I file a 24/192 non servono a nulla
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
rispolvero questo thread, che scorgo solo adesso....
da musicista, conosco perfettamente l'effetto che la sovrapposizione di suoni appartenenti a registri differenti producono sulla nostra percezione..si potrebbe anche menzionare il metodo di accordatura del pianoforte, basato sui battimenti prodotti oltre che dalle note anche dagli armonici di queste ultime...
questo per dire che limitarsi a considerare la banda udibile come unico parametro per giudicare se una larghezza di banda di 96 o addirittura 192 khz sia necessaria, a parte le giuste considerazioni già riportate riguardo il rumore di quantizzazione, fa perdere di vista l'effetto che tali frequenze "ultrasoniche" - nell'interazione con quelle più basse - producono, questo sì, nel campo delle frequenze percepibili...
gli armonici di un colpo di piatti in orchestra arrivano a sfiorare i 90/100 khz, se è vero che non udremo quelle frequenze percepiremo di certo i battimenti e gli armonici prodotti per differenza di frequenza nella nostra banda udibile - se correttamente registrati..altrimenti sentiremo i nostri cari CD, ad oggi il supporto audio più limitato, e anche il più longevo paradossalmente, mai esistito...
da musicista, conosco perfettamente l'effetto che la sovrapposizione di suoni appartenenti a registri differenti producono sulla nostra percezione..si potrebbe anche menzionare il metodo di accordatura del pianoforte, basato sui battimenti prodotti oltre che dalle note anche dagli armonici di queste ultime...
questo per dire che limitarsi a considerare la banda udibile come unico parametro per giudicare se una larghezza di banda di 96 o addirittura 192 khz sia necessaria, a parte le giuste considerazioni già riportate riguardo il rumore di quantizzazione, fa perdere di vista l'effetto che tali frequenze "ultrasoniche" - nell'interazione con quelle più basse - producono, questo sì, nel campo delle frequenze percepibili...
gli armonici di un colpo di piatti in orchestra arrivano a sfiorare i 90/100 khz, se è vero che non udremo quelle frequenze percepiremo di certo i battimenti e gli armonici prodotti per differenza di frequenza nella nostra banda udibile - se correttamente registrati..altrimenti sentiremo i nostri cari CD, ad oggi il supporto audio più limitato, e anche il più longevo paradossalmente, mai esistito...
mah(x)- Affezionato
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
mah(x) ha scritto:rispolvero questo thread, che scorgo solo adesso....
da musicista, conosco perfettamente l'effetto che la sovrapposizione di suoni appartenenti a registri differenti producono sulla nostra percezione..si potrebbe anche menzionare il metodo di accordatura del pianoforte, basato sui battimenti prodotti oltre che dalle note anche dagli armonici di queste ultime...
questo per dire che limitarsi a considerare la banda udibile come unico parametro per giudicare se una larghezza di banda di 96 o addirittura 192 khz sia necessaria, a parte le giuste considerazioni già riportate riguardo il rumore di quantizzazione, fa perdere di vista l'effetto che tali frequenze "ultrasoniche" - nell'interazione con quelle più basse - producono, questo sì, nel campo delle frequenze percepibili...
gli armonici di un colpo di piatti in orchestra arrivano a sfiorare i 90/100 khz, se è vero che non udremo quelle frequenze percepiremo di certo i battimenti e gli armonici prodotti per differenza di frequenza nella nostra banda udibile - se correttamente registrati..altrimenti sentiremo i nostri cari CD, ad oggi il supporto audio più limitato, e anche il più longevo paradossalmente, mai esistito...
D'accordissimo su tutto, e a mio umile parere è anche trascurata l'inevitabile approssimazione del formato redbook nei confronti delle variazioni di ampiezza del segnale.
Sul primato dei CD come supporto audio "più longevo" ho qualche perplessità, al momento credo sia ancora di qualche decennio indietro rispetto al disco in vinile
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
mah(x) ha scritto:rispolvero questo thread, che scorgo solo adesso....
da musicista, conosco perfettamente l'effetto che la sovrapposizione di suoni appartenenti a registri differenti producono sulla nostra percezione..si potrebbe anche menzionare il metodo di accordatura del pianoforte, basato sui battimenti prodotti oltre che dalle note anche dagli armonici di queste ultime...
questo per dire che limitarsi a considerare la banda udibile come unico parametro per giudicare se una larghezza di banda di 96 o addirittura 192 khz sia necessaria, a parte le giuste considerazioni già riportate riguardo il rumore di quantizzazione, fa perdere di vista l'effetto che tali frequenze "ultrasoniche" - nell'interazione con quelle più basse - producono, questo sì, nel campo delle frequenze percepibili...
gli armonici di un colpo di piatti in orchestra arrivano a sfiorare i 90/100 khz, se è vero che non udremo quelle frequenze percepiremo di certo i battimenti e gli armonici prodotti per differenza di frequenza nella nostra banda udibile - se correttamente registrati..altrimenti sentiremo i nostri cari CD, ad oggi il supporto audio più limitato, e anche il più longevo paradossalmente, mai esistito...
