Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
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Gappone
Smanetton
LEPORELLO
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Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
http://m.youtube.com/watch?v=BmyoO3O8Wng&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3DBmyoO3O8Wng&gl=IT
Una delle più grandi musiche mai scritte nella trascrizione per orchestra d' archi di Dimitri Mitropoulous
Interpretazione di Leonard Bernstein alla guida dei Wiener Philarmoniker
Vi chiederete, perchè mai solo gli ultimi due movimenti ?
Infatti l' opera va ascoltata per intero e preferibilmente nella sua versione originale per quartetto d' archi; detto ciò gli ultimi due movimenti sono i più "immediati" e la versione per compagine orchestrale è sicuramente più "digeribile" per chi si avvicina per la prima volta a questa musica
Anche perchè - forse non molti lo sanno - il compositore solitamente parte dal finale o da temi ben precisi che trovano poi "ordine" nella sua testolina, il difficile è proprio come iniziare spesso
e qui il maestro iniziò e finì "col botto" seguendo la grande lezione di Haydn,Mozart e Cherubini nel genere e portandola a vette inusitate - e comprensibili a ben pochi all' epoca
L' atto interpretativo - seppur spesso sopravvalutato - risulta fondamentale per "dare giustizia" a certe complesse partiture
E quando si trattava di re-interpretare il nostro Lenny ha dato il meglio e il peggio di sè - per fortuna qui siamo nel primo caso nonostante i suoi mormorii e salti sul podio si sentano chiaramente nella registrazione
Il quartetto consta di ben sette movimenti - alla faccia delle imposizioni dell' epoca - e beethoven ormai completamente sordo e in balia dei suoi "fantasmi" in questa sua composizione - l' ultima scritta di tale respiro insieme alla grande fuga op. 133 - riesce ad esplorare a fondo l' animo umano, spingendosi "oltre" e arrivando sino ai confini stessi del "comprensibile" e del conosciuto
Musica e arte senza tempo con ben pochi eguali
Mi rendo conto che il quartetto per archi può sembrare "ostico" per qualcuno, ma se decideste di abbandonarvi alla musica scoprirete che nonostante l' assenza di fiati e strumenti a percussione l' op. 131 è uno dei lavori con più senso del ritmo di tutti i tempi, e in tal senso ha preceduto alcune soluzioni ben più vicine a noi
Insomma, pure chi apprezza solo hip hop, jazz o pop-rock difficilmente potrà rimanere impassibile di fronte al vortice ritmico-melodico e all' inventiva dell' ultimo movimento
Tutto ciò che aveva preceduto e seguirà quest' opera va rapportato ad essa, infatti qui viene portato al limite e messo in discussione il concetto stesso di "forma sonata" e "classicismo"
E allo stesso tempo le idee musicali appaiono più come un tutt' uno - infatti ogni movimento converge nel successivo senza pausa alcuna - e talvolta con anticipazioni tematiche e tonali ben evidenti di ciò che "seguirà"
La composizione parte insolitamente con una fuga lenta che oltre alla splendida tematica musicale dimostra la totale padronanza e conoscenza di tale arte da parte del maestro, da dufay a bach passando per palestrina tutto viene portato ai "limiti" estremi
Nei successivi movimenti si trova tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da un quartetto dell' epoca,tema con variazioni nell' andante centrale,uno scherzo,un accenno alla forma sonata ecc. ma il tutto trattato in maniera inusuale, come se quasi il compositore guardasse da lontano e con distacco a certe "imposizioni" formali (infatti lo scherzo non è in forma ternaria,e l' ordine stesso dei movimenti e il loro numero spropositato rompe totalmente con la tradizione)
Sino ad arrivare al colpo di genio finale, il quinto movimento "sfuma" nel solenne tema in sol minore, e proprio quando sembra che non ci sia più speranza" arriva il furibondo finale in netto contrasto che sembra spazzare via (quasi) ogni dubbio, e il ritorno alla forma sonata mantenendo la tonalità in do minore del primo movimento è un netto segnale in tal senso...
Sembra quasi che volesse dire " va bene sperimentare, osare, improvvisare ecc. ma alla fine più o meno inconsciamente si finisce sempre per ritornare a un certo "ordine" precostituito, quell' "intuito" primordiale" che ci fa scegliere ciò che noi riteniamo giusto"
Salvo poi rimettere tutto in discussione nelle ultime battute "troncando" bruscamente il discorso musicale e facendo rimanere in sospeso tutti gli interrogativi precedenti
Il senso del finale a me è sembrato quasi come se Beethoven chiedesse a se stesso e agli altri : " e se fosse tutto inutile ?''
Grazie dell' attenzione e buon ascolto
Una delle più grandi musiche mai scritte nella trascrizione per orchestra d' archi di Dimitri Mitropoulous
Interpretazione di Leonard Bernstein alla guida dei Wiener Philarmoniker
Vi chiederete, perchè mai solo gli ultimi due movimenti ?
