Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Se non sbaglio, Majandi in potenza per le Chimaera usa quadripolari da elettricista da 6 mmq, o cmq giù di lì... fate voi.
Le differenze ci sono anche, lievi, ma perché perderci tutto sto tempo e denaro?
Con trenta euro si fanno cavi segnale digitale e potenza. Io mi fermo lì.
Le differenze ci sono anche, lievi, ma perché perderci tutto sto tempo e denaro?
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belozoglu- Membro di riguardo
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Prinzmetal ha scritto: A parte che penso si possa tranquillamente dire che non esiste nessuno strumento che l'uomo abbia mai costruito che sia più complesso del funzionamento dell'orecchio e del cervello cui è connesso..... o di qualsiasi altro organo.
Non potendo usare l'orecchio, quale misura secondo te o quale strumento di misura mi indica tra due coppie di diffusori quale abbia un soundstage migliore? Come lo misuri il soundstage?
OOOOHHHH..
Questa è una risposta che mi piace.
Giusta osservazione. Effettivamente è vero....
boh... magari sono io che non riesco a sentire le differenze.
Ieri mi sono ricordato che avevo in casa un lettore DVD, di quelli da moooooooolto poco (se non ricordo male l'avevo pagato sui 30 euri). Ho settato l'uscita digitale sulla SPDIF, e l'ho collegato all' aRcam con un vecchio (davvero, avrà almeno 20 anni) cavo di segnale. Provato a sentire lo stesso pezzo da CD e da PC (su PC ho il FLAC rippato da CD)
Boh... non sono riuscito a notare differenze, se non, forse e sottolineo forse, una lieverrima carenza di acuti (meglio USB che SPDIF). Ma nulla di eclatante. Non so nemmeno se c'è... il pezzo ovviamente lo conosco a memoria. Volete che vi dica cos'è?
Guitarfabius- Appassionato
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
L'eterna diatriba!
Albert^ONE- Membro classe oro
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Un salutone a tutti... per farle sentirle tutte le differenze fra un cavo ed un altro, basterebbe semplicemente effettuare un test con un paio di cavi con caratteristiche opposte: ad esempio parlando di cavi di potenza, se confrontiamo un Triple-T, di natura sbilanciato sulle medio-alte e carente sugli estremi bassi, con uno Xindak (ometto la sigla...) dalle opposte caratteristiche, oltre che un pò piatto e "nebuloso", è umanamente impossibile NON NOTARE DIFFERENZE! Tutto questo, nonostante le misurazioni CORRETTE E GIUSTE degli scettici, qui parliamo di qualcosa che va spiegato diversamente... Ah dimenticavo, tutto sto discorso tenendo presente che l'impianto dove effettuo il test, più è "analitico" e di qualità, meglio e più facilmente riesco a cogliere tali differenze.
Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
boh...io ho un paio di cavi di potenza xindak fs1 e mi pare fossero equilibrati...non mi costarono neppure pochissimo invero...
http://www.stereotimes.com/cables052603.shtml
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schwantz34- Membro classe diamante
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
belozoglu ha scritto:Se non sbaglio, Majandi in potenza per le Chimaera usa quadripolari da elettricista da 6 mmq, o cmq giù di lì... fate voi.
Le differenze ci sono anche, lievi, ma perché perderci tutto sto tempo e denaro?
Con trenta euro si fanno cavi segnale digitale e potenza. Io mi fermo lì.
Dopo letture e lunghi studi, pure io ero arrivato ai cavi da 6 mmquadri x2
Mo posso dire: "come Majandi"
Tornando seri, durante la mia ricerca per l'ampli "definitivo" notai che molti hanno dei fori "a serrare" che potrebbero ospitare cavi anche fino a 8 mmquadri, questo mi dice che chi costruisce ampli si "aspetta" il cavo spellato di generoso diametro a serrare
Schiele63 ha scritto:Un salutone a tutti... per farle sentirle tutte le differenze fra un cavo ed un altro, basterebbe semplicemente effettuare un test con un paio di cavi con caratteristiche opposte: ad esempio parlando di cavi di potenza, se confrontiamo un Triple-T, di natura sbilanciato sulle medio-alte e carente sugli estremi bassi, con uno Xindak (ometto la sigla...) dalle opposte caratteristiche, oltre che un pò piatto e "nebuloso", è umanamente impossibile NON NOTARE DIFFERENZE!