Se nell'esecuzione del brano musicale ci sono battimenti tra armoniche di ordine elevato prodotte da più strumenti, che generano altre frequenze che ricadono nei canonici 20Hz-20KHz (lo stesso fenomeno che origina la distorsione d' intermodulazione degli amplificatori) allora queste frequenze "nuove", suonate da nessuno, è evidente che sono già registrate nel supporto.
Riprodurle due volte, la prima perchè già prodotte(e registrate) durante l'esecuzione reale, la seconda perchè ri-ricreate da nuovi battimenti sarebbe, secondo me, solo un'ulteriore distorsione del segnale originale.
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valterneri- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Valter quei microfoni lì son proprio scarsi, se te ne avanza un paio e li vuoi buttare, vengo a prenderli io, ti risparmio il viaggio in discarica
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Scusa, forse non hai letto bene: ho affermato che frequenze _multiple_ di 8Hz sono più "naturali", non ho mai sostenuto che l'impianto debba riprodurre da 8Hz (anche perché credo sia inutibile) a 96KHz !Barone Rosso ha scritto:Marco Ravich ha scritto:Ah, volevo sottolineare un'altra cosa a mio avviso importante: pare che sia il pianeta in cui viviamo che il corpo umano "risuonino" alla frequenza di 8Hz, per cui i multipli di questa (es. 48, 96, ecc KHz) risultano "più compatibili" con noi.
Una frequenza di 8Hz non la tira fuori neppure una gran cassa acustica.
Seriamente un HiFi, anche quello da 20'000€, ha dei limiti paurosi in fatto di riproduzione, quindi il pensare agli 8Hz o ai 96KHz (sempre che questo affermazioni abbiano un fondamento) non ha nessun senso, sarebbe come mettere i copertoni da F1 ad una fiat panda .
Un paio di settimane fa mi sono sentito una prova su un organo da chiesa in una sala semivuota, e la differenza con un hifi è abissale, in fatto di spazialità linearità bassi ecc..., quindi prima risolvi tutti gli altri problemi ... e solo alla fine pensa ai dettagli.
(anche perché sennò avrei dovuto dire che un vero impianto hifi dovrebbe riprodurre TUTTE le frequenze)
Ribadisco che secondo me dovrebbero fermarsi con le frequenze (96 va bene) e cominciare a raddoppiare i bits (auspicabilmente fino a 64).
Re: I file a 24/192 non servono a nulla
sonic63 ha scritto:
Se nell'esecuzione del brano musicale ci sono battimenti tra armoniche di ordine elevato prodotte da più strumenti, che generano altre frequenze che ricadono nei canonici 20Hz-20KHz (lo stesso fenomeno che origina la distorsione d' intermodulazione degli amplificatori) allora queste frequenze "nuove", suonate da nessuno, è evidente che sono già registrate nel supporto.
Riprodurle due volte, la prima perchè già prodotte(e registrate) durante l'esecuzione reale, la seconda perchè ri-ricreate da nuovi battimenti sarebbe, secondo me, solo un'ulteriore distorsione del segnale originale.
Si, quoto
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Cuffie: Rega Ear MKII, Teac Ha-P50; Philips Fidelio X2, Sennheiser HD545 reference, Sennheiser MM450X, Grado SR60e, Fostex T50RP MK3, Sony WH1000 MX3 e un cassetto pieno di KZ e Xiaomi
Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Li ho già buttati in discarica, ora si registra tutto solo con l'iPhone,fritznet ha scritto:Valter quei microfoni lì son proprio scarsi, se te ne avanza un paio e li vuoi buttare,
vengo a prenderli io, ti risparmio il viaggio in discarica
ne ho già comprati 60 per l'Aida.
valterneri- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Interessante articolo sulle frequenze "inudibili" (ambito documentaristico):
http://www.wildmountainechoes.com/equipment/options-for-recording-ultrasounds/
http://www.wildmountainechoes.com/equipment/options-for-recording-ultrasounds/
Re: I file a 24/192 non servono a nulla
valterneri ha scritto:Li ho già buttati in discarica, ora si registra tutto solo con l'iPhone,fritznet ha scritto:Valter quei microfoni lì son proprio scarsi, se te ne avanza un paio e li vuoi buttare,
vengo a prenderli io, ti risparmio il viaggio in discarica
ne ho già comprati 60 per l'Aida.
Spero che la casa delle mele morsicate ti abbia fatto uno sconto
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
sportyerre ha scritto:sonic63 ha scritto:
Se nell'esecuzione del brano musicale ci sono battimenti tra armoniche di ordine elevato prodotte da più strumenti, che generano altre frequenze che ricadono nei canonici 20Hz-20KHz (lo stesso fenomeno che origina la distorsione d' intermodulazione degli amplificatori) allora queste frequenze "nuove", suonate da nessuno, è evidente che sono già registrate nel supporto.
