I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
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Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
paolofb65 ha scritto:
Infatti tutto il "movimento" si chiama "alta fedeltà" non perfetta riproduzione.
Lo stesso vale per l'alta risoluzione, che non è "perfetta risoluzione".
Quando la musica viene riprodotta in maniera sufficente a riuscire a prenderti, a emozionarti, il resto (T, D, A, AB, valvole, stato solido, vinile, CD, SACD, liquida) ha molto, molto meno importanza.
Sarei tentato di realizzare un quadretto con, persino, il passepartout e la cornice invasi dalle frasi del tuo post; tanto le ritengo appropriate!
Albers- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 25.10.10
Numero di messaggi : 2784
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Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
Albers ha scritto:paolofb65 ha scritto:
Infatti tutto il "movimento" si chiama "alta fedeltà" non perfetta riproduzione.
Lo stesso vale per l'alta risoluzione, che non è "perfetta risoluzione".
Quando la musica viene riprodotta in maniera sufficente a riuscire a prenderti, a emozionarti, il resto (T, D, A, AB, valvole, stato solido, vinile, CD, SACD, liquida) ha molto, molto meno importanza.
Sarei tentato di realizzare un quadretto con, persino, il passepartout e la cornice invasi dalle frasi del tuo post; tanto le ritengo appropriate!
Concordo in toto sia con il mio concittadino che con il piu' distante (geograficamente parlando) Albers..... tanto che sono gia' andato a vedere che tipo di cornice utilizzare, ne vorrei una importante...ma non impegnativa.
beppe61- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 11.07.10
Numero di messaggi : 2385
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Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
L'Hi-Fi ha viziato l'ascolto.
La differenza tra classica e leggera (di ogni tipo e importanza)
nell'ascolto hi-fi, o quel che sia,
è che la classica riproduce e la leggera produce,
i suoni della classica già esistevano nell'aria, quelli della leggera sono
creati solo per essere riprodotti dalle casse,
compresi e anche quelli dal vivo.
E quindi, parlando della classica,
un timpano dista 10 metri dal Direttore d'Orchestra e altri 10
da una buona poltroncina d'ascolto.
A 20 metri di distanza, seppur da un timpano, l'effetto pelle è ben poco,
comunque esiste, e anche dell'intera orchestra,
ma non è certo cosa da 200 + 200 watt sulle Tannoy
con magari un demoniaco sub-woofer.
Ripeto quindi,
l'Hi-Fi non è insufficiente, bensì viziante ed esuberante.
Un concerto classico-jazz di pianoforte ascoltato da 10 metri
è paragonabile ad ascoltare in cuffia
microfoni posizionati a 10 centimetri dalle corde?
(foto presa da internet)
La riproduzione non è quindi precaria o carente,
è in enorme vantaggio rispetto al vero.
Nella leggera, dove si può far tutto quello che si vuole,
è la riproduzione ad essere la verità, e il concerto ne è una brutta copia.
Perché però il concerto è più emozionante?
Perché vedere è il nostro primo piacere e fonte di verità,
e anche perché 10.000 watt emozionano chiunque,
come la droga, credo, che più rincoglionisce meglio è.
(scusate la parolaccia, ma quando ce vo', ce vo'!)
La differenza tra classica e leggera (di ogni tipo e importanza)
nell'ascolto hi-fi, o quel che sia,
è che la classica riproduce e la leggera produce,
i suoni della classica già esistevano nell'aria, quelli della leggera sono
creati solo per essere riprodotti dalle casse,
compresi e anche quelli dal vivo.
E quindi, parlando della classica,
un timpano dista 10 metri dal Direttore d'Orchestra e altri 10
da una buona poltroncina d'ascolto.
A 20 metri di distanza, seppur da un timpano, l'effetto pelle è ben poco,
comunque esiste, e anche dell'intera orchestra,
ma non è certo cosa da 200 + 200 watt sulle Tannoy
con magari un demoniaco sub-woofer.
