Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
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Smanetton
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Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Su La Stampa Uto Ughi il 24/12 scorso ha criticato Giovanni Allevi per il suo concerto al Senato.
Oggi Allevi replica sullo stesso quotidiano.
Adoro come suona Ughi e la musica di Allevi non mi ha mai entusiasmato più di tanto.
Tuttavia, dopo aver letto il botta-e-risposta tra i due, Allevi è salito al massimo del mio gradimento come uomo e anche come musicista... E lo ascolterò d'ora in poi con una diversa qualità di attenzione e di apprezzamento.
Oggi Allevi replica sullo stesso quotidiano.
Adoro come suona Ughi e la musica di Allevi non mi ha mai entusiasmato più di tanto.
Tuttavia, dopo aver letto il botta-e-risposta tra i due, Allevi è salito al massimo del mio gradimento come uomo e anche come musicista... E lo ascolterò d'ora in poi con una diversa qualità di attenzione e di apprezzamento.
Smanetton- Membro classe argento
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Ecco cosa scrive UTO UGHI
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200812articoli/39479girata.asp
"Il successo di Allevi? Mi offende"
Uto Ughi «Presuntuoso e mai originale»
SANDRO CAPPELLETTO
Che spettacolo desolante! Vedere le massime
autorità dello Stato osannare questo modestissimo musicista. Il più
ridicolo era l’onorevole Fini, mancava poco si buttasse in ginocchio
davanti al divo». Uto Ughi non ha troppo apprezzato il concerto
natalizio promosso dal Senato della Repubblica che ha avuto come
protagonista il pianista Giovanni Allevi. Il nostro violinista lo ha
ascoltato - «fino alla fine, incredulo» - dalla sua casa di Busto
Arsizio e ne è rimasto «offeso come musicista. Pianista? Ma lui si
crede anche compositore, filosofo, poeta, scrittore. La cosa che più mi
dà fastidio è l’investimento mediatico che è stato fatto su un
interprete mai originale e privo del tutto di umiltà. Il suo successo è
il termometro perfetto della situazione del Nostro Paese: prevalgono
sempre le apparenze».
Che cosa più la infastidisce di Allevi: la sua musica, le sue parole?
«Le composizioni sono musicalmente risibili e questa modestia di
risultati viene accompagnata da dichiarazioni che esaltano la presunta
originalità dell’interprete. Se cita dei grandi pianisti del passato,
lo fa per rimarcare che a differenza di loro lui è "anche" un
compositore. Così offende le interpretazioni davvero grandi: lui è un
nano in confronto a Horowitz, a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno
e a Mina. Questo deve essere chiaro».
Come definire la sua musica?
«Un collage furbescamente messo insieme. Nulla di nuovo. Il suo
successo è una conseguenza del trionfo del relativismo: la scienza del
nulla, come ha scritto Claudio Magris. Ma non bisogna stancarsi di
ricordare che Beethoven non è Zucchero e Zucchero non è Beethoven. Ma
Zucchero ha una personalità molto più riconoscibile di quella di
Allevi».
C’è più dolore che rabbia nelle sue parole.
«Mi fa molto male questo inquinamento della verità e del gusto. Trovo
colpevole che le istituzioni dello Stato avvalorino un simile equivoco.
Evidentemente i consulenti musicali del Senato della Repubblica sono
persone di poco spessore. Tutto torna: è anche la modestia artistica e
culturale di chi dirige alcuni dei nostri teatri d’opera, delle nostre
associazioni musicali e di spettacolo a consentire lo spaventoso taglio
alla cultura contenuto negli ultimi provvedimenti del governo.
Interlocutori deboli rendono possibile ogni scempio, hanno armi
spuntate per fronteggiarlo».
Che opinione ha di Allevi come esecutore? «In altri tempi non sarebbe stato ammesso al Conservatorio».
Lui si ritiene un erede e un profondo innovatore della tradizione classica.
«Non ha alcun grado di parentela con la musica che chiamiamo classica,
né con la vecchia né con la nuova. Questo è un equivoco intollerabile.
E perfino nel suo campo, ci sono pianisti, cantanti, strumentisti,
compositori assai più rilevanti di lui».
Però è un fenomeno mediatico e commerciale assai rilevante. «Si
tratta di un’esaltazione collettiva e parossistica dietro alla quale
agisce evidentemente un forte investimento di marketing. Mi sorprende
che giornali autorevoli gli concedano spazio, spesso in modo acritico.
Anche Andrea Bocelli ha un grande successo, ma non è mai presuntuoso
quando parla di sé. Da musicista, conosce i propri limiti».
Allevi è giovane.
Non vuole offrirgli qualche consiglio? «Rifletta tre volte prima di
parlare. Sia umile e prudente. Ma forse non è neppure il vero
responsabile di quello che dice».
C’è un aspetto quasi
messianico in alcune sue affermazioni, in questa autoinvestitura
riguardo al proprio ruolo per il futuro della musica. «Lui si ritiene un profeta della nuova musica, parla come davvero lo fosse. Nuova? Ma per piacere!».
Ma
come interpretare questo suo oscuro annuncio: «La mia musica avrà sulla
musica classica lo stesso impatto che l'Islam sta avendo sulla civiltà
occidentale?» «Evidentemente pensa che vinceranno Allevi e l’Islam. Vi prego, nessuno beva queste sciocchezze».
_________________
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Ecco cosa risponde GIOVANNI ALLEVI
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200812articoli/39552girata.asp
"Caro Ughi, lei difende
soltanto la sua Casta"
La replica di Allevi al violinista: «Da lui un attacco cieco e violento»
GIOVANNI ALLEVI
ROMA
Sono uscito dal Senato alle 15.30,
con in tasca una cravatta rossa. Me l’ha regalata un bambino, che era
venuto con i genitori per assistere al concerto: «Tienila Giovanni, è
tua. L’ho messa per te, per la prima volta in vita mia». Fuori, con mia
grandissima sorpresa, ho trovato una grande folla radunata davanti
Palazzo Madama, per salutare me e i professori d’orchestra. Ecco,
Maestro Ughi, queste sono le immagini indelebili, che resteranno
scritte nel mio cuore, indissolubilmente legate a quel concerto. Ora,
proprio su questo tavolino, c’è un foglietto spiegazzato con sopra un
autografo. Certo, in questi ultimi anni ho avuto l’onore di firmarne
tanti. Ma quello che ho qui con me, l’ho voluto io. È l’unico autografo
che abbia mai chiesto a un artista. Quella sera di dieci anni fa, me ne
tornai al mio monolocale da una gremita Sala Verdi del Conservatorio di
Milano, con in tasca quel foglietto, come fosse un gioiello. Non era
stato facile nemmeno raggiungere il camerino dell’artista, per un
nessuno come me, un anonimo studente in Composizione. Io non avevo
amicizie influenti, a stento arrivavo alla fine del mese, affrontavo
grandi sacrifici per diplomarmi in Composizione e il biglietto del
concerto l’avevo pagato. Ma ora avevo l’autografo di uno dei più
valenti violinisti del mondo: lei, Maestro Ughi.
Come ha
potuto farmi questo? Come ha potuto sputarmi addosso tanto veleno,
proprio il giorno della Vigilia di Natale? Lei si ritiene offeso, e di
cosa? Come fa una musica a offendere, se è scritta e suonata con tutta
l’anima? Una musica strumentale senza parole? Secondo lei, io non sarei
degno di essere ammesso in Conservatorio. In realtà vi ho trascorso i
miei migliori anni preparandomi a diventare, con cura, impegno e
passione, un compositore di musica contemporanea. Sono diplomato in
Pianoforte con 10/10. Sono diplomato in Composizione col massimo dei
voti. Ho pubblicato le mie partiture musicali. Sono un dottore in
Filosofia, laureato con Lode e ho pubblicato i miei scritti. Il mondo
della musica classica è malato. Lei è uno dei pochissimi che è riuscito
a viverlo da protagonista, ma forse non immagina cosa vuol dire
studiare anni e anni uno strumento musicale per arrivare, sì e no, a
insegnare in una scuola privata.
