Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
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Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Conoscete questa musicista?
E' appena uscito il suo debutto discografico omonimo
Vi riporto un po' di informazioni...
dal link
http://www.ilpost.it/2011/01/10/chi-e-anna-calvi/
Qui una recensione
http://www.rockol.it/recensione-4492/Anna-Calvi-ANNA-CALVI
Altra recensione
http://www.indie-rock.it/recensioni_look.php?id=1094
Ultima recensione dal link
http://www.rockshock.it/recensione-anna-calvi/
Cosa ne dico io?
Che è un disco molto interessante... non mi convince tutto, ma sicuramente alcuni brani sono molto ammalianti e la voce è diversa da quello che gira di solito. INoltre ha anche uan certa personalità alla chitarra.
Dateci un'ascoltata... e per aiutarvi qui alcuni brani
E' appena uscito il suo debutto discografico omonimo
Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
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Chi è Anna Calvi?
Londinese di padre italiano, i media inglesi si spendono molto per il suo primo disco che esce tra una settimana 10 GENNAIO 2011 | CULTURA
Dice il Guardian, presentando l’anteprima in streaming del suo primo disco in uscita il 17 gennaio, che “ci siamo innamorati del formidabile album di debutto di Anna Calvi”. Il Daily Telegraph oggi ha parlato dell’eccezionale disco di Anna Calvi. BBC lo ha messo tra i quindici dischi da tenere d’occhio nel 2011. E anche gli americani di NPR lo aspettano con eccitazione (là uscirà a marzo). Note biografiche poche, tutti citano un “padre italiano” che l’ha avvicinata alla musica, ma sembra anche uno di quei cliché che agli inglesi piacciono molto. Il suo sito parla dei suoni di Nina Simone e Maria Callas, e anche di Ravel, Debussy e Jimi Hendrix: ai comunicati stampa scappa sempre un po’ la mano. Il Guardian elenca invece “chitarre flamenco, voci operistiche e stili gotici”. Il sito italiano Rockol la avvicina a PJ Harvey (Calvi suonerà in Italia ad aprile). Insomma non è un disco qualsiasi, e non è un disco banale: per dire se sia bello o no, va sentito un po’ di volte.
Qui una recensione
http://www.rockol.it/recensione-4492/Anna-Calvi-ANNA-CALVI
Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Premessa, doverosa in questi casi: è inevitabile sfoderare un po' di sano scetticismo ogni volta che arriva un/una giovane artista con grande spinta da parte della volubile stampa inglese. Succede anche per Anna Calvi, cantautrice londinese di origini italiane, di cui si è parlato molto, soprattutto dopo che la BBC l’ha inserita nella lista dei suoi artisti da seguire per il 2011.
Però questa volta, oltre al fumo c’è dell’arrosto. Anche se il sapore è già abbastanza noto. La Calvi si è fatta notare con il primo singolo l’anno scorso, una bella rilettura di “Jezebel" (pezzo reso famoso da Edith Piaf). Ora arriva al primo disco. E sì, il paragone più usato in questi mesi è davvero valido: PJ Harvey. Se volessimo semplificare il tutto, potremmo dire che questo “Anna Calvi” è il disco che Polly Jean non riesce o non vuole fare da quasi dieci anni a questa parte. La Calvi ha una voce profonda, un po’ teatrale e drammatica come PJ nei suoi momenti migliori. Fa un rock scuro e un po’ retrò in cui si sente molto la mano di Rob Ellis (storico collaboratore appunto di PJ Harvey, ma anche di Nick Cave e dei nostrani Marlene Kuntz). Però le canzoni le sa scrivere e le sa arrangiare. Insomma, la ciccia c’è eccome, così come il physique du role della ragazza: fisico minuto che fa sembrare enorme una chitarra elettrica, visino pulito con mise da dark lady.
Il disco funziona bene soprattutto quando la Calvi mette in piedi canzoni più dritte, come “Desire” o “Blackout”, che pure non rinunciano a qualche ricercatezza sonora stilistica, non solo nelle sonorità retrò (la “twang guitar” e l’impasto con uso degli archi) che arrivano a ricordare certo rock delle origini, alla a Roy Orbison o suoi epigoni più recenti come a Richard Hawley. Va pure detto, però, che in alcuni momenti la somiglianza con PJ Harvey è imbarazzante, soprattutto nelle canzoni più scure (e più involute) come “The devil”, con quell’uso della voce dai bassi verso gli acuti che è troppo già sentito.