Le differenze esistono, ma son maggiormente date dal diametro del cavo, fatto salvo che il materiale sia "buono" e che sia lo stesso.
A seguire influiscono il diametro del singolo filo della treccia, il trattamento superficiale dei singoli fili della treccia, la schermatura del cavo.
Poi tutto il resto e' "estetica"
A ste conclusioni circa i cavi di potenza ci son giunto semplicemente leggendo qua e la', lo stesso Mario Bon sul suo sito consiglia di non spendere per i cavi... guardavo le istruzioni delle mie Chario, consigliano il DIAMETRO del cavo, a seconda della distanza da coprire.
Certo che lo scetticismo rimane, ovvero: "ma porcapupazza, se c'e' chi li paga 300 euri sti cavi DEVONO suonare meglio" ma alla fine e' sufficiente procurarsi qualche cavo costoso e fare qualche prova IN DOPPIO CIECO badando bene di usare cavi economici perlomeno della stessa sezione, e tenendo i diffusori il piu' possibile lontano dai muri, per evitare di esaltare effetti tipo "cavo grosso, piu' corrente, bassi piu' esaltati --> eh, vedi che il cavo cambia?" perche' in questi casi non cambia nulla, solo che il cavo di sezione piu' generosa, esaltando i bassi, porta alla luce il cattivo posizionamento dei diffusori.
Ultima modifica di Karletto il Ven 29 Mar 2013 - 8:53 - modificato 1 volta.
Karletto- Membro di riguardo
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Ciao, i miei erano gli Fs-5 (vabbè ormai l'ho detto! ), ri-venduti alla prima occasione, però come sicuramente saprai, è tutto l'insieme di una catena audio che contribuisce alla resa o meno anche del singolo elemento. L'Fs-5, messo su un altro impianto suonava discretamente bene, sul mio era la nebbia in Val Padana!!!
Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
imho era un banale problema di posizionamento dei diffusori in ambiente.
Prima di sti xindak (non trovo di quanto e' la sezione), che cavi avevi ?
Prima di sti xindak (non trovo di quanto e' la sezione), che cavi avevi ?
Karletto- Membro di riguardo
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Premesso che non ho mai speso cifre per i cavi, ho sempre utilizzato i Triple-T del progetto di Cadeddu, con le mie elettroniche ed i miei gusti personali, mi ci trovo alla grande. Ovviamente tutte le volte che mi è capitata l'occasione ho fatto dei test con altri cavi, prestati da amici e rivenditori, ma fin'ora non ho trovato un degno sostituto. Ho provato dei Mit Terminator2, degli Audioquest, Xindak, Monster Cable, tutti con proprie caratteristiche, spesso anche positive, ma nell'insieme PER I MIEI GUSTI PERSONALI, ho preferito l'analiticità, il dettaglio, la trsparenza e, perchè no, i difetti dei Triple-T...
Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
lunedì scorso ero da un amico a provare il prototipo di un'amplificatore che ho costruito.Karletto ha scritto:
Le differenze esistono, ma son maggiormente date dal diametro del cavo, fatto salvo che il materiale sia "buono" e che sia lo stesso.
A seguire influiscono il diametro del singolo filo della treccia, il trattamento superficiale dei singoli fili della treccia, la schermatura del cavo.
Poi tutto il resto e' "estetica"
A ste conclusioni circa i cavi di potenza ci son giunto semplicemente leggendo qua e la', lo stesso Mario Bon sul suo sito consiglia di non spendere per i cavi... guardavo le istruzioni delle mie Chario, consigliano il DIAMETRO del cavo, a seconda della distanza da coprire.
Certo che lo scetticismo rimane, ovvero: "ma porcapupazza, se c'e' chi li paga 300 euri sti cavi DEVONO suonare meglio" ma alla fine e' sufficiente procurarsi qualche cavo costoso e fare qualche prova IN DOPPIO CIECO badando bene di usare cavi economici perlomeno della stessa sezione, e tenendo i diffusori il piu' possibile lontano dai muri, per evitare di esaltare effetti tipo "cavo grosso, piu' corrente, bassi piu' esaltati --> eh, vedi che il cavo cambia?" perche' in questi casi non cambia nulla, solo che il cavo di sezione piu' generosa, esaltando i bassi, porta alla luce il cattivo posizionamento dei diffusori.
