuto investire milioni in strumenti, attezzature, ecc. MA a causa dell'impuntamento di un certo Mr. Bill Gates...
Infatti, nel momento in cui l'Authority ha iniziato a rompergli le palline per il discorso del browser Explorer contenuto nel suo sistema operativo (cosa che iniziava a puzzare di monopolizzazione...), l'arcisupermiliardario ha detto "Ah si? Voi rompere a me? Io rompere a voi!" ed ha chiesto (ed ottenuto a quanto pare) che tutti i Paesi si muovessero sul fronte antipirateria, considerato che i suoi softwares erano tra i più piratati al mondo... Ricordo ancora di qualche anno fa, quando ispettori della Microsoft andavano in giro per i negozi di pc fingendosi acquirenti di computer e chiedendo che gli venisse installato anche il sistema operativo... Ovviamente il negoziante glielo installava (per non perdere il cliente), ma senza licenza. E vai che partivano i controlli e le sanzioni....
Ora vi chiederete: Ma dove vuole arrivare con questo discorso?
Semplice: a dire che il mondo gira solo ed esclusivamente intorno ai soldi (e a chi ne ha "a iosa") e che, purtroppo, piove sempre sul bagnato.
Il musicista squattrinato, rimarrà sempre uno squattrinato e nulla verrà mai fatto a sua tutela. Per un Bill Gates, invece, si possono anche cambiare alcune leggi o introdurne di nuove...
Personalmente non approvo il download pirata, sia perché effettivamente oggi si possono acquistare brani a 99 centesimi (vedete il mio cd... ) che non è proprio un'esagerazione; sia perché, comunque, a rimetterci saranno sempre e comunque quelli che intorno ad un disco ci hanno lavorato, investendo denaro, tempo, conoscenze, studi, ecc.
Sarà una questione morale, ma assolutamente personale. Quindi non biasimo assolutamente nessuno.
Ma credo che tutto si basi su una questione di "cultura" più che di necessità effettiva.
E questo ritengo non vada bene per nessuno. Perché impoverisce sia gli "addetti ai lavori" del settore, ma anche la cultura di un intero "popolo" che, oltre a "sporcarsi" per un'inezia, dà pure l'alibi a gente come la Siae per dire "Se non ci sono soldi, la colpa è di scarica gratis".
Ciao!
Simonluka
Per vari motivi (anche non concatenati tra loro) mi trovo a dover conoscere molto da vicino la materia in questione...
Vorrei esprimere il mio punto di vista scrivendolo in maiuscolo, ma preferisco evitare per buon costume.
Mi limito a darvi uno spunto di riflessione, che tra l'altro non può che confermare diversi concetti già espressi: i musicisti (e chi, comunque, ha cercato di vivere di musica) è da sempre stato lasciato a sé stesso, senza la benché minima tutela o garanzia. E' sempre stato visto come uno straccione senza né arte né parte, che andava ad elemosinare in giro. E qui apro una piccola parentesi: in Germania (tanto per citare un Paese che è leggermente avanti a noi in tutto) quello del musicista/strumentista/d.j./speaker/ecc. è considerato un LAVORO come qualsiasi altro e, andando ad iscriversi all'ufficio di collocamento, viene prospettata una lista con una serie di sotto-categorie (come a chiedere "in che cosa sei specializzato in particolare?") in modo che possano aiutarti a trovare l'impiego più giusto per le tue attitudini. Se in Italia vai all'ufficio di collocamento a chiedere lavoro come, che ne so, chitarrista classico (magari dopo che ti sei spaccato il (*) 10 anni al Conservatorio), ti chiedono "Che? E che lavoro è?"... Ma questo è un altro discorso...
Nonostante sia stato imposto l'obbligo di effettuare un esame (e PAGARE per questo!) per iscriversi alla Siae ed avere un minimo di "tutela" sulla paternità delle proprie opere, di fatto la Siae si differenzia da un notaio (altra categoria sulla quale non mi pronuncio) solo ed esclusivamente per il fatto che dovrebbe distribuire percentuale di denaro agli autori di un'opera che viene, ad esempio, eseguita durante un concert/festa/festino/orgia/ecc.... Infatti, in caso di sospetto plagio, l'iscritto dovrebbe comunque procedere (a proprie spese naturalmente) con una causa civile (e con avvocato pagato autonomamente), nell'ambito della quale la Siae si limiterebbe a mettere a disposizione un "perito" per il controllo degli spartiti (...).
Non si è mai capito però come mai di soldi ne entrassero sempre veramente mooooooolto pochi (parlo di ripartizioni di diritto d'autore), nonostante alcuni brani venissero suonati dal vivo almeno tre sere a settimana, per dieci mesi all'anno (non è il mio caso, ma ne conosco di gente...) . Insomma, dove finiscono questi soldi?
La legge antipirateria (che risale al 1941) è stata "aggiornata" (ed inasprita) qualche anno fa NON per tutelare gli autori/editori/musicisti/compositori che per poter realizzare qualcosa di concreto hanno magari dovuto investire milioni in strumenti, attezzature, ecc. MA a causa dell'impuntamento di un certo Mr. Bill Gates...
Infatti, nel momento in cui l'Authority ha iniziato a rompergli le palline per il discorso del browser Explorer contenuto nel suo sistema operativo (cosa che iniziava a puzzare di monopolizzazione...), l'arcisupermiliardario ha detto "Ah si? Voi rompere a me? Io rompere a voi!" ed ha chiesto (ed ottenuto a quanto pare) che tutti i Paesi si muovessero sul fronte antipirateria, considerato che i suoi softwares erano tra i più piratati al mondo... Ricordo ancora di qualche anno fa, quando ispettori della Microsoft andavano in giro per i negozi di pc fingendosi acquirenti di computer e chiedendo che gli venisse installato anche il sistema operativo... Ovviamente il negoziante glielo installava (per non perdere il cliente), ma senza licenza. E vai che partivano i controlli e le sanzioni....
Ora vi chiederete: Ma dove vuole arrivare con questo discorso?
Semplice: a dire che il mondo gira solo ed esclusivamente intorno ai soldi (e a chi ne ha "a iosa") e che, purtroppo, piove sempre sul bagnato.
Il musicista squattrinato, rimarrà sempre uno squattrinato e nulla verrà mai fatto a sua tutela. Per un Bill Gates, invece, si possono anche cambiare alcune leggi o introdurne di nuove...
Personalmente non approvo il download pirata, sia perché effettivamente oggi si possono acquistare brani a 99 centesimi (vedete il mio cd... ) che non è proprio un'esagerazione; sia perché, comunque, a rimetterci saranno sempre e comunque quelli che intorno ad un disco ci hanno lavorato, investendo denaro, tempo, conoscenze, studi, ecc.
Sarà una questione morale, ma assolutamente personale. Quindi non biasimo assolutamente nessuno.
Ma credo che tutto si basi su una questione di "cultura" più che di necessità effettiva.
E questo ritengo non vada bene per nessuno. Perché impoverisce sia gli "addetti ai lavori" del settore, ma anche la cultura di un intero "popolo" che, oltre a "sporcarsi" per un'inezia, dà pure l'alibi a gente come la Siae per dire "Se non ci sono soldi, la colpa è di scarica gratis".
Ciao!
Simonluka
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