Riprodurle due volte, la prima perchè già prodotte(e registrate) durante l'esecuzione reale, la seconda perchè ri-ricreate da nuovi battimenti sarebbe, secondo me, solo un'ulteriore distorsione del segnale originale.
Si, quoto
Scusate, così a naso, i battimenti registrati ok, ma per riprodurli due volte ci vorrebbero le stesse condizioni, ovvero un sistema in grado di salire molto in F.
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
fritznet ha scritto:sportyerre ha scritto:
Si, quoto
Scusate, così a naso, i battimenti registrati ok, ma per riprodurli due volte ci vorrebbero le stesse condizioni, ovvero un sistema in grado di salire molto in F.
..per non parlare poi dell'uovo e della gallina
Certo, da qui l'inutilità delle frequenze da pipistrelli
sportyerre- Membro classe argento
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
sportyerre ha scritto:sonic63 ha scritto:Se nell'esecuzione del brano musicale ci sono battimenti tra armoniche ... che generano altre frequenze che ricadono nei 20-20K ....
queste frequenze "nuove" è evidente che sono già registrate nel supporto.
Riprodurle due volte ..... solo un'ulteriore distorsione del segnale originale.
Si, quoto
In natura il suono non ha né battimenti né intermodulazione,
i primi appaiono quando si sommano acusticamente o elettricamente
due suoni vicini in frequenza, in una membrana avviene la somma,
ma tolta la membrana dal punto, in quel punto avviene solo un incrocio di passaggio,
le onde rimangono libere e separate, altrimenti ogni punto nell'aria diverrebbe
un nuovo punto di emissione sferica della frequenza di battimento.
Consideriamo quindi il battimento presente in natura solo perché
non c'è alcun modo di non subirlo nel misurare l'onda elastica.
La distorsione d'intermodulazione nell'aria invece non esiste assolutamente,
perché nasce solo dall'imprecisione del sistema di rilevamento e di misura.
Anche il nostro udito ne è affetto,
ma il nostro sistema uditivo lo considera naturale perché ha imparato a conviverci.
Quindi "l'intermodulazione naturale che da ambienza e naturalezza"
se esiste nasce durante l'ascolto e non deve nascere durante la registrazione,
ma .... l'ascolto viene dopo la registrazione e non in sala concerto.
Riletto sotto questa luce il post di Mah(x) torna ad essere rilevante.
valterneri- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Infatti, io rispondevo che ritenere indispensabile poter registrare sul supporto frequenza di 2-3 ottave (e oltre, si è parlato di 100Khz) superiori alla "banda audio" per la motivazione discussa è inutile e, secondo me, deleterio.fritznet ha scritto:sportyerre ha scritto:
Si, quoto
Scusate, così a naso, i battimenti registrati ok, ma per riprodurli due volte ci vorrebbero le stesse condizioni, ovvero un sistema in grado di salire molto in F.
Che poi il discorso sia puramente accademico è senz'altro vero.
Giacchè quelle frequenze bisogna poterle registrare.
E poi bisogna farle entrare nel supporto.
Impossibile farlo sul Cd per ovvi motivi teorici.
Ma non è che nel caso dell' elleppì le cose vadano meglio(anzi), in aggiunta bisogna anche poterle meccanicamente leggere.
Possono entrare solo in formati con altissima frequenza di campionamento, ma poi bisogna riprodurli, e anche con le giuste relazioni di fase.
Secondo me si aggiunge solo distorsione (di frequenza) e distorsione (di tempo).
sonic63- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
valterneri ha scritto:sportyerre ha scritto:
Si, quoto
In natura il suono non ha né battimenti né intermodulazione,
i primi appaiono quando si sommano acusticamente o elettricamente
due suoni vicini in frequenza, in una membrana avviene la somma,
ma tolta la membrana dal punto, in quel punto avviene solo un incrocio di passaggio,
le onde rimangono libere e separate, altrimenti ogni punto nell'aria diverrebbe
un nuovo punto di emissione sferica della frequenza di battimento.
Consideriamo quindi il battimento presente in natura solo perché
non c'è alcun modo di non subirlo nel misurare l'onda elastica.
La distorsione d'intermodulazione nell'aria invece non esiste assolutamente,
perché nasce solo dall'imprecisione del sistema di rilevamento e di misura.
Anche il nostro udito ne è affetto,
ma il nostro sistema uditivo lo considera naturale perché ha imparato a conviverci.
Quindi "l'intermodulazione naturale che da ambienza e naturalezza"
se esiste nasce durante l'ascolto e non deve nascere durante la registrazione,
ma .... l'ascolto viene dopo la registrazione e non in sala concerto.
Riletto sotto questa luce il post di Mah(x) torna ad essere rilevante.
