Una storia di cavi
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Una storia di cavi
Vi racconto la mia avventura con i cavi e la sua conclusione.
Inizialmente lessi su tnt audio riguardo l'autocostruzione dei cavi di potenza e di segnale: scelsi di realizzarli con i cavi di rete cat5e.
Come cavo di segnale utilizzai la guaina bianca dei cavi dell'antenna con intrecciati sopra una coppia di singoli cavetti prelevati dal cat5e. Sopra ho messo della guaina termorestringente e i terminatori RCA Neutrik dorati (quelli da 5 euro la coppia).
Come cavi di potenza provai svariate configurazioni dei cavi cat5e: utilizando un cavo cat5 come positivo e un altro come negativo, intrecciati (buon cavo semplice da assemblare); due cavi cat5e intrecciati, i fili interni di un singolo colore sono il positivo, quelli di due colori il negativo (questo tipo di cavo è più impegnativo da realizzare; produce un suono più dettagliato, asciutto).
In seguito ad una telefonata a "playstereo" ed a ragionamenti logici capii che nei cavi non c'è nulla di magico, soltanto bisogna considerare svariati aspetti elettro-meccanici spesso sottovalutati.
-I cavi e gli apparati vibrano: per capacità due conduttori vicini di polarità opposta tendono ed attrarsi ed a respingersi al passaggio della corrente, inoltre le vibrazioni sonore producono altre oscillazioni.
Quindi il nostro cavo dovrà avere una struttura rigida ed il materiale isolante basse proprietà elettrostatiche. L'isolante del cavo cat5e è molto elettrostatico: quando i singoli cavetti oscillano, si producono micro-cariche elettriche che alterano il sengale.
-Le basse freqeunze passano ovunque nel cavo, ma le medio alte scorrono sulla superficie dei cavi, quindi sarà meglio un cavo formato da vari cavi singoli isolati.
-Con il tempo il rame si ossida, quindi è meglio un cavo formato da cavi singoli, non il multifilare.
Ho sostituito i cavi cat5e con i WireWorld Luna 7 di potenza; i cavi di segnale con i WireWorld Luna 7 di segnale. Entrambi i cavi soddisfavano le caretteristiche che cercavo. E' stato un cambiamento difficoltoso! I cavetti di segnale Luna 7 sono formati da fili sottilissimi e delicati, per spelarli mi sono aiutato scaldando le guaine con l'accendino e poi togliendo l'isolante con le unghie (le forbici da elettricista lo rompevano sempre).
La qualità audio è migliorata subito su tutti i parametri: bassi più decisi e definiti, medi chiari ed armonici, acuti più presenti. L'ascolto è ora più piacevole.
Come cavetto coassiale fra l'async-1 ed il dac ho usato un cavo coassiale RG302 con i connettori RCA Neutrik.
Inizialmente lessi su tnt audio riguardo l'autocostruzione dei cavi di potenza e di segnale: scelsi di realizzarli con i cavi di rete cat5e.
Come cavo di segnale utilizzai la guaina bianca dei cavi dell'antenna con intrecciati sopra una coppia di singoli cavetti prelevati dal cat5e. Sopra ho messo della guaina termorestringente e i terminatori RCA Neutrik dorati (quelli da 5 euro la coppia).
Come cavi di potenza provai svariate configurazioni dei cavi cat5e: utilizando un cavo cat5 come positivo e un altro come negativo, intrecciati (buon cavo semplice da assemblare); due cavi cat5e intrecciati, i fili interni di un singolo colore sono il positivo, quelli di due colori il negativo (questo tipo di cavo è più impegnativo da realizzare; produce un suono più dettagliato, asciutto).
In seguito ad una telefonata a "playstereo" ed a ragionamenti logici capii che nei cavi non c'è nulla di magico, soltanto bisogna considerare svariati aspetti elettro-meccanici spesso sottovalutati.
-I cavi e gli apparati vibrano: per capacità due conduttori vicini di polarità opposta tendono ed attrarsi ed a respingersi al passaggio della corrente, inoltre le vibrazioni sonore producono altre oscillazioni.
