T-Project 7: The Tube Minimalist
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Re: T-Project 7: The Tube Minimalist
Anche se con un po' di ritardo mettiamo un po' d'ordine in questo progetto che in questi ultimi mesi ha subito parecchie evoluzioni grazie soprattutto al contributo di chi l'ha realizzato e ne ha evidenziato alcuni "difetti".
Uno dei "difetti" del Tube Minimalist è la sua impedenza d'uscita che, come già ampiamente discusso, si attesta intorno a 1.65K.
E' lo scotto da pagare per una circuitazione in teoria estremamente semplice che utilizza un solo tubo e dalla cui resistenza interna dipende proprio anche il valore dell'impedenza d'uscita.
La soluzione più ovvia per diminuire l'impedenza d'uscita è quella di far seguire alla 6N6P un altro stadio configurato in cathode follower (inseguitore catodico) che ha proprio solo la funzione di buffer d'uscita.
Questa soluzione, peraltro percorribilissima e se ben fatta anche ben suonante (vedi Pre Meeting), comporta però uno stravolgimento abbastanza grande della filosofia minimalista perché richiede un altro tubo con tutte le complicazioni del caso (alimentazione dei filamenti, ottimizzazione del punto di lavoro, ecc.).
Da qui l'dea di utilizzare nello stadio buffer un componente concettualmente piuttosto simile alla valvola ma decisamente più semplice da usare per questa applicazione: un MosFet.
Ne viene fuori questo nuovo schema:
Come si vede la modifica è semplicissima: dall'anodo della 6N6P si entra nel gate del MosFet eliminando il condensatore d'uscita che sarà poi utilizzato sul source del MosFet.
La resistenza R17 (1K) è una "gate stopper" e serve per evitare oscillazioni del MosFet, che, a differenza dei tubi, è piuttosto "schizzinoso" da questo punto di vista e va tassativamente montata immediatamente a ridosso del pin del MosFet.
Le due resistenze sul source (2*10K /5W) definiscono il punto di lavoro del MosFet e dissipano ciascuna poco più di 1.5W: per ragioni di stabilità termica è bene che abbiano entrambe una dissipazione di 5W.
Il MosFet dissipa ovviamente anche lui circa 3W e quindi è necessario un piccolo (ma non troppo) dissipatore per TO220.
Con questa modifica l'impedenza d'uscita si attesta intorno ai 50 ohm ed ora il Tube Minimalist può davvero pilotare di tutto,... ferro da stiro compreso...
La scelta del MosFet da utilizzare è stata oggetto di moltissime discussioni e, alla fine, si è convenuto che la soluzione più equilibrata dal punto di vista squisitamente sonoro fosse quella di utilizzare l' IRF610, visto che è anche il preferito di Nelson Pass...
Questo non toglie che se ne possano utilizzare altri, sia della stessa serie 6xx che i 7xx o anche gli 8xx: il circuito rimane sempre lo stesso.
Ovviamente questo nuovo stadio comporta un diverso dimensionamento dell'alimentazione.
Se il TA che avete è quello previsto dal progetto base (230V/100mA) da questo punto di vista state tranquilli perché ora il tutto assorbe circa 85 mA e dunque ancora ampiamente entro i limiti di utilizzo del trasformatore.
Alcuni hanno invece utilizzato uno schema un po' anticonvenzionale che prevede l'utilizzo di una coppia di trasformatori 220V/6.3V (quelli per i filamenti) montati "culo a culo" e cioè 220V-6.3V-6.3V-220V: in questo modo i due secondari a 6.3V forniscono l'alimentazione del filamento della 6N6P ed il primario del secondo trasformatore l'anodica da raddrizzare.
In questo caso quindi si parte da un'anodica leggermente inferiore (220V anzichè 230V) e questo comporta la necessità di un leggero aggiustamento dei valori delle resistenze delle celle R-C dell'alimentatore.
Questo è lo schema completo del pre che ormai proprio tanto "minimalist" non è:
Le resistenze evidenziate dai rettangoli (R29-R30-R31) sono quelle che consentono l'aggiustaggio delle tensioni alle nuove esigenze operative sia di assorbimento che di diversa tensione di partenza.
Una cosa è importante sottolineare: questi valori sono teorici e calcolati per un TA che abbia precise caratteristiche, a cominciare dall'impedenza del primario riflessa al secondario che poi è simulata con quella R35 (35 ohm) che compare nello schema.
A priori non posso conoscere le caratteristiche del "vostro" TA e quindi tenete presente che alcuni valori misurati possono discostarsi da quelli teorici.
Non abbiate paura di modificare R29-R30-R31 abbassandole se le tensioni sono inferiori al teorico od aumentandole in caso contrario: qui non facciamo i "farmacisti" ed anche una decina di volt di differenza non cambiano assolutamente nulla.
Un'ultima precisazione: dai datasheet dell'IRF610 si deduce che la sua Vdss è di "soli" 200V mentre nel nostro caso la tensione di drain è di ben 250V, a prima vista saremmo fuori specifiche...
Nessuna paura perché i 200V sono da intendersi (e questo vale per tutti i componenti attivi a SS e tubi) fra DRAIN e SOURCE; nel nostro caso il source è a circa 110V rispetto a massa e quindi la nostra Vdss vale 250-110= 140V ampiamente entro i 200V massimi consentiti.