In natura il battimento esiste, e non si genera affatto nel sistema di misura.
Non riguarda affatto solo due frequenze vicine ma qualsiasi coppia (o più ) di frequenze, per quanto siano lontane.
In ogni caso, comunque, la membrana del timpano lo sente e lo "sente" il microfono(per fortuna).
Ho citato l'intermodulazione solo come esempio di un fenomeno simile.
L' "intermodulazione naturale " che dà "ambienza e naturalezza" come scrivi, non esiste, l'ambienza è il risultato di corrette relazioni di fase tra i suoni che l'impianto deve mantenere così come sono state registrate.
Secondo il mio modestissimo parere dire che: "l'intermodulazione naturale che da ambienza e naturalezza" se esiste nasce durante l'ascolto e non deve nascere durante la registrazione," è come dire che l'ambienza di una registrazione effettuata al Concertgebouw di Amsterdam sarebbe quella dell'ambiente in cui ascolto
per fortuna non è così.
sonic63- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
sonic63 ha scritto:
In natura il battimento esiste, e non si genera affatto nel sistema di misura.
Non riguarda affatto solo due frequenze vicine ma qualsiasi coppia (o più ) di frequenze, per quanto siano lontane.
In ogni caso, comunque, la membrana del timpano lo sente e lo "sente" il microfono(per fortuna).
Ho citato l'intermodulazione solo come esempio di un fenomeno simile.
L' "intermodulazione naturale " che dà "ambienza e naturalezza" come scrivi, non esiste, l'ambienza è il risultato di corrette relazioni di fase tra i suoni che l'impianto deve mantenere così come sono state registrate.
Secondo il mio modestissimo parere dire che: "l'intermodulazione naturale che da ambienza e naturalezza" se esiste nasce durante l'ascolto e non deve nascere durante la registrazione," è come dire che l'ambienza di una registrazione effettuata al Concertgebouw di Amsterdam sarebbe quella dell'ambiente in cui ascolto
per fortuna non è così.
Anche io sono convinto che i battimenti esistano "a priori" ogni volta che due suoni ( o due frequenze) vengono riprodotte contemporaneamente ( nello stesso ambiente), non ho mai considerato che questo invece possa accadere solo "a posteriori" se aggiungiamo un microfono o una orecchia (o due ), la cosa mi lascia un pò spiazzato
Ma allora le interferenze (costruttive e distruttive)?
Anch'esse esistono solo se le misuriamo?
Per quello che riguarda l'ambienza poi, ero convinto che fosse semplicemente dovuta al particolare "colore" e quantità di riverbero (più le risonanze proprie dell'ambiente) che ogni ambiente non pesantemente trattato possiede...
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
fritznet ha scritto:sonic63 ha scritto:
In natura il battimento esiste, e non si genera affatto nel sistema di misura.
Non riguarda affatto solo due frequenze vicine ma qualsiasi coppia (o più ) di frequenze, per quanto siano lontane.
In ogni caso, comunque, la membrana del timpano lo sente e lo "sente" il microfono(per fortuna).
Ho citato l'intermodulazione solo come esempio di un fenomeno simile.
L' "intermodulazione naturale " che dà "ambienza e naturalezza" come scrivi, non esiste, l'ambienza è il risultato di corrette relazioni di fase tra i suoni che l'impianto deve mantenere così come sono state registrate.
Secondo il mio modestissimo parere dire che: "l'intermodulazione naturale che da ambienza e naturalezza" se esiste nasce durante l'ascolto e non deve nascere durante la registrazione," è come dire che l'ambienza di una registrazione effettuata al Concertgebouw di Amsterdam sarebbe quella dell'ambiente in cui ascolto
per fortuna non è così.
Anche io sono convinto che i battimenti esistano "a priori" ogni volta che due suoni ( o due frequenze) vengono riprodotte contemporaneamente ( nello stesso ambiente), non ho mai considerato che questo invece possa accadere solo "a posteriori" se aggiungiamo un microfono o una orecchia (o due ), la cosa mi lascia un pò spiazzato
Ma allora le interferenze (costruttive e distruttive)?
Anch'esse esistono solo se le misuriamo?
Per quello che riguarda l'ambienza poi, ero convinto che fosse semplicemente dovuta al particolare "colore" e quantità di riverbero (più le risonanze proprie dell'ambiente) che ogni ambiente non pesantemente trattato possiede...
Per supporre che i battimenti tra onde sonore non esistono in natura bisognerebbe accettare il fatto che due corpi ognuno con la sua energia si incontrano e le loro energie non interagisco, il che non può essere.
Basta pensare a quello che succede andando in barca, le onde prodotte dal moto della barca si scontrano con le onde del mare generando altre onde, credo che sia un'esperienza che tutti abbiamo potuto osservare.
Riguardo all' "ambienza" credo che bisogna chiarire il significato che si dà alla parola.
