SUPER TRIODE CONNECTIONS
+7
andreac
Silver Black
DACCLOR65
jankovic
wasky
Albert^ONE
jjohn
11 partecipanti
Pagina 1 di 2
Pagina 1 di 2 • 1, 2
SUPER TRIODE CONNECTIONS
Salve!! Con questo post cercherò di far leggere qualcosa di "interessante" agli appassionati di HI-FI, in pratica descriverò la costruzione e funzionamento di un tipo di tecnica usata in HI-FI;Collegamento a “super triodo”
S.T.C
.
Super triode connections, collegamento a super triodo; Tale configurazione è stata inventata da Shinichi Kamijo un JAP tutto “Pepe”, la connessione a super triodo in pratica utilizza una valvola triodo come controreazione in continua ed in alternata(correnti BF) al posto del solito circuito R.C. ed oltretutto non sono presenti condensatori nel percorso del segnale, il circuito a super triodo si può utilizzare a prescindere dal tipo di dispositivo finale utilizzato sia esso un tetrodo un triodo o un transistor. Il circuito da me utilizzato è costituito da quattro tubi, EF 86-12AX7-6J5-6Y6. In questa interessante realizzazione presenterò il circuito stampato (di un canale) da me progettato e realizzato spiegandone l’implementazione e l’ingegno personale applicato a tale circuito.
Inizierò con il descrivere la scelta del tipo di fissaggio delle valvole noval e octal al circuito stampato; ho volutamente saldato le valvole noval direttamente al circuito stampato (non ho utilizzato zoccoli, ma non per risparmiare) da fare in modo che chi lo possiede ora non lo frughi smanettando tra le valvole, ho preparato preventivamente i piedini di tali tubi, pulendoli con carta abrasiva molto sottile e prestagnandoli, potrebbe sembrare un operazione difficile perché richiede amore e costanza ma soprattutto bisogna fare i fori del circuito stampato con molta precisione(il circuito stampato può ospitare anche gli zoccoli noval), quindi per chi non è addetto ai lavori sembrerà un qualcosa di irrealizzabile ma con un po’ di impegno si può fare tutto. Gli altri due tubi octal ed il raddrizzatore sono stati montati nel circuito utilizzando gli appositi zoccoli e saldando gli stessi zoccoli al circuito stampato, per ultimo bisogna stagnare bene le piste di tutto il circuito stampato
Schema elettrico originale
Schema modificato
Descriverò lo schema elettrico (modificato) di questo amplificatore B.F. partendo dalla valvola preamplificatrice:
La valvola preamplificatrice è la famosa EF86 valvola Europea ben indicata per i circuiti preamplificatori B.F. tale valvola non soffre di fenomeni di microfonicità oltretutto è molto silenziosa, il guadagno di questa valvola in questo circuito è di circa 12dB, osservando lo schema elettrico si può notare il collegamento della placca della EF86 con il collegamento diretto alla griglia della 12AX7 ed il collegamento al catodo di tale valvola tramite una resistenza da 9,4KΩ, l’elemento non lineare del circuito è costituito da una 6J5 la quale è collegata alla placca della 12AX7 tramite una resistenza da 330K la 12AX7 a sua volta è collegata direttamente con la placca della valvola finale che è alimentata dalla tensione circolante nel trasformatore di uscita, la 6J5 ha il catodo e la griglia uniti tra loro e collegati al partitore resistivo R3 e VR2 che polarizzano il catodo della EF 86, la G1 della valvola finale 6Y6 è pilotata dal segnale preamplificato presente nella placca della EF86, il catodo della 12AX7 è collegato direttamente con la G1 della valvola finale e provvede ad applicare la giusta controreazione, la 6J5 in questa configurazione rende la controreazione completamente controllata in tensione. La valvola finale 6Y6 ha la G2 alimentata con una tensione di 284 V, tramite un diodo di blocco (D1)1N4007, in placca è alimentata da una tensione di circa 350V tramite il trasformatore di uscita, il catodo di questa valvola è alimentato da una tensione che si può regolare tramite il trimmer VR2 da 5K, tale tensione è stata regolata a circa 67 volt. L’ingresso del trasformatore di uscita è alimentato tramite un diodo di blocco (D2) IN4007 il quale fornisce una tensione di circa 310V. Ricordo che questa circuitazione deve essere considerata una circuitazione che lavora in tensione e non in corrente (come i transistor) quindi il non voler accettare mentalmente il funzionamento di questo circuito (per qualcuno) è legato al fatto che si ha l’abitudine di pensare al funzionamento di un circuito che lavora in corrente. In pratica le valvole sono interconnesse e si autocontrollano ed autoalimentano in continua ed in alternata (tensioni ad audiofrequenza) (notare la placca della EF86) previa delle tensioni circolanti all’interno dei tubi stessi, il feedbak o la controreazione viene ottenuta tramite la 12AX7 triodo che opera in due modi; tale triodo controlla il guadagno in tensione, infatti la 12AX7 riporta in opposizione di fase all’ ingresso della G1 della valvola finale 6Y6 una porzione di segnale che preleva dalla placca della valvola finale previa accoppiamento diretto, , controllandone e stabilizzandone il guadagno, e controllando la tensione che viene applicata alla placca della EF86, quindi la 12AX7 controlla il funzionamento di tutto l’anello feedbak. Questo circuito si presta a varie sigle di valvole e con poche ma non “semplici” modifiche si ottiene sempre un ottimo risultato, i filamenti delle valvole sono stati collegati in parallelo tramite filo unipolare da 1mm intrecciato idem per il collegamento della tensione AC al raddrizzatore.
Trasformatori di uscita
Per i trasformatori di uscita ho utilizzato due Stancor militari con impedenza del primario di circa 3,5K e 120mA di corrente e con un secondario a 16Ω,(peso 1,6Kg cad.) premetto che i TR di uscita da me utilizzati non hanno niente a che spartire con “pippe” mentali cioè l’amplificatore lavora bene con qualsiasi marca di TR (non è vero non credetegli) anche se è consigliabile utilizzare dei buoni TR di uscita per Single Ended che abbiano una potenza di uscita di almeno 15Watt e con l’impedenza del primario di almeno 5K ed una corrente del primario di almeno 80mA meglio se 100mA per l'impedenza del secondario vanno bene anche8~16 Ohm
Alimentatore
I raddrizzatori sono due, a ponte di diodi e ognuno è costituito da quattro diodi 1N4007 e sono stati realizzati all’interno di due contenitori vuoti di due valvole metalliche octal completi di zoccolo maschio, i condensatori di livello sono due per ogni ramo di marca Philips collegati in serie hanno una tensione di 200V ognuno ed una capacità di 2200µF per condensatore (il C 6 DA 22µF 400V è solo previsto) , le induttanze filtro sono due da 4Hy (∏ L/C) (una per ogni canale) 170Ω di resistenza in corrente continua e 2500V di isolamento, le induttanze sono collegate con un capo all’uscita del ponte di diodi, l’altro capo è collegato ai condensatori di filtro, tali condensatori così collegati si caricano gradualmente evitando sovracorrenti richieste dalla carica iniziale onde evitare di far saltare qualche diodo del ponte raddrizzatore.
Trasformatore di alimentazione
Il trasformatore di alimentazione per questo amplificatore è stato realizzato in un telaio a parte, il collegamento tra trasformatore e amplificatore avviene tramite un cavo multipolare ed uno spinotto Octal, il primario di questo trasformatore è a 220V, il secondario per l’anodica ha una tensione di 250V.AC. (deve essere minimo 100mA) che raddrizzata e livellata viene elevata per un fattore di 1,41, si ha una tensione all’uscita del ponte di diodi una tensione di circa 352 VCC. La tensione per i filamenti di tutte le valvole è di 6,3V AC (minimo 3,5A) con l’avvolgimento che ha lo zero al centro il quale deve essere tassativamente collegato al negativo del circuito per evitare ronzii.
Chassis
Per quanto riguarda il cabinet chi realizzerà questo amplificatore potrà utilizzare il telaio che vuole aperto oppure in contenitore chiuso, metallico, o in legno e metallo, naturalmente che sia costruito in modo sicuro e “decente”
Potenziometri commutatori
I potenziometri che ho utilizzato per ciascun canale sono dei potenziometri clarostat o simili, da 47K con perno metallico, il commutatore è un due posizioni due vie ceramico, naturalmente ognuno deciderà quale tipo di commutatore utilizzare in base alle sorgenti che si vogliono collegare all’amplificatore.
Risultato sonoro
Personalmente ho collegato questo finale ad una coppia di casse acustiche ad alto rendimento, le mie impressioni all’ascolto sono state molto positive, il suono si presenta ben equilibrato, buono il medio, le frequenze alte sono molto nitide ben rifinite ma mai aggressive, il basso è ben controllato, insomma una buona linearità, anche se ad altissimo volume ha un filo di distorsione, ho comunque voluto collegare il suddetto finale anche ad un sub con relativi medio- alti completo di filtro crossover giusto per fare una ulteriore prova ed ho potuto comunque apprezzare una buona fedeltà del brano musicale riprodotto, vi posso assicurare che se in questo tipo di configurazione circuitale è tutto fatto a puntino, spreme al massimo il pentodo/tetrodo in configurazione pseudotriodo senza intaccare la fedeltà del suono e senza “abbreviare” la vita della valvola finale.
Nome della macchina (da musica)
Per quanto riguarda il nome ho voluto chiamare questo finale con il nome di un famoso film: Stargate o porta delle stelle, non vorrei sembrare megalomane ma ogni scarrafone è bello per papà suo!! Comunque chi realizzerà questo finale utilizzando ottimi trasformatori di uscita non rimarrà deluso, avendolo fatto ascoltare a parecchie persone ho ricevuto immediatamente molte richieste da parte di questi per la realizzazione e personalizzazione di tale amplificatore.
*Nota personale; La realizzazione di questo amplificatore non è stata semplice, anche se ho utilizzato un apposito circuito stampato ritengo tale realizzazione molto impegnativa, specialmente per un principiante, lo scopo del mio post è quello di mostrare la costruzione del “famoso” STC in una versione un po’ decente, confermo ciò che ho scritto; il risultato sonoro è positivo ma non mi sono lasciato impressionare dal JAP Shinichi Kamijo quale inventore di questa configurazione circuitale, e a tale proposito voglio dare un mio personale e critico parere visti e considerati i tanti ululati (scritti) provenienti dalla rete (per tale motivo ho voluto realizzare lo Stargate); la prima considerazione riguardo a questo amplificatore sta nel fatto che bisogna usare componenti ottimi, non bisogna montare valvole di scarto nel modo più assoluto altrimenti si rischia veramente di vedere la porta delle stelle!! seconda considerazione; personalmente ritengo migliore e più sicuro un circuito classico ad accoppiamento RC dal quale si possono ottenere risultati sonori molto interessanti ma soprattutto ci si può sbizzarrire nel migliorarlo, invece nel STC o mangi la minestra o ti mangi il piatto.
Terza considerazione; non è molto originale o didattico infatti ci sono cose che non ho voglia di dire in questa sede, mi limito solo a dire una cosa; Caro, Shinichi Kamijo ricordati che non tutti sono bravi come te e pertanto quando diffondi in rete il circuito di una macchina spiegane pregi e “DIFETTI” e difficoltà di realizzazione e di messa a punto etc… (non solo quelle quattro cose in croce in codice morse spiegate nel WEB a proposito dell’STC) altrimenti è inutile allargarsi a macchia d’olio con amplificatori cablati su un portapane, oppure realizzare tali amplificatori con vesti da non plus-ultra senza spiegare che codesto circuito va preso con le pinze e quindi non è indicato a chi ha poca esperienza con risultati che si possono immaginare, se un hobbista dovesse realizzare un ampli simile deve accontentarsi dello schemino con la ECL82 e pregando in aramaico che non si incendi nulla!! Naturalmente i risultati con la ECL82 sono ridicoli!! Morale; al posto della medaglia al signor Shinichi Kamijo gli daremo una legnata sul groppone con un nodoso randello!! Detto questo non voglio più sentire parlare di falsi miti!! Tutto questo che ho scritto nei confronti del sig. Shinichi Kamijo, apparentemente mi da la zappa sui piedi, ma non è così; il fatto che ho realizzato l’amplificatore con il suo schema (modificato) non vuol dire che costei sia un mio preferito, anche se ho parlato dei pregi non è detto che voglia parlare dei difetti, visto e considerato che tale configurazione circuitale è stata elevata al divino ed essendo che lo ho personalmente realizzato e affinato ne conosco manca e destra, mi sia concesso; tra lo schema e la realizzazione pratica bisogna darsi parecchio d’affare per poter ottenere un lavoro decente e sicuro, la buona riuscita dell’amplificatore specialmente nel caso dello schema diffuso in rete, non è tutelata dallo schema elettrico e tantomeno dalle istruzioni ad esso allegate, se qualcuno ha intenzione di realizzarlo si accomodi, il post (con lo schema modificato per essere sicuro e di più facile realizzazione)serve anche per quello,l'amplificatore funziona, però tenete presente che mai e poi mai il sig Shinichi Kamijo vi darà una mano in caso di difficoltà, vi potreste sempre rivolgere a me che lo ho realizzato, ma anche se non potrò mai entrare nella testa del JAP inventore di tale circuito per correggerle certuni “DIFETTI” quindi; le affermazioni contro i circuiti tradizionali confrontati con il STC non servono a nulla, oltretutto non mi pare che si risparmi niente costruendo un STC, anzi mi pare che costi il doppio!! Chi lascia la strada vecchia per prendè la strada nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova!!
Quarta considerazione; quanto si afferma nei confronti dell’STC per quanto riguarda la potenza; non è proprio vero, infatti quanto detto in proposito con affermazioni tipo; L’STC è un intermezzo fra PUSH-PULL e SINGLE-ENDED non è vero, infatti confrontando L’ STC con il mio amplificatore Push-Pull, posso confermare che il mio amplificatore se lo mangia a colazione!! l’STC ha un suono suo e non assomiglia a nessun altro amplificatore, sicuramente (in questo caso)è il suono di un valvolare, ma ha una sua caratteristica e non quella di un altro amplificatore e neanche una via di mezzo tra due tipi di ampli, questo che ho scritto dovrebbe bastare a quei signori che scrivono un mare di cose non vere nei confronti dell’STC gridando addirittura; AL; MIRACOLOOOO!! (ma fattemi il favore!!) Questo amplificatore, a lavoro ultimato viene protetto da un coperchio fatto da un pannello metallico grigliato fitto, adattato a dovere (JAP!?Maa!!)
Qualche foto
Trasformatore STC
Componenenti lato Superiore Stampato (un solo canale, quello in foto è due canali)
Circuito Stampato da realizzare (ovviamente da ridimensionare per l'esecuzione)
Ringrazio Tutti gli amici del forum che pazientemente leggeranno il mio post
Schema preamplificatore valvolare con controlo toni
Foto dell'interno del preamplificatore
Buona visione ed eventualmente buona realizzazione e GRAZIE A TUTTI!!
