Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
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Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Il progetto che vorrei condividere è quello che ho appena finito di realizzare sulla base di alcune considerazioni maturate sul topic “problema con 6080” che avevo aperto su questo forum:
https://www.tforumhifi.com/t47096p15-problema-con-finale-6080
Ultima pagina.
Nel cassetto avevo 1 valvola 6080 e una ECC81 (12AT7). Entrambe sono doppi triodi. La 6080 non costa molto e ancora meno la ECC81.
In pratica il vero obiettivo di questo progetto era recuperare componenti dal fondo dei miei cassetti (e da apparecchiature trovate nei bidoni della spazzatura o nelle discariche) per tirar fuori un amplificatore valvolare e cercare di ottimizzarlo al limite delle possibilità (nei limiti del mio obbiettivo minimalista) implementando trasformatori di alimentazione come trasformatori di uscita cercando di RISPARMIARE e realizzare quello che avrei voluto fare anni fa quando mi misi in testa di costruire qualcosa a valvole e non ne avevo le possibilità economiche all’epoca.
Premetto che sono a conoscenza del fatto che basta qualcosa di “più” per avere “qualcosa di più” in termini di prestazioni/qualità, ma il “qualcosa di più” ha sempre dei costi che potrebbero essere rilevanti, quindi la mia scelta è caduta sul rapporto prestazioni/qualità/economicità a favore della economicità ma senza fare una inutile schifezza.
Occhio però a dove si mettono le mani. Vecchi circuiti in disuso spesso nascondono pericoli. Ad esempio i televisori hanno condensatori ad alta tensione che potrebbero avere della carica residua e dare delle scosse tremende. E così anche altri apparecchi. Quindi declino ogni responsabilità per problemi derivanti da quanto riportato in questo topic. Ognuno agisce a proprio rischio e pericolo.
Detto questo, per chi volesse autocostruirsi un ampli a valvole senza spendere troppo può fare come ho fatto io oppure trovare mille altri modi presenti in questo e in altri forum. Due vie percorribili (fra le tante) per la economicità ricordo il progetto di TNT Audio con le PCL86 (estremamente minimale e semplice) oppure il famoso “Lilliput”.
Il mio differisce dal Lilliput per l’impiego di una valvola ECC81/12AT7 al posto della ECC88 del Lilliput e qualcosa sull’alimentazione. Rimane invariato l’uso della valvola finale 6080.
La ragione di questa scelta è per l’antipatia verso questa meravigliosa valvola (inteso al ECC88 che è persino lodata per le sue eccellenti caratteristiche, ma dal prezzo un po’ eccessivo per il mio progetto) e poi perché mi sembrava “sprecata” per un progetto simile quando oltretutto non disdegno un briciolo di amplificazione in più a discapito della distorsione che nella ECC81 è leggermente superiore alla ECC88 in questa configurazione ma che per livelli così bassi di potenza secondo il mio punto di vista non è apprezzabile se non con strumenti oltre al fatto che un po’ di “seconda” armonica potrebbe anche non dispiacere all’orecchio (non è un progetto Hi-End!!). Degustibus!
https://www.tforumhifi.com/t47096p15-problema-con-finale-6080
Ultima pagina.
Nel cassetto avevo 1 valvola 6080 e una ECC81 (12AT7). Entrambe sono doppi triodi. La 6080 non costa molto e ancora meno la ECC81.
In pratica il vero obiettivo di questo progetto era recuperare componenti dal fondo dei miei cassetti (e da apparecchiature trovate nei bidoni della spazzatura o nelle discariche) per tirar fuori un amplificatore valvolare e cercare di ottimizzarlo al limite delle possibilità (nei limiti del mio obbiettivo minimalista) implementando trasformatori di alimentazione come trasformatori di uscita cercando di RISPARMIARE e realizzare quello che avrei voluto fare anni fa quando mi misi in testa di costruire qualcosa a valvole e non ne avevo le possibilità economiche all’epoca.
Premetto che sono a conoscenza del fatto che basta qualcosa di “più” per avere “qualcosa di più” in termini di prestazioni/qualità, ma il “qualcosa di più” ha sempre dei costi che potrebbero essere rilevanti, quindi la mia scelta è caduta sul rapporto prestazioni/qualità/economicità a favore della economicità ma senza fare una inutile schifezza.
Occhio però a dove si mettono le mani. Vecchi circuiti in disuso spesso nascondono pericoli. Ad esempio i televisori hanno condensatori ad alta tensione che potrebbero avere della carica residua e dare delle scosse tremende. E così anche altri apparecchi. Quindi declino ogni responsabilità per problemi derivanti da quanto riportato in questo topic. Ognuno agisce a proprio rischio e pericolo.
Detto questo, per chi volesse autocostruirsi un ampli a valvole senza spendere troppo può fare come ho fatto io oppure trovare mille altri modi presenti in questo e in altri forum. Due vie percorribili (fra le tante) per la economicità ricordo il progetto di TNT Audio con le PCL86 (estremamente minimale e semplice) oppure il famoso “Lilliput”.
Il mio differisce dal Lilliput per l’impiego di una valvola ECC81/12AT7 al posto della ECC88 del Lilliput e qualcosa sull’alimentazione. Rimane invariato l’uso della valvola finale 6080.
La ragione di questa scelta è per l’antipatia verso questa meravigliosa valvola (inteso al ECC88 che è persino lodata per le sue eccellenti caratteristiche, ma dal prezzo un po’ eccessivo per il mio progetto) e poi perché mi sembrava “sprecata” per un progetto simile quando oltretutto non disdegno un briciolo di amplificazione in più a discapito della distorsione che nella ECC81 è leggermente superiore alla ECC88 in questa configurazione ma che per livelli così bassi di potenza secondo il mio punto di vista non è apprezzabile se non con strumenti oltre al fatto che un po’ di “seconda” armonica potrebbe anche non dispiacere all’orecchio (non è un progetto Hi-End!!). Degustibus!
Valerio79- Interessato
- Data d'iscrizione : 27.01.15
Numero di messaggi : 79
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Qui una foto dell'interno:
In pratica, per chi volesse spendere poco o nulla recuperando componenti potrebbe provare questo circuito che volevo chiamare NON-Lilliput (perché appunto non lo è).
Per il trasformatore di alimentazione ne avevo uno vecchio trovato in uno scantinato di un amico il cui nonno era un riparatore. Tale trasformatore è 220-170 con ulteriore secondario a 6,3V per i filamenti. Ma nulla vieta di fare come nel progetto TNT Audio dove vengono usati 2 trasformatori 220-12 collegati insieme tramite i due avvolgimenti secondari d 12V (in pratica 220-12;12-220). I trasformatori si possono trovare un po’ ovunque (lampade, televisori, cordless, radio, etc…). Nel caso di utilizzo di due trasformatori in contrapposizione il primo trasformatore consiglio di usarlo abbastanza grosso fisicamente (come disse il mio prof. di Elettrotecnica, la potenza di un trasformatore si misura in centimetri – metaforicamente parlando). Magari 220-9 in modo che abbinato ad secondo trasformatore 12-220 si possa ottenere in uscita circa una 50ina di volts in meno, quindi circa 170 V. Ma nel caso non fosse possibile reperire tali valori si possono sempre usare delle resistenze successivamente utilizzate contestualmente come filtro per il ripple.
La peculiarità di avere un trasformatore 220-12 è che si possono usare i 12V anche per accendere i filamenti della valvola pilota. Diversamente i filamenti della 6080 si accendono a 6,3V (2,5A) . E qui il primo problema: come si alimentano questi filamenti?