E così, a spartirsi la torta
del potere musicale sono in pochi, una casta, impegnata a perpetrare la
propria concezione dell’arte e la propria esistenza. È una lobby di
potere fatta di protettori e protetti, nascosti nelle stanze di palazzi
per molti irraggiungibili. Dalla casta emerge sempre lo stesso monito:
«La gente è ignorante, noi siamo i veri detentori della cultura». Ma
proprio nelle aule del Conservatorio, analizzando le partiture dei
grandi del passato, e confortato dal pensiero di Hegel nella
Fenomenologia, ho maturato il convincimento che ogni epoca abbia
diritto alla sua musica. Perché costringere il pubblico del nostro
tempo a rapportarsi solo a capolavori concepiti secoli fa, e perdere
così l’occasione di creare una musica nuova, verace espressione dei
nostri giorni, che sia una rigorosa evoluzione della tradizione
classica europea? La musica cosiddetta «contemporanea», atonale e
dodecafonica, in ogni caso non è più tale, perché espressione delle
lacerazioni che agitavano l’Europa in tempi ormai lontani. Ecco allora
il mio progetto visionario. È necessario uno sforzo creativo a monte,
piuttosto che insistere solo sull’educazione musicale, gettando le basi
di una nuova musica colta contemporanea, che recuperi il contatto
profondo con la gente. Ho provato a farlo, con le mie partiture e i
miei scritti. È stato necessario.
Ci sono voluti altri dieci
anni, oltre i venti di studi, e il risultato, per nulla scontato, è
stato deflagrante: il pubblico, soprattutto giovane, è accorso ai miei
concerti, di pianoforte solo o con orchestra sinfonica, come fossero
eventi rock, a Roma e a Milano come a Pechino, New York e Tokyo. Quella
musica parla al cuore ma il suo virtuosismo tecnico e soprattutto
ritmico richiede esecutori di grande talento. È una musica colta che
non può prescindere dalla partitura scritta e che rifiuta qualunque
contaminazione, con le parole, con le immagini, con strumenti musicali
e forme che non siano propri della tradizione classica. Centinaia di
giovani mi scrivono che, sul mio esempio, sono entrati in Conservatorio
per studiare uno strumento o per intraprendere la via creativa della
composizione. Come la storia dell’Estetica musicale insegna, in tutte
le epoche ogni idea nuova ha dovuto faticare per affermarsi, divenendo
poi, paradossalmente, la «regola» per i posteri. Quello che è certo è
che quando il nuovo avanza fa sempre paura. Da amante di Hegel, quindi,
sapevo benissimo che l’ondata di novità avrebbe mandato in crisi il
vecchio sistema e che i sacerdoti della casta, con i loro adepti, non
potendo riconoscere su di me alcuna paternità, avrebbero messo in atto
una criminale quanto spietata opera di «crocifissione di Allevi». «Il
suo successo mi offende...», «Le composizioni sono musicalmente
risibili...», «È un nano...», ma l’assunto più grave che circola è:
«Allevi approfitta dell’ignoranza della gente, attraverso una furba
operazione di marketing». Niente di più falso! La mia è una musica
classica, perché utilizza il linguaggio colto, la cui padronanza è
frutto di anni di studio accademico. La mia è una musica nuova perché
contiene quel sapore, quella sensibilità dell’oggi, che nessun
musicista del passato poteva immaginare.
«Ogni mattina, quando
si leva il sole, inizia un giorno che non ha ancora mai vissuto
nessuno», afferma il teologo David Maria Turoldo. La mia non è una
musica pop, perché non contempla alcun cantante, alcuna chitarra
elettrica e batteria e non usa la tradizione orale, o una scrittura
semplificata come mezzo di propagazione. Non c’è alcuna macchinazione,
tutto è assolutamente limpido e puro: le persone spontaneamente hanno
scelto di seguirmi. Ma bisogna smettere di ritenere ignorante la gente
«comune». Il pubblico cui si rivolgeva Mozart nel XVIII secolo era
forse più colto del nostro? Mai in Italia ci sono stati tanti studenti
di musica come in questi tempi. Se la mia musica l’avesse infastidita,
Lei poteva semplicemente cambiare canale. E invece, esprimendo un
parere del tutto personale, si è voluto erigere a emblema di un mondo
ferito, violento e cieco.
Non sono un presuntuoso, semmai un
sognatore, e la mia musica, assieme alle mie intuizioni estetiche, non
hanno mai voluto offendere nessuno. Io, a differenza di lei, non
ricopro nessun ruolo istituzionale, non ho fatto intitolare nessun
Festival a mio nome, non ho potere alcuno nel cosiddetto «mondo della
musica», ma ciononostante mi si accusa di essere in un luogo, il cuore
di centinaia di migliaia di persone, dove altri vorrebbero essere. Alla
luce delle sue parole, sembra paradossale che lei sia Presidente
dell’Associazione «Uto Ughi per i giovani». Il grande Segovia diceva:
«I giovani compositori hanno fatto la mia fortuna, io la loro». Invece
Lei ha scelto la via facile dell’ostruzionismo, dall’alto della sua
conclamata notorietà. Quel suo autografo che ho sempre conservato
gelosamente, dopo tanti anni, per me ora non conta più niente
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Mamma mia ....che figuraccia!!!! Uto-Ugni l'ha fatta grossa.....ha diciarato apertamente che l'italia è un paese ignoranti....ma la facciamo finita!!!!!??? forse era geloso che non avevano invitato lui al senato!!!!...... .Cmq è un arrogante e presuntuoso ......Domani mi vado a comprare il cd di Allevi
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sproloqui -_-'
Uto Ughi non è nuovo a questo tipo di esternazioni contro la musica "nuova" (per lui) a favore di un ostruzionismo classicista. Anche i toni spesso sono stati simili, se non addirittura più duri, di quelli usati contro Allevi.
Ricordo ad esempio un'intervista a "Che tempo che fa", popolare trasmissione condotta da Fabio Fazio, in cui dichiarava che l'intero mondo del pop, dalla sua nascita, non conteneva nulla di interessante per lui.
Cito questa trasmissione perchè oltre ad Uto Ughi spesso sono stati invitati esponenti del mondo musicale, fra cui anche altri "famosissimi" del mondo della musica classica, come Accardo, Muti, Barenboim e altri. E così come è stato chiesto ad Ughi un giudizio sul mondo della musica "pop" fu chiesto anche a loro il proprio parere. Ed in nessun caso la risposta è stata così netta e oltranzista come quella del violinista.
Da una parte questo potrebbe anche essere scambiato come "coraggio", come mancanza di "peli sulla lingua" e di ipocrisia, ma se si legge l'intervista si scopre qualcosa di diverso.
Non so come ve la cavate in retorica, oratoria e comunicazione in generale, ma io ho sempre avuto una sorta di passione nell'analisi tecnica del testo (deformazione professionale, classico e giurisprudenza hanno rovinato la mia giovane mente ).
Beh le parole di Ughi nell'intervista sono il massimo della banalità, in quanto a tecnica di comunicazione. Quindi funzionano benissimo.