S.T.C
.
Super triode connections, collegamento a super triodo; Tale configurazione è stata inventata da Shinichi Kamijo un JAP tutto “Pepe”, la connessione a super triodo in pratica utilizza una valvola triodo come controreazione in continua ed in alternata(correnti BF) al posto del solito circuito R.C. ed oltretutto non sono presenti condensatori nel percorso del segnale, il circuito a super triodo si può utilizzare a prescindere dal tipo di dispositivo finale utilizzato sia esso un tetrodo un triodo o un transistor. Il circuito da me utilizzato è costituito da quattro tubi, EF 86-12AX7-6J5-6Y6. In questa interessante realizzazione presenterò il circuito stampato (di un canale) da me progettato e realizzato spiegandone l’implementazione e l’ingegno personale applicato a tale circuito.
Inizierò con il descrivere la scelta del tipo di fissaggio delle valvole noval e octal al circuito stampato; ho volutamente saldato le valvole noval direttamente al circuito stampato (non ho utilizzato zoccoli, ma non per risparmiare) da fare in modo che chi lo possiede ora non lo frughi smanettando tra le valvole, ho preparato preventivamente i piedini di tali tubi, pulendoli con carta abrasiva molto sottile e prestagnandoli, potrebbe sembrare un operazione difficile perché richiede amore e costanza ma soprattutto bisogna fare i fori del circuito stampato con molta precisione(il circuito stampato può ospitare anche gli zoccoli noval), quindi per chi non è addetto ai lavori sembrerà un qualcosa di irrealizzabile ma con un po’ di impegno si può fare tutto. Gli altri due tubi octal ed il raddrizzatore sono stati montati nel circuito utilizzando gli appositi zoccoli e saldando gli stessi zoccoli al circuito stampato, per ultimo bisogna stagnare bene le piste di tutto il circuito stampato
Schema elettrico originale
Schema modificato
Descriverò lo schema elettrico (modificato) di questo amplificatore B.F. partendo dalla valvola preamplificatrice:
La valvola preamplificatrice è la famosa EF86 valvola Europea ben indicata per i circuiti preamplificatori B.F. tale valvola non soffre di fenomeni di microfonicità oltretutto è molto silenziosa, il guadagno di questa valvola in questo circuito è di circa 12dB, osservando lo schema elettrico si può notare il collegamento della placca della EF86 con il collegamento diretto alla griglia della 12AX7 ed il collegamento al catodo di tale valvola tramite una resistenza da 9,4KΩ, l’elemento non lineare del circuito è costituito da una 6J5 la quale è collegata alla placca della 12AX7 tramite una resistenza da 330K la 12AX7 a sua volta è collegata direttamente con la placca della valvola finale che è alimentata dalla tensione circolante nel trasformatore di uscita, la 6J5 ha il catodo e la griglia uniti tra loro e collegati al partitore resistivo R3 e VR2 che polarizzano il catodo della EF 86, la G1 della valvola finale 6Y6 è pilotata dal segnale preamplificato presente nella placca della EF86, il catodo della 12AX7 è collegato direttamente con la G1 della valvola finale e provvede ad applicare la giusta controreazione, la 6J5 in questa configurazione rende la controreazione completamente controllata in tensione. La valvola finale 6Y6 ha la G2 alimentata con una tensione di 284 V, tramite un diodo di blocco (D1)1N4007, in placca è alimentata da una tensione di circa 350V tramite il trasformatore di uscita, il catodo di questa valvola è alimentato da una tensione che si può regolare tramite il trimmer VR2 da 5K, tale tensione è stata regolata a circa 67 volt. L’ingresso del trasformatore di uscita è alimentato tramite un diodo di blocco (D2) IN4007 il quale fornisce una tensione di circa 310V. Ricordo che questa circuitazione deve essere considerata una circuitazione che lavora in tensione e non in corrente (come i transistor) quindi il non voler accettare mentalmente il funzionamento di questo circuito (per qualcuno) è legato al fatto che si ha l’abitudine di pensare al funzionamento di un circuito che lavora in corrente. In pratica le valvole sono interconnesse e si autocontrollano ed autoalimentano in continua ed in alternata (tensioni ad audiofrequenza) (notare la placca della EF86) previa delle tensioni circolanti all’interno dei tubi stessi, il feedbak o la controreazione viene ottenuta tramite la 12AX7 triodo che opera in due modi; tale triodo controlla il guadagno in tensione, infatti la 12AX7 riporta in opposizione di fase all’ ingresso della G1 della valvola finale 6Y6 una porzione di segnale che preleva dalla placca della valvola finale previa accoppiamento diretto, , controllandone e stabilizzandone il guadagno, e controllando la tensione che viene applicata alla placca della EF86, quindi la 12AX7 controlla il funzionamento di tutto l’anello feedbak. Questo circuito si presta a varie sigle di valvole e con poche ma non “semplici” modifiche si ottiene sempre un ottimo risultato, i filamenti delle valvole sono stati collegati in parallelo tramite filo unipolare da 1mm intrecciato idem per il collegamento della tensione AC al raddrizzatore.
Trasformatori di uscita
Per i trasformatori di uscita ho utilizzato due Stancor militari con impedenza del primario di circa 3,5K e 120mA di corrente e con un secondario a 16Ω,(peso 1,6Kg cad.) premetto che i TR di uscita da me utilizzati non hanno niente a che spartire con “pippe” mentali cioè l’amplificatore lavora bene con qualsiasi marca di TR (non è vero non credetegli) anche se è consigliabile utilizzare dei buoni TR di uscita per Single Ended che abbiano una potenza di uscita di almeno 15Watt e con l’impedenza del primario di almeno 5K ed una corrente del primario di almeno 80mA meglio se 100mA per l'impedenza del secondario vanno bene anche8~16 Ohm
Alimentatore
I raddrizzatori sono due, a ponte di diodi e ognuno è costituito da quattro diodi 1N4007 e sono stati realizzati all’interno di due contenitori vuoti di due valvole metalliche octal completi di zoccolo maschio, i condensatori di livello sono due per ogni ramo di marca Philips collegati in serie hanno una tensione di 200V ognuno ed una capacità di 2200µF per condensatore (il C 6 DA 22µF 400V è solo previsto) , le induttanze filtro sono due da 4Hy (∏ L/C) (una per ogni canale) 170Ω di resistenza in corrente continua e 2500V di isolamento, le induttanze sono collegate con un capo all’uscita del ponte di diodi, l’altro capo è collegato ai condensatori di filtro, tali condensatori così collegati si caricano gradualmente evitando sovracorrenti richieste dalla carica iniziale onde evitare di far saltare qualche diodo del ponte raddrizzatore.
Trasformatore di alimentazione
Il trasformatore di alimentazione per questo amplificatore è stato realizzato in un telaio a parte, il collegamento tra trasformatore e amplificatore avviene tramite un cavo multipolare ed uno spinotto Octal, il primario di questo trasformatore è a 220V, il secondario per l’anodica ha una tensione di 250V.AC. (deve essere minimo 100mA) che raddrizzata e livellata viene elevata per un fattore di 1,41, si ha una tensione all’uscita del ponte di diodi una tensione di circa 352 VCC. La tensione per i filamenti di tutte le valvole è di 6,3V AC (minimo 3,5A) con l’avvolgimento che ha lo zero al centro il quale deve essere tassativamente collegato al negativo del circuito per evitare ronzii.
Chassis
Per quanto riguarda il cabinet chi realizzerà questo amplificatore potrà utilizzare il telaio che vuole aperto oppure in contenitore chiuso, metallico, o in legno e metallo, naturalmente che sia costruito in modo sicuro e “decente”
Potenziometri commutatori
I potenziometri che ho utilizzato per ciascun canale sono dei potenziometri clarostat o simili, da 47K con perno metallico, il commutatore è un due posizioni due vie ceramico, naturalmente ognuno deciderà quale tipo di commutatore utilizzare in base alle sorgenti che si vogliono collegare all’amplificatore.
Risultato sonoro
Personalmente ho collegato questo finale ad una coppia di casse acustiche ad alto rendimento, le mie impressioni all’ascolto sono state molto positive, il suono si presenta ben equilibrato, buono il medio, le frequenze alte sono molto nitide ben rifinite ma mai aggressive, il basso è ben controllato, insomma una buona linearità, anche se ad altissimo volume ha un filo di distorsione, ho comunque voluto collegare il suddetto finale anche ad un sub con relativi medio- alti completo di filtro crossover giusto per fare una ulteriore prova ed ho potuto comunque apprezzare una buona fedeltà del brano musicale riprodotto, vi posso assicurare che se in questo tipo di configurazione circuitale è tutto fatto a puntino, spreme al massimo il pentodo/tetrodo in configurazione pseudotriodo senza intaccare la fedeltà del suono e senza “abbreviare” la vita della valvola finale.
Nome della macchina (da musica)
Per quanto riguarda il nome ho voluto chiamare questo finale con il nome di un famoso film: Stargate o porta delle stelle, non vorrei sembrare megalomane ma ogni scarrafone è bello per papà suo!! Comunque chi realizzerà questo finale utilizzando ottimi trasformatori di uscita non rimarrà deluso, avendolo fatto ascoltare a parecchie persone ho ricevuto immediatamente molte richieste da parte di questi per la realizzazione e personalizzazione di tale amplificatore.
*Nota personale; La realizzazione di questo amplificatore non è stata semplice, anche se ho utilizzato un apposito circuito stampato ritengo tale realizzazione molto impegnativa, specialmente per un principiante, lo scopo del mio post è quello di mostrare la costruzione del “famoso” STC in una versione un po’ decente, confermo ciò che ho scritto; il risultato sonoro è positivo ma non mi sono lasciato impressionare dal JAP Shinichi Kamijo quale inventore di questa configurazione circuitale, e a tale proposito voglio dare un mio personale e critico parere visti e considerati i tanti ululati (scritti) provenienti dalla rete (per tale motivo ho voluto realizzare lo Stargate); la prima considerazione riguardo a questo amplificatore sta nel fatto che bisogna usare componenti ottimi, non bisogna montare valvole di scarto nel modo più assoluto altrimenti si rischia veramente di vedere la porta delle stelle!! seconda considerazione; personalmente ritengo migliore e più sicuro un circuito classico ad accoppiamento RC dal quale si possono ottenere risultati sonori molto interessanti ma soprattutto ci si può sbizzarrire nel migliorarlo, invece nel STC o mangi la minestra o ti mangi il piatto.
Terza considerazione; non è molto originale o didattico infatti ci sono cose che non ho voglia di dire in questa sede, mi limito solo a dire una cosa; Caro, Shinichi Kamijo ricordati che non tutti sono bravi come te e pertanto quando diffondi in rete il circuito di una macchina spiegane pregi e “DIFETTI” e difficoltà di realizzazione e di messa a punto etc… (non solo quelle quattro cose in croce in codice morse spiegate nel WEB a proposito dell’STC) altrimenti è inutile allargarsi a macchia d’olio con amplificatori cablati su un portapane, oppure realizzare tali amplificatori con vesti da non plus-ultra senza spiegare che codesto circuito va preso con le pinze e quindi non è indicato a chi ha poca esperienza con risultati che si possono immaginare, se un hobbista dovesse realizzare un ampli simile deve accontentarsi dello schemino con la ECL82 e pregando in aramaico che non si incendi nulla!! Naturalmente i risultati con la ECL82 sono ridicoli!! Morale; al posto della medaglia al signor Shinichi Kamijo gli daremo una legnata sul groppone con un nodoso randello!! Detto questo non voglio più sentire parlare di falsi miti!! Tutto questo che ho scritto nei confronti del sig. Shinichi Kamijo, apparentemente mi da la zappa sui piedi, ma non è così; il fatto che ho realizzato l’amplificatore con il suo schema (modificato) non vuol dire che costei sia un mio preferito, anche se ho parlato dei pregi non è detto che voglia parlare dei difetti, visto e considerato che tale configurazione circuitale è stata elevata al divino ed essendo che lo ho personalmente realizzato e affinato ne conosco manca e destra, mi sia concesso; tra lo schema e la realizzazione pratica bisogna darsi parecchio d’affare per poter ottenere un lavoro decente e sicuro, la buona riuscita dell’amplificatore specialmente nel caso dello schema diffuso in rete, non è tutelata dallo schema elettrico e tantomeno dalle istruzioni ad esso allegate, se qualcuno ha intenzione di realizzarlo si accomodi, il post (con lo schema modificato per essere sicuro e di più facile realizzazione)serve anche per quello,l'amplificatore funziona, però tenete presente che mai e poi mai il sig Shinichi Kamijo vi darà una mano in caso di difficoltà, vi potreste sempre rivolgere a me che lo ho realizzato, ma anche se non potrò mai entrare nella testa del JAP inventore di tale circuito per correggerle certuni “DIFETTI” quindi; le affermazioni contro i circuiti tradizionali confrontati con il STC non servono a nulla, oltretutto non mi pare che si risparmi niente costruendo un STC, anzi mi pare che costi il doppio!! Chi lascia la strada vecchia per prendè la strada nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova!!
Quarta considerazione; quanto si afferma nei confronti dell’STC per quanto riguarda la potenza; non è proprio vero, infatti quanto detto in proposito con affermazioni tipo; L’STC è un intermezzo fra PUSH-PULL e SINGLE-ENDED non è vero, infatti confrontando L’ STC con il mio amplificatore Push-Pull, posso confermare che il mio amplificatore se lo mangia a colazione!! l’STC ha un suono suo e non assomiglia a nessun altro amplificatore, sicuramente (in questo caso)è il suono di un valvolare, ma ha una sua caratteristica e non quella di un altro amplificatore e neanche una via di mezzo tra due tipi di ampli, questo che ho scritto dovrebbe bastare a quei signori che scrivono un mare di cose non vere nei confronti dell’STC gridando addirittura; AL; MIRACOLOOOO!! (ma fattemi il favore!!) Questo amplificatore, a lavoro ultimato viene protetto da un coperchio fatto da un pannello metallico grigliato fitto, adattato a dovere (JAP!?Maa!!)
Qualche foto
Trasformatore STC
Componenenti lato Superiore Stampato (un solo canale, quello in foto è due canali)
Circuito Stampato da realizzare (ovviamente da ridimensionare per l'esecuzione)
Ringrazio Tutti gli amici del forum che pazientemente leggeranno il mio post
Schema preamplificatore valvolare con controlo toni
Foto dell'interno del preamplificatore
Buona visione ed eventualmente buona realizzazione e GRAZIE A TUTTI!!
Ultima modifica di jjohn il Mer 10 Nov 2010 - 10:24 - modificato 3 volte.