Ripeto quindi,
l'Hi-Fi non è insufficiente, bensì viziante ed esuberante.
Un concerto classico-jazz di pianoforte ascoltato da 10 metri
è paragonabile ad ascoltare in cuffia
microfoni posizionati a 10 centimetri dalle corde?
(foto presa da internet)
La riproduzione non è quindi precaria o carente,
è in enorme vantaggio rispetto al vero.
Nella leggera, dove si può far tutto quello che si vuole,
è la riproduzione ad essere la verità, e il concerto ne è una brutta copia.
Perché però il concerto è più emozionante?
Perché vedere è il nostro primo piacere e fonte di verità,
e anche perché 10.000 watt emozionano chiunque,
come la droga, credo, che più rincoglionisce meglio è.
(scusate la parolaccia, ma quando ce vo', ce vo'!)
valterneri- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 09.10.12
Numero di messaggi : 7923
Provincia : abito nel forum
Impianto : un Thorens Debut Carbon
Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
valterneri ha scritto:L'Hi-Fi ha viziato l'ascolto.
...
è che la classica riproduce e la leggera produce,
i suoni della classica già esistevano nell'aria, quelli della leggera sono
creati solo per essere riprodotti dalle casse,
compresi e anche quelli dal vivo.
...
Carissimo valterneri (carissimo in senso di "persona che stimo" e non "costoso"), hai espresso in quattro righe quello che io non sono riuscito a descrivere in anni...
_________________
Gianni
Tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda. Ma l'amore stesso è musica. Puskin Aleksandr
potowatax- Moderatore
- Data d'iscrizione : 07.05.12
Numero di messaggi : 1842
Località : Roma
Provincia : Roma (IT) / Newmains (UK)
Occupazione/Hobby : Scuola / Viandante
Impianto : Cliccare per leggere:
- Spoiler:
------------------------------------------------
SETUP PRINCIPALE
MEDIA PLAYER: Daphile con Logitech Music Server
CD PLAYER: Sony CDP 970
TURNTABLE: Technics SL-d303 con testina AT3600
TRASPORTO: Audio-gd DI-V3s,
DAC: Bushmaster MK1
PSU per DAC e trasporto: DYI 2xLT3080 con mobile in legno autocostruito
AMPLI: Denon PMA-520AE
CAVI SEGNALE: Proel autocostruiti con connettori Nakamichi
CAVO DI POTENZA: WURTH 2xAWG12 High resolution audio interconnecting cable
DIFFUSORI: Klipsch RP-600M
------------------------------------------------
SETUP IN CAMERA
SORGENTE: MacBook Pro late 2016,
STORAGE: Synology DS214se,
DAC/AMPLI CUFFIE: Fiio E10 / Little Dot I+
CUFFIE: Beyerdynamic DT990 Pro 250 Ohm, JVC HA-S400-B-E, Skullcandy Aviator
DIFFUSORI ATTIVI: Cambridge Soundworks digital 2.1
------------------------------------------------
In panchina:
AMPLI: Technics SU-700 classe A
DIFFUSORI: Autocostruiti DCAAV Faital 3fe22
AMPLI: Breeze Audio TPA3116
DIFFUSORI: Vintage Sony SS-70[/size]
Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
valterneri ha scritto:
...
i suoni della classica già esistevano nell'aria, quelli della leggera sono
creati solo per essere riprodotti dalle casse,
compresi e anche quelli dal vivo.
...
valterneri ha scritto:
...
Nella leggera, dove si può far tutto quello che si vuole,
è la riproduzione ad essere la verità, e il concerto ne è una brutta copia.
Perché però il concerto è più emozionante?
