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BOOKA SHADE Movements (2006 - Get Physical)

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Messaggio Da Artinside Mar 9 Ott 2012 - 15:27


http://www.ondarock.it/recensioni/2006_bookashade.htm
[/quote]
Atto secondo per il duo Kammermeier & Merziger.
Dopo aver imperversato con il singolo "Body Language", dopo aver creato un’etichetta d’oro come la Get Physical (assieme a quel Dj T reuccio dell’ electro teutonica), dopo un buon album d’esordio e miracolosi remix, si cimentano nuovamente sulla lunga distanza.
Dopo questa premessa di carattere biografico devo porre una seconda premessa di carattere personale: ritengo questo disco uno dei migliori candidati al titolo di album (elettronico) dell’anno, in virtù dei motivi che vado a esporre.

In che condizioni mentali e di ispirazione sia stato sviluppato "Movements" non è dato saperlo, non sono state rilasciate dichiarazioni in merito, ma è evidente che non ce ne fosse bisogno.
Il disco parla da solo, esprime una carica creativa mista a una consapevolezza dei propri mezzi che i Booka Shade hanno acquisito sul campo, e che hanno tradotto in un suono estremamente più profondo, sia esso inteso come stratificazione sonora che come attitudine deep.
Ne sono esempi canzoni che guardano a prospettive elettroniche differenti dal campo d’azione peculiare del passato del duo. “Shimmer”, “Darko” e “Wasting Time” sviluppano progressioni techno di stampo berlinese rilette sotto un metodo electro fortemente personale, un ambiente scuro e ingabbiato, che viene tagliato da synth e vocoding perfettamente modellati dando vita così a un ponte ideologico tra le intuizioni dei Basic Channel, Andrew Weatherall e sé stessi.

Questo sguardo al passato di chiara matrice minimal-techno sublima in una delle vette creative del disco in “Mandarine Girl”, dove una cassa meno che mai “dritta” si annoda con un synth appiccicoso e acido, reiterando e aggiungendo progressivamente elementi fino al collasso stesso della struttura sonora, lasciando che momentaneamente sia la sola melodia a parlare per poi (ri)costruire un vortice electro aggressivo e devastante.
I nostri giocano a tutto tondo sul campo dell’elettronica, affrontano e vincono l’incontro con costruzioni micro-house molto vicine a John Tejada e alla Poker Flat in “Paper Moon”, mentre la loro versatilità electro viene applicata in “Birds and the Beats/At the Window” per una esplosione acid in piena regola su un beat sbilenco e versatile, che cambia forma a ogni passaggio e che sembra essere andato a scuola di pazzia da Dj Pierre, per poi chiudersi in una malinconica coda per pianoforte e voci editate.

C’è spazio per quasi tutti in questo frullatore chiamato Movements, sono passati 21 anni dalla release di No UFOs di Juan Atkins, e i due attingono a piene mani da ogni cosa sia poi nata in seguito, personalizzandola, rendendola un prodotto proprio e unico.
Così anche lo stesso Atkins riceve il suo strambo omaggio: “In White Rooms” perde della vivacità del produttore di Detroit, diventa un anthem techno sostenuto da semplicissimi synth e bassline, che seguendo le coordinate giuste non fa altro che reiterare la soluzione trovata.
La chiusura è indietronica di plastica, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, in un’atmosfera malinconica e sognante, tra esplosioni di basso e pattern sintetici che si rincorrono, viene riletto anche questo recente filone ibrido tra strumentazione canonica e computer.

Il cerchio quadra perfettamente. Non c’è bisogno di altro.
"Movements" dei tedeschi Booka Shade è un gioiello di arte electro che si distingue per la capacità di inventare panorami sonori comunicativi, che sanno coinvolgere nel loro fine: quello di far ballare, ma che danno piacere anche (e soprattutto) all’ascolto.
È un disco per molti versi cupo e malinconico, decisamente metropolitano, ma soprattutto affascinante, che manca solo dei remix giusti per diventare il prossimo miglior amico di ogni dj.
Per il momento, però, fatelo arrivare alle vostre orecchie.[quote]

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