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Morrison&il duo Thunder
Salve!! per quanto riguarda l'autocostruzione; cercherò di postare e descrivere brevemente il mio personale progetto e realizzazione di un amplificatore e preamplificatore valvolare ed anche le apposite casse acustiche; L'amplificatore è un dual mono valvolare classe A1 controfase con i tubi finali in parallelo siglati VT52~el32SP. (pentodo) Mullard, la valvola preamplificatrice è una Philips (jan) 6J5 WGT USA, esente da microfonicità nel modo più assoluto, la valvola invertitrice di fase è una 6N7G Visseaux, l'amplificatore è costituito da quattro telai, ogni telaio ha i piani in acciaio inox spazzolato e struttura in mdf verniciato nero con vernice nera testurizzata antigraffio, due telai sono gli amplificatori e gli altri due sono gli alimentatori, il preamplificatore è costruito in un telaio a parte è valvolare stereo ed è alimentato da un apposito alimentatore per i filamenti in CC il quale si trova all'interno di un alimentatore dei due finali, il preamplificatore è dotato dei seguenti ingressi; Tape, CD, Phono "cascode", le valvole sono due doppi triodi per ogni canale, ECC83 ECC82. Le casse acustiche sono particolari; Le casse più grandi sono monovia ad alta sensibilità è sono simili ad un progetto Ciare, l'accordatura in bass reflex è a finestra anteriore, l'altoparlante Biconico di queste casse è un Ciare siglato Ph250, le casse superiori sono in camera separata e montano un HW131 Ciare ed un tweeter un soft dome con dispersore, ma non mi ricordo la marca, tutte le casse sono realizzate in MDF 19mm verniciate con vernice nera testurizzata antigraffio . Questo impianto funziona da circa una decina di anni e non ho mai avuto problemi, si sente benissimo, ogni amplificatore ha una resa di circa 10W è dotato di controllo di volume, può essere pilotato anche direttamente da un CD, le valvole ed i trasformatori sono tutta roba proveniente dal regno militare, il filamento di ogni valvola è alimentato a 6Volt AC (presa a centro avvolgimento) il filamento di ogni valvola finale assorbe 200mA , L'anodica è raddrizzata con un tubo 5U4G Svetlana, un Pigreco L/C provvede ad alimentare la sezione pre e invertitore di fase dei due finali ed anche il preamplificatore che ho costruito separatamente, nel preamplificatore ho volutamente creato un controllo volume e toni separato per canale (che è di mio gradimento), toni alti e toni bassi, l'ingresso phono è praticamente silenziosissimo, così come è silenziosa l'uscita del preamplificatore e dell'amplificatore finale (il percorso masse è stato studiato correttamente), il suono di questa combinazione valvolare è eccelso, ho avuto modo di poter ascoltare altri impianti dotati di amplificatori valvolari, ma il mio scarrafone non si lascia mettere sotto i piedi da nessun tipo di amplificatore, l'immagine sonora riprodotta è ben focalizzata ed al posto giusto, si difende benissimo in gamma bassa con un basso potente veloce ed esente da code, i medi sono veramente puliti e mai troppo avanti, i toni alti cristallini e mai invadenti, con i giradischi si comporta in modo egregio, bene con la musicassetta benissimo con il CD. I puristi mi tireranno le granate per la presenza del controllo toni, personalmente trovo tutto l'impianto bello e potente, anche se è un autocostruito si fa rispettare, servirebbero forse più spiegazioni, schemi e quant'altro, se qualcuno me li chiederà per una sua personale creazione, vedremo in seguito di fornirli, altrimenti non credo che serva a nessuno vista la grande quantità di schemi spiegazioni etc... che è già esistente in questo forum ed in tutto il WEB, grazie a tutti per l'attenzione dedicatami (perdonatemi per le foto non sono eccelse!!)
Salve a tutti!! Dovendo riprendere il discorso della descrizione della mia realizzazione;
Casse acustiche; Ho terminato le casse acustiche molto prima che potessi terminare l’amplificatore, le prime casse realizzate sono state le monovia doppio cono, le quali hanno le seguenti dimensioni interne; Larghezza=325mm Altezza=637mm= Lunghezza=285mm al quale corrispondono circa 59 litri vol. “il piano inferiore della finestra di apertura è della seguente dimensione; Larghezza=325mm e di Lunghezza=234mm”, la bocca di accordo misura; altezza= 43mm larghezza= 325mm lunghezza= 234mm. Ho scelto di realizzare tali casse acustiche per due motivi; il primo la semplicità in quanto non è presente il crossover e tutti i problemi ad esso connessi (anche se sono consapevole che il crossover lo ho archiviato elettricamente poi lo ho ausiliato meccanicamente) ma soprattutto ho scelto tale realizzazione per la riproduzione fedele ampia e potente della scena sonora reale, tali casse acustiche ben si prestano ad essere pilotate con sistemi a valvole, comunque collegando queste casse ad un sistema CD e amplificatore valvolare con trasformatore di uscita ad otto Ohm, nonostante la stupenda riproduzione non rimasi contento mi misi a pensare; ma un sistema di riproduzione del suono come deve essere per riprodurre la musica in modo brillante ovvero ubriacante proprio così euforica? In quel momento mi venne in testa una pazzia; un sistema a 16Ω, come fare? Oramai le due casse acustiche le avevo realizzate, non mi scoraggiai, mi misi a costruire un’altra coppia di casse acustiche da aggiungere (con relativo assalto al mio falegname) e le ho così realizzate (in cassa chiusa); misure interne; altezza=139mm - Larghezza=330mm - Lunghezza=266 -Tot. Litri vol= 14,5 in queste casse sono stati montati; un HW131 Ciare ed un tweeter soft dome dinamico in tela da30mm 8Ω da una cinquantina di Watt, con dispersore e flangia da 103mm , non è finita; mancava il crossover del tweeter; a quel punto imboccai una strada tortuosa e niente mi andava bene, per il tweeter mi occorreva qualcosa di speciale, niente e poi niente, mi prefissai l’obiettivo che non bisognava perdere tempo a realizzare un crossover che poi avrei accantonato sicuramente, di immediato non mi venive in testa nulla, mi occorreva un crossover che mi rifinisse il suono nelle frequenze dedicate senza che fosse invadente oppure tagliato troppo in basso o viceversa, insomma visto che dovevo collegare L’ HW 131 con il PH250 in serie (qualcuno starà ridendo e dicendo puccì puccì, comunque il risultato è quello che conta!!) in pratica nella cassa superiore tale tweeter è collegato in parallelo al HW131, ho pensato carambola!! Oramai avevo perso le speranze e continuavo a ripetermi; non abbiamo altri crossover dentro le casse, se ci devo mettere un crossover nel tweeter deve essere una cosa sicura e comprovata in termini elettrici e di prestazioni. Non tutto è perduto; nonostante che la mia fosse una chiara pretesa cioè; di poter studiare o trovare immediatamente un crossover dedicato per tale scopo e comprovato nel funzionamento cioè; taglio di frequenza adeguato, variazioni di impedenza non critiche etc… un bel giorno nel numero 87 di CHF leggendo un articolo che era intitolato così; clone delle Rogers LS etc… vidi la luce; il crossover di tali casse acustiche era proprio quello che mi serviva, mi misi all’opera realizzando il bellissimo crossover così come lo avevo visto nello schema, lo piazzai all’interno delle casse acustiche superiori dopo averlo cablato in un basetta rettangolare sottile di legno mogano e chiusi così le casse superiori terminandole e mettendole in orizzontale sopra le altre monovia, con i due trasduttori mid~low allineati in verticale( configurazione d’Appolito dal medesimo Joseph d‘Appolito) le casse così allineate erano pronte per il collegamento, rimaneva solo da terminare l’amplificatore con i trasformatori di uscita a 16Ω , con il quale mi ero premesso di ottenere una potenza RMS di almeno 8W sempre a 16Ω che non è poco!!
Finali audio a 16Ω;
Naturalmente il progetto doveva essere originale, di mia concezione, per quanto riguarda lo chassis o gli chassis dovevano avere una forma originale, comodi da smontare e controllare, leggeri e robusti, sicuri, comodi da spostare, facili da spolverare e quant’altro, insomma versatili, se fosse dipeso da me (anche se l’amplificatore è il mio personale)avrei assemblato il tutto all’interno di un contenitore rack rettangolare è avrei schermato il tutto come dico io, credo dopo trent’anni di avere un pò di esperienza di riparazione e progettazione degli apparati a valvole (a parte tutto il resto), sia audio,tv e sia di trasmissione e quant’altro anche di inimmaginabile, purtroppo dovevo dare resoconto a chi mi chiede continuamente di realizzarle un amplificatore a valvole e costoro per la maggior parte chiedono anzi vogliono che le valvole siano a vista, pare che quando gli audiofili vedono le valvole vadano in catalessi e come per magia pronunciano subito la parola; “a valvola a valvola”, quindi il mio personale amplificatore mi serve da cavia, ho trovato una via di mezzo, beninteso che non credo nella mitologia degli audiofili idolatri della valvola e/o audiofili giravalvole è compracavi miracolosi, è perfettamente inutile che mi si venga a dire che sono retrò, non sarebbe ne vero ne concreto, in seguito ho martirizzato il falegname per farle un apposito mobile (che presenterò in seguito) l’unica cosa che mi gratifica è che le valvole sono all’aperto ed hanno un ottima dissipazione!?, non è che sono un fissato e utilizzo i miei amplificatori come mecca di preghiera, assolutamente!! per quanto riguarda la sicurezza; visto che non devo prendere a “cornate” valvole e ampli; le valvole non verranno mai rimosse dal loro zoccolo, in dieci anni non ho sostituito mai nessuna valvola!! L’ingegno che ho applicato nella parte elettronica, non è copiato(anche se il principio di funzionamento non lo ho inventato io) in pratica dovevo ottenere due cose; potenza sufficiente a pilotare il mio sistema di diffusori, bassissima distorsione, suono esente da ronzii etc… rapporto segnale rumore e separazione canali ottimi come fare? Il solito amplificatore stereo con EL34? no!! Con KT88? Noo!! Con EL84? No!! Insomma alla fine optai per la costruzione di due finali monofonici (in telai separati per accontentare i visionari valvoterapeutici) da poter pilotare anche direttamente con il CD, quindi abbastanza sensibili e dotati anche di controllo volume , le caratteristiche delle valvole finali da utilizzare dovevano essere le seguenti; affidabilità, buon suono, che non scaldassero molto (se tiepidine meglio) che consumassero poca corrente di filamento e di anodica (non per avarizia) la mia scelta cadde sui piccoli pentodi VT52 della Mullard (non perché sono una marca mitica solo perché mi hanno fornito quelle) con attacco di g1 sul capelloto superiore del bulbo della valvola, queste valvole le ho utilizzate collegandole in parallelo in controfase, realizzando così un finale mono separato per ogni canale , il trasformatore d’uscita doveva avere un primario pl~pl da almeno 6k visto che le VT52 sono alimentate con una tensione anodica di 350V circa, e con una tensione di 240V stabilizzati che alimentano la G2, tale tensione stabilizzata è stata ottenuta mediante diodo zener, la resistenza che polarizza il catodo è di 570Ω una per ogni due valvole di ogni ramo, (premetto che le valvole finali sono ben costruite quindi si accoppiano bene) la tensione negativa è di 23V (funzionamento classe “A1”) ho riscontrato che con un carico placca placca di 6K le VT52 lavorano veramente bene, provando a ridurre il carico non rendono decisamente, il tutto testato con generatore, oscilloscopio e carico fittizio resistivo, comunque con I trasformatori da 6K pl~pl e con un carico sul secondario di 16Ω resistivi ho ottenuto una tensione p-p di 30V, circa 7W RMS, ho provato questo amplificatore anche caricandole l’uscita solo con un piccolo condensatore eppure non entra in crisi cioè non auto-oscilla, insomma in quanto a stabilità ne ha da vendere
Tubo pilota invertitore di fase; anche in questo punto dovevo decidere che valvola usare per avere tensione sufficiente a pilotare le valvole finali, il circuito doveva essere potente, semplice e silenzioso (in pratica e come chiedere ad un toro di diventare aggraziato!!) come valvola utilizzai una 6N7G doppio triodo che ha i catodi uniti internamente, configurando la polarizzazione in “Long Tailed Pair” o un paio di lunghe code, immediatamente trovai l’esatto punto di lavoro della valvola polarizzandole i catodi con una resistenza da 52K senza Bypass di nessun condensatore, le placche di tale valvola sono alimentate con circa 240V tramite due resistenze da circa 100K, il Push Pull è stato perfettamente allineato per fare in modo che questo non concorresse ad introdurre distorsioni, comunque a lavoro ultimato questo stadio può vantare di una tensione di pilotaggio delle finali di circa 45Volt picco picco circa 24dB (400mv eff. all'ingresso del'ampli), una sorta di piccola sezione di potenza, in pratica vi è tensione sufficientemente ampia per pilotare la sezione finale in modo egregio, cioè ho ottenuto uno stadio in controfase con uno swing abbondante alla bisogna. Valvola preamplificatrice; altro punto critico da rendere silenzioso ed efficace è il preamplificatore infatti se non si pone cura nel realizzare tale stadio si rischia di mandare tutto KO!!, anche in questo caso ho trovato il giusto punto di lavoro polarizzando la valvola per farla lavorare in classe a che se ben ricordo è alimentata con circa 140V di placca e -8V (riferimento misura alla g1), su tale valvola ho chiuso l’anello di controreazione (la controreazione applicata la descriverò un altro momento), la valvola in questione è la 6J5 che ben si presta ad essere controreazionata, ma il problema non era solo la giusta controreazione o la giusta polarizzazione, armoniche e relativo indotto di malasorti, ma anche la scelta di una valvola non microfonica, cosa da non trascurare assolutamente (a mio avviso), dopo ostinate ricerche localizzai la valvola veramente ideale; 6J5 WA GT Philips USA nomenclatura impressa a fuoco di color marroncino sulla parte superiore della valvola dove si vede il getter sulla parte superiore di colore argenteo, dopo il montaggio, immediatamente saggiai la sua silenziosità, microfonicità praticamente nulla, suono pulito e lineare insomma un triodo di una marca e tipo da non sottovalutare. Il cablaggio interno dei due amplificatori lo ho eseguito con filo di rame industriale unipolare multifilare di sezione di 1mm morbido nella media, rivestito di materiale tipo siliconico e tela bello&ottimo , il cablaggio è ordinato sicuro e pulito, in particolare i fili che portano la tensione AC per i filamenti sono stati intrecciati a parte per eliminare in parte a vicenda l’effetto della AC, dopodiché tali fili sono stati cablati aderenti al piano metallico di supporto, spelati e girati attorno alle linguette di contatto degli zoccoli(come per il resto del cablaggio), poi saldati e facendo scorrere i fili da uno zoccolo all’altro in modo molto lineare , anche i componenti passivi sono stati disposti ordinatamente( i quali oltretutto sono stati scelti di tensione abbondante e di qualità) ho utilizzato gli zoccoli delle valvole ed il filo del “bus” di massa come basi di ancoraggio, il filo di massa attraversa il centro del telaio dalla parte anteriore alla parte posteriore collegato alla massa del telaio in un solo punto, quello più vicino alla valvola preamplificatrice,per gli zoccoli delle valvole ho voluto montare gli Omrom industriali. Trasformatori di uscita; ecco siamo arrivati ai famosi Stancor(militari) di forma rettangolare, con primario da 6K 140Ω di resistenza in CC, 120mA di corrente CC al primario (ottimamente bilanciato nei due bracci del primario e secondario), con due uscite a 16Ω, una per il carico altoparlanti e una per la controreazione, tali tr. sono schermati e hanno gli attacchi a saldare che fuoriescono, da dei tubetti cilindrici in ceramica, questi trasformatori hanno un isolamento test di circa 3500Volt, internamente hanno il nucleo affogato in una colata di materiale isolante (peso 1,5Kg cad.) belli&buoni, gli attacchi al telaio sono quattro tramite sottili barrette di ottone filettato i quali sono saldati e affogati nel materiale isolante all’interno dello schermo del TR, questi pezzi di barretta fuoriescono dagli angoli dei TR di circa 7mm ed hanno un bulloncino per il fissaggio a telaio. (quando avrò tempo descriverò il resto, ringrazio chi sarà interessato a leggere mio post)