Quindi il nostro cavo dovrà avere una struttura rigida ed il materiale isolante basse proprietà elettrostatiche. L'isolante del cavo cat5e è molto elettrostatico: quando i singoli cavetti oscillano, si producono micro-cariche elettriche che alterano il sengale.
-Le basse freqeunze passano ovunque nel cavo, ma le medio alte scorrono sulla superficie dei cavi, quindi sarà meglio un cavo formato da vari cavi singoli isolati.
-Con il tempo il rame si ossida, quindi è meglio un cavo formato da cavi singoli, non il multifilare.
Ho sostituito i cavi cat5e con i WireWorld Luna 7 di potenza; i cavi di segnale con i WireWorld Luna 7 di segnale. Entrambi i cavi soddisfavano le caretteristiche che cercavo. E' stato un cambiamento difficoltoso! I cavetti di segnale Luna 7 sono formati da fili sottilissimi e delicati, per spelarli mi sono aiutato scaldando le guaine con l'accendino e poi togliendo l'isolante con le unghie (le forbici da elettricista lo rompevano sempre).
La qualità audio è migliorata subito su tutti i parametri: bassi più decisi e definiti, medi chiari ed armonici, acuti più presenti. L'ascolto è ora più piacevole.
Come cavetto coassiale fra l'async-1 ed il dac ho usato un cavo coassiale RG302 con i connettori RCA Neutrik.
Suono56- Interessato
- Data d'iscrizione : 20.11.16
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Convertitore usb S/Pdif: Beresford Asynch-1
Dac: Beresford Caiman mk2, firmware sfw3
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Re: Una storia di cavi
Ottima la tua disamina sui cavi, in effetti, secondo me, dopo i cotton fioc, sono la prima cosa da comprare e da cambiare anche in casse di ottimo lignaggio, chissà perchè vengono sottovalutati sempre, forse perchè la fisica è difficile e appena se ne parla si viene tacciati di complottismo?
Tu, ti sei messo d'impegno a studiare e sperimentare, mi ricordi quando lo facevo più di venti anni or sono e alla fine dovevo ammettere che il tempo valeva la candela e i soldi spesi.
Ho passato ore a spiegare ad amici che avevano in auto impianti da milioni di lire dell'epoca che era tutto inutile se non si usavano cavi di buona fattura invece dei cavetti rosso e nero dell'elettrauto che al massimo reggono una lampadina da 5 w...
Comunque è un mondo da scoprire quello dei cavi, quando spiegai agli amici che la spesa più importante era per me il cavo di potenza o quello di segnale, mi guardavano come si guardano i matti, ma poi salivano nella mia golf e rimanevano veramente colpiti. Semplice, avevo cambiato tutti i cavi relativi all'impianto audio ed avevo messo una batteria in tampone solo per alimentarlo.
Nulla è semplice o semplicistico, un buon cavo serve a completare un buon impianto, altrimenti si ascolta una schifezza
Ciao
Tu, ti sei messo d'impegno a studiare e sperimentare, mi ricordi quando lo facevo più di venti anni or sono e alla fine dovevo ammettere che il tempo valeva la candela e i soldi spesi.
Ho passato ore a spiegare ad amici che avevano in auto impianti da milioni di lire dell'epoca che era tutto inutile se non si usavano cavi di buona fattura invece dei cavetti rosso e nero dell'elettrauto che al massimo reggono una lampadina da 5 w...
Comunque è un mondo da scoprire quello dei cavi, quando spiegai agli amici che la spesa più importante era per me il cavo di potenza o quello di segnale, mi guardavano come si guardano i matti, ma poi salivano nella mia golf e rimanevano veramente colpiti. Semplice, avevo cambiato tutti i cavi relativi all'impianto audio ed avevo messo una batteria in tampone solo per alimentarlo.
Nulla è semplice o semplicistico, un buon cavo serve a completare un buon impianto, altrimenti si ascolta una schifezza
Ciao
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
meno male che c'è gente che ci fa fare due risate se no sai che tristezza sarebbe
lello64- Membro classe diamante
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Re: Una storia di cavi
lello64 ha scritto:meno male che c'è gente che ci fa fare due risate se no sai che tristezza sarebbe
.
vinse- Appassionato
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Re: Una storia di cavi
Ho iniziato ad utilizzare cavetti accordati per i diffusori e così facendo ho diminuito le onde stazionarie
Re: Una storia di cavi
In che senso cavetti accordati? Intendi la lunghezza del cavo?