Perché vedere è il nostro primo piacere e fonte di verità,
e anche perché 10.000 watt emozionano chiunque,
come la droga, credo, che più rincoglionisce meglio è.
pallapippo- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 20.02.08
Numero di messaggi : 5514
Provincia : Pistoia (Montecatini Terme)
Impianto :- Spoiler:
- Sorgenti:
cdp: Advance Acoustic MCD 203, modificato (con GE Jan 5751)
giradischi: Pioneer PL-112D; testina: Audio-Techica AT95 EB;
liquida:Asus Eee PC 1001PX; software: wtfplay; cavo usb: Audioquest Cinnamon;dac: SMSL M7;
pre: Yaqin MS-12B modificato da MaurArte (valvole Mullard CV4003 KB/D e Tungsol 12AX7)
finale: Connexelectronic TA3020 V2a con alimentatore A1000SMPS, il tutto modificato ed assemblato da Vincenzo;
casse: Sonus Faber "Concerto" Grand Piano.
cavi segnale: XLR ---> RCA by Vincenzo; Mogami "Stentor";
cavi potenza: Transparent HP 14-4 (biwiring)
cavi alimentazione: by Vincenzo; by bobby052cavihifi; A.V.A.
distr. di rete: by bobby052cavihifi.
Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
Grazie!
non hanno valenza negativa,
ho anche io le Tannoy, e ho anche alcuni amplificatori da 320 watt.
Di solito, per lavoro in studio, ascolto su casse a bassa efficienza con solo 40 watt
di amplificatori a valvole, e forse ne uso solo 10 per cassa,
ma se accendo un 320 watt sulle Tannoy portate a rischio fusione
con la "musica" dei Santana o di altre voci di chi non conosco il nome,
e naturalmente nella sala di 120 metri quadrati
acusticamente perfettamente arredata, altrimenti è una sofferenza acustica,
l'emozione non tarda a nascere.
E' in verità più naturale una fotografia ad alta definizione
che un dipinto del Caravaggio,
occorre quindi non aver paura dell'artefatto, siamo noi.
vorrei precisare che queste due frasi, e quelle intorno,valterneri ha scritto:... e anche perché 10.000 watt emozionano chiunque,
come la droga, credo, che più rincoglionisce meglio è.
non hanno valenza negativa,
ho anche io le Tannoy, e ho anche alcuni amplificatori da 320 watt.
Di solito, per lavoro in studio, ascolto su casse a bassa efficienza con solo 40 watt
di amplificatori a valvole, e forse ne uso solo 10 per cassa,
ma se accendo un 320 watt sulle Tannoy portate a rischio fusione
con la "musica" dei Santana o di altre voci di chi non conosco il nome,
e naturalmente nella sala di 120 metri quadrati
acusticamente perfettamente arredata, altrimenti è una sofferenza acustica,
l'emozione non tarda a nascere.
E' in verità più naturale una fotografia ad alta definizione
che un dipinto del Caravaggio,
occorre quindi non aver paura dell'artefatto, siamo noi.
valterneri- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 09.10.12
Numero di messaggi : 7923
Provincia : abito nel forum
Impianto : un Thorens Debut Carbon
Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
Non sarei così tranchant, non ne farei una differenza di genere musicale; classica, jazz, leggera. Quando la musica è eseguita dal vivo, o realizzata in studio, con modalità “naturali” - intendo emessa da strumenti sia amplificati o no -, non manipolando in modo pacchiano, drastico, invasivo, essi pari sono ai fini della percepibilità umana.
Il vero problema dello scalino, in termini di incidenza qualitativa, realizzato alle nostre orecchie, esistente fra uno spettacolo ascoltato dal vivo ed uno invece in una sala con l’impianto migliore, più adeguato e fedele possibile, è nell’intensità costante della griglia delle frequenze riprodotte, e acquisite dal cervello, dal singolo strumento vero.
Che poi la vista e la contemporaneità fisica nell’evento faccia la differenza nel suscitare in noi delle sensazioni aggiuntive di carattere coinvolgente di tipo principalmente meccanico come su accennato e che si sommano alle basilari, quelle semplicemente uditive, be’ è un fatto ormai accertato.