Continuando la descrizione;
Alimentazione; l’alimentazione è stata realizzata in un telaio a parte, con base in acciaio
spazzolato e chassis in MDF verniciato con vernice nera testurizzata, gli alimentatori sono due, un alimentatore per ogni finale, ogni alimentatore ha una valvola raddrizzatrice 5U4G, la quale ha un condensatore di ingresso filtro da circa 50µFd 700V (capacità in serie), la tensione così raddrizzata e livellata verrà applicata al centro del trasformatore d’uscita e ad un capo di ognuna delle due induttanze da 20H da 50mA circa che si trovano montate in ognuno degli alimentatori, le quali sono schermate e affogate in materiale isolante, di forma rettangolare con contatti a saldare che fuoriescono dall’interno della colata del materiale isolante, detti contatti, sono rettangolari larghi 3mm, spessi1mm, e lunghi 20mm(roba militare), il fissaggio è verticale a telaio, tramite sottili barrette filettate in ottone e relativo bulloncino in ottone, le quali fuoriescono di circa 7mm dall’interno dello schermo, tali barrette sono state saldate a due angoli interni dello schermo e naturalmente affogate nel materiale isolante che si trova all’interno dello schermo stesso, nel capo di uscita di ognuna di queste induttanze è collegato un altro condensatore da 50µFd 700V (capacità in serie), i due filtri a ∏ c/l/c così ottenuti andranno collegati nel seguente modo; uno ad un canale del preamplificatore esterno (bassissimo assorbimento), l’altro alimenterà il Preamplificatore interno di ogni finale e l’invertitore di fase (basso assorbimento), il collegamento dal filtro al centro controfase del trasformatore d’uscita è diretto, il ripple presente in questo punto, è un po’ alto, comunque l’assorbimento della sola sezione finale è molto basso e la tensione di alimentazione da parte dell’alimentatore è circa 350V, comunque all’uscita altoparlanti, non vi è effetto dannoso da parte dell’ondulazione residua, anche provando ad utilizzare un ∏ c/l/c è collegandolo tra filtro alimentazione e centro controfase del trasformatore di uscita, il suono alle basse frequenze non denota alcun cambiamento è sempre bello e dinamico potente in abbondanza (non arricchito o artefatto) ben articolato, pulito e mai goffo, i medi rimangono sempre brillanti e setosi, gli alti bellissimi mai graffianti o invadenti (premetto che ho fatto anche varie misure oscilloscopiche etc…), insomma pare che l’ondulazione residua benché alta non da fastidio in banda audio, o almeno non in modo apprezzabile. All’interno di uno dei due alimentatori ho installato un trasformatore con contenitore rettangolare a basso profilo, in abs, con interruttore incorporato, tale trasformatore lo ho collegato ad un rettificatore, per poter alimentare in continua i filamenti di ogni canale del preamplificatore che ho costruito separatamente, non mi sono posto il problema di alimentare le valvole separatamente (valvola alta valvola bassa, malasorti, fulmini, tempeste, totem grigi, ruote di carro arruginite e rocchetti Singer), visto che in un cascode lo si dovrebbe fare, per poter mantenere la tensione catodo filamento entro livelli di sicurezza etc… invece io ho fatto il monello, utilizzando un solo ramo della tensione alternata del trasformatore che è di 9v e la ho collegata ad un robusto ponte di diodi dove ho utilizzato una grossa capacità di filtro mi pare 50000µFd, ho ottenuto così una tensione filtrata e rettificata di un valore di circa 12,6V a vuoto, collegando l’intero filamento di ogni valvola (12V), e alimentandole tutte e quattro in parallelo e naturalmente mettendo il negativo in comune, in dieci anni non è successo mai niente, non ci sono ronzii nel modo più assoluto, e le valvole sono sempre in buona salute, la separazione tra i due canali è sempre ottima e il tutto funziona sempre in modo efficiente. Il collegamento tra gli alimentatori verso gli amplificatori, avviene mediante fruste fatte di filo unipolare intrecciato e racchiuse dentro una guaina termoretraibile, nei capi delle quali ci sono degli ottimi jack maschio multipolari / le prese femmina naturalmente sono montate nei pannelli degli alimentatori e amplificatori, il preamplificatore esterno è collegato direttamente con un cavetto multipolare che ha un buon isolamento, tale cavo che è stato collegato internamente al preamplificatore, per i due finali i Jack della frusta dei fili di collegamento hanno la ghiera ad avvitatura, per il preamplificatore esterno i Jack del cavetto, sono multipolari ad innesto semplice, per quanto riguarda i tempi di accensione; per i filamenti e per la tensione anodica, ho utilizzato il metodo classico; due interruttori per ogni alimentatore, un interruttore di forma rettangolare rosso a bilanciere incassato nel pannello lo utilizzo per i filamenti e un altro interruttore del tipo a leva avvitato al pannello di ognuno degli alimentatori lo utilizzo per l’anodica, dopo aver acceso uno per uno gli interruttori dei filamenti, lascio passare circa trenta secondi, dopodiché ad uno ad uno spingo gli interruttori a leva chiudendo il circuito dell’anodica, in quel momento si sentono “due tic” sommessi, uno in sequenza ad ogni manovra (quando il push pull non era ancora "tarato correttamente", il rumore di accensione era molto forte, simile ad un “bump”) , senza nulla togliere a tutti i timer che ho progettato e realizzato in una marea di apparati (audio e altri macchinari) e fatti in modi diversi, trovo che in questo caso l’interruttore faccia egregiamente il suo lavoro. Trasformatori; i trasformatori sono dotati di calotte galvanizzate, il fissaggio è orizzontale a telaio, tramite occhielli che si trovano nella parte inferiore delle calotte, questi trasformatori sono stati avvolti in Italia da una ditta Bolognese specializzata in tali costruzioni, il pacco lamellare di questi TR è ben compatto, non ronzano assolutamente, al termine del processo di costruzione di tali trasformatori sono stati immersi a bagno in una speciale vernice (suppongo ad altissimo isolamento per avvolgimenti industriali), le tensioni sono le seguenti; primario 220~240V, un secondario da 540V 200ma con presa al centro, un secondario da 6,3V 5Amp. (tenendo presente che il filamento di ogni valvola finale assorbe 200 mA) Con presa al centro, ed infine un altro secondario da 5V 3,5Amp. tale secondario è apposito per collegare il filamento/catodo della valvola raddrizzatrice. Piccola applicazione; Avendo a disposizione dei dissipatori alettati rettangolari, ho voluto prenderne uno e tagliandolo in due parti in larghezza e spianandone per bene le facciate del taglio, ho creato due dissipatori con basi piane, e dopo aver cosparso di pasta termoconduttiva queste due basi spianate, ne ho fissato una per ogni trasformatore nella parte superiore (qualcuno starà dicendo; crrtt,puccìì, non è esoterico!!) con l’intento bene gli fa e male no!! alla resa dei conti pare che codesti dissipatori aiutino il TR a smaltire velocemente il calore prodotto, insomma mi sono reso conto che tali dissipatori funzionano egregiamente, ne ho avuto la prova un giorno che con il mio amplificatore e le casse acustiche e preamplificatore etc… e con questi trasformatori montati ovviamente nei miei alimentatori, mi sono recato in un locale di circa 150 metri quadri (non faccio serate o piano bar), in tale posto, mi è capitato (per caso) di dover sparare buona musica a”zero” cioè a manetta, dalle ore10 del mattino di quel giorno, fino alle quattro del mattino del giorno seguente (the after day), circa diciotto ore consecutive, ad eccezione delle sole pause per cambiare lato dei dischi, oppure sostituire il disco stesso (vinile) (ho visto…una fila di formichine uscire da dentro i muri e ballare, potere del vinile!!) comunque i trasformatori sono rimasti ad una temperatura accettabile, molte ore di; musica bellissima, pulitissima ed altissima senza fare una piega, con un consumo di corrente irrisorio!! La scuola del risparmio per non inquinare adesso e in futuro, la dovrebbero conoscere un po’ tutti, compresi quelli che mettono in moto amplificatori audio che consumano come una betoniera e rendono come “Pinocchio,” infatti codesti intenditori sono contenti di fare della loro bolletta Enel un’ insalata, e anche se non si rendono conto; ma… indirettamente danneggiano se stessi e anche gli altri, infatti sotto questo aspetto invito ognuno di noi (compreso me “stesso”),ad attutire i consumi, infatti non conviene pilotare una valvola lampione o quant’altro solo per il gusto di vedere accesa la nostra…BOLLETTA!! (in questo caso le nostre mogli hanno ragione!!)
Descrizione preamplificatore
Preamplificatore con controllo toni;
La scelta di progettare e realizzare un preamplificatore con regolatore di toni in configurazione Baxandall, è nata dal fatto che mi piace moltissimo l’enfasi del correttore di toni, anche se è vero che un preamplificatore con correttore di toni interposto in un impianto audio non fa miracoli, ma è pressoché indispensabile se occorre esaltare o attenuare i toni di un qualsiasi brano musicale, nel realizzare tale preamplificatore, le valvole utilizzate, devono avere delle ottime caratteristiche, tali caratteristiche devono essere mantenute +/- inalterate nel tempo a prescindere dal tipo di ambienti di stoccaggio e dall'invecchiamento causato dall'utilizzo, queste caratteristiche possono essere così riassunte; sicurezza di isolamento tra catodo e filamento, distanze interelettrodiche; qualità dei metalli utilizzati che deve essere di prima scelta; assemblaggio che deve essere estremamente curato; vuoto interno alla valvola, il quale deve essere abbastanza spinto; vetro del bulbo della valvola che deve essere di prima qualità, infatti è proprio da quest'ultimo che dipende la tenuta del vuoto nel tempo, anche il getter deve essere ben “evaporato” all'interno del tubo, una valvola si dice ottima quando il processo di costruzione è stato appunto molto accurato, dopodichè il suono che vogliamo ottenere, dipende da noi!! la valvola può suonare in diversi modi, ma come tutti i mezzi anche essa svolge un lavoro, per cui non gli si possono attribuire poteri magici (come fa qualcuno), infatti come ho scritto la valvola è un mezzo per svolgere un lavoro, ma non crea niente, (qualcuno invece alla valvola gli attribuisce poteri divini!! idolatri!! maa!!)
Ingresso del preamplificatore;
l’ingresso di tale preamplificatore è un cascode formato da una 12ax7 Siemens pin dorati montata in verticale nel suo zoccolo, con apposito schermo, la valvola di uscita è una 12au7(oppure12ax7 se adattata) Siemens pin dorati la quale è stata posizionata in verticale nel suo zoccolo, con apposito schermo, tali valvole me le hanno portate apposta dal corromanno della forca e pare che facciano parte di una speciale selezione (vattelapesca) naturalmente a me interessa la qualità, (per gli effetti speciali, non sono organizzato!!) a lavoro ultimato cioè montaggio dei componenti all'interno del preamplificatore etc..., una volta che le ho dato alimentazione etc... ho iniettato un segnale all'ingresso CD e con l'oscilloscopio collegato all'uscita, sono andato a verificare lo stadio cascode, il quale dopo averlo sedato con la giusta controreazione dedicata per ogni sorgente utilizzando celle r/c e dopo averlo lasciato scaldare, ho iniziato ad aumentare gradualmente il livello del segnale (sinusoidale) iniettato in ingresso da parte di un oscillatore BF(a valvole abbastanza stabile e preciso), (ben consapevole che avrei dovuto collegare il generatore e l’analizzatore di spettro per poter affinare il lavoro) comunque ho continuato a mandare il segnale dall’oscillatore BF, ottenendo questi risultati; ingresso CD, Veff (1kHz)= 700mV Out= 20V p-p, circa 16dB, Phono=5mV (1kHz) Out=800mV, tensioni misurate all’uscita del cascode, misurando la tensione p-p all’uscita della seconda valvola cioè della 12AU7 che nel suo secondo triodo è configurata ad inseguitore catodico, ho rilevato più o meno lo stesso valore di tensione presente all’uscita del cascode, in effetti la seconda valvola ha la prima parte del triodo che viene utilizzata per compensare le perdite della rete toni Baxandall, la seconda parte del triodo è configurata con uscita a bassa impedenza,(catodica) in modo da poter pilotare la maggior parte dei finali in commercio, osservando la forma d’onda presente all’uscita del cascode si nota una leggerissima dissimmetria della sinusoide iniettata, naturalmente bisogna considerare anche la ricchezza di armoniche iniettate da parte dell’oscillatore BF, comunque non considero un grave difetto tale dissimmetria, a prescindere da classe di funzionamento etc… comunque, nelle prove di ascolto questo preamplificatore si è dimostrato veramente tosto, lui (Morrison) non è un tipo morbido, mostra sempre tutta la sua grinta, la regolazione dei toni si dimostra molto efficace, nel regolare i toni alti durante la riproduzione di un brano musicale da parte di un CD collegato al relativo ingresso, si può apprezzare un esaltazione brillante ma non aspra, cioè non graffiante, l’azione del regolatore del tono dei bassi è poderosa, ma non bombardante, l'armonia del suono riprodotto da tale preamplificatore è totale, così anche la spazialità, il controllo dei toni opera con +/-10dB circa, credo che non possa bastare uno scritto per carpire la finezza del funzionamento di un controllo toni di un preamplificatore valvolare, specialmente se sono presenti valvole buone, (non mi stancherò mai di ripeterlo) ma di quelle veramente buone, (in termini di qualità dei materiali e fattura) non solo nella storia delle storielle (cantami o diva) audiofile, che talvolta di certi tipi di valvole ne esaltano le proprietà additandole come miracolose, o addirittura manifestando che una valvola del 1938 (oppure di origine mitica)è fresca quindi funziona è suona meglio delle altre, senza dare giustificazione alcuna, pare che questi detti, vogliano rendere obsoleti gli sforzi fatti da tecnici progettisti e/o ingegneri progettisti che da anni ricercano il buon suono e la qualità di un progetto e relativi componenti, dimostrando agli utilizzatori dei loro prodotti, che il suono dipende dal circuito e che non esiste una valvola siglata Lourdes!! I progettisti di rilievo, sicuramente non danno ascolto agli inutili deliri e/o godurie di chi si dimostra sadomaso nei confronti di una povera valvola preamplificatrice noval o quant'altro.