Infatti l' opera va ascoltata per intero e preferibilmente nella sua versione originale per quartetto d' archi; detto ciò gli ultimi due movimenti sono i più "immediati" e la versione per compagine orchestrale è sicuramente più "digeribile" per chi si avvicina per la prima volta a questa musica
Anche perchè - forse non molti lo sanno - il compositore solitamente parte dal finale o da temi ben precisi che trovano poi "ordine" nella sua testolina, il difficile è proprio come iniziare spesso
e qui il maestro iniziò e finì "col botto" seguendo la grande lezione di Haydn,Mozart e Cherubini nel genere e portandola a vette inusitate - e comprensibili a ben pochi all' epoca
L' atto interpretativo - seppur spesso sopravvalutato - risulta fondamentale per "dare giustizia" a certe complesse partiture
E quando si trattava di re-interpretare il nostro Lenny ha dato il meglio e il peggio di sè - per fortuna qui siamo nel primo caso nonostante i suoi mormorii e salti sul podio si sentano chiaramente nella registrazione
Il quartetto consta di ben sette movimenti - alla faccia delle imposizioni dell' epoca - e beethoven ormai completamente sordo e in balia dei suoi "fantasmi" in questa sua composizione - l' ultima scritta di tale respiro insieme alla grande fuga op. 133 - riesce ad esplorare a fondo l' animo umano, spingendosi "oltre" e arrivando sino ai confini stessi del "comprensibile" e del conosciuto
Musica e arte senza tempo con ben pochi eguali
Mi rendo conto che il quartetto per archi può sembrare "ostico" per qualcuno, ma se decideste di abbandonarvi alla musica scoprirete che nonostante l' assenza di fiati e strumenti a percussione l' op. 131 è uno dei lavori con più senso del ritmo di tutti i tempi, e in tal senso ha preceduto alcune soluzioni ben più vicine a noi
Insomma, pure chi apprezza solo hip hop, jazz o pop-rock difficilmente potrà rimanere impassibile di fronte al vortice ritmico-melodico e all' inventiva dell' ultimo movimento
Tutto ciò che aveva preceduto e seguirà quest' opera va rapportato ad essa, infatti qui viene portato al limite e messo in discussione il concetto stesso di "forma sonata" e "classicismo"
E allo stesso tempo le idee musicali appaiono più come un tutt' uno - infatti ogni movimento converge nel successivo senza pausa alcuna - e talvolta con anticipazioni tematiche e tonali ben evidenti di ciò che "seguirà"
La composizione parte insolitamente con una fuga lenta che oltre alla splendida tematica musicale dimostra la totale padronanza e conoscenza di tale arte da parte del maestro, da dufay a bach passando per palestrina tutto viene portato ai "limiti" estremi
Nei successivi movimenti si trova tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da un quartetto dell' epoca,tema con variazioni nell' andante centrale,uno scherzo,un accenno alla forma sonata ecc. ma il tutto trattato in maniera inusuale, come se quasi il compositore guardasse da lontano e con distacco a certe "imposizioni" formali (infatti lo scherzo non è in forma ternaria,e l' ordine stesso dei movimenti e il loro numero spropositato rompe totalmente con la tradizione)
Sino ad arrivare al colpo di genio finale, il quinto movimento "sfuma" nel solenne tema in sol minore, e proprio quando sembra che non ci sia più speranza" arriva il furibondo finale in netto contrasto che sembra spazzare via (quasi) ogni dubbio, e il ritorno alla forma sonata mantenendo la tonalità in do minore del primo movimento è un netto segnale in tal senso...
Sembra quasi che volesse dire " va bene sperimentare, osare, improvvisare ecc. ma alla fine più o meno inconsciamente si finisce sempre per ritornare a un certo "ordine" precostituito, quell' "intuito" primordiale" che ci fa scegliere ciò che noi riteniamo giusto"
Salvo poi rimettere tutto in discussione nelle ultime battute "troncando" bruscamente il discorso musicale e facendo rimanere in sospeso tutti gli interrogativi precedenti
Il senso del finale a me è sembrato quasi come se Beethoven chiedesse a se stesso e agli altri : " e se fosse tutto inutile ?''
Grazie dell' attenzione e buon ascolto
LEPORELLO- Membro di riguardo
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Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
aggiungo per chi fosse interessato la versione originale nell' interpretazione storica del quartetto italiano che si può facilmente trovare su cd
http://www.amazon.com/gp/aw/d/B0000041FM
c' è anche l' integrale ovviamente
http://www.amazon.com/gp/aw/d/B0000041FM
c' è anche l' integrale ovviamente
LEPORELLO- Membro di riguardo
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Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
mi hai fatto venir la voglia di riascoltarla ... dacci sempre il nostro spunto quotidiano ...LEPORELLO ha scritto:aggiungo per chi fosse interessato la versione originale nell' interpretazione storica del quartetto italiano che si può facilmente trovare su cd
http://www.amazon.com/gp/aw/d/B0000041FM
c' è anche l' integrale ovviamente
luigigi- Membro classe argento
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Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
L'interpretazione del Quartetto Italiano è magistrale e si trova anche in vinile. Per chi vuole godere di un'interpretazione più dinamica e drammatica può ascoltare l'Alban Berg Quartet, che ha inciso 3 bellissimi CD con tutti gli ultimi quartetti. La versione orchestrale diretta da Bernstein è una rarissima chicca.