Tuttavia, a mio parere, due eventi musicali, uno di tipo “leggero” l’altro “classico”, entrambi eseguiti correttamente, non differiscono ai fini percettivi in nulla, dal vivo; analogamente se eseguiti da sorgente e con macchine di qualità omogenea, con impianti equipollenti.
Il problema è quando si vuol paragonare l’evento dal vivo, in genere, a quello riprodotto con un impianto audio.
Il primo ha il pregio, rispetto al secondo, fondamentale, di un segnale sorgente che non deve soggiacere alle manipolazioni dei "briganti del suono", ma soprattutto alle forche caudine di un’infinità di componenti, meccanici ed elettronici, ciascuno con limitazioni, tolleranze, usure, approssimazioni progettuali e costruttive, ecc.
Ed è lo stesso motivo per cui il mio vicino di casa del piano di sopra, in un alloggio che uso in estate, quando suona Chopin con l’impianto stereo(ottimo e potente impianto), da sotto sento un’accozzaglia di frequenze che somigliano ad un pianoforte e pure non eccessivamente forte, malgrado il volume; quando però la figlia suona Chopin col suo Steinway, basta che sfiori i tasti con le dolci e tenere dita che, sotto, mi si riempie la casa di musica divina ad un volume tale che è come se l’avessi davanti.
Perché? Semplicemente perché uno strumento emette la sua griglia di frequenze, tutte, alla stessa intensità o quasi, un impianto… taglia qui, taglia là, rimuove qui, esalta là, inevitabilmente; troppi componenti e troppe componenti deve attraversare un segnale prima di esser chiamato tale*… tanto per citar storpiando qualcuno.
Ed è uno dei motivi per cui, a mio parere, le macchine, tutte, a monte delle casse hanno importanza molto superiore ai diffusori sulla qualità del suono, a dispetto della vulgata corrente che vuole le casse essere elemento fondamentale; per me no! Ovviamente parlo di casse di media qualità in su. Pochissimi componenti elettronici in gioco, costo della qualità dei materiali degli altoparlanti, oggi, molto accettabile se non risibile rispetto a qualche anno fa, facilità pedestre o quasi nella progettazione sia meccanica che elettrica, con i software a costo irrisorio, se non gratuiti; chiunque con un po’ d’impegno e studio progetta casse acustiche, si immagini un’industria! Non è lì, a dispetto del luogo comune, l’inghippo.
Il vero problema dello scalino, in termini di incidenza qualitativa, realizzato alle nostre orecchie, esistente fra uno spettacolo ascoltato dal vivo ed uno invece in una sala con l’impianto migliore, più adeguato e fedele possibile, è nell’intensità costante della griglia delle frequenze riprodotte, e acquisite dal cervello, dal singolo strumento vero.
Che poi la vista e la contemporaneità fisica nell’evento faccia la differenza nel suscitare in noi delle sensazioni aggiuntive di carattere coinvolgente di tipo principalmente meccanico come su accennato e che si sommano alle basilari, quelle semplicemente uditive, be’ è un fatto ormai accertato.
Tuttavia, a mio parere, due eventi musicali, uno di tipo “leggero” l’altro “classico”, entrambi eseguiti correttamente, non differiscono ai fini percettivi in nulla, dal vivo; analogamente se eseguiti da sorgente e con macchine di qualità omogenea, con impianti equipollenti.
Il problema è quando si vuol paragonare l’evento dal vivo, in genere, a quello riprodotto con un impianto audio.
Il primo ha il pregio, rispetto al secondo, fondamentale, di un segnale sorgente che non deve soggiacere alle manipolazioni dei "briganti del suono", ma soprattutto alle forche caudine di un’infinità di componenti, meccanici ed elettronici, ciascuno con limitazioni, tolleranze, usure, approssimazioni progettuali e costruttive, ecc.
