Radiohead - The king of limbs

Miclaud ha scritto:Non vedo l'ora, e spero mi soddisfi più di "In Rainbows", disco dignitoso ma mezza delusione per me (oltre che la prima che mi abbiano dato).

flovato ha scritto:

Miclaud ha scritto:Non vedo l'ora, e spero mi soddisfi più di "In Rainbows", disco dignitoso ma mezza delusione per me (oltre che la prima che mi abbiano dato).

A me "In Rainbows" piace è anche inciso meglio degli altri, alcuni brani sono fantastici.

Miclaud ha scritto:E' un insieme di buone canzoni ma praticamente nessun capolavoro, non so se rendo chiaro cosa voglio intendere

HypFra ha scritto:

Miclaud ha scritto:E' un insieme di buone canzoni ma praticamente nessun capolavoro, non so se rendo chiaro cosa voglio intendere

Per me Arpeggi nel suo genere e Jigsaw in un altro sono capolavori assoluti.
Ma de gustibus...

Miclaud ha scritto:

HypFra ha scritto:

Miclaud ha scritto:E' un insieme di buone canzoni ma praticamente nessun capolavoro, non so se rendo chiaro cosa voglio intendere

Per me Arpeggi nel suo genere e Jigsaw in un altro sono capolavori assoluti.
Ma de gustibus...

Non sono male. A me il brano che piace più della media è Bodysnatchers, che fra parentesi è anche l'unico che dal vivo mi ha colpito. Anche Videotape la ritengo sopra la media del disco.
Comunque, chiarisco ancora che parliamo di un buon disco, ma è il minimo che pretendo da una band della loro levatura

kurt10 ha scritto:è uscito......

HypFra ha scritto:
Veramente, comunque, se c'è un pezzo nuovo che aspetto è "The present tense": non voglio neanche pensare che l'abbiamo fatta fuori da questo nuovo album. Ha un potenziale enorme.

Miclaud ha scritto:Sicuramente è un disco che lascia di stucco...

Ad un primo ascolto sembra un'estremizzazione dei brani più elettronici di "Amnesiac" (il mio preferito, dopo OK Computer, che è fuori concorso) e "Hail to the Tief".
Devo ascoltarlo meglio, ho fatto un solo ascolto per intero.

Prime impressioni:
1) per 38 minuti di musica potevano chiedere anche solo 5 euro per l'acquisto. Ok che meglio poca musica buona che 75 minuti di sbrodolame, però...

2) se su 8 tracce, per 38 minuti di musica, ci sono almeno tre brani oggettivamente deboli (Bloom, Feral e Separator in primis), non è una buona notizia...

3) hanno praticamente cambiato genere musicale, il che per il sottoscritto non è necessariamente un difetto, tutt'altro. Devo capire però se siano bravi nel fare questo nuovo genere.

4) ci sono almeno 3 brani spettacolari: Lotus Flower, Codex e Give Up The Ghost

Tutto ciò dopo un ascolto ancora superficiale, il resto potrò dirlo solo prossimamente

HypFra ha scritto:
Pensa che Bloom secondo me è il capolavoro assoluto dell'album!


Per un giudizio definitivo devo aspettare: amo già incondizionatamente 5 pezzi (Bloom, Mr. Magpie, Lotus, Codex e Give up the ghost), ma devo vederlo nel tempo. Sul web parecchie testate importanti sembra che abbiano "paura" a recensirlo. Per il resto, come al solito, si va nei giudizi dalla stroncatura più o meno pesante al grido "capolavoro". Tutto molto tipico per un album dei RH.

Miclaud ha scritto:Normale aver paura di recensire questo disco. E' un disco di rottura che ha spiazzato tutti, da parte di una band che non ha mai deluso. Ti dirò, "temo" sia anche la paura di dire che "il re (the king of limbs) è nudo", ovvero che questo disco tanto capolavoro a loro non sembra, ma con il terrore (o speranza) di non averci capito nulla

nd1967 ha scritto:
Michele forse tu capirai di più di quello che sto per scrivere.
una mia impressione è che sia un disco di transizione....come è stato Somwhere Else per i Marillion che poi sono tornati alla grande con HITR.
Molti pensano che i Radiohead stiano già lavorando al prox disco.... per falo uscire verso fine anno.

A me non dispiace... e lo trovo molto "riflessivo", quasi fossero "appunti musicali"

Fermo restando che non esprimo mai giudizi definitivi su dischi di questo tipo prima di averli ascoltati per un bel po', posso comunque fare qualche osservazione. Iniziamo da commenti telegrafici:
- è un bel disco, e di quelli belli per davvero, nella sua unità. E questo lo posso dire già da ora.
- il 90% delle recensioni che si leggono sul web sono al limite del surreale: gente che ha sentito un album quantomeno spiazzante 3, 4 volte se va bene e si affretta a glorificare (tipo La Stampa: "è il nuovo Kid A". Ma per favore) o a stroncare (tipo il Guardian: "è un po' una cagata". Ma per favore). Capisco che averlo recensito porta indubbiamente click e indicizzazione, ma si può anche essere seri e aspettare di averlo digerito prima di esprimere giudizi definitivi. Una buona rece l'ho letta su Artists & Bands, un'altra su Gigwise. Interessante anche l'approccio di Ernesto Assante su Repubblica.
- è, appunto, un disco abbastanza spiazzante. Soprattutto ha 2 livelli di lettura: uno immediato e uno che emerge dopo vari ascolti, dove quelli in cuffia sono decisivi.
- la caratteristica fondamentale di questo album, dal punto di vista produttivo, è la destrutturazione della band. L'impressione è che i vari componenti, soprattutto nei primi 4/5 pezzi, si siano autocampionati per costruire i pattern e i loop che poi andiamo ad ascoltare sull'album.
- la conseguenza di quanto sopra, rafforzate dall'egocentrismo di Yorke presente nel video, lo fanno intuire erroneamente come un "The Eraser 2", quando in realtà è a tutti gli effetti un disco corale. Mediato dalla spinta creativa e dall'effervescenza di Yorke, quello sì. Ma quale album dei RH non lo è, quando di più quando di meno?
- l'ultima considerazione è che l'album è un concept, che vede come centrale la tematica del rapporto con la natura, e sulla base di questo lascio l'elenco puntato e divento più discorsivo. Nonchè più pigro, visto che copioincollo quanto scritto altrove, e in particolare in uno scambio di opinioni avuto con Gino Castaldo.