Per quanto riguarda la costruzione del contenitore di questo preamplificatore; questo preamplificatore è stato costruito in un piccolo e particolare contenitore che mira più alla funzionalità (che è la mia principale filosofia costruttiva) che alla bellezza , il cablaggio interno è stato eseguito il più ordinatamente possibile, lo scopo principale in questo preamplificatore, era quello di abbreviare i percorsi di segnale, questo preamplificatore ha le uscite e ingressi per ognuno dei canali, ai lati del suo mobile, i jack rca femmina sono cinque per lato, avvitati in un rettangolo d'acciaio spazzolato, il quale è stato preventivamente forato con una macchina numerica, i cinque jack sono posizionati in orizzontale nella parte larga di detto supporto, in linea al centro distanziati tra loro, il tutto è completo di serigrafia.
Ingressi delle sorgenti e uscite preamplificate; gli ingressi sono tre; Tape, CD, Phono, le uscite sono due, Out che si collega all'ingresso del finale e uscita Rec (predisposta, manca il buffer), per quanto riguarda i comandi di regolazione volume e toni e selettore sorgenti dei due canali; sono stati posizionati in linea divisi in tutta la larghezza del telaio, al centro del frontale, i potenziometri e i commutatori sono tutti di alta qualità con perno metallico, credo Clarostat comunque di origine militare, il supporto del telaio è in acciaio inox spazzolato, forato con macchina numerica.
Qualche dettaglio dell'ingresso Phono; l’ingresso Phono è dedicato per le testine MM, non mi sono spinto oltre per poter avere un ingresso MC (più sensibile), inizialmente volevo creare parecchi tipi di ingresso phono, oltre alla contro equalizzazione simmetrica RIAA, poi mi sono arreso per pigrizia, se devo dare un giudizio della sezione phono, in una scala da uno a dieci; gli do otto, in quanto sono riuscito a realizzare un ingresso Phono molto silenzioso, ma di contro non ho aggiunto altri accorgimenti, comunque; alzando il volume del preamplificatore a tutta birra, non ci sono ronzii neanche a cercarli con la candela, alle misure di basso livello, non ho denotato anomalie della sinusoide in uscita, la sensibilità è ottima,( ben si sposa con i miei due amplificatori) il suono viene riprodotto molto fedelmente, tale stadio si comporta egregiamente con tutti i generi musicali e con tutte le testine (MM) ad esso collegate, con il preamplificatore acceso e a volume alto bisogna attendere che la puntina sia nel solco del disco per capire se il preamplificatore stia funzionando o meno (quanto è gasato costei....sss!!), questo rende un'idea della silenziosità di questo sistema, non mi piace essere megalomane, ma; in parecchi preamplificatori valvolari di alto rango che ho potuto ascoltare a riguardo della sezione phono, ho sentito un po’ di ronzio, molte volte un progettista arriva a compromessi imposto dai voleri commerciali , ma non sempre questi prodotti sono così eccelsi in base ai costi, infatti per quanto riguarda gli amplificatori e preamplificatori e quant'altro, è cosa sana farseli progettare e costruire privatamente da persone savie (e competenti) in tale campo, oppure acquistarli da aziende prettamente artigianali e/o conosciute quali amanti decorosi del proprio lavoro.
Per quanto riguarda Il percorso della massa; il percorso massa anche in questo preamplificatore (come negli amplificatori finali), è a filo, per creare tale filo di massa, ho utilizzato una treccia di rame rigido ottenuta spellando il centrale di un grosso cavo di trasmissione, tale treccia è stata fissata con un capo vicino alla prima valvola di destra poi attraversa il telaio in larghezza, quasi all'altezza delle linguette di collegamento degli zoccoli, andando a terminare vicino alla prima valvola di sinistra, ma senza essere collegata di nuovo al telaio, semplicemente sorretta dalla sua stessa rigidità, questa treccia di rame rigido, è stata utilizzata anche come ancoraggio dei componenti passivi , ai quali sono stati girati i capi dei reofori per circa un giro attorno a tale treccia, poi saldati, assemblando in questo modo i componenti assieme alla treccia di rame, si ottiene un cordulo di sostegno assai solido, il metodo è semplice ed efficace, senza tanti fronzoli.
Alimentazione anodica;
L'alimentazione anodica per questo preamplificatore viene prelevata da due ∏ c/l/c uno per canale, tali filtri, si trovano negli alimentatori costruiti a parte, detta tensione attraversa poi una serie di ∏ c/r/c che collegano i vari stadi interni al circuito del preamplificatore, anche in questo caso ho utilizzato delle capacità collegate in serie, per quanto riguarda le resistenze ho abbondato sovradimensionandole, (che è una mia normale prassi) onde evitare qualsiasi insorgere di rumore termico, comunque tutto il materiale è di ottima fattura, ed è nuovo, a proposito; quando termino la costruzione di un qualsiasi apparato valvolare, (questo farà schifo ai puristi dell' hi-end impavida) vernicio le saldature, i componenti, e i fili, con una vernice ad altissimo isolamento, di qualità sopraffina, per avvolgimenti industriali, che serve come protezione dei componenti dai cicli “termici” bene gli fa e male no!!, insomma; è un pò come fanno gli ebanisti alle casse armoniche dei violini (qualche purista old sound, sarà esploso!!), l'utilizzo di buoni componenti, è una garanzia per quanto riguarda la stabilità e longevità delle macchine da musica, personalmente quando realizzo un apparato il mio principale intento (oltre a quello di ottenere buone prestazioni) è quello di non aprirlo più, ovvero possibilmente deve durare centoquarantasette anni senza fare un difetto!! credo che tale scelta sia molto più importante di ricercare la valvola perduta con dentro il suono delle sirene di Ulisse.
Ringrazio tutti i lettori del mio post, sperando che l'articolo sia di gradimento (continua) Ciao
continuando con la descrizione della mia realizzazione;
Schema elettrico amplificatore monofonico con VT52 e elenco componenti
Schema elettrico alimentatore per amplificatore monofonico con VT52 con elenco componenti
Nel post precedente potrete vedere lo schema elettrico del preamplificatore valvolare con controllo toni e foto dell'interno (il quale è stato disegnato e anche simulato con circuit maker), ringrazio tutti per l'attenzione dedicatami, vi saluto!!
Salve a tutti!! Dovendo riprendere il discorso della descrizione della mia realizzazione;
Casse acustiche; Ho terminato le casse acustiche molto prima che potessi terminare l’amplificatore, le prime casse realizzate sono state le monovia doppio cono, le quali hanno le seguenti dimensioni interne; Larghezza=325mm Altezza=637mm= Lunghezza=285mm al quale corrispondono circa 59 litri vol. “il piano inferiore della finestra di apertura è della seguente dimensione; Larghezza=325mm e di Lunghezza=234mm”, la bocca di accordo misura; altezza= 43mm larghezza= 325mm lunghezza= 234mm. Ho scelto di realizzare tali casse acustiche per due motivi; il primo la semplicità in quanto non è presente il crossover e tutti i problemi ad esso connessi (anche se sono consapevole che il crossover lo ho archiviato elettricamente poi lo ho ausiliato meccanicamente) ma soprattutto ho scelto tale realizzazione per la riproduzione fedele ampia e potente della scena sonora reale, tali casse acustiche ben si prestano ad essere pilotate con sistemi a valvole, comunque collegando queste casse ad un sistema CD e amplificatore valvolare con trasformatore di uscita ad otto Ohm, nonostante la stupenda riproduzione non rimasi contento mi misi a pensare; ma un sistema di riproduzione del suono come deve essere per riprodurre la musica in modo brillante ovvero ubriacante proprio così euforica? In quel momento mi venne in testa una pazzia; un sistema a 16Ω, come fare? Oramai le due casse acustiche le avevo realizzate, non mi scoraggiai, mi misi a costruire un’altra coppia di casse acustiche da aggiungere (con relativo assalto al mio falegname) e le ho così realizzate (in cassa chiusa); misure interne; altezza=139mm - Larghezza=330mm - Lunghezza=266 -Tot. Litri vol= 14,5 in queste casse sono stati montati; un HW131 Ciare ed un tweeter soft dome dinamico in tela da30mm 8Ω da una cinquantina di Watt, con dispersore e flangia da 103mm , non è finita; mancava il crossover del tweeter; a quel punto imboccai una strada tortuosa e niente mi andava bene, per il tweeter mi occorreva qualcosa di speciale, niente e poi niente, mi prefissai l’obiettivo che non bisognava perdere tempo a realizzare un crossover che poi avrei accantonato sicuramente, di immediato non mi venive in testa nulla, mi occorreva un crossover che mi rifinisse il suono nelle frequenze dedicate senza che fosse invadente oppure tagliato troppo in basso o viceversa, insomma visto che dovevo collegare L’ HW 131 con il PH250 in serie (qualcuno starà ridendo e dicendo puccì puccì, comunque il risultato è quello che conta!!) in pratica nella cassa superiore tale tweeter è collegato in parallelo al HW131, ho pensato carambola!! Oramai avevo perso le speranze e continuavo a ripetermi; non abbiamo altri crossover dentro le casse, se ci devo mettere un crossover nel tweeter deve essere una cosa sicura e comprovata in termini elettrici e di prestazioni. Non tutto è perduto; nonostante che la mia fosse una chiara pretesa cioè; di poter studiare o trovare immediatamente un crossover dedicato per tale scopo e comprovato nel funzionamento cioè; taglio di frequenza adeguato, variazioni di impedenza non critiche etc… un bel giorno nel numero 87 di CHF leggendo un articolo che era intitolato così; clone delle Rogers LS etc… vidi la luce; il crossover di tali casse acustiche era proprio quello che mi serviva, mi misi all’opera realizzando il bellissimo crossover così come lo avevo visto nello schema, lo piazzai all’interno delle casse acustiche superiori dopo averlo cablato in un basetta rettangolare sottile di legno mogano e chiusi così le casse superiori terminandole e mettendole in orizzontale sopra le altre monovia, con i due trasduttori mid~low allineati in verticale( configurazione d’Appolito dal medesimo Joseph d‘Appolito) le casse così allineate erano pronte per il collegamento, rimaneva solo da terminare l’amplificatore con i trasformatori di uscita a 16Ω , con il quale mi ero premesso di ottenere una potenza RMS di almeno 8W sempre a 16Ω che non è poco!!