Poichè uno dei morsetti di recupero che avevo montato era rotto e non serrava le forcelle abbiamo recuperato da uno scatolone di materiale inutilizzato una coppia di cavi CIARE terminati con le banane, erano cavi da 4mm quadrati di sezione.
La sorgente e i diffusori al di sopra di ogni sospetto, l'ambiente molto grande, i diffusori ad almeno 4 metri dalla parete posteriore e a 2 da quelle laterali.
Suonava male....piatto, senza dinamica, un pò confuso, un suono da "entry level"; poteva essere che quell'ampli suonasse così male?
Così ho cambiato il connettore rotto e abbiamo collegato l'ampli ai diffusori con un CARDAS(purtroppo mooooolto più costoso del CIARE) che il mio amico usa di solito......
Il suono è migliorato notevolmente e l'ampli ha incominciato a rendere giustizia alla sorgente e ai diffusori.
sonic63- Membro classe oro
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
sonic63 ha scritto:
Il suono è migliorato notevolmente e l'ampli ha incominciato a rendere giustizia alla sorgente e ai diffusori.
Questo succede solo al sud caro Ciro.
Al nord i cavi non funzionano, voi avete l'aria più "frizzantina", è noto che gli elettroni ne hanno giovamento.
Un abbraccio.
flovato- UTENTE BANNATO
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Infatti quaggiù le prove dei cavi le facciamo sempre con le finestre aperte.flovato ha scritto:sonic63 ha scritto:
Il suono è migliorato notevolmente e l'ampli ha incominciato a rendere giustizia alla sorgente e ai diffusori.
Questo succede solo al sud caro Ciro.
Al nord i cavi non funzionano, voi avete l'aria più "frizzantina", è noto che gli elettroni ne hanno giovamento.
Un abbraccio.
Ricambio.
sonic63- Membro classe oro
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Ora si spiega perchè qui nel centro Italia siamo un pò più confusi...
Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Schiele63 ha scritto:Un salutone a tutti... per farle sentirle tutte le differenze fra un cavo ed un altro, basterebbe semplicemente effettuare un test con un paio di cavi con caratteristiche opposte: ad esempio parlando di cavi di potenza, se confrontiamo un Triple-T, di natura sbilanciato sulle medio-alte e carente sugli estremi bassi, con uno Xindak (ometto la sigla...) dalle opposte caratteristiche, oltre che un pò piatto e "nebuloso", è umanamente impossibile NON NOTARE DIFFERENZE! Tutto questo, nonostante le misurazioni CORRETTE E GIUSTE degli scettici, qui parliamo di qualcosa che va spiegato diversamente... Ah dimenticavo, tutto sto discorso tenendo presente che l'impianto dove effettuo il test, più è "analitico" e di qualità, meglio e più facilmente riesco a cogliere tali differenze.
ciao pasquale, tempo fa volli costruire i triple/t di tnt, più che altro per il piacere di tener sulla corda la mia passione per la manualità artigianale. devo dire che rispetto ai miei soliti cavetti da 2,5 che ho, da sempre, usato per collegare le casse non ho notato alcuna differenza sullo spettro audio emesso, prima e dopo
non è che, forse, sono le elettroniche che usi a crearti quell'atmosfera, che un po' di post fa ti facevo notare dopo aver ascoltato il tuo trailer in firma, come dire... refrigerata, che tu attribuisci ai poveri cavetti made in cadeddu?
chissà, magari l'avrai già fatta la prova, perchè non li provi con altro?
sugli impianti 'test' diciamo... se compri una suzuki maruti usata e senti il sibilo di uno storno nel sedile dopo 1 minuto non lo senti più, se invece compri una xkr usata e senti lo stesso storno svolazzante dentro la maestosa pelle,ti incazzi coll'autosalone...
Albers- Membro classe argento
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Ciao Albers, penso si sia capito che a me piace la riproduzione del suono con caratteristiche di dettaglio, di analiticità e trasparenza, sono io che scelgo tutto ciò. Partiamo da qui, dai gusti personali. E' tutto l'insieme della catena audio che contribuisce all'ottenimento di queste caratteristiche, cavi compresi. Come già scritto, di prove ne ho fatte e tante, con cavi aventi caratteristiche proprie, positive e negative, che cmq PER ORA mi hanno portato a confermare la mia scelta.
Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
sonic63 ha scritto:lunedì scorso ero da un amico a provare il prototipo di un'amplificatore che ho costruito.Karletto ha scritto:
Le differenze esistono, ma son maggiormente date dal diametro del cavo, fatto salvo che il materiale sia "buono" e che sia lo stesso.
A seguire influiscono il diametro del singolo filo della treccia, il trattamento superficiale dei singoli fili della treccia, la schermatura del cavo.
Poi tutto il resto e' "estetica"
Poichè uno dei morsetti di recupero che avevo montato era rotto e non serrava le forcelle abbiamo recuperato da uno scatolone di materiale inutilizzato una coppia di cavi CIARE terminati con le banane, erano cavi da 4mm quadrati di sezione.
La sorgente e i diffusori al di sopra di ogni sospetto, l'ambiente molto grande, i diffusori ad almeno 4 metri dalla parete posteriore e a 2 da quelle laterali.
Suonava male....piatto, senza dinamica, un pò confuso, un suono da "entry level"; poteva essere che quell'ampli suonasse così male?
Così ho cambiato il connettore rotto e abbiamo collegato l'ampli ai diffusori con un CARDAS(purtroppo mooooolto più costoso del CIARE) che il mio amico usa di solito......
Il suono è migliorato notevolmente e l'ampli ha incominciato a rendere giustizia alla sorgente e ai diffusori.
Quindi avete confrontato un Cardas di sezione misteriosa, con trattamento superficiale (?), forse schermato contro un Ciare di 4 mmquadri x2, con trattamento superficiale (?), forse schermato, e siete giunti alla conclusione che il Cardas suona meglio.
Se mo mi dite che il Cardas era di sezione maggiore, magari schermato mentre il ciare non lo era, potrei iniziare a crederci pure io
Karletto- Membro di riguardo
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Karletto ha scritto:sonic63 ha scritto:
lunedì scorso ero da un amico a provare il prototipo di un'amplificatore che ho costruito.
Poichè uno dei morsetti di recupero che avevo montato era rotto e non serrava le forcelle abbiamo recuperato da uno scatolone di materiale inutilizzato una coppia di cavi CIARE terminati con le banane, erano cavi da 4mm quadrati di sezione.
La sorgente e i diffusori al di sopra di ogni sospetto, l'ambiente molto grande, i diffusori ad almeno 4 metri dalla parete posteriore e a 2 da quelle laterali.
Suonava male....piatto, senza dinamica, un pò confuso, un suono da "entry level"; poteva essere che quell'ampli suonasse così male?
Così ho cambiato il connettore rotto e abbiamo collegato l'ampli ai diffusori con un CARDAS(purtroppo mooooolto più costoso del CIARE) che il mio amico usa di solito......
Il suono è migliorato notevolmente e l'ampli ha incominciato a rendere giustizia alla sorgente e ai diffusori.
Quindi avete confrontato un Cardas di sezione misteriosa, con trattamento superficiale (?), forse schermato contro un Ciare di 4 mmquadri x2, con trattamento superficiale (?), forse schermato, e siete giunti alla conclusione che il Cardas suona meglio.
Se mo mi dite che il Cardas era di sezione maggiore, magari schermato mentre il ciare non lo era, potrei iniziare a crederci pure io
Il CARDAS sicuramente non era schermato, George Cardas costruisce i suoi cavi utilizzando dei diametri differenziati dei conduttori, ma sui cavi di potenza non usa schermature, la sua sezione era sicuramente comparabile con quella del CIARE .
Comunque per la corrente erogata dall'amplificatore in prova in regime impulsivo una sezione di 4mm quadrati è sovrabbondante.
Lo dico senza polemica, ma se credi che per i cavi tutto si risolva nel diametro del conduttore e nel suo rivestimento superficiale e con la schermatura non hai afferrato la complessità dei fenomeni in gioco, che infatti ancora non sono stati compresi, misurati e modellizzati in maniera esaustiva.
sonic63- Membro classe oro
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
sonic63 ha scritto:
Lo dico senza polemica, ma se credi che per i cavi tutto si risolva nel diametro del conduttore e nel suo rivestimento superficiale e con la schermatura non hai afferrato la complessità dei fenomeni in gioco, che infatti ancora non sono stati compresi, misurati e modellizzati in maniera esaustiva.