Anna Calvi non è la nuova PJ Harvey, anche perché è probabile che il trono se lo riprenda la stessa legittima proprietaria con il prossimo disco, “Let England shake”, in uscita tra un mese, i cui primi assaggi promettono assai bene. Anna Calvi è una brava cantautrice rock, che con la sua musica si rifà ad un filone ben preciso, pur mostrando una forte personalità. Esordio promosso, un 2011 che si preannuncia radioso e pieno di visibilità per un’artista che però è da valutare sul lungo periodo, per capire come saprà definire la propria identità.
(Gianni Sibilla)
Altra recensione
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Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Voto: 10/10
GENERE: cantautorato dark.
PROTAGONISTI: Anna Calvi (voce, chitarra), Mally Harpaz (chitarra, harmonium, percussioni), Daniel Maiden-Wood (batteria, cori). Produce Rob Ellis, storico collaboratore di PJ Harvey.
SEGNI PARTICOLARI: londinese di padre italiano, Anna Calvi è l'artista emergente di cui più si parla in questi primi giorni di 2011. Anche perché già nel 2010 era stata scelta per aprire i concerti di Interpol e di Nick Cave, in UK è stata inclusa in qualsiasi lista di "next big things" per l'anno nuovo, è stata messa sotto contratto niente meno che dalla Domino, ha ricevuto i complimenti persino da Brian Eno. Hype ai massimi livelli, dunque, per ottenere il quale l'ottimo lavoro dell'ufficio stampa è stato certamente aiutato dall'avvenenza di Anna, dalla sue origini che fanno tanto esotico in patria quanto sciovinistico da noi, ma che, come cercheremo di spiegarvi, per una volta è assolutissimamente giustificato.
INGREDIENTI: dicevamo dell'ottimo lavoro dei promoter della Domino: certamente, citare nella press release del disco un cocktail di nomi che include Nina Simone, Maria Callas, Maurice Ravel, Claude Debussy, Jimi Hendrix, Captain Beefheart e David Lynch può aiutare, e molto, a suscitare estrema curiosità. Altrettanto inevitabilmente questo contribuisce sensibilmente ad elevare l'asticella delle aspettative, molto più dello scontato (e tanto riduttivo da risultare ingeneroso) epiteto di "nuova PJ Harvey" che circola sulla stampa specializzata anche a causa della scelta di Ellis quale produttore. Della migliore PJ Anna ha senza dubbio quella ruvidezza sexy che pervade tanto la tonalità vocale quanto le canzoni in sé, ma nella musica della Calvi è molto di più, cita elementi classici, Morricone, si avvicina alla claustrofobica visione del mondo del Nick Cave più cupo, raggiunge vette emozionali che solo uno come Jeff Buckley era riuscito a toccare. Anna però sa anche ammiccare, ed è gatta morta almeno quanto Florence ma con molto, molto più stile e con molta, molta più erudizione.
DENSITÀ DI QUALITÀ: scopriamo subito le carte dicendovi che potremmo essere di fronte, già a gennaio, al miglior disco del 2011, e non solo: 'Anna Calvi' ha più personalità, qualità e pathos di tutti gli album usciti nel 2010 e forse anche nel 2009. Ciò che rende questo LP bellissimo è la capacità della Calvi di scrivere canzoni che arrivano subito, immediatamente, all'ascoltatore, non per la loro semplicità compositiva, non per le melodie attraenti (che pure ci sono), non solo per l'abilità vocale della cantautrice, ma sopratutto per la enorme dose di passionalità e viscerale coinvolgimento emozionale che questo disco sprigiona da ogni suo singolo solco, e che contagia inesorabilmente chi vi pone l'orecchio. Anna utilizza registri diversi senza mai risultare banale o scontata, senza mai apparire ruffiana o opportunista, senza mai eccedere o ostentare. Non sempre la Calvi sceglie la soluzione più facile, di certo le decisioni prese sono puntualmente e costantemente le migliori possibili. La strumentale 'Rider To The Sea', tra Mogwai, Calexico e spaghetti-western, è posta in prima battuta come ideale replica a quanti considerano la precoce fama della fanciulla italo-inglese esclusivamente dovuta al piacevole aspetto o alla diffusa esposizione mediatica. E' una sorta di dichiarazione d'intenti, un'affermazione della volontà dell'artista di non accettare nessun compromesso. Sono però la sentitissima 'The Devil', che non avrebbe certo sfigurato in 'Grace' del più giovane dei Buckley, e la successiva 'Blackout', il singolo che si sente anche in radio, accessibile quanto sofisticato, a definire gli estremi di eccellenza di quest'opera: un esordio magnificamente perfetto.
VELOCITÀ: quella dei battiti del cuore, che aumentano ogni minuto di più.
IL TESTO: "The Devil! The Devil will come!", da 'The Devil'. Patto col diavolo?