La miglior cosa sarebbe avere un trasformatore con secondario 6,3 col quale alimentare i filamenti di tutte le valvole che ci interessano (in alternata). Oppure usare un trasformare 220-6 da almeno 3A. Non è facile da trovare ma nemmeno impossibile. Ricordo che i filamenti hanno una tolleranza di alimentazione di +-0,5V quindi possono essere alimentati con tensioni comprese fra 5,8 e 6,8V.
Detto questo si può risparmiare sulla induttanza di filtro facendo una rete CRC (condensatore-resistenza-condensatore) a valle del ponte a diodi di raddrizzamento per livellare la tensione. Questa sarebbe la soluzione più “easy” ma non molto efficace quindi direi che qui si può investire qualche euro di più per ottenere TANTO di più… con un simulatore di induttanza che, sostituito alla sola resistenza di filtro (lasciando i due condensatori di filtro a monte e a valle, rispettivamente di 150mF o addirittura 220mF subito dopo il ponte a diodi e 100mF dopo il simulatore di induttanza ovviamente non inferiori ai 250V di tensione) impiega un IRF820, 2 resistenze da 47k 2W , 1 resistenza da 10k 2W , 1 resistenza da soli 10 ohm 5W e infine 1 condensatore il cui valore poi va a determinare il valore della induttanza simulata (insieme alle resistenze, ma è più facile intervenire solo sul condensatore) che nel mio caso è di 22mF 63V (da 10mF in su va bene). Il risultato è garantito! Un esempio simile si trova anche su questo sito (dove viene usata anche una induttanza+resistenza che nel mio caso non c’è) http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=9846
In pratica, per chi volesse spendere poco o nulla recuperando componenti potrebbe provare questo circuito che volevo chiamare NON-Lilliput (perché appunto non lo è).
Per il trasformatore di alimentazione ne avevo uno vecchio trovato in uno scantinato di un amico il cui nonno era un riparatore. Tale trasformatore è 220-170 con ulteriore secondario a 6,3V per i filamenti. Ma nulla vieta di fare come nel progetto TNT Audio dove vengono usati 2 trasformatori 220-12 collegati insieme tramite i due avvolgimenti secondari d 12V (in pratica 220-12;12-220). I trasformatori si possono trovare un po’ ovunque (lampade, televisori, cordless, radio, etc…). Nel caso di utilizzo di due trasformatori in contrapposizione il primo trasformatore consiglio di usarlo abbastanza grosso fisicamente (come disse il mio prof. di Elettrotecnica, la potenza di un trasformatore si misura in centimetri – metaforicamente parlando). Magari 220-9 in modo che abbinato ad secondo trasformatore 12-220 si possa ottenere in uscita circa una 50ina di volts in meno, quindi circa 170 V. Ma nel caso non fosse possibile reperire tali valori si possono sempre usare delle resistenze successivamente utilizzate contestualmente come filtro per il ripple.
La peculiarità di avere un trasformatore 220-12 è che si possono usare i 12V anche per accendere i filamenti della valvola pilota. Diversamente i filamenti della 6080 si accendono a 6,3V (2,5A) . E qui il primo problema: come si alimentano questi filamenti?
La miglior cosa sarebbe avere un trasformatore con secondario 6,3 col quale alimentare i filamenti di tutte le valvole che ci interessano (in alternata). Oppure usare un trasformare 220-6 da almeno 3A. Non è facile da trovare ma nemmeno impossibile. Ricordo che i filamenti hanno una tolleranza di alimentazione di +-0,5V quindi possono essere alimentati con tensioni comprese fra 5,8 e 6,8V.
Detto questo si può risparmiare sulla induttanza di filtro facendo una rete CRC (condensatore-resistenza-condensatore) a valle del ponte a diodi di raddrizzamento per livellare la tensione. Questa sarebbe la soluzione più “easy” ma non molto efficace quindi direi che qui si può investire qualche euro di più per ottenere TANTO di più… con un simulatore di induttanza che, sostituito alla sola resistenza di filtro (lasciando i due condensatori di filtro a monte e a valle, rispettivamente di 150mF o addirittura 220mF subito dopo il ponte a diodi e 100mF dopo il simulatore di induttanza ovviamente non inferiori ai 250V di tensione) impiega un IRF820, 2 resistenze da 47k 2W , 1 resistenza da 10k 2W , 1 resistenza da soli 10 ohm 5W e infine 1 condensatore il cui valore poi va a determinare il valore della induttanza simulata (insieme alle resistenze, ma è più facile intervenire solo sul condensatore) che nel mio caso è di 22mF 63V (da 10mF in su va bene). Il risultato è garantito! Un esempio simile si trova anche su questo sito (dove viene usata anche una induttanza+resistenza che nel mio caso non c’è) http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=9846
Valerio79- Interessato
- Data d'iscrizione : 27.01.15
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
visto da sopra:
Il condensatore di filtro in uscita dal simulatore di induttanza come avevo scritto sopra è da 100mF ed è immediatamente seguito da un condensatorino ceramico (o poliestere) da 10 o 100nanoF per smorzare le autoscillazioni ad alta frequenza eventuali. Da qui si preleva la tensione di alimentazione dello stadio pilota. Essa infatti viene prelevata tramite un diodo 4007 (uno per ciascun canale della ECC81) con la funzione di “separatore”. Il diodo a sua volta va quindi ad alimentare la resistenza anodica (da 22k) della ECC81.
A questo punto, subito in uscita dal simulatore di induttanza, dove partono i due diodi 4007, facciamo partire anche due resistenze da 1,8k 10W (una per canale). Io ho usato una resistenza da 1,5k perché quella avevo… questa resistenza abbassa la tensione a 160/165 Volts per alimentare i triodi della 6080. Ciascuna delle quali seguita da un condensatore di livellamento di 47mF 250V. A questa resistenza viene poi collegato il primario del trasformatore di uscita.
Per i trasformatori di uscita ho fatto delle prove usando dei trasformatori di “alimentazione” (poiché il progetto deve essere a costo “zero” con componenti di “recupero”). Ho provato dei piccoli trasformatori di alimentazione di potenza 6-7W 220-12Volt di circa 4x3x2cm di dimensioni e con risultati abbastanza scarsi. Suona, poco e senza carattere. Questi trasformatori hanno un alto valore di resistenza (in tensione continua) sul primario e anche se a potenze così basse non distorcevano non era escluso potessero entrare in distorsione con potenze eventualmente più elevate che non potevo (al momento) ottenere pilotando l’ampli con un lettorino mp3 alimentato da 1 pila 1,5V.
Poi ho provato dei trasformatori di alimentazione più grossi e potenti (50W) usati per le lampade al NEON dimensioni 7x3,5x3,5 cm rettangolari, bianchi (verniciati di nero) con tensioni 220-12. Risultati sorprendenti!!! Io ne avevo una scatola piena recuperati da un amico che ha smontato delle lampade. Sono “incapsulati” dentro l’involucro in lamiera il ché è anche meglio (fa da schermatura)! Il mio consiglio è usare comunque dei trasformatori di alto Wattaggio e quanto più grossi possibile (nel limite della coerenza del progetto).
I condensatori di by-pass catodico sono da 1000mF per la resistenza di catodo della ECC81 e 470mF per la resistenza sul catodo della 6080 (in realtà ho però usato una resistenza da 1,3k perché ne avevo un paio nel cassetto recuperate sempre dal famoso nonno…)
Sensibilità di ingresso 1V.