Che io sappia, magari sbaglio, l'ambienza è contenuta nella registrazione (quando c'è) ed è data dalle riflessioni prodotte dall'ambiente durante la performance musicale e catturate dai microfoni.
Le riflessioni prodotte dall'ambiente di ascolto sono un'altra cosa , per es. possono creare la sensazione di un suono molto arretrato rispetto ai diffusori e/o la sensazione di un fronte sonore esteso lateralmente ben oltre i diffusori.
Credo che siano due cose da chiamare con nomi diversi, provocate dallo stesso fenomeno acustico(le riflessioni nell'ambiente) ma in momenti e ambienti profondamente diversi.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale posso dire che molte registrazioni hanno un'ambienza molto accentuata(naturalmente è necessario che l'impianto e l'ambiente d'ascolto non la mortifichino), le prime che mi vengono in mente sono alcune registrazioni della Fonè, la registrazione dei Weavers alla Carnegie Hall, alcune registrazioni Audioquest di Robert Lucas.
In alcuni casi (con il mio impianto, con impianti migliori sicuramente l'ambienza della registrazione sarà ancora più evidente) è netta la sensazione di trovarsi in un'altro ambiente.
Ma certo su questo argomento Valterneri saprà dirci meglio dato che è il suo lavoro.
sonic63- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Certo, anche io intendo "ambienza" come una caratteristica
(naturale o artificiale) voluta, legata all'esecuzione o
aggiunta dopo, non sicuramente i difetti dell'acustica
ambientale dell'ambiente di ascolto.
La definizione che ho usato sopra è in effetti ambigua.
(naturale o artificiale) voluta, legata all'esecuzione o
aggiunta dopo, non sicuramente i difetti dell'acustica
ambientale dell'ambiente di ascolto.
La definizione che ho usato sopra è in effetti ambigua.
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Aiuto aiuto! Sono in crisi psicologica nera!
Un po' perché sto registrando da 7 ore Soprano Baritono Pianoforte
e più che i battimenti ho gli sbattimenti,
un po' perché sui battimenti e sull'intermodulazione non trovo nella memoria
nessun straccio di aneddoto da raccontare!
Un po' perché sto registrando da 7 ore Soprano Baritono Pianoforte
e più che i battimenti ho gli sbattimenti,
un po' perché sui battimenti e sull'intermodulazione non trovo nella memoria
nessun straccio di aneddoto da raccontare!
valterneri- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
sono contento di aver fornito materia di discussione...
a proposito di suoni ricreati dall'intermodulazione delle frequenze vorrei ricordare quel fenomeno conosciuto come "terzo suono di Tartini", dal nome del celebre compositore e violinista...eseguendo due note su uno strumento si genererà una terza nota, sempre più grave delle due, che avra frequenza f2 - f1, in pratica qualcosa di simile alla distorsione per differenza di frequenza...
si tratta di un suono che esiste, è oggettivo e non viene creato dall'apparato uditivo...ovviamemte anche quest'ultimo, a sua volta, interferisce con altri suoni creando ulteriori suoni - ovviamente sempre più deboli...
cito questo fenomeno, che magari appartiene già al bagaglio "audiofilo" di molti di voi, per riflettere che riguardo temi come questi non si dovrebbe ragionare per assiomi...è chiaro che, trattandosi di suoni oggettivi, quelli derivanti da intermodulazione verranno anch'essi registrati, ma in ogni caso non sarà la stessa cosa che avere lo stesso campo sonoro originale - altrimenti ascoltando il live dovremmo soffrire del "doppio ascolto" di questi suoni come riporta Sonic63 nel suo post, ed è evidente che le cose non vanno così
se aggiungiamo che l'orecchio umano, poi, ama "costruirsi" i suoni - è il caso delle fondamentali delle ultime corde del pianoforte, che lo strumento fisicamente "non può" emettere e che vengono ricostruite dalla nostra percezione, come pure nel caso dei nostri modesti ambienti di ascolto dove maggiori lunghezze d'onda non trovano fisicamente lo spazio per propagarsi - allora immagino che le cose vadano in modo un tantino più complicato...è possibile che nello spazio di frequenze cosiddette "inudibili" accadano molte più cose, e necessarie per la realisticità dell'ascolto, di quel che possiamo immaginare...
riguardo la spazialità, poi...non pensavo qualcuno credesse ancora che il campo sonoro delle registrazioni in commercio sia quello della sala originale - quando di sala si tratta...
escludendo registrazioni cosiddette "per audiofili" che si vantano di riprese particolari - e che personalmente non trovo interessanti - vi assicuro, da addetto ai lavori, che quello che accade a valle dei microfoni durante e dopo una registrazione potrebbe far passare la voglia di spendere tanti soldi in sistemi audio...
ma su questo magari apriamo un altro thread...