La tecnica:
L' Atlas Element asymmetrical è un cavo di segnale che condivide molti degli elementi tipici della famiglia di cavi Atlas. Impiega una treccia di rame ed un foglio di alluminio che forniscono una schermatura del 100% dai fenomeni di interferenza in radio frequenza (RFI), ed utilizza un conduttore in rame di alta qualità OFC (Oxygen Free Copper), insieme ad un dielettrico poroso a bassa dispersione in polietilene (PEF).
L'Element è stato ricercato e sviluppato da Atlas al fine di ottenere un cavo di qualità ben superiore rispetto alla media dei cavi di segnale di tipo entry-level.
Le caratteristiche di focalizzazione precisa e di tridimensionalità tipica di Atlas sono immediatamente percepibili.
Fedeli al nostro programma di ricerca e sviluppo, l'Element è stato dotato del nostro nuovissimo connettore RCA amagnetico chiamato "Integra". Il connettore "Integra" si avvantaggia di un interfacciamento privo di saldatura, con innesto a freddo tra i conduttori intrecciati coassiali di puro rame OFC e la spina, sia per il segnale di andata sia per quello di ritorno. Non impiegando saldature, abbiamo rimosso un'altra barriera al libero passaggio del segnale audio.
Il connettore Integra è composto da due staffe contrapposte e binate che trattengono il cavo senza comprimerlo. Infatti, comprimendo un cavo coassiale la sua impedenza verrebbe modificata dal valore di 75 Ohms, causando cancellazioni di segnale. In un'interfaccia digitale, l'impedenza potrebbe addirittura scendere intorno ai 40 Ohms, con conseguenti riflessioni e jitter eccessivo. Il connettore Integra, invece, lascia passare maggiore informazione.
Il connettore Integra, impiegando due staffe contrapposte, riesce a respingere completamente le interferenze in radio frequenza (RFI) dal punto di connessione della presa RCA, fino al punto in cui esso si interfaccia con il conduttore, così da ridurre le cancellazioni o le interferenze.
La parte terminale del connettore Integra è composta da quattro lamine asimmetriche a molla che premono al momento dell'inserimento, pulendo il contatto del connettore RCA ogni qual volta esso viene inserito. E' quindi facile mantenere pulito il percorso del segnale, semplicemente inserendo più volte il connettore Atlas Integra!
Il connettore Integra plug utilizza una copertura in ABS amagnetica che riduce la saturazione sul segnale di ritorno. La guaina plastica dell'Integra costituisce una barriera diretta, che protegge il libero passaggio del segnale di ritorno, che subirà una minore interferenza.
Il cavo coassiale Element utilizza schermature a maglia per respingere l'interferenze da radio frequenza.
Alla faccia che i cavi sono tutti uguali.
Le orecchie (le mie): Funziona meravigliosamente e pur non capendo na mazza a mio avviso l'elemento tecnico di maggio pregio è quello che ho sottolineato relativo all'assenza di saldatura.
flovato- UTENTE BANNATO
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Ma!!! Quando mi arrivano ti dirò se hai ragione...
Soligo60- Membro classe argento
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Soligo60 ha scritto:Ma!!! Quando mi arrivano ti dirò se hai ragione...
A questo servi... sei solo una cavia, non ti montare la testa.
Quando arrivano ?
PS: Me li ascolto tutto il weekend piovoso, alla faccia della tecnica.
flovato- UTENTE BANNATO
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
flovato ha scritto:sonic63 ha scritto:
Lo dico senza polemica, ma se credi che per i cavi tutto si risolva nel diametro del conduttore e nel suo rivestimento superficiale e con la schermatura non hai afferrato la complessità dei fenomeni in gioco, che infatti ancora non sono stati compresi, misurati e modellizzati in maniera esaustiva.
La tecnica:
L' Atlas Element asymmetrical è un cavo di segnale che condivide molti degli elementi tipici della famiglia di cavi Atlas. Impiega una treccia di rame ed un foglio di alluminio che forniscono una schermatura del 100% dai fenomeni di interferenza in radio frequenza (RFI), ed utilizza un conduttore in rame di alta qualità OFC (Oxygen Free Copper), insieme ad un dielettrico poroso a bassa dispersione in polietilene (PEF).
L'Element è stato ricercato e sviluppato da Atlas al fine di ottenere un cavo di qualità ben superiore rispetto alla media dei cavi di segnale di tipo entry-level.