Impedenza di ingresso 50k data dal potenziometro per regolare il volume ma va bene anche un 100k (meglio se logaritmico).
Il condensatore di filtro in uscita dal simulatore di induttanza come avevo scritto sopra è da 100mF ed è immediatamente seguito da un condensatorino ceramico (o poliestere) da 10 o 100nanoF per smorzare le autoscillazioni ad alta frequenza eventuali. Da qui si preleva la tensione di alimentazione dello stadio pilota. Essa infatti viene prelevata tramite un diodo 4007 (uno per ciascun canale della ECC81) con la funzione di “separatore”. Il diodo a sua volta va quindi ad alimentare la resistenza anodica (da 22k) della ECC81.
A questo punto, subito in uscita dal simulatore di induttanza, dove partono i due diodi 4007, facciamo partire anche due resistenze da 1,8k 10W (una per canale). Io ho usato una resistenza da 1,5k perché quella avevo… questa resistenza abbassa la tensione a 160/165 Volts per alimentare i triodi della 6080. Ciascuna delle quali seguita da un condensatore di livellamento di 47mF 250V. A questa resistenza viene poi collegato il primario del trasformatore di uscita.
Per i trasformatori di uscita ho fatto delle prove usando dei trasformatori di “alimentazione” (poiché il progetto deve essere a costo “zero” con componenti di “recupero”). Ho provato dei piccoli trasformatori di alimentazione di potenza 6-7W 220-12Volt di circa 4x3x2cm di dimensioni e con risultati abbastanza scarsi. Suona, poco e senza carattere. Questi trasformatori hanno un alto valore di resistenza (in tensione continua) sul primario e anche se a potenze così basse non distorcevano non era escluso potessero entrare in distorsione con potenze eventualmente più elevate che non potevo (al momento) ottenere pilotando l’ampli con un lettorino mp3 alimentato da 1 pila 1,5V.
Poi ho provato dei trasformatori di alimentazione più grossi e potenti (50W) usati per le lampade al NEON dimensioni 7x3,5x3,5 cm rettangolari, bianchi (verniciati di nero) con tensioni 220-12. Risultati sorprendenti!!! Io ne avevo una scatola piena recuperati da un amico che ha smontato delle lampade. Sono “incapsulati” dentro l’involucro in lamiera il ché è anche meglio (fa da schermatura)! Il mio consiglio è usare comunque dei trasformatori di alto Wattaggio e quanto più grossi possibile (nel limite della coerenza del progetto).
I condensatori di by-pass catodico sono da 1000mF per la resistenza di catodo della ECC81 e 470mF per la resistenza sul catodo della 6080 (in realtà ho però usato una resistenza da 1,3k perché ne avevo un paio nel cassetto recuperate sempre dal famoso nonno…)
Sensibilità di ingresso 1V.
Impedenza di ingresso 50k data dal potenziometro per regolare il volume ma va bene anche un 100k (meglio se logaritmico).
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Valerio79 ha scritto:Un esempio simile si trova anche su questo sito (dove viene usata anche una induttanza+resistenza che nel mio caso non c’è) http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=9846
Complimenti, mi piace la tua opera di recupero. Hai scritto pareccho e mi riprometto di leggere tutto con calma non appena avrò del tempo libero.
Sono però andato a vedermi il link dell'induttanza+resistenza ed ho scoperto che quel circuito è del mitico, grandissimo Mau749, pace all'anima sua Temo che quella resistenza in realtà non esista come componente a sè stante, ma sia la resistenza interna dell'induttanza, che Mau 749 ha introdotto nello schema perché sennò il simulatore del circuito darebbe risultati diversi e quindi non veritieri. Infatti ha scritto "resistenza induttanza", che io interpreto: "resistenza dell'induttanza".
Comunque sia, mi farebbe piacere se publicassi lo schema elettrico.
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Sono andato a guardarmi molti post di mau749. Ho capito che è stata una persona veramente disponibile e professionalmente preparata motivo per cui ho preso parecchi spunti dalle sue “lezioni”. L’uso dei diodi, il simulatore di induttanza, etc… tutti consigli estrapolati dai suoi scritti.
Alla fine ho redatto questo schema:
Devo però fare una precisazione sull’origine dei trasformatori di uscita: non erano trasformatori di alimentazione dei NEON ma di semplici faretti alogeni 12V
Alla fine ho redatto questo schema:
Devo però fare una precisazione sull’origine dei trasformatori di uscita: non erano trasformatori di alimentazione dei NEON ma di semplici faretti alogeni 12V
Valerio79- Interessato
- Data d'iscrizione : 27.01.15
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Molto bene benissimo, grazie per lo schema. Vedo che hai optato per una minore tensione anodica sulla 6080 rispetto a quella per la 81. Condivido. Come va? In teoria i trasformatori d'uscita, dal momento che sono normali trasformatori d'alimentazione, se percorsi da corrente continua dovrebbero saturare il nucleo. Continuano a funzionare correttamente? Cosa mi dici di quel simulatore d'induttanza? Ultima domanda: hai per caso sperimentato i led sul catodo come da progetti di Mau749? grazie. Ciao
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Numero di messaggi : 986
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Ciao!
Dalle prime misure ho notato che i trasformatori piccoli (di alimentazione usati come uscita - 6-7W) di 4x3x2 cm di grandezza avevano una cospicua resistenza ohmica sul primario e infatti la 6080 veniva poi effettivamente alimentata con circa 150V. La resa era scarsa in termini di decibel. Le alte frequenze erano poco brillanti. Al contrario i bassi non erano tanto male.
Usando invece quelli di dimensioni maggiori (quelli che vedi in foto) la situazione è notevolmente cambiata. L’ascolto è notevolmente migliorato, soprattutto sulle alte frequenze. Facendo attenzione però ho notato che in realtà le basse frequenza non sono state penalizzate. Dopotutto i trasformatori di alimentazione sono progettati per lavorare a 50Hz quindi tutto sommato anche dovesse avere un limite sui 40Hz (parlo per ipotesi) sarei comunque soddisfatto.
Ho notato che il diametro della bobina del trasformatore è circa 1/3 più grande rispetto al primo trasformatore che ho provato e il traferro invece è praticamente il doppio. In pratica è aumentato il rapporto sezione traferro/diametro bobina ed è diminuita la resistenza ohmica sul primario.
La sensibilità di ingresso dell’amplificatore è circa 1V e lo stadio pilota dovrebbe guadagnare circa 50. Usando un banale lettore MP3 non credo di superare 0,5V di segnale e una camera di 7mq era ben sonorizzata. Premetto che usavo degli altoparlanti da 16cm 4ohm smontati dalla mia auto (erano gli altoparlanti di serie col cestello in plastica…roba economica). La cosa che più mi ha stupito è sentire come venivano riprodotte le medio-alte da una membrana di 16cm. Non avevo mai sentito suonare in quel modo un altoparlante del genere. Devo però provare a collegarci le mie 2vie da salotto autocostruite che uso attualmente col mio SE di 300B.