Ed è lo stesso motivo per cui il mio vicino di casa del piano di sopra, in un alloggio che uso in estate, quando suona Chopin con l’impianto stereo(ottimo e potente impianto), da sotto sento un’accozzaglia di frequenze che somigliano ad un pianoforte e pure non eccessivamente forte, malgrado il volume; quando però la figlia suona Chopin col suo Steinway, basta che sfiori i tasti con le dolci e tenere dita che, sotto, mi si riempie la casa di musica divina ad un volume tale che è come se l’avessi davanti.
Perché? Semplicemente perché uno strumento emette la sua griglia di frequenze, tutte, alla stessa intensità o quasi, un impianto… taglia qui, taglia là, rimuove qui, esalta là, inevitabilmente; troppi componenti e troppe componenti deve attraversare un segnale prima di esser chiamato tale*… tanto per citar storpiando qualcuno.
Ed è uno dei motivi per cui, a mio parere, le macchine, tutte, a monte delle casse hanno importanza molto superiore ai diffusori sulla qualità del suono, a dispetto della vulgata corrente che vuole le casse essere elemento fondamentale; per me no! Ovviamente parlo di casse di media qualità in su. Pochissimi componenti elettronici in gioco, costo della qualità dei materiali degli altoparlanti, oggi, molto accettabile se non risibile rispetto a qualche anno fa, facilità pedestre o quasi nella progettazione sia meccanica che elettrica, con i software a costo irrisorio, se non gratuiti; chiunque con un po’ d’impegno e studio progetta casse acustiche, si immagini un’industria! Non è lì, a dispetto del luogo comune, l’inghippo.
Albers- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 25.10.10
Numero di messaggi : 2784
Località : ----
Impianto : ----
Re: I formati audio ad alta risoluzione sono inutili?
Bellissimo post, da incorniciare
valterneri ha scritto:L'Hi-Fi ha viziato l'ascolto.
La differenza tra classica e leggera (di ogni tipo e importanza)
nell'ascolto hi-fi, o quel che sia,
è che la classica riproduce e la leggera produce,
i suoni della classica già esistevano nell'aria, quelli della leggera sono
creati solo per essere riprodotti dalle casse,
compresi e anche quelli dal vivo.
E quindi, parlando della classica,
un timpano dista 10 metri dal Direttore d'Orchestra e altri 10
da una buona poltroncina d'ascolto.
A 20 metri di distanza, seppur da un timpano, l'effetto pelle è ben poco,
comunque esiste, e anche dell'intera orchestra,
ma non è certo cosa da 200 + 200 watt sulle Tannoy
con magari un demoniaco sub-woofer.
Ripeto quindi,
l'Hi-Fi non è insufficiente, bensì viziante ed esuberante.
Un concerto classico-jazz di pianoforte ascoltato da 10 metri
è paragonabile ad ascoltare in cuffia
microfoni posizionati a 10 centimetri dalle corde?
(foto presa da internet)
La riproduzione non è quindi precaria o carente,
è in enorme vantaggio rispetto al vero.
Nella leggera, dove si può far tutto quello che si vuole,
è la riproduzione ad essere la verità, e il concerto ne è una brutta copia.
Perché però il concerto è più emozionante?
Perché vedere è il nostro primo piacere e fonte di verità,
e anche perché 10.000 watt emozionano chiunque,
come la droga, credo, che più rincoglionisce meglio è.
(scusate la parolaccia, ma quando ce vo', ce vo'!)
robertopisa- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 08.04.10
Numero di messaggi : 1696
Provincia : Pisa
Impianto :- premi per vedere:
- pannelli T-class
- IKEA bass trap
- Metal bass trap
- Limp mass bass trap
- Soundwall
- LIQUIDA: PureAsioPlayer + PC + ASIO
- DAC: Merging Hapi DSD, Topping D30pro
- CD: Marantz SA-11S2
- PRE: Tortuga LDR passivo (oppure a presa diretta)
- DIFFUSORI ATTIVI: ATC SCM50ASL PRO
- pannelli T-class
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