Le caratteristiche di focalizzazione precisa e di tridimensionalità tipica di Atlas sono immediatamente percepibili.
Fedeli al nostro programma di ricerca e sviluppo, l'Element è stato dotato del nostro nuovissimo connettore RCA amagnetico chiamato "Integra". Il connettore "Integra" si avvantaggia di un interfacciamento privo di saldatura, con innesto a freddo tra i conduttori intrecciati coassiali di puro rame OFC e la spina, sia per il segnale di andata sia per quello di ritorno. Non impiegando saldature, abbiamo rimosso un'altra barriera al libero passaggio del segnale audio.
Il connettore Integra è composto da due staffe contrapposte e binate che trattengono il cavo senza comprimerlo. Infatti, comprimendo un cavo coassiale la sua impedenza verrebbe modificata dal valore di 75 Ohms, causando cancellazioni di segnale. In un'interfaccia digitale, l'impedenza potrebbe addirittura scendere intorno ai 40 Ohms, con conseguenti riflessioni e jitter eccessivo. Il connettore Integra, invece, lascia passare maggiore informazione.
Il connettore Integra, impiegando due staffe contrapposte, riesce a respingere completamente le interferenze in radio frequenza (RFI) dal punto di connessione della presa RCA, fino al punto in cui esso si interfaccia con il conduttore, così da ridurre le cancellazioni o le interferenze.
La parte terminale del connettore Integra è composta da quattro lamine asimmetriche a molla che premono al momento dell'inserimento, pulendo il contatto del connettore RCA ogni qual volta esso viene inserito. E' quindi facile mantenere pulito il percorso del segnale, semplicemente inserendo più volte il connettore Atlas Integra!
Il connettore Integra plug utilizza una copertura in ABS amagnetica che riduce la saturazione sul segnale di ritorno. La guaina plastica dell'Integra costituisce una barriera diretta, che protegge il libero passaggio del segnale di ritorno, che subirà una minore interferenza.
Il cavo coassiale Element utilizza schermature a maglia per respingere l'interferenze da radio frequenza.
Alla faccia che i cavi sono tutti uguali.
Le orecchie (le mie): Funziona meravigliosamente e pur non capendo na mazza a mio avviso l'elemento tecnico di maggio pregio è quello che ho sottolineato relativo all'assenza di saldatura.
Si, l'assenza della saldatura è un punto a favore per la corretta trasmissione del segnale, personalmente è un pò che cerco di evitare le saldature per i cavi, e quando possibile le evito anche all'interno degli apparecchi.
Del resto non è una "scoperta " recente.
Anche la compressione del cavo ad impedenza caratteristica non è una buona cosa.
E questo già dovrebbe stimolare la riflessione su altre problematiche del cavo.
sonic63- Membro classe oro
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Sonic vorresti dire che un cavo leggermente climpato perde qualcosa? Ma dai...
Soligo60- Membro classe argento
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Soligo60 ha scritto:Sonic vorresti dire che un cavo leggermente climpato perde qualcosa? Ma dai...
Io non uso banane nei cavi di potenza, la differenza la sento ma noi Venusiani sentiamo cose che voi Umani non sentite.
flovato- UTENTE BANNATO
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
orca... Ho un amico che in realtà è un omino verde
E ho passato delle ore da solo con lui!
E ho passato delle ore da solo con lui!
Soligo60- Membro classe argento
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Re: Mito e realtà dei cavi di collegamento nei sistemi hi-fi
Soligo60 ha scritto:orca... Ho un amico che in realtà è un omino verde
E ho passato delle ore da solo con lui!
Guardati allo specchio.
Se cominci a vedere una trasformazione alle orecchie, una punta che cresce verso l'alto vuol dire che il processo è in corso.
Sentirai un po di dolore all'inizio e dovrai procurarti dei cappelli con i fori ma ne vale la pena.
Potrai conversare con i pipistrelli, le frequenze sopra i 20.000 Hz non saranno più una chimera.
Finalmente anche tu potrai esclamare: <<Ci sento, ci sento, i cavi !!!>>
Insomma, mi devi una cena per l' inoculamento.
Ehi, che hai capito ?
Dal latino «inoculare». Introduzione nell'organismo di un germe patogeno mediante iniezione o scarificazione.
flovato- UTENTE BANNATO
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