a proposito di suoni ricreati dall'intermodulazione delle frequenze vorrei ricordare quel fenomeno conosciuto come "terzo suono di Tartini", dal nome del celebre compositore e violinista...eseguendo due note su uno strumento si genererà una terza nota, sempre più grave delle due, che avra frequenza f2 - f1, in pratica qualcosa di simile alla distorsione per differenza di frequenza...
si tratta di un suono che esiste, è oggettivo e non viene creato dall'apparato uditivo...ovviamemte anche quest'ultimo, a sua volta, interferisce con altri suoni creando ulteriori suoni - ovviamente sempre più deboli...
cito questo fenomeno, che magari appartiene già al bagaglio "audiofilo" di molti di voi, per riflettere che riguardo temi come questi non si dovrebbe ragionare per assiomi...è chiaro che, trattandosi di suoni oggettivi, quelli derivanti da intermodulazione verranno anch'essi registrati, ma in ogni caso non sarà la stessa cosa che avere lo stesso campo sonoro originale - altrimenti ascoltando il live dovremmo soffrire del "doppio ascolto" di questi suoni come riporta Sonic63 nel suo post, ed è evidente che le cose non vanno così
se aggiungiamo che l'orecchio umano, poi, ama "costruirsi" i suoni - è il caso delle fondamentali delle ultime corde del pianoforte, che lo strumento fisicamente "non può" emettere e che vengono ricostruite dalla nostra percezione, come pure nel caso dei nostri modesti ambienti di ascolto dove maggiori lunghezze d'onda non trovano fisicamente lo spazio per propagarsi - allora immagino che le cose vadano in modo un tantino più complicato...è possibile che nello spazio di frequenze cosiddette "inudibili" accadano molte più cose, e necessarie per la realisticità dell'ascolto, di quel che possiamo immaginare...
riguardo la spazialità, poi...non pensavo qualcuno credesse ancora che il campo sonoro delle registrazioni in commercio sia quello della sala originale - quando di sala si tratta...
escludendo registrazioni cosiddette "per audiofili" che si vantano di riprese particolari - e che personalmente non trovo interessanti - vi assicuro, da addetto ai lavori, che quello che accade a valle dei microfoni durante e dopo una registrazione potrebbe far passare la voglia di spendere tanti soldi in sistemi audio...
ma su questo magari apriamo un altro thread...
mah(x)- Affezionato
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Impianto : AM AUDIO PA25 e SonusFaber Concerto
Re: I file a 24/192 non servono a nulla
NO! Per carità!mah(x) ha scritto:... vi assicuro che quello che accade a valle dei microfoni durante e dopo una registrazione
potrebbe far passare la voglia di spendere tanti soldi in sistemi audio...
ma su questo magari apriamo un altro thread...
Sarebbe come entrare a curiosare nella cucina di un ristorante cinese.
valterneri- Membro classe oro
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
Tempo fa qualcuno aveva postato il collegamento a questa intervista,purtroppo ho salvato il documento ma non i riferimenti spero di non commettere abusi postandola,eventualmente cancellate.
“Ingegnere, Lei è generalmente propenso ad usare ‘vecchie’ macchine anziche utilizzare i nuovi ritrovati tecnologici. Lei è forse un pò lunatico o è una sorta di Amish, che rifiuta il progresso tecnologico?
Cosa c’é che non va, secondo lei, nella conversione 24 bit/192 KHz e HDCD oppure nei SACD?
“Ecco cosa posso rispondere: esistono due tipi di risoluzione, analogica e digitale. Possiamo parlare in linguaggio digitare e concludere che l’informazione digitale può avere ad esempio un campione della lunghezza di 16 bit. Il chip che deve leggere questa informazione deve operare a 16 bit, ma quest’ultimo è in grado di convertire in una risultante Onda sinusoidale con la stessa accuratezza presente nel dominio digitale? Ecco la questione chiave!
I bits sono la più piccola informazione che interviene nel processo, e qui vorrei portare un esempio con le macchine fotografiche digitali. In genere si preferisce acquistare una CANON D30 da 8megapixel anziche una KODAK tascabile da 100 euro e 10megapixel. Il numero di pixel di quest’ultima è maggiore rispetto alla CANON, ma tutto viene perduto fra compressioni e firmware,bassa qualità delle lenti ed accuratezza degli stadi d’alimentazione etc.
Nella riproduzione musicale, i nostri cd sono incisi a 16 bits, non importa che DAC usiamo, sono sempre 16 bits. Ciò significa che possiamo riprodurre un segnale di di 2 Volts pp con la risoluzione di 2 /65500 di volts.
Allora perché gli economici DVD player con una risoluzione reale di 24bits non sono immediatamente superiori?
Semplicemente perché aumentare la risoluzione digitale non ha alcuna possibilità reale di entrare in gioco.