Attacca duramente un soggetto come Allievi, sovraesposto mediaticamente, e lo fa sui terreni meno appropiati e più redditizi. Lo accusa di essere scarso utilizzando delle vere e proprie ingiurie (a questo livello culturale "nano" è un'ingiuria almeno quanto "stronzo") e non si degna mai di spiegare le proprie affermazioni. Lo accusa di essere un "presenzialista", sapendo che questo è un tasto su cui la gente spesso si butta e su cui spesso concorda. Quante volte avete detto "Basta, che palle 'sto tizio/'sta tizia qui, non se ne può più", al di là degli effettivi meriti o capacità del soggetto in questione? Ecco finchè uno lo dice in casa propria o al bar è innocuo, ma un elemento di questo tipo portato come argomentazione incomincia a diventare una "captatio benevolentiae" di bassa lega, quella che in politica assume il nome di "populismo" o "demagogia".
E allo stesso modo l'accenno a Mina o Modugno è un lampante esempio di "concessio", una concessione che il retore fa per ingraziarsi l'uditorio pur affermando qualcosa che all'uditorio non piacerebbe. Un esempio tipico di questa tecnica (banale e superficiale già 3000 anni fa) è il famoso "Io non ho nulla contro xxxx, però..." o "A me quelli là non hanno mai fatto nulla, però...". In questo caso Ughi non fa nient'altro che questo, in maniera appena un pò più complessa: "Il pop mi fa schifo tutto, Allevi è uno schifo, ma quelli che piacciono a voi sono meglio". E' ovvio che un'azione di questo tipo è squallida. Affermare che il pop ti fa schifo è un atto di coraggio, leccare il lettore dicendo che Mina o Modugno sono meglio di Allevi (ma sempre schifezze) è un mezzuccio.
L'attacco alla "casta" è un altro punto saliente. E ridicolo. Allevi è uno studente uscito dal conservatorio, "pompato" da casa discografica e media, modaiolo e probabilmente senza grandissimi meriti, ma di sicuro non è l'eminenza grigia della musica classica italiana... Prendersela con la casta è un altro espediente retorico. In questo momento storico il lettore superficiale o meno è propenso a storcere il naso al solo nominare questa benedettissima "casta" e basta inserire questo sostantivo per crerare un'aura di negatività in un constesto. Se poi si insinua anche il collegamento con un soggetto, questo diventa automaticamente disprezzabile.
Ma leggendo più attentamente si nota come Ughi accosti solamente le due immagini. Non dice mai perchè Allevi appartenga alla casta e lui no, non dice mai chi è la casta. Dice solo che la casta sbaglia, facendo leva sui bassi istinti del lettore, che normalmente è portato ad identificarsi con i soggetti il cui merito non viene riconosciuto. Così come quello del povero Ughi, viene da pensare...
Peccato che il violinista non solo sia stimatissimo, pagatissimo e conosciutissimo (anche al di fuori del mondo della classica), ma abbia più volte "bazzicato" la politica (fu vicino alla candidatura per Forza Italia, un partito che in 16 anni di esistenza ha governato l'Italia 8 anni, non proprio fuori dalla casta, dunque...).
Insomma il simpatico Uto Ughi ha perso un'occasione non per stare zitto, ma per dire qualcosa di interessante. Avrebbe potuto demolire Allevi in dieci minuti dall'alto delle sue capacità e conoscenze specifiche.
Avrebbe potuto spiegare la situazione al collasso della musica classica italiana, dall'alto delle sue mille cariche in queste istituzioni.
Avrebbe potuto spiegare perchè il pop non ha assolutamente nessun valore.
Avrebbe potuto spiegarci perchè siamo ignoranti (ha detto anche questo, si è notato).
Avrebbe potuto spiegare.
Avrebbe potuto.
Non l'ha fatto. S'è limitato a fare un comizio di scarsa qualità e di sicura presa mediatica, superando Allevi in ciò di cui lo si accusa. Uto Ughi si dimostra più realista del re. Quasi un bue che dà del cornuto all'asino.
Voglio sottolineare che a me Allevi piace veramente poco, quasi per nulla.
Però se qualcuno lo ascolta... non mi offende.
E se la musica classica ha così poca attrattiva verso le masse è anche per la presenza di gente come Uto Ughi. Sentirsi dare dello scemo non è mai simpatico.
E per introdurre un discorso infinito: il "pop" non è peggio della classica. Sarebbe come dire che tutti dovremmo leggere solo Iliade ed Odissea, Divina Commedia e De Rerum Natura, Gerusalemme Liberata e poco altro. O che tutti dovremmo guardare solo Fidia e Prassitele, Michelangelo e Donatello, Caravaggio e Piero della Francesca. O andare a cinema e guardare solo il cinema muto o in bianco e nero.
Eppure esistono anche Umberto Eco e Italo Calvino, Hugo e Dickens, Melville e Tolstoj, Picasso e Van Gogh, Kandinskij e Magritte, Rothko e Fontana, Fellini, Antonioni, Coppola, Spielberg e chi più ne sa, più ne dica.
Il mondo non si è fermato al 1800. Men che mai quello della musica.
Ogni opera va vista nell'ottica del suo tempo, i valori "assoluti" lasciamoli alla Chiesa. E alle riviste audiofile
P.S.= la risposta di Allevi è ben impostata. Si legge come "Sarò pure un ricciolone sputacchiante, ma la mia laurea non è honoris causa come la tua e il mio diploma è uguale al tuo."
Ricordo ad esempio un'intervista a "Che tempo che fa", popolare trasmissione condotta da Fabio Fazio, in cui dichiarava che l'intero mondo del pop, dalla sua nascita, non conteneva nulla di interessante per lui.
Cito questa trasmissione perchè oltre ad Uto Ughi spesso sono stati invitati esponenti del mondo musicale, fra cui anche altri "famosissimi" del mondo della musica classica, come Accardo, Muti, Barenboim e altri. E così come è stato chiesto ad Ughi un giudizio sul mondo della musica "pop" fu chiesto anche a loro il proprio parere. Ed in nessun caso la risposta è stata così netta e oltranzista come quella del violinista.
Da una parte questo potrebbe anche essere scambiato come "coraggio", come mancanza di "peli sulla lingua" e di ipocrisia, ma se si legge l'intervista si scopre qualcosa di diverso.
Non so come ve la cavate in retorica, oratoria e comunicazione in generale, ma io ho sempre avuto una sorta di passione nell'analisi tecnica del testo (deformazione professionale, classico e giurisprudenza hanno rovinato la mia giovane mente ).
Beh le parole di Ughi nell'intervista sono il massimo della banalità, in quanto a tecnica di comunicazione. Quindi funzionano benissimo.
Attacca duramente un soggetto come Allievi, sovraesposto mediaticamente, e lo fa sui terreni meno appropiati e più redditizi. Lo accusa di essere scarso utilizzando delle vere e proprie ingiurie (a questo livello culturale "nano" è un'ingiuria almeno quanto "stronzo") e non si degna mai di spiegare le proprie affermazioni. Lo accusa di essere un "presenzialista", sapendo che questo è un tasto su cui la gente spesso si butta e su cui spesso concorda. Quante volte avete detto "Basta, che palle 'sto tizio/'sta tizia qui, non se ne può più", al di là degli effettivi meriti o capacità del soggetto in questione? Ecco finchè uno lo dice in casa propria o al bar è innocuo, ma un elemento di questo tipo portato come argomentazione incomincia a diventare una "captatio benevolentiae" di bassa lega, quella che in politica assume il nome di "populismo" o "demagogia".
