ALEXI MURDOCH - Time Without Consequence
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ALEXI MURDOCH - Time Without Consequence
Un altro "figlio" di Nick Drake (ma non solo...)
http://www.ondarock.it/recensioni/2009_murdoch.htm
Di Raffaello Russo
Una strana coincidenza ha toccato il cantautore scozzese Alexi Murdoch e questo suo lavoro d'esordio, originariamente pubblicato nel 2006 e all'epoca a torto sfuggito all'attenzione generale, ad eccezione di quella degli imperterriti scopritori di talenti in un ambito musicale che per essere apprezzato richiede attenzione e capacità di non fermarsi ai suoi più o meno costanti elementi formali.
A ben tre anni dalla sua uscita, "Time Without Consequence" viene ristampato in contemporanea con l'uscita di un altro lavoro curato dallo stesso Murdoch, al quale, per chissà quale caso fortuito, è stata affidata la colonna sonora di "Away We Go", pellicola di Sam Mendes la cui sceneggiatura è stata a sua volta firmata da due romanzieri americani di successo quali Dave Eggers e la moglie Vendela Vida.
Ad eccezione di quattro brani mutuati da altri autori di chiara fama (tra i quali "Meet Me In The Morning" di Bob Dylan e la classicissima "Golden Brown" degli Stranglers), nella colonna sonora vengono rifusi tre pezzi tratti dal recente Ep di Murdoch, intitolato "Towards The Sun" e ben oltre metà della tracklist di "Time Without Consequence", sul quale è dunque opportuno concentrare l'analisi, in ragione se non altro dell'omogeneità di concezione dell'opera.
Ecco dunque che, proprio grazie ad "Away We Go", "Time Without Consequence" rinasce a nuova vita, offrendo su più vasta scala le semplici melodie e l'aggraziato picking dell'artista scozzese, che in undici canzoni concentra la sua sensibilità di scrittura, evidenziando un songwriting delicato ma deciso e inoltre padroneggiato con grande naturalezza.
Pur incentrato su pochi elementi essenziali, il lavoro risulta più articolato di quanto si potrebbe pensare, presentando il nostro in numerose declinazioni di un cantautorato intimo e sentito che, senza perdere di vista la stessa polare Nick Drake, si esplica attraverso melodie limpide, non prive tuttavia di moderate torsioni evocative, nonché di rimandi alle migliori esperienze recenti del classico alt-country.
Il picking di Murdoch delinea un caldo tessuto melodico, che funge da tappeto alla sua voce profonda, spesso impegnata in un confidenziale humming; all'interno di canzoni articolate, quasi tutte dalla durata superiore ai quattro-cinque minuti, la chitarra acustica cede però talvolta il passo a una slide dalle volute circolari, in qualche caso non prive di aderenze ritualistiche ("Home", "12"), o al romanticismo del pianoforte dell'intensissima "Shine". Analogamente, in queste occasioni anche il registro interpretativo dell'artista scozzese trova adeguata conformazione ai mutati contesti, assumendo tonalità malinconiche ovvero innalzandosi in crescendo buckleiani densi di pathos.
La qualità di una scrittura sempre limpida e vivace, unita all'emozionale perizia esecutiva (paragonabile oggi a quella del solo José González), rendono "Time Without Consequence" un album meritevole di essere (ri)scoperto, così da assegnarli il posto di rispetto che merita nel vastissimo universo cantuatorale di questi anni. E, se la sua ripubblicazione contribuirà a diffondere come merita il nome e le opere di Alexi Murdoch, si sarà davvero trattato di una coincidenza fortunata della quale render grazie a chi lo ha scelto per curare la colonna sonora di "Away We Go".
http://www.ondarock.it/recensioni/2009_murdoch.htm
Di Raffaello Russo
Una strana coincidenza ha toccato il cantautore scozzese Alexi Murdoch e questo suo lavoro d'esordio, originariamente pubblicato nel 2006 e all'epoca a torto sfuggito all'attenzione generale, ad eccezione di quella degli imperterriti scopritori di talenti in un ambito musicale che per essere apprezzato richiede attenzione e capacità di non fermarsi ai suoi più o meno costanti elementi formali.
A ben tre anni dalla sua uscita, "Time Without Consequence" viene ristampato in contemporanea con l'uscita di un altro lavoro curato dallo stesso Murdoch, al quale, per chissà quale caso fortuito, è stata affidata la colonna sonora di "Away We Go", pellicola di Sam Mendes la cui sceneggiatura è stata a sua volta firmata da due romanzieri americani di successo quali Dave Eggers e la moglie Vendela Vida.
Ad eccezione di quattro brani mutuati da altri autori di chiara fama (tra i quali "Meet Me In The Morning" di Bob Dylan e la classicissima "Golden Brown" degli Stranglers), nella colonna sonora vengono rifusi tre pezzi tratti dal recente Ep di Murdoch, intitolato "Towards The Sun" e ben oltre metà della tracklist di "Time Without Consequence", sul quale è dunque opportuno concentrare l'analisi, in ragione se non altro dell'omogeneità di concezione dell'opera.
Ecco dunque che, proprio grazie ad "Away We Go", "Time Without Consequence" rinasce a nuova vita, offrendo su più vasta scala le semplici melodie e l'aggraziato picking dell'artista scozzese, che in undici canzoni concentra la sua sensibilità di scrittura, evidenziando un songwriting delicato ma deciso e inoltre padroneggiato con grande naturalezza.
Pur incentrato su pochi elementi essenziali, il lavoro risulta più articolato di quanto si potrebbe pensare, presentando il nostro in numerose declinazioni di un cantautorato intimo e sentito che, senza perdere di vista la stessa polare Nick Drake, si esplica attraverso melodie limpide, non prive tuttavia di moderate torsioni evocative, nonché di rimandi alle migliori esperienze recenti del classico alt-country.
Il picking di Murdoch delinea un caldo tessuto melodico, che funge da tappeto alla sua voce profonda, spesso impegnata in un confidenziale humming; all'interno di canzoni articolate, quasi tutte dalla durata superiore ai quattro-cinque minuti, la chitarra acustica cede però talvolta il passo a una slide dalle volute circolari, in qualche caso non prive di aderenze ritualistiche ("Home", "12"), o al romanticismo del pianoforte dell'intensissima "Shine". Analogamente, in queste occasioni anche il registro interpretativo dell'artista scozzese trova adeguata conformazione ai mutati contesti, assumendo tonalità malinconiche ovvero innalzandosi in crescendo buckleiani densi di pathos.
La qualità di una scrittura sempre limpida e vivace, unita all'emozionale perizia esecutiva (paragonabile oggi a quella del solo José González), rendono "Time Without Consequence" un album meritevole di essere (ri)scoperto, così da assegnarli il posto di rispetto che merita nel vastissimo universo cantuatorale di questi anni. E, se la sua ripubblicazione contribuirà a diffondere come merita il nome e le opere di Alexi Murdoch, si sarà davvero trattato di una coincidenza fortunata della quale render grazie a chi lo ha scelto per curare la colonna sonora di "Away We Go".
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