La seconda prova è stata sostituire il lettore MP3 con il mio computer. L’uscita della scheda audio del PC è maggiore e si sente, ma anche al massimo del volume NESSUNA DISTORSIONE udibile a orecchio. Sembra che il nucleo non saturi…
Bisogna tenere presente che in questa configurazione sul primario del TU scorre una corrente di circa 37mA solamente. Questa corrente rapportata ai 165V di alimentazione comporta una potenza di circa 6W. Il trasformatore in questione è 50W che per una tensione di 220V (perdite escluse) corrisponde ad una corrente di 227mA. A mio parere personale, anche se si tratta di tensione alternata, di fatto il traferro deve “trasportare” al secondario la potenza richiesta. i 220V di rete in realtà sarebbero l’ampiezza della sola semionda della corrente di rete decurtata di un certo gap corrispondente alla differenza fra tensione nominale e tensione di picco. Quindi direi che ciò che viene trasferito al secondario è una quantità di potenza relativa ad una sola semionda. Se ciò fosse NON vero, ma corrispondesse invece solo alla metà della potenza (facendo il caso peggiore), i nostri 50 W sarebbero 25W, comunque ben superiori ai 6W richiesti per reggere il flusso magnetico indotto dalla tensione continua del mio amplificatore (con 37mA di corrente anodica). Ben 4 volte superiore!! Rimane da considerare quanta potenza viene poi trasferita dalla componente del segnale oscillante (il segnale audio). Sulla retta di carico della 6080 si vede che quando la semionda del segnale arriva ai limiti dei 48V (tensione di polarizzazione che ho scelto nel mio progetto) ho una corrente di circa 90mA. La potenza prodotta da detta corrente deve essere trasferita al secondario del nostro trasformatore oltre che sommarsi ai 6W dati dalla componente continua (prodotta dai 37mA di anodica). Quindi il traferro (secondo me) dovrà sopportare un flusso indotto da 90+37=117mA (i cui 90 sono dati dalla componente alternata). Suppongo quindi che se il nostro trasformatore di alimentazione (usato come uscita) è fatto per lavorare con 227mA di corrente massima sul primario per una tensione di 220V, venisse usato con soli 165V (nel ns. caso), la corrente che potrebbe circolare (nei limiti della sezione del filo) a parità di potenza (50W) nel primario è 50W / 165V = 303mA. Se confrontiamo la corrente circolante per il nostro utilizzo audio (117mA) con la corrente massima sopportabile per rientrare nei 50W di targa del trasformatore alla nostra tensione di lavoro di 165V (303mA), noto che siamo molto ben lontani da eventuale saturazione del nucleo. Ma anche se volessimo considerare la peggiore delle ipotesi, cioè la corrente massima di 227mA relativa alla tensione di rete impostandola come corrente massima sopportabile dalla sezione del filo del primario, noteremmo che 117<227mA, quindi anche in questo caso non arriviamo alla saturazione del nucleo. Immagino inoltre che un trasformatore di alimentazione non lavori ai limiti della saturazione, quindi a maggior ragione posso pensare che siamo al sicuo.
In conclusione, senza stare lì ad analizzare il flusso elettroindotto dalla tensione continua, se usiamo un trasformatore da 50W per correnti inferiori ai 50mA penso non ci siano problemi.
Il problema è con quale “qualità” viene trasferito il suono dal primario al secondario…. Sinceramente con questi trasformatori mi pare che il risultato sia buono.
Riguardo i LED al posto delle resistenze di catodo delle ECC81 come ha fatto mau749 ci avevo pensato ma non so con 5mA come potrebbero comportarsi. Forse ci vorrebbero correnti maggiori, con punto di lavoro diverso. Devo pensarci bene sopra e capire come impiegarlo per avere comunque il massimo del guadagno possibile da questa valvola. (si accettano suggerimentI ;-) )
Credo che un buon risultato potrebbe darlo un generatore di corrente in parallelo alla resistenza anodica (come ha fatto ance mau749); potrebbe essere una miglioria al fine di aumentare la qualità del suono anche se si allontana dal progetto minimale ed economico (il discorso iniziale che basta “qualcosa di più” per avere “qualcosa di più”…)
Il simulatore di induttanza è stata per me una rivelazione. In principio avevo una induttanza da 3 o 5H (non posso misurarla...è stata smontata da un alimentatore per circuiti a valvole) ma avevo sempre un residuo di ripple che si sentiva negli altoparlanti. Con il simulatore...ZERO ASSOLUTO. Inoltre non ho nemmeno collegato i filamenti a massa. Me ne sono accorto dopo e nonostante questo non ho alcun disturbo di alternata.
Dalle prime misure ho notato che i trasformatori piccoli (di alimentazione usati come uscita - 6-7W) di 4x3x2 cm di grandezza avevano una cospicua resistenza ohmica sul primario e infatti la 6080 veniva poi effettivamente alimentata con circa 150V. La resa era scarsa in termini di decibel. Le alte frequenze erano poco brillanti. Al contrario i bassi non erano tanto male.
Usando invece quelli di dimensioni maggiori (quelli che vedi in foto) la situazione è notevolmente cambiata. L’ascolto è notevolmente migliorato, soprattutto sulle alte frequenze. Facendo attenzione però ho notato che in realtà le basse frequenza non sono state penalizzate. Dopotutto i trasformatori di alimentazione sono progettati per lavorare a 50Hz quindi tutto sommato anche dovesse avere un limite sui 40Hz (parlo per ipotesi) sarei comunque soddisfatto.
Ho notato che il diametro della bobina del trasformatore è circa 1/3 più grande rispetto al primo trasformatore che ho provato e il traferro invece è praticamente il doppio. In pratica è aumentato il rapporto sezione traferro/diametro bobina ed è diminuita la resistenza ohmica sul primario.
La sensibilità di ingresso dell’amplificatore è circa 1V e lo stadio pilota dovrebbe guadagnare circa 50. Usando un banale lettore MP3 non credo di superare 0,5V di segnale e una camera di 7mq era ben sonorizzata. Premetto che usavo degli altoparlanti da 16cm 4ohm smontati dalla mia auto (erano gli altoparlanti di serie col cestello in plastica…roba economica). La cosa che più mi ha stupito è sentire come venivano riprodotte le medio-alte da una membrana di 16cm. Non avevo mai sentito suonare in quel modo un altoparlante del genere. Devo però provare a collegarci le mie 2vie da salotto autocostruite che uso attualmente col mio SE di 300B.