Finali audio a 16Ω;
Naturalmente il progetto doveva essere originale, di mia concezione, per quanto riguarda lo chassis o gli chassis dovevano avere una forma originale, comodi da smontare e controllare, leggeri e robusti, sicuri, comodi da spostare, facili da spolverare e quant’altro, insomma versatili, se fosse dipeso da me (anche se l’amplificatore è il mio personale)avrei assemblato il tutto all’interno di un contenitore rack rettangolare è avrei schermato il tutto come dico io, credo dopo trent’anni di avere un pò di esperienza di riparazione e progettazione degli apparati a valvole (a parte tutto il resto), sia audio,tv e sia di trasmissione e quant’altro anche di inimmaginabile, purtroppo dovevo dare resoconto a chi mi chiede continuamente di realizzarle un amplificatore a valvole e costoro per la maggior parte chiedono anzi vogliono che le valvole siano a vista, pare che quando gli audiofili vedono le valvole vadano in catalessi e come per magia pronunciano subito la parola; “a valvola a valvola”, quindi il mio personale amplificatore mi serve da cavia, ho trovato una via di mezzo, beninteso che non credo nella mitologia degli audiofili idolatri della valvola e/o audiofili giravalvole è compracavi miracolosi, è perfettamente inutile che mi si venga a dire che sono retrò, non sarebbe ne vero ne concreto, in seguito ho martirizzato il falegname per farle un apposito mobile (che presenterò in seguito) l’unica cosa che mi gratifica è che le valvole sono all’aperto ed hanno un ottima dissipazione!?, non è che sono un fissato e utilizzo i miei amplificatori come mecca di preghiera, assolutamente!! per quanto riguarda la sicurezza; visto che non devo prendere a “cornate” valvole e ampli; le valvole non verranno mai rimosse dal loro zoccolo, in dieci anni non ho sostituito mai nessuna valvola!! L’ingegno che ho applicato nella parte elettronica, non è copiato(anche se il principio di funzionamento non lo ho inventato io) in pratica dovevo ottenere due cose; potenza sufficiente a pilotare il mio sistema di diffusori, bassissima distorsione, suono esente da ronzii etc… rapporto segnale rumore e separazione canali ottimi come fare? Il solito amplificatore stereo con EL34? no!! Con KT88? Noo!! Con EL84? No!! Insomma alla fine optai per la costruzione di due finali monofonici (in telai separati per accontentare i visionari valvoterapeutici) da poter pilotare anche direttamente con il CD, quindi abbastanza sensibili e dotati anche di controllo volume , le caratteristiche delle valvole finali da utilizzare dovevano essere le seguenti; affidabilità, buon suono, che non scaldassero molto (se tiepidine meglio) che consumassero poca corrente di filamento e di anodica (non per avarizia) la mia scelta cadde sui piccoli pentodi VT52 della Mullard (non perché sono una marca mitica solo perché mi hanno fornito quelle) con attacco di g1 sul capelloto superiore del bulbo della valvola, queste valvole le ho utilizzate collegandole in parallelo in controfase, realizzando così un finale mono separato per ogni canale , il trasformatore d’uscita doveva avere un primario pl~pl da almeno 6k visto che le VT52 sono alimentate con una tensione anodica di 350V circa, e con una tensione di 240V stabilizzati che alimentano la G2, tale tensione stabilizzata è stata ottenuta mediante diodo zener, la resistenza che polarizza il catodo è di 570Ω una per ogni due valvole di ogni ramo, (premetto che le valvole finali sono ben costruite quindi si accoppiano bene) la tensione negativa è di 23V (funzionamento classe “A1”) ho riscontrato che con un carico placca placca di 6K le VT52 lavorano veramente bene, provando a ridurre il carico non rendono decisamente, il tutto testato con generatore, oscilloscopio e carico fittizio resistivo, comunque con I trasformatori da 6K pl~pl e con un carico sul secondario di 16Ω resistivi ho ottenuto una tensione p-p di 30V, circa 7W RMS, ho provato questo amplificatore anche caricandole l’uscita solo con un piccolo condensatore eppure non entra in crisi cioè non auto-oscilla, insomma in quanto a stabilità ne ha da vendere
Tubo pilota invertitore di fase; anche in questo punto dovevo decidere che valvola usare per avere tensione sufficiente a pilotare le valvole finali, il circuito doveva essere potente, semplice e silenzioso (in pratica e come chiedere ad un toro di diventare aggraziato!!) come valvola utilizzai una 6N7G doppio triodo che ha i catodi uniti internamente, configurando la polarizzazione in “Long Tailed Pair” o un paio di lunghe code, immediatamente trovai l’esatto punto di lavoro della valvola polarizzandole i catodi con una resistenza da 52K senza Bypass di nessun condensatore, le placche di tale valvola sono alimentate con circa 240V tramite due resistenze da circa 100K, il Push Pull è stato perfettamente allineato per fare in modo che questo non concorresse ad introdurre distorsioni, comunque a lavoro ultimato questo stadio può vantare di una tensione di pilotaggio delle finali di circa 45Volt picco picco circa 24dB (400mv eff. all'ingresso del'ampli), una sorta di piccola sezione di potenza, in pratica vi è tensione sufficientemente ampia per pilotare la sezione finale in modo egregio, cioè ho ottenuto uno stadio in controfase con uno swing abbondante alla bisogna. Valvola preamplificatrice; altro punto critico da rendere silenzioso ed efficace è il preamplificatore infatti se non si pone cura nel realizzare tale stadio si rischia di mandare tutto KO!!, anche in questo caso ho trovato il giusto punto di lavoro polarizzando la valvola per farla lavorare in classe a che se ben ricordo è alimentata con circa 140V di placca e -8V (riferimento misura alla g1), su tale valvola ho chiuso l’anello di controreazione (la controreazione applicata la descriverò un altro momento), la valvola in questione è la 6J5 che ben si presta ad essere controreazionata, ma il problema non era solo la giusta controreazione o la giusta polarizzazione, armoniche e relativo indotto di malasorti, ma anche la scelta di una valvola non microfonica, cosa da non trascurare assolutamente (a mio avviso), dopo ostinate ricerche localizzai la valvola veramente ideale; 6J5 WA GT Philips USA nomenclatura impressa a fuoco di color marroncino sulla parte superiore della valvola dove si vede il getter sulla parte superiore di colore argenteo, dopo il montaggio, immediatamente saggiai la sua silenziosità, microfonicità praticamente nulla, suono pulito e lineare insomma un triodo di una marca e tipo da non sottovalutare. Il cablaggio interno dei due amplificatori lo ho eseguito con filo di rame industriale unipolare multifilare di sezione di 1mm morbido nella media, rivestito di materiale tipo siliconico e tela bello&ottimo , il cablaggio è ordinato sicuro e pulito, in particolare i fili che portano la tensione AC per i filamenti sono stati intrecciati a parte per eliminare in parte a vicenda l’effetto della AC, dopodiché tali fili sono stati cablati aderenti al piano metallico di supporto, spelati e girati attorno alle linguette di contatto degli zoccoli(come per il resto del cablaggio), poi saldati e facendo scorrere i fili da uno zoccolo all’altro in modo molto lineare , anche i componenti passivi sono stati disposti ordinatamente( i quali oltretutto sono stati scelti di tensione abbondante e di qualità) ho utilizzato gli zoccoli delle valvole ed il filo del “bus” di massa come basi di ancoraggio, il filo di massa attraversa il centro del telaio dalla parte anteriore alla parte posteriore collegato alla massa del telaio in un solo punto, quello più vicino alla valvola preamplificatrice,per gli zoccoli delle valvole ho voluto montare gli Omrom industriali. Trasformatori di uscita; ecco siamo arrivati ai famosi Stancor(militari) di forma rettangolare, con primario da 6K 140Ω di resistenza in CC, 120mA di corrente CC al primario (ottimamente bilanciato nei due bracci del primario e secondario), con due uscite a 16Ω, una per il carico altoparlanti e una per la controreazione, tali tr. sono schermati e hanno gli attacchi a saldare che fuoriescono, da dei tubetti cilindrici in ceramica, questi trasformatori hanno un isolamento test di circa 3500Volt, internamente hanno il nucleo affogato in una colata di materiale isolante (peso 1,5Kg cad.) belli&buoni, gli attacchi al telaio sono quattro tramite sottili barrette di ottone filettato i quali sono saldati e affogati nel materiale isolante all’interno dello schermo del TR, questi pezzi di barretta fuoriescono dagli angoli dei TR di circa 7mm ed hanno un bulloncino per il fissaggio a telaio. (quando avrò tempo descriverò il resto, ringrazio chi sarà interessato a leggere mio post)
Continuando la descrizione;
Alimentazione; l’alimentazione è stata realizzata in un telaio a parte, con base in acciaio
spazzolato e chassis in MDF verniciato con vernice nera testurizzata, gli alimentatori sono due, un alimentatore per ogni finale, ogni alimentatore ha una valvola raddrizzatrice 5U4G, la quale ha un condensatore di ingresso filtro da circa 50µFd 700V (capacità in serie), la tensione così raddrizzata e livellata verrà applicata al centro del trasformatore d’uscita e ad un capo di ognuna delle due induttanze da 20H da 50mA circa che si trovano montate in ognuno degli alimentatori, le quali sono schermate e affogate in materiale isolante, di forma rettangolare con contatti a saldare che fuoriescono dall’interno della colata del materiale isolante, detti contatti, sono rettangolari larghi 3mm, spessi1mm, e lunghi 20mm(roba militare), il fissaggio è verticale a telaio, tramite sottili barrette filettate in ottone e relativo bulloncino in ottone, le quali fuoriescono di circa 7mm dall’interno dello schermo, tali barrette sono state saldate a due angoli interni dello schermo e naturalmente affogate nel materiale isolante che si trova all’interno dello schermo stesso, nel capo di uscita di ognuna di queste induttanze è collegato un altro condensatore da 50µFd 700V (capacità in serie), i due filtri a ∏ c/l/c così ottenuti andranno collegati nel seguente modo; uno ad un canale del preamplificatore esterno (bassissimo assorbimento), l’altro alimenterà il Preamplificatore interno di ogni finale e l’invertitore di fase (basso assorbimento), il collegamento dal filtro al centro controfase del trasformatore d’uscita è diretto, il ripple presente in questo punto, è un po’ alto, comunque l’assorbimento della sola sezione finale è molto basso e la tensione di alimentazione da parte dell’alimentatore è circa 350V, comunque all’uscita altoparlanti, non vi è effetto dannoso da parte dell’ondulazione residua, anche provando ad utilizzare un ∏ c/l/c è collegandolo tra filtro alimentazione e centro controfase del trasformatore di uscita, il suono alle basse frequenze non denota alcun cambiamento è sempre bello e dinamico potente in abbondanza (non arricchito o artefatto) ben articolato, pulito e mai goffo, i medi rimangono sempre brillanti e setosi, gli alti bellissimi mai graffianti o invadenti (premetto che ho fatto anche varie misure oscilloscopiche etc…), insomma pare che l’ondulazione residua benché alta non da fastidio in banda audio, o almeno non in modo apprezzabile. All’interno di uno dei due alimentatori ho installato un trasformatore con contenitore rettangolare a basso profilo, in abs, con interruttore incorporato, tale trasformatore lo ho collegato ad un rettificatore, per poter alimentare in continua i filamenti di ogni canale del preamplificatore che ho costruito separatamente, non mi sono posto il problema di alimentare le valvole separatamente (valvola alta valvola bassa, malasorti, fulmini, tempeste, totem grigi, ruote di carro arruginite e rocchetti Singer), visto che in un cascode lo si dovrebbe fare, per poter mantenere la tensione catodo filamento entro livelli di sicurezza etc… invece io ho fatto il monello, utilizzando un solo ramo della tensione alternata del trasformatore che è di 9v e la ho collegata ad un robusto ponte di diodi dove ho utilizzato una grossa capacità di filtro mi pare 50000µFd, ho ottenuto così una tensione filtrata e rettificata di un valore di circa 12,6V a vuoto, collegando l’intero filamento di ogni valvola (12V), e alimentandole tutte e quattro in parallelo e naturalmente mettendo il negativo in comune, in dieci anni non è successo mai niente, non ci sono ronzii nel modo più assoluto, e le valvole sono sempre in buona salute, la separazione tra i due canali è sempre ottima e il tutto funziona sempre in modo efficiente. Il collegamento tra gli alimentatori verso gli amplificatori, avviene mediante fruste fatte di filo unipolare intrecciato e racchiuse dentro una guaina termoretraibile, nei capi delle quali ci sono degli ottimi jack maschio multipolari / le prese femmina naturalmente sono montate nei pannelli degli alimentatori e amplificatori, il preamplificatore esterno è collegato direttamente con un cavetto multipolare che ha un buon isolamento, tale cavo che è stato collegato internamente al preamplificatore, per i due finali i Jack della frusta dei fili di collegamento hanno la ghiera ad avvitatura, per il preamplificatore esterno i Jack del cavetto, sono multipolari ad innesto semplice, per quanto riguarda i tempi di accensione; per i filamenti e per la tensione anodica, ho utilizzato il metodo classico; due interruttori per ogni alimentatore, un interruttore di forma rettangolare rosso a bilanciere incassato nel pannello lo utilizzo per i filamenti e un altro interruttore del tipo a leva avvitato al pannello di ognuno degli alimentatori lo utilizzo per l’anodica, dopo aver acceso uno per uno gli interruttori dei filamenti, lascio passare circa trenta secondi, dopodiché ad uno ad uno spingo gli interruttori a leva chiudendo il circuito dell’anodica, in quel momento si sentono “due tic” sommessi, uno in sequenza ad ogni manovra (quando il push pull non era ancora "tarato correttamente", il rumore di accensione era molto forte, simile ad un “bump”) , senza nulla togliere a tutti i timer che ho progettato e realizzato in una marea di apparati (audio e altri macchinari) e fatti in modi diversi, trovo che in questo caso l’interruttore faccia egregiamente il suo lavoro. Trasformatori; i trasformatori sono dotati di calotte galvanizzate, il fissaggio è orizzontale a telaio, tramite occhielli che si trovano nella parte inferiore delle calotte, questi trasformatori sono stati avvolti in Italia da una ditta Bolognese specializzata in tali costruzioni, il pacco lamellare di questi TR è ben compatto, non ronzano assolutamente, al termine del processo di costruzione di tali trasformatori sono stati immersi a bagno in una speciale vernice (suppongo ad altissimo isolamento per avvolgimenti industriali), le tensioni sono le seguenti; primario 220~240V, un secondario da 540V 200ma con presa al centro, un secondario da 6,3V 5Amp. (tenendo presente che il filamento di ogni valvola finale assorbe 200 mA) Con presa al centro, ed infine un altro secondario da 5V 3,5Amp. tale secondario è apposito per collegare il filamento/catodo della valvola raddrizzatrice. Piccola applicazione; Avendo a disposizione dei dissipatori alettati rettangolari, ho voluto prenderne uno e tagliandolo in due parti in larghezza e spianandone per bene le facciate del taglio, ho creato due dissipatori con basi piane, e dopo aver cosparso di pasta termoconduttiva queste due basi spianate, ne ho fissato una per ogni trasformatore nella parte superiore (qualcuno starà dicendo; crrtt,puccìì, non è esoterico!!) con l’intento bene gli fa e male no!! alla resa dei conti pare che codesti dissipatori aiutino il TR a smaltire velocemente il calore prodotto, insomma mi sono reso conto che tali dissipatori funzionano egregiamente, ne ho avuto la prova un giorno che con il mio amplificatore e le casse acustiche e preamplificatore etc… e con questi trasformatori montati ovviamente nei miei alimentatori, mi sono recato in un locale di circa 150 metri quadri (non faccio serate o piano bar), in tale posto, mi è capitato (per caso) di dover sparare buona musica a”zero” cioè a manetta, dalle ore10 del mattino di quel giorno, fino alle quattro del mattino del giorno seguente (the after day), circa diciotto ore consecutive, ad eccezione delle sole pause per cambiare lato dei dischi, oppure sostituire il disco stesso (vinile) (ho visto…una fila di formichine uscire da dentro i muri e ballare, potere del vinile!!) comunque i trasformatori sono rimasti ad una temperatura accettabile, molte ore di; musica bellissima, pulitissima ed altissima senza fare una piega, con un consumo di corrente irrisorio!! La scuola del risparmio per non inquinare adesso e in futuro, la dovrebbero conoscere un po’ tutti, compresi quelli che mettono in moto amplificatori audio che consumano come una betoniera e rendono come “Pinocchio,” infatti codesti intenditori sono contenti di fare della loro bolletta Enel un’ insalata, e anche se non si rendono conto; ma… indirettamente danneggiano se stessi e anche gli altri, infatti sotto questo aspetto invito ognuno di noi (compreso me “stesso”),ad attutire i consumi, infatti non conviene pilotare una valvola lampione o quant’altro solo per il gusto di vedere accesa la nostra…BOLLETTA!! (in questo caso le nostre mogli hanno ragione!!)
Descrizione preamplificatore
Preamplificatore con controllo toni;
La scelta di progettare e realizzare un preamplificatore con regolatore di toni in configurazione Baxandall, è nata dal fatto che mi piace moltissimo l’enfasi del correttore di toni, anche se è vero che un preamplificatore con correttore di toni interposto in un impianto audio non fa miracoli, ma è pressoché indispensabile se occorre esaltare o attenuare i toni di un qualsiasi brano musicale, nel realizzare tale preamplificatore, le valvole utilizzate, devono avere delle ottime caratteristiche, tali caratteristiche devono essere mantenute +/- inalterate nel tempo a prescindere dal tipo di ambienti di stoccaggio e dall'invecchiamento causato dall'utilizzo, queste caratteristiche possono essere così riassunte; sicurezza di isolamento tra catodo e filamento, distanze interelettrodiche; qualità dei metalli utilizzati che deve essere di prima scelta; assemblaggio che deve essere estremamente curato; vuoto interno alla valvola, il quale deve essere abbastanza spinto; vetro del bulbo della valvola che deve essere di prima qualità, infatti è proprio da quest'ultimo che dipende la tenuta del vuoto nel tempo, anche il getter deve essere ben “evaporato” all'interno del tubo, una valvola si dice ottima quando il processo di costruzione è stato appunto molto accurato, dopodichè il suono che vogliamo ottenere, dipende da noi!! la valvola può suonare in diversi modi, ma come tutti i mezzi anche essa svolge un lavoro, per cui non gli si possono attribuire poteri magici (come fa qualcuno), infatti come ho scritto la valvola è un mezzo per svolgere un lavoro, ma non crea niente, (qualcuno invece alla valvola gli attribuisce poteri divini!! idolatri!! maa!!)