Il fatto è che, perlando “digitalmente” , un chip possa leggere una informazione a 24bits, non garantisce affatto la restituzione di un segnale analogico della stessa risoluzione e dettaglio. Vi sono troppe cose che entrano in gioco ad esempio la frequenza di Clock, la stabilità degli stadi di alimentazione e dello stadio analogico; tutti questi circuiti hanno la capacità di riprodurre un segnale con un’accuratezza diciamo del 0.01% che equivale 1/10000, il che è molto lontano da 1/65500 che è la risoluzione del DAC a 16 bit; ma mooooolto più lontano di un DAC a 24bit, che equivalrebbe a 2 24 potenza, ovvero 2X655008 ( due per 65500 elevato all’ottava potenza) Risultato: un numero con 49 cifre!!!!!!!
Una spiegazione non matematica si può rendere se si prende ad esempio una comune moderna stampante.Alcuni produttori possono vantare su alcune loro stampanti una risoluzione di 20.000 punti per pollice. Questo potrebbe anche essere vero per la risoluzione della testa di stampa ed il relativo software; ma il risultato “analogico” sarà ben diverso. La goccia di inchiostro rilasciata dal singolo uggello dalla testa di stampa si spanderà su una superficie della carta 10 volte maggiore, in seconda ipotesi, la struttura della trama della carta è dieci volte maggiore di quanto una risoluzione a 20.000dpi richiederebbe. Sicché la limitazione risiede nell’interazione fra carta e testa di stampa, e non nella capacità di risoluzione di quest’ultima. Per non citare la precisione dei movimenti sulle guide su cui scorre detta testa o la temperatura degl’ugelli,la pressione atmosferica, la temperatura e l’umidità, etc etc.
Per cui, chi dice e promette una risoluzione udibile a 24bits effettiva, vuol dire che è in grado di realizzare un dispostivo capace della risoluzione di una centibilionesima parte di Volt!
Non è molto serio affermare ciò, e va preso tutto col beneficio di successive verifiche, di là da venire.
Sicche cari audiofili, non c’é correlazione tra l’aumento della risoluzione digitale oltre 16 bits, e la qualità del suono; o almeno non è immediatamente garantito con poca spesa. Suggerisco in fine di concentrarci piuttosto sullo sfruttamento migliore dei Bits che abbiamo, invece di preoccuparci di quelli che non abbiamo.
“Ingegnere, Lei è generalmente propenso ad usare ‘vecchie’ macchine anziche utilizzare i nuovi ritrovati tecnologici. Lei è forse un pò lunatico o è una sorta di Amish, che rifiuta il progresso tecnologico?
Cosa c’é che non va, secondo lei, nella conversione 24 bit/192 KHz e HDCD oppure nei SACD?
“Ecco cosa posso rispondere: esistono due tipi di risoluzione, analogica e digitale. Possiamo parlare in linguaggio digitare e concludere che l’informazione digitale può avere ad esempio un campione della lunghezza di 16 bit. Il chip che deve leggere questa informazione deve operare a 16 bit, ma quest’ultimo è in grado di convertire in una risultante Onda sinusoidale con la stessa accuratezza presente nel dominio digitale? Ecco la questione chiave!
I bits sono la più piccola informazione che interviene nel processo, e qui vorrei portare un esempio con le macchine fotografiche digitali. In genere si preferisce acquistare una CANON D30 da 8megapixel anziche una KODAK tascabile da 100 euro e 10megapixel. Il numero di pixel di quest’ultima è maggiore rispetto alla CANON, ma tutto viene perduto fra compressioni e firmware,bassa qualità delle lenti ed accuratezza degli stadi d’alimentazione etc.
Nella riproduzione musicale, i nostri cd sono incisi a 16 bits, non importa che DAC usiamo, sono sempre 16 bits. Ciò significa che possiamo riprodurre un segnale di di 2 Volts pp con la risoluzione di 2 /65500 di volts.
Allora perché gli economici DVD player con una risoluzione reale di 24bits non sono immediatamente superiori?
Semplicemente perché aumentare la risoluzione digitale non ha alcuna possibilità reale di entrare in gioco.
Il fatto è che, perlando “digitalmente” , un chip possa leggere una informazione a 24bits, non garantisce affatto la restituzione di un segnale analogico della stessa risoluzione e dettaglio. Vi sono troppe cose che entrano in gioco ad esempio la frequenza di Clock, la stabilità degli stadi di alimentazione e dello stadio analogico; tutti questi circuiti hanno la capacità di riprodurre un segnale con un’accuratezza diciamo del 0.01% che equivale 1/10000, il che è molto lontano da 1/65500 che è la risoluzione del DAC a 16 bit; ma mooooolto più lontano di un DAC a 24bit, che equivalrebbe a 2 24 potenza, ovvero 2X655008 ( due per 65500 elevato all’ottava potenza) Risultato: un numero con 49 cifre!!!!!!!