E allo stesso modo l'accenno a Mina o Modugno è un lampante esempio di "concessio", una concessione che il retore fa per ingraziarsi l'uditorio pur affermando qualcosa che all'uditorio non piacerebbe. Un esempio tipico di questa tecnica (banale e superficiale già 3000 anni fa) è il famoso "Io non ho nulla contro xxxx, però..." o "A me quelli là non hanno mai fatto nulla, però...". In questo caso Ughi non fa nient'altro che questo, in maniera appena un pò più complessa: "Il pop mi fa schifo tutto, Allevi è uno schifo, ma quelli che piacciono a voi sono meglio". E' ovvio che un'azione di questo tipo è squallida. Affermare che il pop ti fa schifo è un atto di coraggio, leccare il lettore dicendo che Mina o Modugno sono meglio di Allevi (ma sempre schifezze) è un mezzuccio.
L'attacco alla "casta" è un altro punto saliente. E ridicolo. Allevi è uno studente uscito dal conservatorio, "pompato" da casa discografica e media, modaiolo e probabilmente senza grandissimi meriti, ma di sicuro non è l'eminenza grigia della musica classica italiana... Prendersela con la casta è un altro espediente retorico. In questo momento storico il lettore superficiale o meno è propenso a storcere il naso al solo nominare questa benedettissima "casta" e basta inserire questo sostantivo per crerare un'aura di negatività in un constesto. Se poi si insinua anche il collegamento con un soggetto, questo diventa automaticamente disprezzabile.
Ma leggendo più attentamente si nota come Ughi accosti solamente le due immagini. Non dice mai perchè Allevi appartenga alla casta e lui no, non dice mai chi è la casta. Dice solo che la casta sbaglia, facendo leva sui bassi istinti del lettore, che normalmente è portato ad identificarsi con i soggetti il cui merito non viene riconosciuto. Così come quello del povero Ughi, viene da pensare...
Peccato che il violinista non solo sia stimatissimo, pagatissimo e conosciutissimo (anche al di fuori del mondo della classica), ma abbia più volte "bazzicato" la politica (fu vicino alla candidatura per Forza Italia, un partito che in 16 anni di esistenza ha governato l'Italia 8 anni, non proprio fuori dalla casta, dunque...).
Insomma il simpatico Uto Ughi ha perso un'occasione non per stare zitto, ma per dire qualcosa di interessante. Avrebbe potuto demolire Allevi in dieci minuti dall'alto delle sue capacità e conoscenze specifiche.
Avrebbe potuto spiegare la situazione al collasso della musica classica italiana, dall'alto delle sue mille cariche in queste istituzioni.
Avrebbe potuto spiegare perchè il pop non ha assolutamente nessun valore.
Avrebbe potuto spiegarci perchè siamo ignoranti (ha detto anche questo, si è notato).
Avrebbe potuto spiegare.
Avrebbe potuto.
Non l'ha fatto. S'è limitato a fare un comizio di scarsa qualità e di sicura presa mediatica, superando Allevi in ciò di cui lo si accusa. Uto Ughi si dimostra più realista del re. Quasi un bue che dà del cornuto all'asino.
Voglio sottolineare che a me Allevi piace veramente poco, quasi per nulla.
Però se qualcuno lo ascolta... non mi offende.
E se la musica classica ha così poca attrattiva verso le masse è anche per la presenza di gente come Uto Ughi. Sentirsi dare dello scemo non è mai simpatico.
E per introdurre un discorso infinito: il "pop" non è peggio della classica. Sarebbe come dire che tutti dovremmo leggere solo Iliade ed Odissea, Divina Commedia e De Rerum Natura, Gerusalemme Liberata e poco altro. O che tutti dovremmo guardare solo Fidia e Prassitele, Michelangelo e Donatello, Caravaggio e Piero della Francesca. O andare a cinema e guardare solo il cinema muto o in bianco e nero.
Eppure esistono anche Umberto Eco e Italo Calvino, Hugo e Dickens, Melville e Tolstoj, Picasso e Van Gogh, Kandinskij e Magritte, Rothko e Fontana, Fellini, Antonioni, Coppola, Spielberg e chi più ne sa, più ne dica.
Il mondo non si è fermato al 1800. Men che mai quello della musica.
Ogni opera va vista nell'ottica del suo tempo, i valori "assoluti" lasciamoli alla Chiesa. E alle riviste audiofile
P.S.= la risposta di Allevi è ben impostata. Si legge come "Sarò pure un ricciolone sputacchiante, ma la mia laurea non è honoris causa come la tua e il mio diploma è uguale al tuo."
Abulafia- Giovane Saggio Polemico del Forum
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
A mio avviso Ugi sbaglia a polemizzare apertamente contro Allevi. Che la musica del marchigiano sia aria fritta si era capito da un po' ma regalargli altra notorietà con questa polemica da checche isteriche è un clamoroso autogol. Ci sono già i suoi riccioloni che conquistano le attenzioni delle tv italiane e riempiono copertine di CD e libri (oddio ho visto anche l'ellepì e mi ha fatto impressione spalmato su 30 cm, in questi casi preferirei una bella pen-drive con copertina francobollo). Sul fatto che in Italia ci sia tanta ignoranza musicale (me compreso) non vi è alcun dubbio.
Ivan- Giovane Saggio del Forum
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Ivan..... Aria Fritta???? come mai queste parole?? sei talmente competente da giudicarla "Aria fritta" al max si potrebbe dire non è il mio genere, non mi piace la sua interpretazione, ma secondo me è molto offensivo dire ad un compositore che si è fatto un cul....cosi dire la tua musica è "aria fritta".... Ps Non ti conosco può essere che sei diplomato al conservatorio è quindi hai basi tecniche e culturali da poter giudare la musica di Allevi, fermo restando che trovo poco fino giudare le musica "Aria Fritta"
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
rattaman ha scritto:Ivan..... Aria Fritta???? come mai queste parole?? sei talmente competente da giudicarla "Aria fritta" al max si potrebbe dire non è il mio genere, non mi piace la sua interpretazione, ma secondo me è molto offensivo dire ad un compositore che si è fatto un cul....cosi dire la tua musica è "aria fritta".... Ps Non ti conosco può essere che sei diplomato al conservatorio è quindi hai basi tecniche e culturali da poter giudare la musica di Allevi, fermo restando che trovo poco fino giudare le musica "Aria Fritta"
No, io non sono competente anzi l'ho detto prima sono il primo degli ignoranti. Sono un semplice ascoltatore e acquirente di musica, il mio giudizio è personalissimo e frutto di emozioni che l'artista riesce a trasmettermi e quindi mediata dai miei gusti e dalle mie esperienze. La musica non è fatta solo per gli addetti ai lavori o per chi l'ha studiata in accademia, la musica è fatta anche per il pubblico (io ne faccio parte attiva) e per questo deve essere giudicata anche dai semplici fruitori.
In questa diatriba sto dalla parte di Ughi, anche lui si è sbattuto tanto in conservatorio.
Ivan- Giovane Saggio del Forum
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Abulafia ha scritto:
E se la musica classica ha così poca attrattiva verso le masse è anche per la presenza di gente come Uto Ughi. Sentirsi dare dello scemo non è mai simpatico.
Sostanzialmente condivido tutto quello che hai detto. Tranne questa cosa, sicuramente conoscerai il festival Uto Ughi per Roma. E' grazie al violinista che si fa questo festival completamente gratuito da una decade ormai, e se poi uno è scemo che male c'è a ricordaglielo?
Ivan- Giovane Saggio del Forum
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Ivan ha scritto:Abulafia ha scritto:
E se la musica classica ha così poca attrattiva verso le masse è anche per la presenza di gente come Uto Ughi. Sentirsi dare dello scemo non è mai simpatico.