Credo che ormai sia davvero tutto...buon lavoro...!
Uno dei "difetti" del Tube Minimalist è la sua impedenza d'uscita che, come già ampiamente discusso, si attesta intorno a 1.65K.
E' lo scotto da pagare per una circuitazione in teoria estremamente semplice che utilizza un solo tubo e dalla cui resistenza interna dipende proprio anche il valore dell'impedenza d'uscita.
La soluzione più ovvia per diminuire l'impedenza d'uscita è quella di far seguire alla 6N6P un altro stadio configurato in cathode follower (inseguitore catodico) che ha proprio solo la funzione di buffer d'uscita.
Questa soluzione, peraltro percorribilissima e se ben fatta anche ben suonante (vedi Pre Meeting), comporta però uno stravolgimento abbastanza grande della filosofia minimalista perché richiede un altro tubo con tutte le complicazioni del caso (alimentazione dei filamenti, ottimizzazione del punto di lavoro, ecc.).
Da qui l'dea di utilizzare nello stadio buffer un componente concettualmente piuttosto simile alla valvola ma decisamente più semplice da usare per questa applicazione: un MosFet.
Ne viene fuori questo nuovo schema:
Come si vede la modifica è semplicissima: dall'anodo della 6N6P si entra nel gate del MosFet eliminando il condensatore d'uscita che sarà poi utilizzato sul source del MosFet.
La resistenza R17 (1K) è una "gate stopper" e serve per evitare oscillazioni del MosFet, che, a differenza dei tubi, è piuttosto "schizzinoso" da questo punto di vista e va tassativamente montata immediatamente a ridosso del pin del MosFet.
Le due resistenze sul source (2*10K /5W) definiscono il punto di lavoro del MosFet e dissipano ciascuna poco più di 1.5W: per ragioni di stabilità termica è bene che abbiano entrambe una dissipazione di 5W.
Il MosFet dissipa ovviamente anche lui circa 3W e quindi è necessario un piccolo (ma non troppo) dissipatore per TO220.
Con questa modifica l'impedenza d'uscita si attesta intorno ai 50 ohm ed ora il Tube Minimalist può davvero pilotare di tutto,... ferro da stiro compreso...
La scelta del MosFet da utilizzare è stata oggetto di moltissime discussioni e, alla fine, si è convenuto che la soluzione più equilibrata dal punto di vista squisitamente sonoro fosse quella di utilizzare l' IRF610, visto che è anche il preferito di Nelson Pass...
Questo non toglie che se ne possano utilizzare altri, sia della stessa serie 6xx che i 7xx o anche gli 8xx: il circuito rimane sempre lo stesso.
Ovviamente questo nuovo stadio comporta un diverso dimensionamento dell'alimentazione.
Se il TA che avete è quello previsto dal progetto base (230V/100mA) da questo punto di vista state tranquilli perché ora il tutto assorbe circa 85 mA e dunque ancora ampiamente entro i limiti di utilizzo del trasformatore.
Alcuni hanno invece utilizzato uno schema un po' anticonvenzionale che prevede l'utilizzo di una coppia di trasformatori 220V/6.3V (quelli per i filamenti) montati "culo a culo" e cioè 220V-6.3V-6.3V-220V: in questo modo i due secondari a 6.3V forniscono l'alimentazione del filamento della 6N6P ed il primario del secondo trasformatore l'anodica da raddrizzare.
In questo caso quindi si parte da un'anodica leggermente inferiore (220V anzichè 230V) e questo comporta la necessità di un leggero aggiustamento dei valori delle resistenze delle celle R-C dell'alimentatore.
Questo è lo schema completo del pre che ormai proprio tanto "minimalist" non è:
Le resistenze evidenziate dai rettangoli (R29-R30-R31) sono quelle che consentono l'aggiustaggio delle tensioni alle nuove esigenze operative sia di assorbimento che di diversa tensione di partenza.
Una cosa è importante sottolineare: questi valori sono teorici e calcolati per un TA che abbia precise caratteristiche, a cominciare dall'impedenza del primario riflessa al secondario che poi è simulata con quella R35 (35 ohm) che compare nello schema.
A priori non posso conoscere le caratteristiche del "vostro" TA e quindi tenete presente che alcuni valori misurati possono discostarsi da quelli teorici.
Non abbiate paura di modificare R29-R30-R31 abbassandole se le tensioni sono inferiori al teorico od aumentandole in caso contrario: qui non facciamo i "farmacisti" ed anche una decina di volt di differenza non cambiano assolutamente nulla.
Un'ultima precisazione: dai datasheet dell'IRF610 si deduce che la sua Vdss è di "soli" 200V mentre nel nostro caso la tensione di drain è di ben 250V, a prima vista saremmo fuori specifiche...
Nessuna paura perché i 200V sono da intendersi (e questo vale per tutti i componenti attivi a SS e tubi) fra DRAIN e SOURCE; nel nostro caso il source è a circa 110V rispetto a massa e quindi la nostra Vdss vale 250-110= 140V ampiamente entro i 200V massimi consentiti.
Credo che ormai sia davvero tutto...buon lavoro...!
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Ciao, Maurizio
"... non è importante il colore del gatto... l'importante è che prenda i topi!"
mau749- Moderatore di sezione
- Data d'iscrizione : 08.01.12
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