Ingresso del preamplificatore;
l’ingresso di tale preamplificatore è un cascode formato da una 12ax7 Siemens pin dorati montata in verticale nel suo zoccolo, con apposito schermo, la valvola di uscita è una 12au7(oppure12ax7 se adattata) Siemens pin dorati la quale è stata posizionata in verticale nel suo zoccolo, con apposito schermo, tali valvole me le hanno portate apposta dal corromanno della forca e pare che facciano parte di una speciale selezione (vattelapesca) naturalmente a me interessa la qualità, (per gli effetti speciali, non sono organizzato!!) a lavoro ultimato cioè montaggio dei componenti all'interno del preamplificatore etc..., una volta che le ho dato alimentazione etc... ho iniettato un segnale all'ingresso CD e con l'oscilloscopio collegato all'uscita, sono andato a verificare lo stadio cascode, il quale dopo averlo sedato con la giusta controreazione dedicata per ogni sorgente utilizzando celle r/c e dopo averlo lasciato scaldare, ho iniziato ad aumentare gradualmente il livello del segnale (sinusoidale) iniettato in ingresso da parte di un oscillatore BF(a valvole abbastanza stabile e preciso), (ben consapevole che avrei dovuto collegare il generatore e l’analizzatore di spettro per poter affinare il lavoro) comunque ho continuato a mandare il segnale dall’oscillatore BF, ottenendo questi risultati; ingresso CD, Veff (1kHz)= 700mV Out= 20V p-p, circa 16dB, Phono=5mV (1kHz) Out=800mV, tensioni misurate all’uscita del cascode, misurando la tensione p-p all’uscita della seconda valvola cioè della 12AU7 che nel suo secondo triodo è configurata ad inseguitore catodico, ho rilevato più o meno lo stesso valore di tensione presente all’uscita del cascode, in effetti la seconda valvola ha la prima parte del triodo che viene utilizzata per compensare le perdite della rete toni Baxandall, la seconda parte del triodo è configurata con uscita a bassa impedenza,(catodica) in modo da poter pilotare la maggior parte dei finali in commercio, osservando la forma d’onda presente all’uscita del cascode si nota una leggerissima dissimmetria della sinusoide iniettata, naturalmente bisogna considerare anche la ricchezza di armoniche iniettate da parte dell’oscillatore BF, comunque non considero un grave difetto tale dissimmetria, a prescindere da classe di funzionamento etc… comunque, nelle prove di ascolto questo preamplificatore si è dimostrato veramente tosto, lui (Morrison) non è un tipo morbido, mostra sempre tutta la sua grinta, la regolazione dei toni si dimostra molto efficace, nel regolare i toni alti durante la riproduzione di un brano musicale da parte di un CD collegato al relativo ingresso, si può apprezzare un esaltazione brillante ma non aspra, cioè non graffiante, l’azione del regolatore del tono dei bassi è poderosa, ma non bombardante, l'armonia del suono riprodotto da tale preamplificatore è totale, così anche la spazialità, il controllo dei toni opera con +/-10dB circa, credo che non possa bastare uno scritto per carpire la finezza del funzionamento di un controllo toni di un preamplificatore valvolare, specialmente se sono presenti valvole buone, (non mi stancherò mai di ripeterlo) ma di quelle veramente buone, (in termini di qualità dei materiali e fattura) non solo nella storia delle storielle (cantami o diva) audiofile, che talvolta di certi tipi di valvole ne esaltano le proprietà additandole come miracolose, o addirittura manifestando che una valvola del 1938 (oppure di origine mitica)è fresca quindi funziona è suona meglio delle altre, senza dare giustificazione alcuna, pare che questi detti, vogliano rendere obsoleti gli sforzi fatti da tecnici progettisti e/o ingegneri progettisti che da anni ricercano il buon suono e la qualità di un progetto e relativi componenti, dimostrando agli utilizzatori dei loro prodotti, che il suono dipende dal circuito e che non esiste una valvola siglata Lourdes!! I progettisti di rilievo, sicuramente non danno ascolto agli inutili deliri e/o godurie di chi si dimostra sadomaso nei confronti di una povera valvola preamplificatrice noval o quant'altro.
Per quanto riguarda la costruzione del contenitore di questo preamplificatore; questo preamplificatore è stato costruito in un piccolo e particolare contenitore che mira più alla funzionalità (che è la mia principale filosofia costruttiva) che alla bellezza , il cablaggio interno è stato eseguito il più ordinatamente possibile, lo scopo principale in questo preamplificatore, era quello di abbreviare i percorsi di segnale, questo preamplificatore ha le uscite e ingressi per ognuno dei canali, ai lati del suo mobile, i jack rca femmina sono cinque per lato, avvitati in un rettangolo d'acciaio spazzolato, il quale è stato preventivamente forato con una macchina numerica, i cinque jack sono posizionati in orizzontale nella parte larga di detto supporto, in linea al centro distanziati tra loro, il tutto è completo di serigrafia.
Ingressi delle sorgenti e uscite preamplificate; gli ingressi sono tre; Tape, CD, Phono, le uscite sono due, Out che si collega all'ingresso del finale e uscita Rec (predisposta, manca il buffer), per quanto riguarda i comandi di regolazione volume e toni e selettore sorgenti dei due canali; sono stati posizionati in linea divisi in tutta la larghezza del telaio, al centro del frontale, i potenziometri e i commutatori sono tutti di alta qualità con perno metallico, credo Clarostat comunque di origine militare, il supporto del telaio è in acciaio inox spazzolato, forato con macchina numerica.
Qualche dettaglio dell'ingresso Phono; l’ingresso Phono è dedicato per le testine MM, non mi sono spinto oltre per poter avere un ingresso MC (più sensibile), inizialmente volevo creare parecchi tipi di ingresso phono, oltre alla contro equalizzazione simmetrica RIAA, poi mi sono arreso per pigrizia, se devo dare un giudizio della sezione phono, in una scala da uno a dieci; gli do otto, in quanto sono riuscito a realizzare un ingresso Phono molto silenzioso, ma di contro non ho aggiunto altri accorgimenti, comunque; alzando il volume del preamplificatore a tutta birra, non ci sono ronzii neanche a cercarli con la candela, alle misure di basso livello, non ho denotato anomalie della sinusoide in uscita, la sensibilità è ottima,( ben si sposa con i miei due amplificatori) il suono viene riprodotto molto fedelmente, tale stadio si comporta egregiamente con tutti i generi musicali e con tutte le testine (MM) ad esso collegate, con il preamplificatore acceso e a volume alto bisogna attendere che la puntina sia nel solco del disco per capire se il preamplificatore stia funzionando o meno (quanto è gasato costei....sss!!), questo rende un'idea della silenziosità di questo sistema, non mi piace essere megalomane, ma; in parecchi preamplificatori valvolari di alto rango che ho potuto ascoltare a riguardo della sezione phono, ho sentito un po’ di ronzio, molte volte un progettista arriva a compromessi imposto dai voleri commerciali , ma non sempre questi prodotti sono così eccelsi in base ai costi, infatti per quanto riguarda gli amplificatori e preamplificatori e quant'altro, è cosa sana farseli progettare e costruire privatamente da persone savie (e competenti) in tale campo, oppure acquistarli da aziende prettamente artigianali e/o conosciute quali amanti decorosi del proprio lavoro.
Per quanto riguarda Il percorso della massa; il percorso massa anche in questo preamplificatore (come negli amplificatori finali), è a filo, per creare tale filo di massa, ho utilizzato una treccia di rame rigido ottenuta spellando il centrale di un grosso cavo di trasmissione, tale treccia è stata fissata con un capo vicino alla prima valvola di destra poi attraversa il telaio in larghezza, quasi all'altezza delle linguette di collegamento degli zoccoli, andando a terminare vicino alla prima valvola di sinistra, ma senza essere collegata di nuovo al telaio, semplicemente sorretta dalla sua stessa rigidità, questa treccia di rame rigido, è stata utilizzata anche come ancoraggio dei componenti passivi , ai quali sono stati girati i capi dei reofori per circa un giro attorno a tale treccia, poi saldati, assemblando in questo modo i componenti assieme alla treccia di rame, si ottiene un cordulo di sostegno assai solido, il metodo è semplice ed efficace, senza tanti fronzoli.
Alimentazione anodica;
L'alimentazione anodica per questo preamplificatore viene prelevata da due ∏ c/l/c uno per canale, tali filtri, si trovano negli alimentatori costruiti a parte, detta tensione attraversa poi una serie di ∏ c/r/c che collegano i vari stadi interni al circuito del preamplificatore, anche in questo caso ho utilizzato delle capacità collegate in serie, per quanto riguarda le resistenze ho abbondato sovradimensionandole, (che è una mia normale prassi) onde evitare qualsiasi insorgere di rumore termico, comunque tutto il materiale è di ottima fattura, ed è nuovo, a proposito; quando termino la costruzione di un qualsiasi apparato valvolare, (questo farà schifo ai puristi dell' hi-end impavida) vernicio le saldature, i componenti, e i fili, con una vernice ad altissimo isolamento, di qualità sopraffina, per avvolgimenti industriali, che serve come protezione dei componenti dai cicli “termici” bene gli fa e male no!!, insomma; è un pò come fanno gli ebanisti alle casse armoniche dei violini (qualche purista old sound, sarà esploso!!), l'utilizzo di buoni componenti, è una garanzia per quanto riguarda la stabilità e longevità delle macchine da musica, personalmente quando realizzo un apparato il mio principale intento (oltre a quello di ottenere buone prestazioni) è quello di non aprirlo più, ovvero possibilmente deve durare centoquarantasette anni senza fare un difetto!! credo che tale scelta sia molto più importante di ricercare la valvola perduta con dentro il suono delle sirene di Ulisse.
Ringrazio tutti i lettori del mio post, sperando che l'articolo sia di gradimento (continua) Ciao
continuando con la descrizione della mia realizzazione;
Schema elettrico amplificatore monofonico con VT52 e elenco componenti
Schema elettrico alimentatore per amplificatore monofonico con VT52 con elenco componenti
Nel post precedente potrete vedere lo schema elettrico del preamplificatore valvolare con controllo toni e foto dell'interno (il quale è stato disegnato e anche simulato con circuit maker), ringrazio tutti per l'attenzione dedicatami, vi saluto!!
Ultima modifica di jjohn il Mar 9 Nov 2010 - 15:49 - modificato 2 volte.
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Sul circuito elettrico originale ,vedo pochi condensatori,ma non ronza?
Interessante come progetto,ma tecnicamente e a livello di componentistica non mi pare economico e neanche di semplice realizazzione.
Interessante come progetto,ma tecnicamente e a livello di componentistica non mi pare economico e neanche di semplice realizazzione.
Albert^ONE- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 23.10.10
Numero di messaggi : 6417
Località : Lanciano(ch) Abruzzo
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Grande John Ottima spiegazione e grande Post di presentazione
Sei un grande anche per le spiegazioni che dai ai ragazzi che vogliono emulare Shinichi Kamijo
Sei un grande anche per le spiegazioni che dai ai ragazzi che vogliono emulare Shinichi Kamijo
_________________
"Sentire non è altro che una facoltà permessa da uno dei nostri cinque sensi ma ascoltare è un'arte." Frank Tyger
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Albert^ONE ha scritto:Sul circuito elettrico originale ,vedo pochi condensatori,ma non ronza?
Interessante come progetto,ma tecnicamente e a livello di componentistica non mi pare economico e neanche di semplice realizazzione.
NO!! E' dieci anni che è stato realizzato, suona da DIO ed è perfettamente silenzioso bye
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
wasky ha scritto:Grande John Ottima spiegazione e grande Post di presentazione
Sei un grande anche per le spiegazioni che dai ai ragazzi che vogliono emulare Shinichi Kamijo
Bene buon lavoro a tutti!!
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
jjohn ha scritto:wasky ha scritto:Grande John Ottima spiegazione e grande Post di presentazione
Sei un grande anche per le spiegazioni che dai ai ragazzi che vogliono emulare Shinichi Kamijo
Bene buon lavoro a tutti!!
Speriamo che: qualcuno invogliato dal tuo Topic inizia un Winter Job e presenti il suo prototipo nel forum
_________________
"Sentire non è altro che una facoltà permessa da uno dei nostri cinque sensi ma ascoltare è un'arte." Frank Tyger
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
wasky ha scritto:jjohn ha scritto:wasky ha scritto:Grande John Ottima spiegazione e grande Post di presentazione
Sei un grande anche per le spiegazioni che dai ai ragazzi che vogliono emulare Shinichi Kamijo
Bene buon lavoro a tutti!!
Speriamo che: qualcuno invogliato dal tuo Topic inizia un Winter Job e presenti il suo prototipo nel forum
Dipende dalla buona volontà di chi vorrà realizzarlo!!
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
ammazza che lavoro coi contro fiocchi!!
jankovic- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 13.01.10
Numero di messaggi : 3673
Località : PALERMO
Impianto : Amplificatore X + Casse Y
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Albert^ONE ha scritto:Sul circuito elettrico originale ,vedo pochi condensatori,ma non ronza?
Dovresti sentire quelli con tanti caps sul segnale come ronzano Anche AM Audio non ha caps sul percorso di segnale ma, non ronza affatto
_________________
"Sentire non è altro che una facoltà permessa da uno dei nostri cinque sensi ma ascoltare è un'arte." Frank Tyger
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Complimenti jjohn!!! ragazzi abbiamo un altro GURU
Albert^ONE- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 23.10.10
Numero di messaggi : 6417
Località : Lanciano(ch) Abruzzo
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
sta "creatura" sarebbe da ascoltare....Albert^ONE ha scritto:Complimenti jjohn!!! ragazzi abbiamo un altro GURU
jankovic- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 13.01.10
Numero di messaggi : 3673
Località : PALERMO
Impianto : Amplificatore X + Casse Y
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Chi parte in Winter Job ? Si accettano scommesse
_________________
"Sentire non è altro che una facoltà permessa da uno dei nostri cinque sensi ma ascoltare è un'arte." Frank Tyger
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
jankovic ha scritto:ammazza che lavoro coi contro fiocchi!!
GRAZIE!!