La seconda prova è stata sostituire il lettore MP3 con il mio computer. L’uscita della scheda audio del PC è maggiore e si sente, ma anche al massimo del volume NESSUNA DISTORSIONE udibile a orecchio. Sembra che il nucleo non saturi…
Bisogna tenere presente che in questa configurazione sul primario del TU scorre una corrente di circa 37mA solamente. Questa corrente rapportata ai 165V di alimentazione comporta una potenza di circa 6W. Il trasformatore in questione è 50W che per una tensione di 220V (perdite escluse) corrisponde ad una corrente di 227mA. A mio parere personale, anche se si tratta di tensione alternata, di fatto il traferro deve “trasportare” al secondario la potenza richiesta. i 220V di rete in realtà sarebbero l’ampiezza della sola semionda della corrente di rete decurtata di un certo gap corrispondente alla differenza fra tensione nominale e tensione di picco. Quindi direi che ciò che viene trasferito al secondario è una quantità di potenza relativa ad una sola semionda. Se ciò fosse NON vero, ma corrispondesse invece solo alla metà della potenza (facendo il caso peggiore), i nostri 50 W sarebbero 25W, comunque ben superiori ai 6W richiesti per reggere il flusso magnetico indotto dalla tensione continua del mio amplificatore (con 37mA di corrente anodica). Ben 4 volte superiore!! Rimane da considerare quanta potenza viene poi trasferita dalla componente del segnale oscillante (il segnale audio). Sulla retta di carico della 6080 si vede che quando la semionda del segnale arriva ai limiti dei 48V (tensione di polarizzazione che ho scelto nel mio progetto) ho una corrente di circa 90mA. La potenza prodotta da detta corrente deve essere trasferita al secondario del nostro trasformatore oltre che sommarsi ai 6W dati dalla componente continua (prodotta dai 37mA di anodica). Quindi il traferro (secondo me) dovrà sopportare un flusso indotto da 90+37=117mA (i cui 90 sono dati dalla componente alternata). Suppongo quindi che se il nostro trasformatore di alimentazione (usato come uscita) è fatto per lavorare con 227mA di corrente massima sul primario per una tensione di 220V, venisse usato con soli 165V (nel ns. caso), la corrente che potrebbe circolare (nei limiti della sezione del filo) a parità di potenza (50W) nel primario è 50W / 165V = 303mA. Se confrontiamo la corrente circolante per il nostro utilizzo audio (117mA) con la corrente massima sopportabile per rientrare nei 50W di targa del trasformatore alla nostra tensione di lavoro di 165V (303mA), noto che siamo molto ben lontani da eventuale saturazione del nucleo. Ma anche se volessimo considerare la peggiore delle ipotesi, cioè la corrente massima di 227mA relativa alla tensione di rete impostandola come corrente massima sopportabile dalla sezione del filo del primario, noteremmo che 117<227mA, quindi anche in questo caso non arriviamo alla saturazione del nucleo. Immagino inoltre che un trasformatore di alimentazione non lavori ai limiti della saturazione, quindi a maggior ragione posso pensare che siamo al sicuo.
In conclusione, senza stare lì ad analizzare il flusso elettroindotto dalla tensione continua, se usiamo un trasformatore da 50W per correnti inferiori ai 50mA penso non ci siano problemi.
Il problema è con quale “qualità” viene trasferito il suono dal primario al secondario…. Sinceramente con questi trasformatori mi pare che il risultato sia buono.
Riguardo i LED al posto delle resistenze di catodo delle ECC81 come ha fatto mau749 ci avevo pensato ma non so con 5mA come potrebbero comportarsi. Forse ci vorrebbero correnti maggiori, con punto di lavoro diverso. Devo pensarci bene sopra e capire come impiegarlo per avere comunque il massimo del guadagno possibile da questa valvola. (si accettano suggerimentI ;-) )
Credo che un buon risultato potrebbe darlo un generatore di corrente in parallelo alla resistenza anodica (come ha fatto ance mau749); potrebbe essere una miglioria al fine di aumentare la qualità del suono anche se si allontana dal progetto minimale ed economico (il discorso iniziale che basta “qualcosa di più” per avere “qualcosa di più”…)
Il simulatore di induttanza è stata per me una rivelazione. In principio avevo una induttanza da 3 o 5H (non posso misurarla...è stata smontata da un alimentatore per circuiti a valvole) ma avevo sempre un residuo di ripple che si sentiva negli altoparlanti. Con il simulatore...ZERO ASSOLUTO. Inoltre non ho nemmeno collegato i filamenti a massa. Me ne sono accorto dopo e nonostante questo non ho alcun disturbo di alternata.
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Valerio79 ha scritto:
Ho notato che il diametro della bobina del trasformatore è circa 1/3 più grande rispetto al primo trasformatore che ho provato e il traferro invece è praticamente il doppio. In pratica è aumentato il rapporto sezione traferro/diametro bobina ed è diminuita la resistenza ohmica sul primario.
Non mi è chiara una cosa. Solitamente in un trasformatore d'uscita il traferro è la distanza che intercorre tra il pacco di lamierini a forma di "E" e il pacco di lamierini a forma di "I". Normalmente però in un trasformatore d'alimentazione i lamierini "E" e "I" sono interconnessi, cioè un "E" a Dx con un "I" alla sua Sx, poi un "E" a Sx con un "I" alla sua Dx ecc. Cioè non c'è traferro. Nel tuo caso i trasformatori per led che hai usato sulle uscite hanno il traferro?
Accidenti devo riprendere in mano e terminare il mio Quasi-Lilliput... https://www.tforumhifi.com/t23862-quasi-lilliput?highlight=lilliput ho comperato i trasformatori 13 anni fa e sono ancora là sullo scaffale a fare da supporto alla polvere...
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
He he lo so...infatti speravo lo terminassi!
Per traferro intendevo la sezione utile (sezione minima) interessata dal flusso magnetico (sezione del nucleo metallico) e non la distanza fra E e I. Perdona il mio linguaggio, forse ho sbagliato il termine, ma non mastico da molti anni questi argomenti sui trasformatori...
Si, sapevo anche io che i trasformatori di uscita avevano la caratteristica di essere EI mentre quelli di alimentazione sono EI/IE. Potrei provare a immaginarmi cosa accade da un punto di vista elettromagnetico... però è anche vero che un trasformatore EI è per forza di cose ASIMMETRICO (appunto EI) quindi non escluderei possa essere migliore nel trasferimento di una determinata semionda (ad es.positiva) rispetto alla corrispettiva (ad es. negativa) di alimentazione, o viceversa, quando percorso da tensione continua. Sono solo ipotesi le mie. Non ho mai letto un manuale per la costruzione di un TU. Ma credo che comincerò a informarmi...
Purtroppo i trasformatori di alimentazione dei faretti alogeni a 12 volt che ho usato io come trasformatori di uscita sono resinati. Intuisco guardando il fondello che, intravedendo il nucleo dei lamierini sia un semplice trasformatore EI/IE. Dovrei "sbudellarne" uno....in effetti uno rotto ce l'ho
Per traferro intendevo la sezione utile (sezione minima) interessata dal flusso magnetico (sezione del nucleo metallico) e non la distanza fra E e I. Perdona il mio linguaggio, forse ho sbagliato il termine, ma non mastico da molti anni questi argomenti sui trasformatori...
Si, sapevo anche io che i trasformatori di uscita avevano la caratteristica di essere EI mentre quelli di alimentazione sono EI/IE. Potrei provare a immaginarmi cosa accade da un punto di vista elettromagnetico... però è anche vero che un trasformatore EI è per forza di cose ASIMMETRICO (appunto EI) quindi non escluderei possa essere migliore nel trasferimento di una determinata semionda (ad es.positiva) rispetto alla corrispettiva (ad es. negativa) di alimentazione, o viceversa, quando percorso da tensione continua. Sono solo ipotesi le mie. Non ho mai letto un manuale per la costruzione di un TU. Ma credo che comincerò a informarmi...
Purtroppo i trasformatori di alimentazione dei faretti alogeni a 12 volt che ho usato io come trasformatori di uscita sono resinati. Intuisco guardando il fondello che, intravedendo il nucleo dei lamierini sia un semplice trasformatore EI/IE. Dovrei "sbudellarne" uno....in effetti uno rotto ce l'ho
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Valerio79 ha scritto: Premetto che usavo degli altoparlanti da 16cm 4ohm smontati dalla mia auto (erano gli altoparlanti di serie col cestello in plastica…roba economica). La cosa che più mi ha stupito è sentire come venivano riprodotte le medio-alte da una membrana di 16cm. Non avevo mai sentito suonare in quel modo un altoparlante del genere. Devo però provare a collegarci le mie 2vie da salotto autocostruite che uso attualmente col mio SE di 300B.