p.cristallini- Membro classe argento
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Provincia :
Impianto :- Spoiler:
- # 1 - Principale - Giradischi Rega P9 + Goldring 1042. Prephono Lehmann Black Cube SE. Lettore CD Meridian 506. PC + JRiver + interfaccia xmos Gustard U12 + DAC Aqvox USB 2 D/A MKII. Preamplificatore Docet Lector Zoe. Finale Adcom GFA-555MKII. Diffusori Magneplanar 2.7QR. Cavi segnale VDH, potenza TNT Triple T. Stanza della musica acusticamente ben trattata.
# 2 - Scrivania - PC + JRiver. Marantz CD-72SE. Dac/amp cuffia/pre Fiio K5 Pro. Amp Aiyima A07 TPA3255. Casse Lonpoo LP-42. Cuffia AKG K701.
# 3 - Casa campagna - Thorens TD166 MKV + Goldring 2200 + prephono Schiit Mani. Marantz CD-50. PC + JRiver + Arcam rDac. Amp Yarland FV 34A con KT88. Monovia artigianali con Audionirvana Super 8" Cast Frame BVR + tweeter e subwoofer post.
# Rip vinili con Sound Blaster X-Fi HD.
# In panchina altri oggetti...
Grazie
LEPORELLO ha scritto:Una delle più grandi musiche mai scritte nella trascrizione per orchestra d' archi di Dimitri Mitropoulous
Interpretazione di Leonard Bernstein alla guida dei Wiener Philarmoniker
leggere e ri-leggere le tue parole con il sottofondo della Deutsche G. mi ha regalato una autentica emozione (brivido lungo la schiena) ... ancora grazie
P.S. ho colto i mormorii e salti di Lenny sul podio
ciotolodifiume- Appassionato
- Data d'iscrizione : 06.02.11
Numero di messaggi : 281
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Provincia : grunt
Impianto :- Spoiler:
- HTPC (Foobar2000 pilotato da tablet Android) + Xonar STX + pre e finale Rotel + front JMR + rear Sequence + central B&W + sub passivo Bose vintage + giradischi ProJect Debut Carbon Esprit con M2Red sostituito da Pioneer PL-500x con AudioTecnica XE + cuffie Sennheiser HD-598 + proiettore Optoma HD82 su telo 2,50 m. di base + decoder XDOME HD-1000NC con SKY CINEMA
Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
salve,sono un neofita.per caso parlate del quartetto n.09 opera 59?
violoncello- UTENTE DISISCRITTO
- Data d'iscrizione : 08.02.13
Numero di messaggi : 8
Località : Italia
Impianto : (non specificato)
Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
No! Del n.14 op.131, uno del gruppo degli ultimi (op. 127,130,131,132,135, più grande fuga op.133).
p.cristallini- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 26.06.11
Numero di messaggi : 3480
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# 2 - Scrivania - PC + JRiver. Marantz CD-72SE. Dac/amp cuffia/pre Fiio K5 Pro. Amp Aiyima A07 TPA3255. Casse Lonpoo LP-42. Cuffia AKG K701.
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Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
dell'op.27 sonata al chiaro di luna la migliore,a vostro giudizio, è quella diretta da Von Karajan?
violoncello- UTENTE DISISCRITTO
- Data d'iscrizione : 08.02.13
Numero di messaggi : 8
Località : Italia
Impianto : (non specificato)
Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
Karajan è un direttore d'orchestra. La sonata op.27 è per pianoforte. Come interpretazione c'è un megagalattico imbarazzo della scelta, prova a vedere su you tube quella che ti piace di più.
p.cristallini- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 26.06.11
Numero di messaggi : 3480
Località : Aosta
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# 2 - Scrivania - PC + JRiver. Marantz CD-72SE. Dac/amp cuffia/pre Fiio K5 Pro. Amp Aiyima A07 TPA3255. Casse Lonpoo LP-42. Cuffia AKG K701.
# 3 - Casa campagna - Thorens TD166 MKV + Goldring 2200 + prephono Schiit Mani. Marantz CD-50. PC + JRiver + Arcam rDac. Amp Yarland FV 34A con KT88. Monovia artigianali con Audionirvana Super 8" Cast Frame BVR + tweeter e subwoofer post.
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Re: Beethoven, op. 131; la più grande musica mai scritta ?
p.cristallini ha scritto:Karajan è un direttore d'orchestra. La sonata op.27 è per pianoforte. Come interpretazione c'è un megagalattico imbarazzo della scelta, prova a vedere su you tube quella che ti piace di più.
ho capito,grazie!! si vede che sono un neofita in materia
violoncello- UTENTE DISISCRITTO
- Data d'iscrizione : 08.02.13
Numero di messaggi : 8
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