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
jankovic ha scritto:sta "creatura" sarebbe da ascoltare....Albert^ONE ha scritto:Complimenti jjohn!!! ragazzi abbiamo un altro GURU
questo finale è stato utilizzato così come è ora per fare delle serate danzanti private in locali da centocinquanta metri quadri, il suono è potente pulito corposo, armonicamente ben bilanciato, per la dinamica non esiste alcun problema, sembra uno stato solido, i coni li sbatacchia per bene controllandone lo smorzamento in un modo che ha lasciato sorpreso anche a me che lo ho progettato e realizzato, il confronto con tantissimi ampli a valvole e a stato solido mi ha dato conferma della riproduzione fedele e potente di questo impianto valvolare, che ti fa dimenticare il transistorizzato, Morrison il preamplificatore, lui è un tipo tosto non si piega di fronte a nulla, con il Long Plaiyng e con il suo C.L.P. si fa rispettare eccome, ed anche se il suono e soggettivo questo impianto pare che finora sia piaciuto a tutti grazie ancora ciao
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Albert^ONE ha scritto:Complimenti jjohn!!! ragazzi abbiamo un altro GURU
In effetti dovrebbero dargli lo status di guru!
DACCLOR65- Gran Cerimoniere
- Data d'iscrizione : 04.02.09
Numero di messaggi : 19633
Località : Sicilia, Italia!
Provincia : Panormus City
Impianto : GPL
Amplificatore: ONKYO A933
Diffusori: PARADIGM MONITOR 9
Sorgenti: SACD DENON DCD 1500-AE, PHILIPS CDR 600, PHILIPS DVDR 3355, TOSHIBA SD-3300
Tape: JVC TD-V662
Cuffia: SONY MDR IF-140
Liquida: PIONEER BDP-170-K + SAMSUNG M3 Portable Series
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
jjohn ha scritto:Salve!! Con questo post cercherò di far leggere qualcosa di "interessante" agli appassionati di HI-FI, in pratica descriverò la costruzione e funzionamento di un tipo di tecnica usata in HI-FI;Collegamento a “super triodo” [...]
Solo una parola: WOW!!!!!
_________________
T-Forum, non solo classe T.
www.tforumhifi.com
Silver Black- Amministratore
- Data d'iscrizione : 04.02.08
Numero di messaggi : 16700
Località : Bassano del Grappa
Provincia : Vicenza
Occupazione/Hobby : Sviluppatore software - Istruttore di Muay Thai / Kick boxing
Impianto :
pre: S.M.S.L. Sanskrit 10th
ampli: Behringer A800 (220 W @ 8 Ohm, 400 W @ 4 Ohm, 800 W in mono)
diffusori: Cerwin Vega XLS-215 (126x43x53.5 cm, 53 Kg cad., 95 db/W/m, 6 Ohm, 2 woofer da 38 cm, midrange da 17 cm, tweeter a cupola a tromba, 500 W, 38 Hz - 20 KHz)
sorgente: Sony BDP-S370 (lettore DVD/Blue-Ray e stazione multimediale streaming via rete cablata)
cavi segnale: Monster Cable MKII
cavi potenza: Qed Micro
- Spoiler:
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
Benvenuto,
grazie per la lunga descrizione delle tue creazioni e complimenti
grazie per la lunga descrizione delle tue creazioni e complimenti
andreac- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 22.09.09
Numero di messaggi : 1045
Occupazione/Hobby : Tecnico aeronautico / motociclismo, basket
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
DACCLOR65 ha scritto:Albert^ONE ha scritto:Complimenti jjohn!!! ragazzi abbiamo un altro GURU
In effetti dovrebbero dargli lo status di guru!
Grazie a tutti, molto gentili e calorosi!!
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
che dire... sei un vulcano
Frabba- Novizio
- Data d'iscrizione : 07.10.10
Numero di messaggi : 16
Località : Milano
Provincia : Ottimista
Occupazione/Hobby : Liceo
Impianto : iMac 27 / Cuffie AKG530ltd / In costruzione
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
jjohn ha scritto:Ciare siglato Ph250, le casse superiori sono in camera separata e montano un HW131 Ciare ed un tweeter un soft dome con dispersore,
io sono un profano, ma ha senso abbinare un mid-woofer da 89db ad un bicono da 96db?
gabry74- Appassionato
- Data d'iscrizione : 08.08.09
Numero di messaggi : 298
Località : modena
Impianto : sorgente: asus eepc +Musiland 01 usd+AudioGD NFB-11
pre: yaqin ms-12b
ampli: trends audio 10.1 MOD
casse: behringer b2031p
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
gabry74 ha scritto:jjohn ha scritto:Ciare siglato Ph250, le casse superiori sono in camera separata e montano un HW131 Ciare ed un tweeter un soft dome con dispersore,
io sono un profano, ma ha senso abbinare un mid-woofer da 89db ad un bicono da 96db?
Anche io all'inizio avevo delle perplessità, adesso invece dopo dieci anni e dopo svariate prove, se cambio configurazione non ho la stessa resa e neanche la stessa musicalità, ma non quella feticista, quella vera, inoltre; non mi sarei mai tenuto un apparato o una cassa acustica che funziona male, che senso avrebbe presentare un sistema a 16 Ohm come quello che vedi se poi non funziona!! grazie del tuo intervento
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
preciso: non era una polemica...era solo per capire.
gabry74- Appassionato
- Data d'iscrizione : 08.08.09
Numero di messaggi : 298
Località : modena
Impianto : sorgente: asus eepc +Musiland 01 usd+AudioGD NFB-11
pre: yaqin ms-12b
ampli: trends audio 10.1 MOD
casse: behringer b2031p
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
gabry74 ha scritto:preciso: non era una polemica...era solo per capire.
Ciao Gabry, sono a disposizione per qualsiasi risposta; In questo caso il mid/bass è configurato allineando la verticale Joseph D'appolito quale scopritore di tale configurazione, quindi il punto di ascolto viene sollevato ed in più è meglio focalizzato, ma il punto più bello è legato al fatto che la camera separata del mid hw131 con il Tweeter a cupola, si trova sopra la finestra di accordo della cassa acustica ad alto rendimento che è stata costruita con il bicono ph250 della ciare, in pratica il basso subisce un rinforzo che al bass reflex biconico occorre, in quanto si tratta di un accordo risuonante non molto dolce, in effetti aggiungendo tale mid/bass il suono assume una potenza ed una rotondità che accompagna anche le voci, quindi per nulla trascurabile, considerando che questo sistema a sedici Ohm è fuori dagli schemi, nella configurazione serie restituisce un suono da bomba H!! mai esuberante!!Il tweeter è addirittura collegato al centro dei due altoparlanti assieme al suo crossover dedicato, che come ho scritto prende spunto dalle famose Rogers monitor audio quali casse utilizzate anche nei famosi studi della BBC!! Trovo perfettamente inutile che mi si ponga la domanda; ma in serie cosa succede!? non succede un bel nulla!! si tratta di una divisione, ben equa della potenza complessiva, tutto quello che succede in pratica lo si può solo capire a cassa acustica terminata, lasciamo perdere i feticisti che sparano un mucchio di idiozie!! ma nel mio caso, più uno è terreno e più con me tira d'accordo, o mi fai la macchina o non ti credo!! Questo impianto rende in modo impressionante la potenza consumata dalla sezione finale, la sezione finale rende un buon 65 per cento mi credi!? noo!! bene; duecento milliamper di filamento per valvola moltiplicato per quattro valvole, sono ottocento milliamper complessivi, quindi 4,8 Watt, visto che sono alimentate a 6v, 310 volt di anodica e 70 ma assorbiti sono circa 21,7 Watt, quindi mettiamo 26 Watt assorbiti complessivi, nelle mie misure, faccio presente che sono molto sotto della distorsione reale, lo faccio per scelta, non per megalomania!! ovvero se dichiaro dieci Watt RMS significa che questo finale eroga come minimo 25 Watt massimi, quindi se dovessi dire che è capace di erogare sedici Watt continui a sedici Ohm (che non è poco!! anche se non considero le perdite dei tr di uscita che anche se sono eccelsi comunque esistono!!), su 26Watt assorbiti, credo che abbia superato abbondantemente la soglia del cinquanta per cento, un'altra cosa; le valvole VT52 se le tocchi con la mano anche dopo ore di funzionamento, non ti scottano assolutamente, cioè la mano la puoi tenere tranquillamente sul bulbo della valvola!! questo significa alta emissione e basso consumo di corrente, dato dalla qualità dei materiali nobili con i quali la valvola è stata costruita!! OK!! L'esperienza con i pentodi della Mullard VT52 è gratificante, non per Mito ma per realtà!! grazie del tuo intervento, mi piace il tuo interessamento all'elettronica sei in gamba!! BYE
jjohn- Interessato
- Data d'iscrizione : 09.11.10
Numero di messaggi : 46
Località : Missouri
Impianto : Motore Stellare
Re: SUPER TRIODE CONNECTIONS
jjohn ha scritto:Trovo perfettamente inutile che mi si ponga la domanda; ma in serie cosa succede!? non succede un bel nulla!! si tratta di una divisione, ben equa della potenza complessiva, tutto quello che succede in pratica lo si può solo capire a cassa acustica terminata, lasciamo perdere i feticisti che sparano un mucchio di idiozie!! ma nel mio caso, più uno è terreno e più con me tira d'accordo, o mi fai la macchina o non ti credo!!
Amo quest'uomo
jjohn ha scritto: Questo impianto rende in modo impressionante la potenza consumata dalla sezione finale, la sezione finale rende un buon 65 per cento mi credi!? noo!! bene; duecento milliamper di filamento per valvola moltiplicato per quattro valvole, sono ottocento milliamper complessivi, quindi 4,8 Watt, visto che sono alimentate a 6v, 310 volt di anodica e 70 ma assorbiti sono circa 21,7 Watt, quindi mettiamo 26 Watt assorbiti complessivi, nelle mie misure, faccio presente che sono molto sotto della distorsione reale, lo faccio per scelta, non per megalomania!! ovvero se dichiaro dieci Watt RMS significa che questo finale eroga come minimo 25 Watt massimi, quindi se dovessi dire che è capace di erogare sedici Watt continui a sedici Ohm (che non è poco!!), su 26Watt assorbiti, credo che abbia superato abbondantemente la soglia del cinquanta per cento, un'altra cosa; le valvole VT52 se le tocchi con la mano anche dopo ore di funzionamento, non ti scottano assolutamente, cioè la mano la puoi tenere tranquillamente sul bulbo della valvola!! questo significa alta emissione e basso consumo di corrente, dato dalla qualità dei materiali nobili con i quali la valvola è stata costruita!! OK!! L'esperienza con i pentodi della Mullard VT52 è gratificante, non per Mito ma per realtà!! grazie del tuo intervento, mi piace il tuo interessamento all'elettronica sei in gamba!! BYE
Da quanto non si trovano più AP a 16 ohm John o almeno, da te qualche Now on Stock gira ?
ottimo rendimento
_________________
"Sentire non è altro che una facoltà permessa da uno dei nostri cinque sensi ma ascoltare è un'arte." Frank Tyger
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Argomenti simili
» EL34 a triodo
» AMP di Dick's triode con vavole 807
» Super T-Amp
» [VENDUTO] DAC SuperPro 707 (80€)
» [VENDUTO] Teac Wap 2200 (VA+MI) - 110 spedito
» AMP di Dick's triode con vavole 807
» Super T-Amp
» [VENDUTO] DAC SuperPro 707 (80€)
» [VENDUTO] Teac Wap 2200 (VA+MI) - 110 spedito
Pagina 1 di 2
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Oggi alle 15:58 Da Marco Ravich
» AMPLIFICATORI INTEGRATI TECHNICS SUA-900 E YAMAHA AS701:
Oggi alle 13:44 Da Gabriele1
» Consiglio acquisto prime cuffie Hi-End
Oggi alle 11:59 Da rinorho
» GIRADISCHI RETROLIFE FUNZIONA MA NON SI SENTE
Oggi alle 9:45 Da marco123
» Impiantino da pezzi recuperati - Wharfdale Alientek Onkyo consigli
Oggi alle 1:33 Da Gregh
» I bar in cui si ascolta la musica come si deve
Ieri alle 22:45 Da handros
» Diffusori amplificati piccoli
Ieri alle 22:42 Da handros
» Vorrei cambiare impianto, budget 3000 euro
Ieri alle 21:38 Da Fabietto68+
» Info su Dac+Amp portatile sotto i 200€ - Cuffie in possesso: Sennheiser MOMENTUM 4 Wireless
Ieri alle 19:08 Da giucam61
» Problema collegamento registratori OTARI
Ieri alle 18:27 Da Carlito
» TD 160 MOTORE
Mar 19 Nov 2024 - 19:12 Da morgana90
» Quale giradischi vintage?
Mar 19 Nov 2024 - 9:19 Da Quaiozi!
» Perché un DAC esterno non funziona con un uscita SACD da un Marantz
Mar 19 Nov 2024 - 8:53 Da Marco Ravich
» (RG) QED Reference Optical Quartz da 0.6m - 60€ +SS
Lun 18 Nov 2024 - 20:44 Da Darios8
» (RG) Audioquest Chicago RCA da 1m - 60€ +SS
Lun 18 Nov 2024 - 20:41 Da Darios8
» (RG) Audioquest King Cobra RCA da 0.5m - 80€ +SS
Lun 18 Nov 2024 - 20:39 Da Darios8
» (RG) Vendo NAD C 538 - 230€ +SS
Lun 18 Nov 2024 - 20:38 Da Darios8
» (RG) Vendo Teac UD-301 - 250€ + SS
Lun 18 Nov 2024 - 20:37 Da Darios8
» diffusori monitor audio platinum 100 3g
Lun 18 Nov 2024 - 15:22 Da fritznet
» RME Multiface 2 + scheda PCIe 380€
Lun 18 Nov 2024 - 14:43 Da fritznet
» The lamb lise down on broadway
Lun 18 Nov 2024 - 12:09 Da Quaiozi!
» problema autoradio fiat punto grande con sub della casa madre
Lun 18 Nov 2024 - 9:13 Da amineruu
» Pioneer N50A lettore di rete
Dom 17 Nov 2024 - 12:32 Da mauretto
» Biamplificazione con subwoofer mono
Dom 17 Nov 2024 - 9:40 Da Zio
» Consigli Yamaha m2 + pre amp c4
Sab 16 Nov 2024 - 18:43 Da arthur dent
» RME RPM vendesi
Sab 16 Nov 2024 - 16:55 Da fritznet
» thorens td 145 mkII help
Ven 15 Nov 2024 - 10:24 Da philball1959
» Che musica ascoltate in questo momento?
Gio 14 Nov 2024 - 15:41 Da ste-65
» Rotti puntali copricasse
Gio 14 Nov 2024 - 12:47 Da jenw84
» Curiosando su AliExpress mi sono imbattuto........
Mer 13 Nov 2024 - 13:28 Da Marco Ravich