dischi di prova ?

Io sono dell'idea che i dischi della Sheffield o Telarc suonino bene anche nel lettore a forma di Winnie the Pooh di mi figlia....sono registrazioni superlative e rendono benissimo l'idea dei dettagli o delle potenzialita' di un impianto.

Ma quando riascolto il mio impianto o anche un impianto di "riferimento" dopo aver ascoltato la fanfara del mio paese dal vivo......penso che siamo ancora lontani anni luce dalla riproduzione dell'evento sonoro che e' stato impresso sul supporto di turno.

L'altra sera ascoltavo Marco Biondi con il nuovo ( per me ) amplificatore Fenice 20, Marco era venuto avanti nella stanza in maniera impressionante....il percussionista si era finalmente posizionato in un punto ben preciso del 'fronte sonoro', ma quando li hanno registrati come erano disposti?
li hanno registrati nella stessa 'presa' ? in giorni diversi ?

Sarebbe bello avere anche queste note sulle copertine di questi (costosissimi) dischi di riferimento. Cosi' almeno potremmo sapere "cosa" dobbiamo riprodurre,

Sei proprio sicuro di voler conoscere tutte queste cose? non è meglio ascoltare ed immaginare?

Lorenzo.

DACCLOR65 ha scritto:Sei proprio sicuro di voler conoscere tutte queste cose? non è meglio ascoltare ed immaginare?

Da quando ci sono i CD non guardo quasi mai i libretti (al contrario di quando ascolto i vinili )

Personalmente quando ascolto NON ascolto l'impianto ma la musica.

Ascolto l'impianto solo quando voglio divertirmi per modificarlo.

gigirock ha scritto:Io sono dell'idea che i dischi della Sheffield o Telarc suonino bene anche nel lettore a forma di Winnie the Pooh di mi figlia....sono registrazioni superlative e rendono benissimo l'idea dei dettagli o delle potenzialita' di un impianto.

Ciao.
Effettivamente nei migliori studi di registrazione non è raro vedere sopra ai chilometri di mixer una radio "della nonna". Quella radio della nonna che sembra messa lì come soprammobile è in realtà cablata con l'impianto. Una buona registrazione, infatti, deve potersi sentire bene sia sui performanti monitor dello studio che sul modesto impianto di casa che sulla più scadente delle radio. La bravura di un tecnico del suono sta proprio nel saper dosare i vari ingredienti per ottenere un risultato il più versatile possibile.

Esiste, tra l'altro, una specie di premio (o forse più di uno) che viene dato annualmente allo studio di registrazione che ha sfornato il miglior album dal punto di vista della ingegnerizzazione del suono. Spesso il premio è preda degli studi londinesi. Sto cercando da un po' su internet se trovo una lista di questi dischi. Sarebbe utile conoscerla. Di sicuro uno dei dischi premiati dovrebbe essere "The seeds of love" dei Tears for Fears e in mezzo dovrebbero esserci pure i Pink-Floyd e i Dire Straight.

Spero di poter essere più preciso prossimamente, se nel frattempo riuscite a trovare qualcosa fatemi sapere.

gigirock ha scritto:I
L'altra sera ascoltavo Marco Biondi con il nuovo ( per me ) amplificatore Fenice 20, Marco era venuto avanti nella stanza in maniera impressionante....il percussionista si era finalmente posizionato in un punto ben preciso del 'fronte sonoro', ma quando li hanno registrati come erano disposti?
li hanno registrati nella stessa 'presa' ? in giorni diversi ?

Di solito non si registra mai tutto assieme.
L'iter è solitamente questo:
Si registra la batteria
Si registra il basso
Si registra la chitarra
Si registra la tastiera
Si registra la voce
Si registrano le seconde voci
Si ri-registra la batteria ed eventualmente qualche altro strumento così si potranno aggiungere qualche accento, qualche sfumatura nelle parti più salienti del pezzo.

Il tutto viene registrato "pulito". In un successivo momento vengono aggiunti gli effetti (eco, chorus, flanger, ecc. ecc.) fino all'ottenimento del risultato finale.

Una volta "finito" il lavoro occorre passare alla masterizzazione. La masterizzazione non è intesa come l'incisione del CD, ma si tratta di ri-elaborare il segnale. E' una cosa così complessa che ci sono studi che si occupano solo di questo. E' durante la masterizzazione che vengono posizionati gli strumenti nello spazio e viene aperto il palcoscenico.

Per cui non c'è nessuna relazione sulla disposizione fisica degli strumenti rispetto a quella virtuale.

Ci sono comunque alcune band che registrano in presa diretta (tipo live). Tra questi il gruppo di Bruce Springsteen in quanto suonando singolarmente non riuscirebbero a ricreare il loro impatto, la loro forza.

La musica classica è poi spessissimo registrata in presa diretta con un unico microfono PZM.

Sarebbe da verificare la differenza tra il posizionamento 3D degli strumenti di una orchestra ripresa con un PZM rispetto ad un album registrato con Q-sound (tipo Pulse dei Pink-Floyd ad esempio).

Saluti Giorgio Padova.