Sono altoparlanti bicono? In tal caso tu hai sperimentato cosa vuol dire non avere un crossover che ti seziona la musica e te la rotea di fase. Forse si chiama coerenza, non so. Io però proverei anche il contrario, cioè le 300B collegate agli altoparlanti scrossoverati, magari montati su pannelli con emissione a dipolo. Se funzionavano bene pilotati da due trasformatori d'alimentazione, posso solo immaginare che con le 300B funzioneranno benissimo.
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Se hai voglia e tempo sostituisci quel irf 820 cn un 450 o 350 e togli i due diodi di separazione sostituendolo con due resistenze con un valore di caduta non inficiante li usi solo come carico fittizio.Infine sull anodica metti vicino alla valvola un cap da 1micro.Tutto se compatibile con le tensioni che usi
valvolas- Membro classe oro
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Calma.... le 300B sono attualmente collegate a casse a 2 vie crossoverate e vanno che è una bomba, ma questo non centra.
Parlando del non-Lilliput vorrei collegarlo a queste casse due vie e provarlo. Ho detto che al momento ho fatto le prove con altoparlanti 4 ohm da auto. NON sono doppio cono, altrimenti non mi sarei meravigliato delle belle alte frequenze.
Che tipo di miglioramento avrei sostituendo l' IRF820 con gli altri?
Dove esattamente dovrei mettere un cap sull'anodica e che valore?
Riguardo il diodo separatore sullo stadio pilota in principio era sostituito da una resistenza da 100 ohm seguito da un elettrolitico come filtro. Ho voluto provare il diodo come aveva suggerito mau749 in uno dei suoi circuiti. Non rilevo "contaminazioni" da un canale all'altro. La separazione mi sembra pressochè totale.
Il LED al posto della resistenza catodica sulla ECC81 dovrebbe lavorare con soli 5mA e garantirmi un deltaV di 5 volt....non saprei quale usare.
Consigli o pareri?
Parlando del non-Lilliput vorrei collegarlo a queste casse due vie e provarlo. Ho detto che al momento ho fatto le prove con altoparlanti 4 ohm da auto. NON sono doppio cono, altrimenti non mi sarei meravigliato delle belle alte frequenze.
Che tipo di miglioramento avrei sostituendo l' IRF820 con gli altri?
Dove esattamente dovrei mettere un cap sull'anodica e che valore?
Riguardo il diodo separatore sullo stadio pilota in principio era sostituito da una resistenza da 100 ohm seguito da un elettrolitico come filtro. Ho voluto provare il diodo come aveva suggerito mau749 in uno dei suoi circuiti. Non rilevo "contaminazioni" da un canale all'altro. La separazione mi sembra pressochè totale.
Il LED al posto della resistenza catodica sulla ECC81 dovrebbe lavorare con soli 5mA e garantirmi un deltaV di 5 volt....non saprei quale usare.
Consigli o pareri?
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Il cap come suggeriva mau va messo da 1 micro sull anodica vicino alla valvola sulla vcc e non sull anodo ditettamente.Personalmente faccio sempre la tipologia di alimentazioni di mau, l unica cosa che non utilizzo sono i diodi di separazione ma é una scelta personale legata ai gusti di ascolto,così come i led al catodo, preferisco una vecchia resistenza se possibile carbone o chimica (se serve wattaggio).I led blu mi pare arrivino a 3v più su di così credo si vada di zener se ne esiste un altro di led così alto nn lo so..
valvolas- Membro classe oro
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Per favore rendici edotti di come sono fatte le tue casse pilotate con le 300B.
Quella bellezza che udivi dagli altoparlanti a 4 ohm mono-cono è dovuta probabilmente all'assenza del crossover e, paradossalmente, anche dall'assenza del doppio cono, il quale estende la risposta in frequenza, ma crea delle interferenze con esaltazioni e cancellazioni nel range in cui cononone e conetto emettono le stesse frequenze.
Quella bellezza che udivi dagli altoparlanti a 4 ohm mono-cono è dovuta probabilmente all'assenza del crossover e, paradossalmente, anche dall'assenza del doppio cono, il quale estende la risposta in frequenza, ma crea delle interferenze con esaltazioni e cancellazioni nel range in cui cononone e conetto emettono le stesse frequenze.
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Per Valvolas:
siccome siamo qui per confrontarci e perché no, per imparare, mi interessava chiederti come mai mi consigliavi dei 450 o 350 al posto del IRF820 e come mai dissentivi sull’uso dei diodi separatori sull’anodica. Introducono rumore di fondo forse?
Leggo inoltre fra il tuo materiale/costruzioni “indiana line”. Ebbene io sono un estimatore di quella linea della Coral (almeno io mi riferisco al prodotto Coral, non so se con quella dicitura esistono altre marche…)
Per Phil:
E’ un po’ difficile per me ora come ora ricordarmi come ho progettato le mie casse 2 vie dopo anni. Ti posso dire che all’epoca cercavo un woofer da 16cm economico ma buono. Un amico mi suggerì di provare gli ZACKS, una marca italiana poco conosciuta che fa componenti sia per uso car che per uso home.
Scelsi appositamente un modello 8ohm con sospensione in gomma (non foam!) e membrana in fibra con un BxL accettabile e un Qts abbastanza basso.
Dai miei calcoli ho costruito una cassa di 16 litri netti accordata a 35Hz studiando forma e posizione del condotto reflex in relazione alla posizione del woofer ottenendo una buona estensione alle basse frequenze senza “code” o colorazioni strane.
Non dispongo di strumentazione sofisticata quindi usando quello che avevo cioè solo un generatore di segnale, una resistenza e un multimetro ho verificato che i due picchi di impedenza ai bordi della frequenza di accordo fossero quanto più simili possibile. In questo modo avevo a grandi linee la conferma di aver “centrato” l’accordo per quella cassa in relazione a quel determinato tipo di woofer .
Non sono un simpatizzante dei condotti reflex a forma di tubo posto volgarmente nel mezzo del pannello frontale o sul retro, quindi ho sfruttato un lato interno della cassa stessa per costruire un condotto a “fessura” di 22x1cm profondo 21cm.
Questa soluzione permette di sfruttare l’effetto “parete” e accorciare il condotto reflex anche del 30%. Motivo per cui a prima vista può sembrare corto (21cm) per avere 35Hz di risonanza, ma con i miei semplici strumenti ho poi potuto (misurando) confermare che la frequenza di accordo era proprio 35Hz simulando una lunghezza del condotto di circa 30cm.
Ho studiato un crossover dedicato che facesse un taglio a 12db sui 2800 Hz. Alla fine, dopo aver scelto anche il tweeter, munito di generatore di segnale, analizzatore di spettro e microfono sono andato a vedere la risposta in frequenza per poi così andare a intervenire sui valori dei componenti del crossover. Ma facendo un passetto indietro nella cronistoria, la scelta del tweeter è avvenuta in questo modo: non avevo soldi da spendere e sono andato a razzolare nel cassetto. Ho provato con fili volanti, posizionandoli in maniera posticcia sulla cassa, diversi tweeter che avevo: RES, Coral, Blue Harmony e altri…. Il tutto dopo aver realizzato un crossover “al volo” per il tweeter. Nessuno mi piaceva finchè non ho tirato fuori gli HE98 Coral. Residuo di un vecchio pannello usato in auto… quindi 4 ohm. Sono tweeter che all’epoca erano considerati buonissimi, ma poco pratici per l’uso car a causa delle dimensioni del magnete. È un tweeter soft dome con camera posteriore. E’ un po’ particolare. Oggi è ormai fuori produzione ma la Coral realizza sempre la versione 8 ohm (modello RS10).