Una spiegazione non matematica si può rendere se si prende ad esempio una comune moderna stampante.Alcuni produttori possono vantare su alcune loro stampanti una risoluzione di 20.000 punti per pollice. Questo potrebbe anche essere vero per la risoluzione della testa di stampa ed il relativo software; ma il risultato “analogico” sarà ben diverso. La goccia di inchiostro rilasciata dal singolo uggello dalla testa di stampa si spanderà su una superficie della carta 10 volte maggiore, in seconda ipotesi, la struttura della trama della carta è dieci volte maggiore di quanto una risoluzione a 20.000dpi richiederebbe. Sicché la limitazione risiede nell’interazione fra carta e testa di stampa, e non nella capacità di risoluzione di quest’ultima. Per non citare la precisione dei movimenti sulle guide su cui scorre detta testa o la temperatura degl’ugelli,la pressione atmosferica, la temperatura e l’umidità, etc etc.
Per cui, chi dice e promette una risoluzione udibile a 24bits effettiva, vuol dire che è in grado di realizzare un dispostivo capace della risoluzione di una centibilionesima parte di Volt!
Non è molto serio affermare ciò, e va preso tutto col beneficio di successive verifiche, di là da venire.
Sicche cari audiofili, non c’é correlazione tra l’aumento della risoluzione digitale oltre 16 bits, e la qualità del suono; o almeno non è immediatamente garantito con poca spesa. Suggerisco in fine di concentrarci piuttosto sullo sfruttamento migliore dei Bits che abbiamo, invece di preoccuparci di quelli che non abbiamo.
paolofb65- Appassionato
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
mah(x) ha scritto:
riguardo la spazialità, poi...non pensavo qualcuno credesse ancora che il campo sonoro delle registrazioni in commercio sia quello della sala originale - quando di sala si tratta...
escludendo registrazioni cosiddette "per audiofili" che si vantano di riprese particolari - e che personalmente non trovo interessanti - vi assicuro, da addetto ai lavori, che quello che accade a valle dei microfoni durante e dopo una registrazione potrebbe far passare la voglia di spendere tanti soldi in sistemi audio...
ma su questo magari apriamo un altro thread...
Non ti stai riferendo a me, vero?
Penso di sapere, a grandi linee, quello che accade durante e dopo la "registrazione" etc, anche se non da addetto ai lavori, ma da appassionato diciamo non di primissimo pelo.
Ho parlato di "naturale o artificiale" partendo dal presupposto che "si sappia" che l'ambienza viene spesso (ma non sempre) aggiunta in fase di produzione, mi spiaceva però generalizzare...
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
valterneri ha scritto:NO! Per carità!mah(x) ha scritto:... vi assicuro che quello che accade a valle dei microfoni durante e dopo una registrazione
potrebbe far passare la voglia di spendere tanti soldi in sistemi audio...
ma su questo magari apriamo un altro thread...
Sarebbe come entrare a curiosare nella cucina di un ristorante cinese.
Ma no, perchè, se c'è gente che passa pomeriggi a cambiare cavi per sentire stravolgimenti del suono, o che sente differenze nel suono cambiando spine RCA, perchè privarci di questo spunto di riflessione?
fritznet- Membro classe diamante
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Re: I file a 24/192 non servono a nulla
fritznet ha scritto:mah(x) ha scritto:
riguardo la spazialità, poi...non pensavo qualcuno credesse ancora che il campo sonoro delle registrazioni in commercio sia quello della sala originale - quando di sala si tratta...
escludendo registrazioni cosiddette "per audiofili" che si vantano di riprese particolari - e che personalmente non trovo interessanti - vi assicuro, da addetto ai lavori, che quello che accade a valle dei microfoni durante e dopo una registrazione potrebbe far passare la voglia di spendere tanti soldi in sistemi audio...
ma su questo magari apriamo un altro thread...
Non ti stai riferendo a me, vero?
Penso di sapere, a grandi linee, quello che accade durante e dopo la "registrazione" etc, anche se non da addetto ai lavori, ma da appassionato diciamo non di primissimo pelo.
Ho parlato di "naturale o artificiale" partendo dal presupposto che "si sappia" che l'ambienza viene spesso (ma non sempre) aggiunta in fase di produzione, mi spiaceva però generalizzare...
il fatto è che sono diventato molto cinico riguardo le questioni inerenti il cosiddetto "campo sonoro"...
ma ricordo anche un articolo di francesco nuti, qualche miliardo di anni fa su Audio Review - che bei tempi, maledizione - molto illuminante riguardo le pretese che potevano aversi circa l'ambiente sonoro originale ricostruito dal nostro impianto hifi...ricordo ancora che l'articolo concludeva affermando che la riproduzione di alta qualità audio non può porsi la restituzione del campo sonoro originale, che non può che andare irrimediabilmente perduto, quanto piuttosto "la certezza dell'ascolto" che è cosa ben diversa....
...che bei tempi...in copertina c'erano ancora i magnetofoni a bobine
mah(x)- Affezionato
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