Sostanzialmente condivido tutto quello che hai detto. Tranne questa cosa, sicuramente conoscerai il festival Uto Ughi per Roma. E' grazie al violinista che si fa questo festival completamente gratuito da una decade ormai, e se poi uno è scemo che male c'è a ricordaglielo?
Che di certo non lo attrai verso la non scemenza.
Intendiamoci, dello scemo non è che sia immorale o chissaché, ma non è il massimo se si vuole portare qualcuno verso il proprio punto di vista.
E sinceramente se uno dà dello scemo significa che si sente non-scemo, quindi superiore. E se uno si sente tale per me ha almeno il dovere morale di tentare di portare l'interlocutore ad un livello di non-scemo. Se poi non ci si riesce, vai col turpiloquio. Ma che almeno ci si provi.
Fra l'altro tra ignorante e scemo ci passa parecchio.
E ribadisco, se Uto Ughi non capisce il pop di ignoranza ne ha anche lui parecchia. Troppa per considerarlo altro che un grande musicista classico, eccelso e infervorato dal suo status. E stop.
Se l'arte si potesse imparare in 10 anni di conservatorio, istituto di belle arti, scuola di cinema o scuola di scruttyra creativa saremmo tutti artisti, ed invece non lo siamo. Urge poi ricordare che di solito gli artisti sono i peggiori critici e analisti della propria arte. Quindi dei loro gusti... poco ne dovrebbe calare alla gente. Se insegnano e spiegano va tutto bene, se pontificano mi sento in dovere di dare dello "scemo" a loro.
Non ho bisogno di uno che mi dica "la musica classica è meglio perchè etc etc". Ho bisogno di qualcuno che mi dica "la musica classica è questo questo e quest'altro".
Un critico letterario ti insegna a fare un'analisi del testo, non ti dice quale testo sia degno dell'analisi. Si insegnano gli strumenti, non le conclusioni. Altrimenti si fa tanto danno.
I concerti gratuiti sono cosa buona e giusta, le esternazioni qualunquiste di certo non aiutano la causa di cui è ovvio che Ughi si senta giustamente promotore.
Io sono appassionato di letteratura classica e sono ovviamente convinto che sia la migliore (tecnicamente parlando), ma se lo dicessi così a qualcuno che ne sa meno di me probabilmente mi prenderebbe a sputi .
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Abulafia ha scritto:Uto Ughi non è nuovo a questo tipo di esternazioni contro la musica "nuova" (per lui) a favore di un ostruzionismo classicista.
Bisogna tener presente che il narcisismo e la megalomania sono tratti che caratterizzano il presente. Il senso della realtà latita: comunissimi medici, avvocati, professori ecc. si sentono, oggi, autentici luminari! Quindi, la vicenda Allevi non sorprende granchè. Anche nel campo del pop sta avvenendo un qualcosa di simile: Giusy Ferreri sta ottenendo un successo grandissimo sfruttando un modo di cantare che somiglia al ragliare dell'asino. Simona Ventura, grande esperta(?) di musica, ha affermato che questa cantante è un autentico ciclone! Beh, a questo punto, Allevi è Mozart...
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
filo5847 ha scritto:Bisogna tener presente che il narcisismo e la megalomania sono tratti che caratterizzano il presente. Il senso della realtà latita: comunissimi medici, avvocati, professori ecc. si sentono, oggi, autentici luminari! Quindi, la vicenda Allevi non sorprende granchè. Anche nel campo del pop sta avvenendo un qualcosa di simile: Giusy Ferreri sta ottenendo un successo grandissimo sfruttando un modo di cantare che somiglia al ragliare dell'asino. Simona Ventura, grande esperta(?) di musica, ha affermato che questa cantante è un autentico ciclone! Beh, a questo punto, Allevi è Mozart...
Ti quoto, straquoto e ancora di più!!
Ultima modifica di nd1967 il Lun 29 Dic 2008 - 9:49 - modificato 1 volta. (Motivazione : sistemato quoting)
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Amo la musica Classica, questa è la mia premessa.
Detto questo, non credo che qui sia un parlare di quale genere musicale sia meglio di altri, sicuramente a questo riguardo posso dire che Mozart era anche troppo moderno per l'epoca in cui visse e sicuramente anche lui allora non era capito. Io dico che Allevi, che comunque non ho ascoltato moltissimo e mi riprometto di farlo, non è il migliore esecutore pianista che mi sia capitato di sentire, anzi. Vorrei sentirlo suonare certi brani che dico io... Avevo sentito su Rai2 una notte, un pianista a me sconosciuto (oh crassa ignoranza mia! Sicuramente era il Maestro di tutti i pianisti! Mi pento e mi dolgo ma non posso rimediare non sapendo coordinate temporali del concerto da lui tenuto) e quello sì che, pur non conoscendolo e pur suonando lui principalmente roba jazz (ossia non proprio la mia musica preferita...) ma non solo, mi colpì tantissimo. Veramente eccezionale, alla fine un brano di un autore di inizi 900 incredibilmente difficile (non era Rachmaninov! era stile "Joplin"/jazz) e infine un divertentissimo "Per Elisa" come lo ricordava lui, disse, ascoltato da piccolo dal grammofono della nonna... pensate solo che il grammofono non funzionava granchè bene per cui il disco andava a singhiozzo, la testina saltava allegramente e a volte rallentata o accelerava... a voi immaginare il risultato che lui rese dal vivo pefettamente! E con un discorso iniziale parecchio simpatico, cosa che me lo fece accomunare allo scanzonato Allevi. Ma proprio per questo, ritengo i due parecchio diversi, Allevi non si avvicinava nemmeno all'illustre sconosciuto per tecnica e virtuosismo.
Per quanto rigurada la composizione, devo dire che Allevi non mi piace, non mi piacciono le sue composizioni, le trovo proprio roba da esami da conservatorio, nulla di più. Niente a che vedere con la "classica". Se quella è classica allora autori come Hans Zimmer, Johm Williams o lo stesso nostro Ennio Morricone che dovrebbero dire? Di sicuro estro artistico ben maggiore.
Ma non posso fare una colpa ad Allevi se non è il migliore come vorrebbero fare credere, lui suona musica in modo eccezionale, lui compone... due cose che pagherei fino all'ultimo euro per sapere fare. E' un grande, chi lo invidia sbaglia e chi lo critica senza sapere cosa sono 10 anni di conservatorio sbaglia 10 volte di più. Ma la sua musica non è musica classica e lui non è paragonabile ad altri talenti artistici che compongono davvero grande musica classica "moderna", non è nemmeno lontanamente paragonabile ai grandi del passato che hanno letteralmente creato il genere "classico". Chi lo paragona ad autori pop, rock, ecc. secondo me non sa di cosa sta parlando, però, perchè per arrivare al livello di Allevi bisogna essere su diversi gradini più in alto...
Concludo dicendo che il grande maestro Ughi, se voleva smorzare l'entusiasmo e l'hype attorno al fenomeno "Allevi", avrebbe potuto usare altri toni, magari una critica più asettica e costruttiva. Allevi, anche se per ora non mi piace la tua musica, apprezzo e rispetto la fatica che ci sta dietro e ti dico "continua così!", che l'invidia è una brutta bestia.