LA DICHIARAZIONE: in un'intervista a 'GQ': "In musica adoro gli spazi vuoti, le pause, lo sforzo è diretto a creare atmosfere suggestive. Ogni strumento deve saper raccontare una storia così come le parole. Ogni nota ha la sua importanza. Non ce ne devono essere mai troppe, solo quelle necessarie."
IL SITO: 'Annacalvi.com'.
Cristiano Gruppi
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Anna Calvi
Inglese di chiare origine italiane, Anna Calvi ha catturato l’attenzione di tutti, da Rob Ellis (Nick Cave, Marlene Kuntz) che ha deciso di produrla, alla Domino Records, che pubblica questo omonimo debutto.
Anche il pubblico si sta mano a mano affezionando a quest’artista che sembra rinverdire i fast di un pop inglese raffinato, non incline a suoni commerciali e che strizza l’occhio di continuo al blues americano.
E se quanto detto fin qui vi fa pensare a PJ Harvey… non sbagliate.
Voce potente che rimanda direttamente alla già citata Polly, ma anche a Siouxie, batteria dritta e alta, chitarra nuda e cruda, cantato a volte quasi epico: la ricetta di Anna Calvi è tanto semplice quanto entusiasmante.
L’album è tutto godibile, l’impatto è garantito, l’effetto già sentito… pure, ma nulla toglie a una decina di canzoni che ammaliano sin dal primo ascolto (First We Kiss, ad eempio, ne è una delle prove più lampanti).
Anna Calvi non fa gridare al miracolo, ma nei suoi quaranta minuti di musica convince a pieno grazie alle sue capacità vocali, alle sue qualità di interprete e a una miscela musicale tanto raffinata quanto semplice e diretta.
Qualcuno abbraccerà la Calvi come l’eroina indie del 2011, altri mostreranno un giustificato scetticismo: probabilmente la verità è nel mezzo, ma solo il tempo potrà darci il polso della vera statura di Anna.
P.S.: se avevate conosciuto Anna Calvi col singolo dello scorso autunno, Jezebel, cover di Edith Piaf, sappiate che in quest’album è assente.
PP.SS.: Anna Calvi sta per arrivare in Italia per una serie di concerti, scopri dove.
Cosa ne dico io?
Che è un disco molto interessante... non mi convince tutto, ma sicuramente alcuni brani sono molto ammalianti e la voce è diversa da quello che gira di solito. INoltre ha anche uan certa personalità alla chitarra.
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Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti [Saltatempo di Stefano Benni]
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nd1967- Moderatore
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Re: Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Nuova PJ Harvey? Meglio darci un occhio, cioè un orecchio
vastx- Membro classe argento
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(Epitteto)
Re: Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Ascoltato per intero una prima volta. A me ha pienamente convinto. Mi sembra un lavoro notevole. Trovo la Calvi solo in parte simile a P.J. Harvey: meno "angosciata", più raffinata, per così dire. Le influenze sono più varie: da cantanti un pò maudit (nick cave), a certe atmosfere noir da colonna sonora (anche morriconiane, come è stato detto); frequenti twang chitarristici che rimandano a certi artisti oscuri degli anni 50 influenzati da un certo tipo di r'n'r "exotico" molto underground, influenze anche alternative folk. In un pezzo ci ho sentito persino qualcosa del Chris Isaac più notturno.
Lo devo ascoltare meglio, comunque.
Fabio
Lo devo ascoltare meglio, comunque.
Fabio
RAMONE67- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 11.09.08
Numero di messaggi : 1270
Località : Attualmente ponente ligure. Na
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Cavi segnale: clone Jps Superconductor 2 e cavi autocostruiti.
Re: Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Manca l'originalità, ma il disco ha dei bei momenti con belle canzoni.
A me ricorda molto, oltre Polly J. Harvey (moltissimo), anche Patty Smith e Chrissie Hynde (Pretenders), oltre che (ma più vagamente) Goldfrapp del primo disco (per la voce solamente).
Nello stesso genere, preferisco di gran lunga The Callers, che trovo originalissimi e GRANDIOSI
A me ricorda molto, oltre Polly J. Harvey (moltissimo), anche Patty Smith e Chrissie Hynde (Pretenders), oltre che (ma più vagamente) Goldfrapp del primo disco (per la voce solamente).
Nello stesso genere, preferisco di gran lunga The Callers, che trovo originalissimi e GRANDIOSI
plankg- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 16.03.09
Numero di messaggi : 692
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Re: Anna Calvi - Anna Calvi [2011]
Ascoltato...lavoro gradevole e ben confezionato, ma per quanto mi riguarda troppo in "vendita" alla fiera del già sentito, francamente preferisco gli originali, a quelli già citati da plankg aggiungerei i grandi Siouxsie and the Banshees... magari in futuro...!
Ciao Mauro
Ciao Mauro
emmeci- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 11.10.10
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