Suono56- Interessato
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Re: Una storia di cavi
E' una linea di trasmissione e quindi se accordi i cavi avrai una minore dispersione di potenza dovuta ad una minore quantità di onde stazionarie
Re: Una storia di cavi
MaurArte ha scritto:E' una linea di trasmissione e quindi se accordi i cavi avrai una minore dispesione di potenza dovuta ad una minore quantità di onde stazionarie
E che fai per accordare i cavi usi il Rosmetro ?
Su quale frequenza HF VHF UHF ?
E che tipo di antenna ?
vinse- Appassionato
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Re: Una storia di cavi
MaurArte ha scritto:Mica devo trasmettere, ma la teoria delle linee di trasmissione esiste...
Mi permetto di suggerire la lettura di quanto è trattato su questo link.
Tratta l'argomento cavi, purtroppo è in inglese ma è molto significato.
http://www.roger-russell.com/wire/wire.htm
.
vinse- Appassionato
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Re: Una storia di cavi
...e meno male che stiamo tra grandi cultori nonchè intenditori di alta fedeltà dell'ippica
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
siamo ricascati nel mulo multitask
saranno giorni di inferno
saranno giorni di inferno
lello64- Membro classe diamante
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Re: Una storia di cavi
A certo, la famosa microfonicitá dei cavi, noi qua usiamo smorzatori in butile multifilare, ovviamente posizionati secondo la sequenza di Fibonacci, naturalmente di colori diversi, per i noti motivi....Suono56 ha scritto:
...
-I cavi e gli apparati vibrano: per capacità due conduttori vicini di polarità opposta tendono ed attrarsi ed a respingersi al passaggio della corrente, inoltre le vibrazioni sonore producono altre oscillazioni.
...
...
Quello che non capisco è il seguito, dove tu parli di "rigidità del cavo", non sono sicuro che un cavo rigido sia meno portato a vibrare, anzi, direi che sono sicuro del contrario
Poi ammetto di non aver capito nulla della elettrostaticitá del dielettrico, mai sentita...
Quindi tu sostieni che il cat5 adeguatamente sollecitato genera cariche elettriche?Ma è meraviglioso, potremmo farci un generatore
P.s. se ti interessano gli smorzatori multifilari in butile, più un utile tutorial per posizionarli secondo la sequenza di Fibonacci, io li vendo...
fritznet- Membro classe diamante
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Re: Una storia di cavi
Caro suono 56, abbi pazienza, siamo vittime di troll ed è difficile parlare di argomenti seri come questo sul forum, come vedi...tu comunque non farci caso, ci sono anche persone che amano le discussioni interessanti come queste oltre che cazzeggiare, ciaoSuono56 ha scritto:Vi racconto la mia avventura con i cavi e la sua conclusione.
Inizialmente lessi su tnt audio riguardo l'autocostruzione dei cavi di potenza e di segnale: scelsi di realizzarli con i cavi di rete cat5e.
Come cavo di segnale utilizzai la guaina bianca dei cavi dell'antenna con intrecciati sopra una coppia di singoli cavetti prelevati dal cat5e. Sopra ho messo della guaina termorestringente e i terminatori RCA Neutrik dorati (quelli da 5 euro la coppia).
Come cavi di potenza provai svariate configurazioni dei cavi cat5e: utilizando un cavo cat5 come positivo e un altro come negativo, intrecciati (buon cavo semplice da assemblare); due cavi cat5e intrecciati, i fili interni di un singolo colore sono il positivo, quelli di due colori il negativo (questo tipo di cavo è più impegnativo da realizzare; produce un suono più dettagliato, asciutto).
In seguito ad una telefonata a "playstereo" ed a ragionamenti logici capii che nei cavi non c'è nulla di magico, soltanto bisogna considerare svariati aspetti elettro-meccanici spesso sottovalutati.