E’ inutile dire che è uno dei migliori tweeter he abbia sentito perché è un parere strettamente personale. Chiunque potrebbe sbuggiardarmi dicendo “allora dovresti sentire questo…quello…è migliore quell’altro….” Ognuno potrebbe avere i suoi componenti preferiti e sicuramente ce ne saranno di migliori, ma secondo me, dopo aver messo a punto il crossover, le mie semplici ed economiche cassettine 2 vie suonano che è una meraviglia.
Apparentemente 4 ohm sono pochi, soprattutto se uso un TU 2,5k per le 300B, ma l’ho attenuato con una resistenza in serie, quindi ho in qualche modo aumentato di poco l’impedenza tornando su valori accettabili per il mio TU (con i dovuti interventi anche sul crossover).
Il 30 Novembre 2014 Sono stato ad una manifestazione AUDIO in un hotel a Viareggio (http://www.suono.it/Appuntamenti/Hi-Fi-a-Viareggio ) . Ho avuto modo di ascoltare diverse realizzazioni (alcune anche molto costose) di amplificatori e casse. E’ vero che “a ogni scarrafone è bella mamma sua” ma non ho nulla da invidiare a quello che ho visto/sentito, almeno su alcune realizzazioni.
siccome siamo qui per confrontarci e perché no, per imparare, mi interessava chiederti come mai mi consigliavi dei 450 o 350 al posto del IRF820 e come mai dissentivi sull’uso dei diodi separatori sull’anodica. Introducono rumore di fondo forse?
Leggo inoltre fra il tuo materiale/costruzioni “indiana line”. Ebbene io sono un estimatore di quella linea della Coral (almeno io mi riferisco al prodotto Coral, non so se con quella dicitura esistono altre marche…)
Per Phil:
E’ un po’ difficile per me ora come ora ricordarmi come ho progettato le mie casse 2 vie dopo anni. Ti posso dire che all’epoca cercavo un woofer da 16cm economico ma buono. Un amico mi suggerì di provare gli ZACKS, una marca italiana poco conosciuta che fa componenti sia per uso car che per uso home.
Scelsi appositamente un modello 8ohm con sospensione in gomma (non foam!) e membrana in fibra con un BxL accettabile e un Qts abbastanza basso.
Dai miei calcoli ho costruito una cassa di 16 litri netti accordata a 35Hz studiando forma e posizione del condotto reflex in relazione alla posizione del woofer ottenendo una buona estensione alle basse frequenze senza “code” o colorazioni strane.
Non dispongo di strumentazione sofisticata quindi usando quello che avevo cioè solo un generatore di segnale, una resistenza e un multimetro ho verificato che i due picchi di impedenza ai bordi della frequenza di accordo fossero quanto più simili possibile. In questo modo avevo a grandi linee la conferma di aver “centrato” l’accordo per quella cassa in relazione a quel determinato tipo di woofer .
Non sono un simpatizzante dei condotti reflex a forma di tubo posto volgarmente nel mezzo del pannello frontale o sul retro, quindi ho sfruttato un lato interno della cassa stessa per costruire un condotto a “fessura” di 22x1cm profondo 21cm.
Questa soluzione permette di sfruttare l’effetto “parete” e accorciare il condotto reflex anche del 30%. Motivo per cui a prima vista può sembrare corto (21cm) per avere 35Hz di risonanza, ma con i miei semplici strumenti ho poi potuto (misurando) confermare che la frequenza di accordo era proprio 35Hz simulando una lunghezza del condotto di circa 30cm.
Ho studiato un crossover dedicato che facesse un taglio a 12db sui 2800 Hz. Alla fine, dopo aver scelto anche il tweeter, munito di generatore di segnale, analizzatore di spettro e microfono sono andato a vedere la risposta in frequenza per poi così andare a intervenire sui valori dei componenti del crossover. Ma facendo un passetto indietro nella cronistoria, la scelta del tweeter è avvenuta in questo modo: non avevo soldi da spendere e sono andato a razzolare nel cassetto. Ho provato con fili volanti, posizionandoli in maniera posticcia sulla cassa, diversi tweeter che avevo: RES, Coral, Blue Harmony e altri…. Il tutto dopo aver realizzato un crossover “al volo” per il tweeter. Nessuno mi piaceva finchè non ho tirato fuori gli HE98 Coral. Residuo di un vecchio pannello usato in auto… quindi 4 ohm. Sono tweeter che all’epoca erano considerati buonissimi, ma poco pratici per l’uso car a causa delle dimensioni del magnete. È un tweeter soft dome con camera posteriore. E’ un po’ particolare. Oggi è ormai fuori produzione ma la Coral realizza sempre la versione 8 ohm (modello RS10).
E’ inutile dire che è uno dei migliori tweeter he abbia sentito perché è un parere strettamente personale. Chiunque potrebbe sbuggiardarmi dicendo “allora dovresti sentire questo…quello…è migliore quell’altro….” Ognuno potrebbe avere i suoi componenti preferiti e sicuramente ce ne saranno di migliori, ma secondo me, dopo aver messo a punto il crossover, le mie semplici ed economiche cassettine 2 vie suonano che è una meraviglia.
Apparentemente 4 ohm sono pochi, soprattutto se uso un TU 2,5k per le 300B, ma l’ho attenuato con una resistenza in serie, quindi ho in qualche modo aumentato di poco l’impedenza tornando su valori accettabili per il mio TU (con i dovuti interventi anche sul crossover).
Il 30 Novembre 2014 Sono stato ad una manifestazione AUDIO in un hotel a Viareggio (http://www.suono.it/Appuntamenti/Hi-Fi-a-Viareggio ) . Ho avuto modo di ascoltare diverse realizzazioni (alcune anche molto costose) di amplificatori e casse. E’ vero che “a ogni scarrafone è bella mamma sua” ma non ho nulla da invidiare a quello che ho visto/sentito, almeno su alcune realizzazioni.
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Ti ringrazio per la lunga e dettagliata descrizione dei tuoi diffusori. Non sapevo dell'esistenza della Zacks, ma ho visto che stanno a Vigarano Pieve, un paese da cui sarò passato alcune decine di volte. Ho visto che i loro nuovi prodotti hanno una sospensione in foam robusto, garantito contro l'invecchiamento. Speriamo... Anche il tweeter con camera posteriore è una cosa interessante perché libera il suono e ne abbassa le frequenza di risonanza. Io negli anni '80 comprai un tweeter Audax con bobina da 25 mm e cupola di seta, lo smontai e gli forai il nucleo centrale. Poi ci aggiunsi anche un po' di ferrofluido nel traferro. E ottenni un altro tweeter
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Purtroppo il foam, per quanto possa essere robusto e garantito contro l'invecchiamento, è stato da me bandito. Ottimo materiale quando è nuovo, ma troppo sensibile ai raggi solari e al tempo. Indurisce, si secca e si sgretola alterando molto rapidamente le proprie caratteristiche. E quando si parla di woofer economici non vale la pena farli riconare.
In auto ho un sub con 2 woofer da 20cm comprati molti anni fa con sospensione in foam. Hanno resistito solo perché ci ho spalmato un velo sottile di silicone col dito quando erano nuovi...
Interessante il tuo lavoro sul tweeter.... Puoi spiegarmi meglio e più dettagliatamente? (anche su un altro post se vuoi)
In auto ho un sub con 2 woofer da 20cm comprati molti anni fa con sospensione in foam. Hanno resistito solo perché ci ho spalmato un velo sottile di silicone col dito quando erano nuovi...