Detto questo, non credo che qui sia un parlare di quale genere musicale sia meglio di altri, sicuramente a questo riguardo posso dire che Mozart era anche troppo moderno per l'epoca in cui visse e sicuramente anche lui allora non era capito. Io dico che Allevi, che comunque non ho ascoltato moltissimo e mi riprometto di farlo, non è il migliore esecutore pianista che mi sia capitato di sentire, anzi. Vorrei sentirlo suonare certi brani che dico io... Avevo sentito su Rai2 una notte, un pianista a me sconosciuto (oh crassa ignoranza mia! Sicuramente era il Maestro di tutti i pianisti! Mi pento e mi dolgo ma non posso rimediare non sapendo coordinate temporali del concerto da lui tenuto) e quello sì che, pur non conoscendolo e pur suonando lui principalmente roba jazz (ossia non proprio la mia musica preferita...) ma non solo, mi colpì tantissimo. Veramente eccezionale, alla fine un brano di un autore di inizi 900 incredibilmente difficile (non era Rachmaninov! era stile "Joplin"/jazz) e infine un divertentissimo "Per Elisa" come lo ricordava lui, disse, ascoltato da piccolo dal grammofono della nonna... pensate solo che il grammofono non funzionava granchè bene per cui il disco andava a singhiozzo, la testina saltava allegramente e a volte rallentata o accelerava... a voi immaginare il risultato che lui rese dal vivo pefettamente! E con un discorso iniziale parecchio simpatico, cosa che me lo fece accomunare allo scanzonato Allevi. Ma proprio per questo, ritengo i due parecchio diversi, Allevi non si avvicinava nemmeno all'illustre sconosciuto per tecnica e virtuosismo.
Per quanto rigurada la composizione, devo dire che Allevi non mi piace, non mi piacciono le sue composizioni, le trovo proprio roba da esami da conservatorio, nulla di più. Niente a che vedere con la "classica". Se quella è classica allora autori come Hans Zimmer, Johm Williams o lo stesso nostro Ennio Morricone che dovrebbero dire? Di sicuro estro artistico ben maggiore.
Ma non posso fare una colpa ad Allevi se non è il migliore come vorrebbero fare credere, lui suona musica in modo eccezionale, lui compone... due cose che pagherei fino all'ultimo euro per sapere fare. E' un grande, chi lo invidia sbaglia e chi lo critica senza sapere cosa sono 10 anni di conservatorio sbaglia 10 volte di più. Ma la sua musica non è musica classica e lui non è paragonabile ad altri talenti artistici che compongono davvero grande musica classica "moderna", non è nemmeno lontanamente paragonabile ai grandi del passato che hanno letteralmente creato il genere "classico". Chi lo paragona ad autori pop, rock, ecc. secondo me non sa di cosa sta parlando, però, perchè per arrivare al livello di Allevi bisogna essere su diversi gradini più in alto...
Concludo dicendo che il grande maestro Ughi, se voleva smorzare l'entusiasmo e l'hype attorno al fenomeno "Allevi", avrebbe potuto usare altri toni, magari una critica più asettica e costruttiva. Allevi, anche se per ora non mi piace la tua musica, apprezzo e rispetto la fatica che ci sta dietro e ti dico "continua così!", che l'invidia è una brutta bestia.
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Stefano Bollani, pupillo di Enrico Rava.Silver Black ha scritto:Avevo sentito su Rai2 una notte, un pianista a me sconosciuto (oh crassa ignoranza mia! Sicuramente era il Maestro di tutti i pianisti! Mi pento e mi dolgo ma non posso rimediare non sapendo coordinate temporali del concerto da lui tenuto) e quello sì che, pur non conoscendolo e pur suonando lui principalmente roba jazz (ossia non proprio la mia musica preferita...) ma non solo, mi colpì tantissimo. Veramente eccezionale...
Credo che, se ci provasse, con il piano riuscirebbe anche a fare la birra
vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Bollani per comiciare.
Memorabile un concerto-spettacolo in cui stavano insieme lui, la Banda Osiris, Rava e Gianmaria Testa.
Il pezzo del grammofono è anche su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=NebVA80hum8
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Lo spettacolo è il bellissimo GUARDA CHE LUNA del quale è uscito anche il DVD (che ovviamente ho )Smanetton ha scritto:
Memorabile un concerto-spettacolo in cui stavano insieme lui, la Banda Osiris, Rava e Gianmaria Testa.
Dal link http://www.produzionifuorivia.it/GuardaLuna/GuardaLuna.htm
Torino e la musica dei night, delle balere. Buscaglione, il primo jazz, le notti all’ultimo respiro. La malavita un po’ inventata un po’ sul serio e la fabbrica, laggiù, lontana, in sottofondo. La luna che si specchia in mari immaginati, il fumo di mille sigarette, whisky e donne -ah che donne!- dalle curve mozzafiato, ma solo raccontate.
SPETTACOLO Guarda che luna…
Ci sono Enrico Rava , Stefano Bollani , Enzo Pietropaoli , Piero Ponzo , Gianmaria Testa e la Banda Osiris, insieme per la prima volta. Come a dire il jazz , la canzone e la musica che fa la parodia e ride di se stessa. E poi c’è Fred Buscaglione che è il grimaldello, l’occasione, il punto di partenza, l’atmosfera. C’è Fred che aleggia e cuce insieme i vari quadri. Raccontare questo “Guarda che luna!”, non è cosa semplice. Forse si può cominciare dicendo che cosa non è: non è uno spettacolo teatrale, non è un concerto, non è un’antologia in musica e non è neppure un omaggio a Fred Buscaglione. Piuttosto vengono in mente le scatole cinesi, ne apri una e dentro ne trovi un’altra e poi un’altra ancora e poi ancora. Viene in mente una storia che si costruisce a mano a mano e che si regge anche su ciò che nella storia non sta scritto: ricordi, malinconie, tenerezze e risate, un certo spirito del tempo… A fare da legame, una parola, una situazione oppure una melodia. C’è una finestra che si affaccia su un paesaggio e il paesaggio è attraversato da una strada e la strada porta molto più lontano di quanto l’occhio può guardare. C’è la luna di Buscaglione ma anche quella di Testa, “sopra i tetti di Torino”; c’è una notte fatta di botte, spari e “ossa rotte” che porta a un’altra notte e a un’automobile che aspetta e che riparte all’alba sulle note di Chet Baker. C’è l’atmosfera di Parlami d’amore Mariù e poi quella del night dove il pianoforte è un tavolo da biliardo e le donne sono “Joking Lady” con “curve mozzafiato”. Si ride, si sorride, si ricorda, ci si abbandona alla tenerezza, si canticchia, si è presi da sorpresa….
DVD Guarda che luna….
Il DVD che qui presentiamo è stato registrato a Mantova (Teatro Ariston), in occasione del Festival Internazionale della Letteratura, il 6 settembre 2002, ed è una specie di fermo-immagine di una storia molto più lunga che ci ha accompagnato per 3 stagioni, dal dicembre 2001 al febbraio 2004, in lungo e largo per l’Italia (isole comprese). E’ stata un’avventura bella e ricca per tutti, artisti e spettatori, uno spettacolo/non spettacolo che si è come fissato nella memoria collettiva (abbiamo calcolato che è stato visto, in teatro, da circa 35 mila persone e da qualche milione in tv) e che ci sembrava giusto e doveroso condividere con gli altri.
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Smanetton ha scritto:Stefano Bollani, pupillo di Enrico Rava.
Credo che, se ci provasse, con il piano riuscirebbe anche a fare la birra
vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Bollani per comiciare.
Memorabile un concerto-spettacolo in cui stavano insieme lui, la Banda Osiris, Rava e Gianmaria Testa.
Il pezzo del grammofono è anche su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=NebVA80hum8
Madò come hai fatto?!!!!
GRAZIEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Bollani è un grande, grandissimo del pianoforte. L'anno scorso l'ho visto-sentito per la seconda volta dal vivo (la prima volta lo vidi in formazione con Rava tra gli altri): eseguiva brani d'influenza brasiliana (se non sbaglio c'è anche il cd, Carioca); in particolar modo ho in mente un famoso motivetto brasiliano, di cui non ricordo il nome, stravolto dalla fantasia e dall'abilità dell'artista, che lo suonava continuando a cambiare tonalità... Oltre che eccelso musicista è anche un abile intrattenitore...
Tempo fa ho assistito anche ad un concerto di Allevi (solo piano): per un pò mi ha divertito, poi però è cominciata a crescere in me una sorta di stanchezza, perché sembrava che girasse sempre intorno alla stessa cosa senza riuscire ad esprimere sufficienti variazioni, senza risolvere il motivo in qualcosa di più profondo od articolato; nel complesso però è stata una bella serata; certo non è Ughi (che anni fa ebbi il piacere di sentir suonare al Teatro Grande di Brescia) e nemmeno Bollani (tra i due pianisti, secondo il mio modestissimo parere c'è un abisso). Riguardo alla polemica mi sembra però di poter dire che il maestro Ughi continua a ricadere nello stesso errore, stavolta addirittura arrivando al confine dell'insulto, perché da tempo va sbandierando la indiscutibile (secondo lui) superiorità della musica classica (o d'arte) che in realtà è la musica classica come la intende lui, il quale quindi si erge a giudice super partes in grado di giudicare anche quello che non conosce come per esempio il jazz (anche se ultimamente sotto questo aspetto, prima della polemica con Allevi, lo avevo sentito leggermente più aperto, forse finalmente era sceso dal piedistallo per ascoltare un altro genere con un pò meno di pregiudigizio); ora è tornato a colpire ed ancora più duro. Se fosse vissuto ai tempi di Mozart, sarebbe stato tra quelli "schifati" dal genio (a scanso di equivoci ripeto che secondo me Allevi non è certo un genio della musica!).
Tempo fa ho assistito anche ad un concerto di Allevi (solo piano): per un pò mi ha divertito, poi però è cominciata a crescere in me una sorta di stanchezza, perché sembrava che girasse sempre intorno alla stessa cosa senza riuscire ad esprimere sufficienti variazioni, senza risolvere il motivo in qualcosa di più profondo od articolato; nel complesso però è stata una bella serata; certo non è Ughi (che anni fa ebbi il piacere di sentir suonare al Teatro Grande di Brescia) e nemmeno Bollani (tra i due pianisti, secondo il mio modestissimo parere c'è un abisso). Riguardo alla polemica mi sembra però di poter dire che il maestro Ughi continua a ricadere nello stesso errore, stavolta addirittura arrivando al confine dell'insulto, perché da tempo va sbandierando la indiscutibile (secondo lui) superiorità della musica classica (o d'arte) che in realtà è la musica classica come la intende lui, il quale quindi si erge a giudice super partes in grado di giudicare anche quello che non conosce come per esempio il jazz (anche se ultimamente sotto questo aspetto, prima della polemica con Allevi, lo avevo sentito leggermente più aperto, forse finalmente era sceso dal piedistallo per ascoltare un altro genere con un pò meno di pregiudigizio); ora è tornato a colpire ed ancora più duro. Se fosse vissuto ai tempi di Mozart, sarebbe stato tra quelli "schifati" dal genio (a scanso di equivoci ripeto che secondo me Allevi non è certo un genio della musica!).
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Il Jazz sarebbe superiore alla classica rispetto a cosa? Qual è il metro di giudizio? Se prendiamo la difficoltà di composizione, secondo me la classica è molto più difficile e richiede doti ben superiori. Anche la difficoltà all'ascolto è molto superiore al Jazz. Altrimenti sono solo due generi diversi: io ascolto sia classica che hip-hop, pensate un po'!
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
fuscusmic ha scritto:Bollani è un grande, grandissimo del pianoforte. L'anno scorso l'ho visto-sentito per la seconda volta dal vivo (la prima volta lo vidi in formazione con Rava tra gli altri): eseguiva brani d'influenza brasiliana (se non sbaglio c'è anche il cd, Carioca); in particolar modo ho in mente un famoso motivetto brasiliano, di cui non ricordo il nome, stravolto dalla fantasia e dall'abilità dell'artista, che lo suonava continuando a cambiare tonalità... Oltre che eccelso musicista è anche un abile intrattenitore...
Il motivetto era il "Tico-Tico"
Tempo fa ho assistito anche ad un concerto di Allevi (solo piano): per un pò mi ha divertito, poi però è cominciata a crescere in me una sorta di stanchezza, perché sembrava che girasse sempre intorno alla stessa cosa senza riuscire ad esprimere sufficienti variazioni, senza risolvere il motivo in qualcosa di più profondo od articolato; nel complesso però è stata una bella serata; certo non è Ughi (che anni fa ebbi il piacere di sentir suonare al Teatro Grande di Brescia) e nemmeno Bollani (tra i due pianisti, secondo il mio modestissimo parere c'è un abisso). Riguardo alla polemica mi sembra però di poter dire che il maestro Ughi continua a ricadere nello stesso errore, stavolta addirittura arrivando al confine dell'insulto, perché da tempo va sbandierando la indiscutibile (secondo lui) superiorità della musica classica (o d'arte) che in realtà è la musica classica come la intende lui, il quale quindi si erge a giudice super partes in grado di giudicare anche quello che non conosce come per esempio il jazz (anche se ultimamente sotto questo aspetto, prima della polemica con Allevi, lo avevo sentito leggermente più aperto, forse finalmente era sceso dal piedistallo per ascoltare un altro genere con un pò meno di pregiudigizio); ora è tornato a colpire ed ancora più duro. Se fosse vissuto ai tempi di Mozart, sarebbe stato tra quelli "schifati" dal genio (a scanso di equivoci ripeto che secondo me Allevi non è certo un genio della musica!).
Infatti è la spocchia che non si sopporta...
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Silver Black ha scritto:Il Jazz sarebbe superiore alla classica rispetto a cosa? Qual è il metro di giudizio? Se prendiamo la difficoltà di composizione, secondo me la classica è molto più difficile e richiede doti ben superiori. Anche la difficoltà all'ascolto è molto superiore al Jazz. Altrimenti sono solo due generi diversi: io ascolto sia classica che hip-hop, pensate un po'!
Secondo me non ha senso parlare di superiorità della musica classica, come fa Ughi. Nemmeno dal punto di vista tecnico-compositivo; che la classica sia "molto più difficile e richieda doti ben superiori" non lo credo; tanto per non andare troppo lontano, se prendiamo appunto il sopra-citato Bollani, quello che è in grado di fare con il piano è incredibile e bisogna poi tenere conto della capacità improvvisativa sconosciuta a chi ha una rigorosa formazione classica; il mio maestro di chitarra jazz (ci avevo provato senza successo!), all'epoca stava insegnando praticamente le basi di teoria musicale-ascolto-improvvisazione ad un chitarrista classico che il maestro stesso definiva preparatissimo dal punto di vista tecnico esecutivo (questo era uscito dal conservatorio sapendo suonare benissimo una musica scritta, tuttavia non conoscendo a fondo certe basi di teoria musicale, accordi-intervalli etc. che poi permettono di lavorare sull'improvvisazione ma a maggior ragione sulla composizione). I musicisti jazz, parlo di quelli "seri", studiano e studiano tanto, molti di loro hanno una completa formazione classica. Per cambiare ancora "genere", che dire di chitarristi come Malmsteen (che tralaltro non ascolto), oppure Steve Vai? Questi sono dei mostri di tecnica. Come mostri di tecnica sono certi chitarristi country. Comunque la difficoltà di esecuzione ma anche appunto compositiva, dal mio punto di vista non è un parametro per definire una musica superiore ad un'altra. Chiudo dicendo che un qualsiasi musicista con un minimo di capacità tecniche, sarebbe forse in grado di comporre Wish You Were Here dei Pink Floyd, ma che anche le cose apparentemente "semplici" possono arrivare ad un livello musicale elevatissimo, perché quello che esprimono arriva, insomma, come direbbero i miei amici metallari: "spacca"!