Tutto nasce da questa puntata di Revolver: http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/radiohead-il-ritorno-con-the-king-of-limbs/62578?video, dove Castaldo traduce "limbs", con "limbi" (a parte questo ci sono delle riflessioni interessanti).
Ho scritto:
"Non prescindendo dalla stima verso il suo lavoro e dalla sua indubbia professionalità intendevo comunicarle che "limbs" (e non "limbi", anche se è un'ipotesi anch'essa affascinante) dovrebbe significare "rami" nel contesto del titolo dell'ultimo disco dei Radiohead.
Questo per vari motivi. Il primo e più lampante è la copertina dell'album, nonchè l'header del sito http://www.radiohead.com (nonchè, in forma differente, su thekingoflimbs.com). Il secondo è la presenza, nella più grande foresta "privata" inglese, di una quercia millenaria denominata "The king of limbs" ( http://www.swindon-birds.co.uk/savernakeforest.html , basta scorrere la pagina).
Il terzo (e ultimo in ordine di importanza) è una mia lettura dell'album, mediata da una (seppur frettolosa) analisi dei testi. Mi perdonerà se per pigrizia quoto più o meno quanto scritto da me su un forum:
"Una rapida lettura rafforza una sensazione che ho avuto in questi primi ascolti. Elementi naturali come alberi, acqua, pesci, oceani, fiori, fioriture, uccelli ricorrono più o meno in tutti i testi.
Questo mi porta a un'interpretazione dell'aspetto formale dell'album, dove per formale intendo arrangiamenti e produzione.
Mi sembra di poter dire che in questo senso ci sia un approccio molto interessante all'elettronica: una lettura ulteriore, oltre quella immediata. Per comprendere meglio quanto dico è quasi obbligatorio un ascolto con ottima cuffia.
In soldoni: questo album sembra portare i ritmi della città a una dimensione bucolica. Come dicevo, i riferimenti alla natura si sprecano e la musica, per quanto destrutturata, ha un tono elegiaco. E' come se il manifesto programmatico di TKOL fosse quello di riportare l'ascoltatore alla campagna e alle sue sensazioni provocandolo con delle ritmiche invece assai urbane.
Una sorta di amo, a cui abbocchiamo nella contemporaneità dei ritmi ossessivi e compulsivi in cui siamo costretti a vivere e che ci trascina invece in mezzo alla natura: un ritorno alle origini ottenuto tramite una sorta di distonia fra significante e significato. Pensando a Saussure e partendo dal presupposto che questo post non sia esclusivamente una mia sega mentale, si potrebbe dire che TKOL è da questo punto di vista estremamente ambizioso, in quanto "scolla" il legame stretto fra significante e significato e anzi porta tale legame su un piano ulteriore: quello della psiche. Non basta imho l'arbitrarietà propria di ogni linguaggio a spiegare le sensazioni indotte da pezzi come "Bloom" (definitivamente la mia preferita) e assistiamo invece alla nascita di nuove icone, avulse dal comune interpretare la natura e il suo simbolismo."

Aggiungiamo anche l'ambientalismo quasi ossessivo di Yorke, e il gioco è fatto!"

Questa riflessione, in realtà subisce poi un'evoluzione (che non incollo per privacy e per rispetto, visto che la recensione di Castaldo dovrebbe, credo, uscire oggi su Repubblica cartaceo), che si estrinseca nell'ipotesi che le due "parti" dell'album simboleggino la prima la dissociazione e l'esproprio della natura dall'individuo e la seconda la successiva riconciliazione. Concetto che ho espresso con:
"In effetti Lotus Flower è il momento di passaggio del concept, fra la dissociazione dei primi pezzi e la pacificazione/riconciliazione che viene espressa da Codex, con l'immagine quasi idilliaca del bagno purificatore nell'acqua "pulita e innocente" del lago (l'immagine delle libellule è davvero evocativa)."
Il sunto è: il disco a me piace moltissimo. Non credo sia definibile un capolavoro, ma la presunta poca attenzione alla melodia in senso stretto è secondo me, voluta. Come al solito i RH dettano una strada, ci stupiscono senza alcuna pretesa che la cosa ci piaccia. E alla fine invece la cosa ci piace: come spessissimo con i loro album anche questo cresce con ascolti ripetuti e attenti: è più uno stato mentale che pura e semplice musica.
Il pezzo che preferisco e che, quello in particolare sì, ritengo un capolavoro, è "Bloom": davvero una fuoriserie. Il suo contraltare naturale è la splendida "Codex", che sembra quasi essere una Pyramid Song del 2011. Azzeccatissima la scelta del singolo, che a quanto vedo in giro sta diventando un tormentone.

Giudizio (in sospeso): gran bel disco, mi aspetto a stretto giro (tipo entro 6 mesi) una seconda parte che chiuda il cerchio (mancano alcuni pezzi veramente interessanti, all'appello). Vedremo.