Interessante il tuo lavoro sul tweeter.... Puoi spiegarmi meglio e più dettagliatamente? (anche su un altro post se vuoi)
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Vi chiedo inoltre un pare su questo:
https://www.tforumhifi.com/t47469-trasformatori-di-uscita-e-diverse-configurazioni-ottenibili#725296
https://www.tforumhifi.com/t47469-trasformatori-di-uscita-e-diverse-configurazioni-ottenibili#725296
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Il tweeter forato: niente di che, un lavoro da metalmeccanici duri. Era un tweeter smontabile tipo questo https://grabcad.com/library/tw025a0-tweeter-by-audax-1
Una volta smontato ho coperto per bene il traferro con nastro di carta e poi ho forato il nucleo centrale con un trapano a colonna. Ovviamente il magnete ha attirato a sè tutta la limatura di ferro, che poi ho asportato appicicandola a del nastro di carta che poi buttavo via.
Finito il lavoro ho tolto l'iniziale nastratura di protezione ed ho messo del ferrofluido nel traferro. L'ho recuperato da tweeter demoliti perché all'epoca non sapevo dove trovarlo (era la fine degli anni '80), ma adesso lo si può trovare qui http://www.supermagnete.it/magneti-scuola/ferrofluido-10-ml-fluido-magnetico-per-esperimenti_FER-01
Il suono era più disteso e meno isterico e si poteva farlo lavorare anche a dipolo.
Se tu hai un tweeter con camera posteriore vuol dire che il foro c'è già. Se cambi il volume della camera e/o l'assorbente interno potrai giocare un po'.
Una volta smontato ho coperto per bene il traferro con nastro di carta e poi ho forato il nucleo centrale con un trapano a colonna. Ovviamente il magnete ha attirato a sè tutta la limatura di ferro, che poi ho asportato appicicandola a del nastro di carta che poi buttavo via.
Finito il lavoro ho tolto l'iniziale nastratura di protezione ed ho messo del ferrofluido nel traferro. L'ho recuperato da tweeter demoliti perché all'epoca non sapevo dove trovarlo (era la fine degli anni '80), ma adesso lo si può trovare qui http://www.supermagnete.it/magneti-scuola/ferrofluido-10-ml-fluido-magnetico-per-esperimenti_FER-01
Il suono era più disteso e meno isterico e si poteva farlo lavorare anche a dipolo.
Se tu hai un tweeter con camera posteriore vuol dire che il foro c'è già. Se cambi il volume della camera e/o l'assorbente interno potrai giocare un po'.
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Buono a sapersi. Ho giusto una coppia di tweeter che vorrei modificare perché non mi piacciono. Vediamo cosa ne esce fuori...
Ma come mai l'uso del ferrofluido? E come hai fatto a mantenerlo lì se è fluido? Non conosco le proprietà di questo materiale.
Ma come mai l'uso del ferrofluido? E come hai fatto a mantenerlo lì se è fluido? Non conosco le proprietà di questo materiale.
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Il ferrofluido è un liquido che risente del campo magnetico. http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrofluido
Se lo metti nel traferro lui sta lì perchè lì c'è un bel campo magnetico. Solo che contemporaneamente in quella zona c'è anche la bobina mobile che va su e giù e il ferrofluido ne smorza i movimenti. Specialmente le oscillazioni spurie. Una volta era di gran moda, ora forse non più. Di fatto rende più controllata l'emissione del tweeter.
N.B. Ho raccontato una vicenda di molti anni fa. Non mi sento di consigliarlo o sconsigliarlo ora. Se lo fate è a vostro rischio e pericolo. Quando recupero quei tweeter (che ho ancora) faccio una foto e la inserisco. Erano gli Audax modello HD 100 D 25 e se non sbaglio era il 1986. Quindi un po' di ere geologiche fa. Già di fabbrica risuonavano a soli 800 Hz, dopo credo meno...
Se lo metti nel traferro lui sta lì perchè lì c'è un bel campo magnetico. Solo che contemporaneamente in quella zona c'è anche la bobina mobile che va su e giù e il ferrofluido ne smorza i movimenti. Specialmente le oscillazioni spurie. Una volta era di gran moda, ora forse non più. Di fatto rende più controllata l'emissione del tweeter.
N.B. Ho raccontato una vicenda di molti anni fa. Non mi sento di consigliarlo o sconsigliarlo ora. Se lo fate è a vostro rischio e pericolo. Quando recupero quei tweeter (che ho ancora) faccio una foto e la inserisco. Erano gli Audax modello HD 100 D 25 e se non sbaglio era il 1986. Quindi un po' di ere geologiche fa. Già di fabbrica risuonavano a soli 800 Hz, dopo credo meno...
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
MMmmm......può darsi che la 6080 con il trasformatore che ho usato io (220-12) funzioni meglio con altoparlanti da 4ohm nella configurazione circuitale da me usata?
Secondo i miei calcoli una impedenza di 8ohm riflette sul primario un carico di circa 3k. Se uso un altoparlante da 4ohm è chiaro che la valvola vede circa 1,5k di carico. Mi sembra quasi che vada meglio con l'impedenza più bassa..... gli acuti (in questo caso "medioalte" parlando di un woofer singolo) mi sembrano più squillanti. Con le mie casse 2 vie 8ohm invece viene fuori un suono che non mi convince. Sembra "ottuso", leggermente cupo. A livello grafico secondo voi come cambia il punto di lavoro della 6080 con i due divers carichi?
Secondo i miei calcoli una impedenza di 8ohm riflette sul primario un carico di circa 3k. Se uso un altoparlante da 4ohm è chiaro che la valvola vede circa 1,5k di carico. Mi sembra quasi che vada meglio con l'impedenza più bassa..... gli acuti (in questo caso "medioalte" parlando di un woofer singolo) mi sembrano più squillanti. Con le mie casse 2 vie 8ohm invece viene fuori un suono che non mi convince. Sembra "ottuso", leggermente cupo. A livello grafico secondo voi come cambia il punto di lavoro della 6080 con i due divers carichi?
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Beh sì la 6080 viaggia meglio a impedenza più bassa. Prova a mettere le due casse da 8 Ohm in parallelo su un canale e vedi cosa capita. Certo che se la gente si smazza per avvolgere dei trasformatori d'uscita multiavvolgimenti con traferro una ragione forse ci sarà. Probabilmente un trasformatore d'alimentazione utilizzato come trasformatore d'uscita ha dei limiti...
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
Eh bè, ovvio che ha dei limiti, ma il mio esperimento era anche per testare le differenze e capire meglio le cose per via sperimentale... è chiaro che un TU appositamente costruito non è nemmeno paragonabile.
Ho peraltro un dubbio sul circuito del simulatore di induttanza. In particolare io ho collegato il condensatore con il + verso l'anodica.
Su questo articolo (dove tra l'altro scrive anche il buon mau749) c'è una descrizione, ma non capisco il verso del condensatore. Io nel mio sono andato a intuito....
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=8916&start=80
Ho peraltro un dubbio sul circuito del simulatore di induttanza. In particolare io ho collegato il condensatore con il + verso l'anodica.
Su questo articolo (dove tra l'altro scrive anche il buon mau749) c'è una descrizione, ma non capisco il verso del condensatore. Io nel mio sono andato a intuito....
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=8916&start=80
Valerio79- Interessato
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Re: Ampli valvolare ECONOMICO con componenti di recupero
L'armatura curva è negativa, quella diritta è positiva
PHIL MASNAGH- Membro di riguardo
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