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Infatti io parlavo di COMPOSIZIONE, questo è per me l'obiettivo finale di un musicista, non tanto l'esecuzione. Comporre per un'orchestra classica credo sia ben più difficile di una qualsiasi composizione di altro genere.
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Silver Black ha scritto:Infatti io parlavo di COMPOSIZIONE, questo è per me l'obiettivo finale di un musicista, non tanto l'esecuzione. Comporre per un'orchestra classica credo sia ben più difficile di una qualsiasi composizione di altro genere.
Però "più difficile" non significa migliore. Ammesso che sia realmente più difficile..
Perchè magari un quadro di Giotto o di un rinascimentale qualsiasi, anche il più scarso, sembrano contenere una composizione "più difficile" o migliore, ma un Kandinskij non è da meno, anche se a prima vista può sembrare il contrario.
Non credo che scrivere qualcosa come "Si sta come le foglie sugli alberi d'autunno" sia più facile che scrivere il "5 Maggio".
Ribadisco che credo assolutamente nella non esistenza dei valori assoluti, in campo artistico
La musica classica è bella, complessa (spesso e non sempre) e importante, però è anche una musica "storica", il valore attuale ha perso di impatto, così come lo ha perso un'Iliade o una Tauromachia affrescata su un palazzo...
Non bisogna sminuirla, ma neanche credere che sia il verbo in terra.
Nel "Gorgia" di Platone il personaggio (filosofo realmente esistito) che dà il titolo al dialogo battibecca con Socrate su cosa sia l'arte. Ed il punto principale è proprio dividerla dalla tecnica (nonostante l'etimologia sia comune, visto che arte si dice anche "Tekne" in greco antico ).
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Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
musica classica = spartiti la leggere se sai leggere la musica
jazz = un "motivetto" iniziale da dove poter intraprendere la strada dell'improvvisazione( a love supreme docet)
pochi musicisti jazz sapevano leggere uno spartito ma erano dei virtuosi dello strumento.
pochi musicisti classici potrebbero improvvisare ma sanno leggere uno spartito.
sono 2 mondi completamente diversi e nemmeno lontanamente imparentati.
credo di aver ascoltato allevi da una trasmissione televisiva e sinceramente non mi ha fatto un granchè di pelle d'oca.
avete visto il film "il violino rosso"?
lì c'è un "sbarbà"(bambino) che suona sto c.......o di violino che, anche se è un film e può anche essere che non sia lui a suonare, impari ad amare la classica o perlomeno la cameristica.
allevi è un effetto mediatico, un po' come il pur bravo bocelli o tutti quei bimbi, vedi quel bambino che lavora o lavorava con pupo in quella trasmissione televisiva del fine settimana, usciti da queste trasmissioni strappalacrime e applausi a scena aperta.
io non sto dicendo che allevi è uscito da una trasmissione televisiva anzi mi inchino a tutto il suo sapere musicale e filosofico.
comunque mi sto ascoltando trilogy degli e.l. & p. in vinile originale inglese palm tree: secondo me gli e.l. & p. sono meglio di allevi, provare per credere.
jazz = un "motivetto" iniziale da dove poter intraprendere la strada dell'improvvisazione( a love supreme docet)
pochi musicisti jazz sapevano leggere uno spartito ma erano dei virtuosi dello strumento.
pochi musicisti classici potrebbero improvvisare ma sanno leggere uno spartito.
sono 2 mondi completamente diversi e nemmeno lontanamente imparentati.
credo di aver ascoltato allevi da una trasmissione televisiva e sinceramente non mi ha fatto un granchè di pelle d'oca.
avete visto il film "il violino rosso"?
lì c'è un "sbarbà"(bambino) che suona sto c.......o di violino che, anche se è un film e può anche essere che non sia lui a suonare, impari ad amare la classica o perlomeno la cameristica.
allevi è un effetto mediatico, un po' come il pur bravo bocelli o tutti quei bimbi, vedi quel bambino che lavora o lavorava con pupo in quella trasmissione televisiva del fine settimana, usciti da queste trasmissioni strappalacrime e applausi a scena aperta.
io non sto dicendo che allevi è uscito da una trasmissione televisiva anzi mi inchino a tutto il suo sapere musicale e filosofico.
comunque mi sto ascoltando trilogy degli e.l. & p. in vinile originale inglese palm tree: secondo me gli e.l. & p. sono meglio di allevi, provare per credere.
Re: Polemica Uto-Ughi - Giovanni Allevi
Mi autoquoto e vi segnalo questa possibilitànd1967 ha scritto:
Lo spettacolo è il bellissimo GUARDA CHE LUNA del quale è uscito anche il DVD (che ovviamente ho )
http://www.produzionifuorivia.it/GuardaLuna/GuardaLuna.htm
Dal 7 al 17 gennaio 2009
Torino - Teatro Nuovo – C.so Massimo D’Azeglio
RIPRESA ECCEZIONALE, UNICA e IRRIPETIBILE
di GUARDA CHE LUNA!
con Banda Osiris, Enrico Rava, Gianmaria Testa, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo
disegno luci di Maurizio Viani
coordinamento scenico di Giorgio Gallione
PRODUZIONI FUORIVIA – FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE TORINO
Non è nemmeno un vero anniversario, perché dalla prima, al Teatro Carignano di Torino, il 12 dicembre 2001, sono passati “solo” 8 anni, che non sono precisamente un numero tondo. Però tutti noi che abbiamo abitato con ruoli diversi questo spettacolo, artisti, tecnici, produttori, abbiamo due sensazioni quasi contrastanti allo stesso tempo, che sono poi quelle sensazioni tipiche che si provano nei confronti di qualcosa che si è molto amato: da un lato ci sembra che tutto sia avvenuto secoli e secoli fa, quasi nella preistoria dei tempi, dall’altro ci sembra di aver smesso appena l’altro ieri.
Capita.
E’ indubitabile, però, che molte cose sono cambiate da quell’ormai lontano dicembre del 2001. Ci sono dei capelli bianchi in più, sicuramente, ma anche strade percorse fino in fondo, esperienze fatte, successi raggiunti. Se già nel 2001 si parlava di “supergruppo” pensando ad uno spettacolo che metteva insieme sullo stesso palco: Enrico Rava, la Banda Osiris, Gianmaria Testa, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo, adesso, nel 2009, quasi non ci sono più aggettivi per definirlo.
Dopo 8 anni GUARDA CHE LUNA!, uno spettacolo rimasto nel ricordo di molti, ritorna dove ha cominciato la sua storia, a Torino, la Torino che è anche la città di Fred, al quale tutto è dedicato.
Torna non più nella sua “casa” storica, il Carignano, ancora in ristrutturazione, ma al Teatro Nuovo, che è anche più grande, in grado di accogliere un maggior numero di spettatori. Ci torna per 10 giorni, dal 7 al 17 gennaio 2009, e sarà un ritorno, diciamo così, senza appelli: non ci sarà tournée in altre città, solo questa permanenza lunga e poi, per rivederlo, bisognerà accontentarsi del dvd (che è in circolazione dal novembre del 2008).
Se io potessi ci andrei di corsaaaaa
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