-I cavi e gli apparati vibrano: per capacità due conduttori vicini di polarità opposta tendono ed attrarsi ed a respingersi al passaggio della corrente, inoltre le vibrazioni sonore producono altre oscillazioni.
Quindi il nostro cavo dovrà avere una struttura rigida ed il materiale isolante basse proprietà elettrostatiche. L'isolante del cavo cat5e è molto elettrostatico: quando i singoli cavetti oscillano, si producono micro-cariche elettriche che alterano il sengale.
-Le basse freqeunze passano ovunque nel cavo, ma le medio alte scorrono sulla superficie dei cavi, quindi sarà meglio un cavo formato da vari cavi singoli isolati.
-Con il tempo il rame si ossida, quindi è meglio un cavo formato da cavi singoli, non il multifilare.
Ho sostituito i cavi cat5e con i WireWorld Luna 7 di potenza; i cavi di segnale con i WireWorld Luna 7 di segnale. Entrambi i cavi soddisfavano le caretteristiche che cercavo. E' stato un cambiamento difficoltoso! I cavetti di segnale Luna 7 sono formati da fili sottilissimi e delicati, per spelarli mi sono aiutato scaldando le guaine con l'accendino e poi togliendo l'isolante con le unghie (le forbici da elettricista lo rompevano sempre).
La qualità audio è migliorata subito su tutti i parametri: bassi più decisi e definiti, medi chiari ed armonici, acuti più presenti. L'ascolto è ora più piacevole.
Come cavetto coassiale fra l'async-1 ed il dac ho usato un cavo coassiale RG302 con i connettori RCA Neutrik.
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
No Angel,Angel2000 ha scritto:... Caro suono 56, abbi pazienza, siamo vittime di troll,
ed è difficile parlare di argomenti seri come questi ....
Fritznet non è un Troll !
È lontano di carattere e d'intelligenza dall'essere inopportuno !
Però hai ragione,
in questo forum c'è troppo discredito,
troppa denigrazione al posto del raccontare
e dello spiegare con pazienza.
Ma forse l'astio è figlio del disagio
e non ne ha colpa.
Io non credo nei cavi,
credo nell'incapacità del saper ascoltare
e agli errori
nella procedura dei paragoni,
ma a chi credo stia sbagliando
cerco sempre di dirgli la verità, ovvero la mia verità,
mai che è stupido.
Ma poi, anche i miei metodi non funzionano mai,
e sono parole parole parole infinite e inutili.
Ma Fritz no, lascialo stare.
valterneri- Membro classe oro
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Re: Una storia di cavi
caro valterneri, se tutti fossero sagaci e simpatici come te, sarebbe un piacere frequentare questo forum, ma non è così, ma non ce l'ho assolutamente con fritznet, credo che anche lui sia vittima di un andazzo italico, una non precisata moda che impazza sulle trasmissioni televisive domenicali consistente nell'invettiva fine a se stessa pur di demolire chi la pensa diversamente da noi, anche ricorrendo a mezzi poco leciti come la denigrazione.
Eppure, come tu stesso dici, basterebbe lasciare spazio ad altri per aprire la mente e accettare teorie ormai di dominio pubblico mondiale, mica lo diciamo solo io e suono che i cavi sono importanti?
Eppure, come tu stesso dici, basterebbe lasciare spazio ad altri per aprire la mente e accettare teorie ormai di dominio pubblico mondiale, mica lo diciamo solo io e suono che i cavi sono importanti?
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
Importanti si ma non determinanti, volendo dare delle percentuali secondo me siamo max al 5%.Se qualcuno è in zona e vorrebbe farmi ricredere io sono disponibile e di mente aperta.
giucam61- Membro classe diamante
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Impianto : .Nad c658, Audionirvana e altre cosette...
Re: Una storia di cavi
appunto, sono d'accordo con te, ma renditi conto che quel 5% in più o in meno può fare la differenza ...giucam61 ha scritto:Importanti si ma non determinanti, volendo dare delle percentuali secondo me siamo max al 5%.Se qualcuno è in zona e vorrebbe farmi ricredere io sono disponibile e di mente aperta.
copio e incollo questa recensione che mi trova d'accordo, la troverete interamente qui :http://www.audiocostruzioni.com/r_s/accessori/test-cavi-alimentazione-cristiano/test-cavi-alimentazione.htm
"Non occorre essere dei tecnici per non tenere conto di almeno tre parametri elettrici intrinseci di un cavo quando attraversato da un segnale alternato: resistenza, capacità, induttanza. Del resto, con quali elementi si costruiscono i filtri passivi di un sistema d’altoparlanti? Sfogliando poi la letteratura in merito all’argomento (si vedano ad esempio i notevoli articoli tecnici di Audioreview), si devono aggiungere i materiali conduttori e le loro peculiarità chimico-fisiche, la costruzione e lo sviluppo dei conduttori stessi a generare, in funzione di altri parametri quali ad esempio la frequenza, altri effetti concatenati ormai ben noti al fisico ed all’ingegnere, uno per tutti il famigerato “effetto pelle”. Addirittura anche parametri esterni possono influenzare le caratteristiche di conduzione degli elettroni nei metalli: immediatamente mi sovvengono in mente la temperatura ed i campi elettromagnetici, e chissà cos’altro dimentico!
Parlando poi di cavi d’alimentazione, si affronta un’ulteriore variabile che, unitamente all’ambiente d’ascolto, costituisce la pietra angolare delle qualità sonore finali d’un qualunque sistema domestico (o professionale) di riproduzione della nostra musica preferita: la rete di distribuzione dell’energia elettrica! Il motivo risiede nel fatto che, facendo un esempio di facile comprensione, gli stadi di amplificazione modulano una corrente continua per mezzo del segnale audio, che giunge ad essi attraverso le sezioni d’alimentazione. Chiaramente, una qualunque alterazione dell’energia elettrica nelle sue tre componenti fondamentali (ampiezza, periodo, frequenza / contenuto armonico) innalza la sezione d’alimentazione ad elemento strategico in un qualsiasi progetto elettronico: la medesima linea elettrica potrebbe inoltre essere influenzata da ulteriori disturbi causati dai campi magnetici generati dagli stessi componenti la catena hi-fi o di quelli generati da altri apparecchi elettrici casalinghi, condominiali o d’uso comune (ascensore, autoclave), industriali (i grandi motori di macchine ed impianti) o comunque di campi magnetici e segnali RF presenti nella stanza d’ascolto.
In sintesi un cavo d’alimentazione, oltre alle limitazioni elettrofisiche intrinseche, avrebbe oltremodo il compito di proteggere od attenuare le citate componenti esterne di disturbo."
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
Rinfreschiamo un po i concetti basilari sui conduttori:
la sezione di un cavo non è calcolata in base alla sezione interna dell’isolamento, ma come SOMMA delle sezioni di ogni conduttore. Dato che, come abbiamo visto nelle immagini precedenti, il cavo audio mostra meno “zone vuote”, la somma delle sezioni di rame “vero” sarà maggiore rispetto a quanto accade invece nel cavo elettrico, che dati i conduttori esageratamente più grossi, mostra un bel pò più di “zone d’aria” intorno ad ogni capillare.
Qualcuno potrebbe a questo punto pensare: “Ma allora a pari assorbimento il cavo audio si scalda di più, dato che i trefoli sono più appiccicati…”
Ciò può essere anche vero, però ricordiamoci dell’effetto pelle di prima: da un lato i conduttori sono sì più vicini e meno arieggiati, ma dall’altro abbiamo una miglior distribuzione delle cariche elettriche dati i conduttori più numerosi; a livello MOLTO teorico quindi:
Se ho un conduttore grosso tutte le cariche che si spingono verso l’esterno avranno una maggior densità e svilupperanno un maggior effetto Joule (riscaldamento) rispetto al centro, che resterà vuoto e freddo.
Se ho due conduttori più piccoli invece, la densità maggiore all’esterno e l’effetto joule verranno questa volta distribuiti equamente (se la sezione è la medesima per entrambi).
Ultima nota morfologica: il cavo audio, rispetto a quello elettrico, risulta twistato (avvolto) twistando ottengo una sorta di schermatura esterna, con una maglia dalla trama molto fitta, per cui l’immunità del cavo alle interferenze elettromagnetiche (tallone d’Achille di moltissimi cavi in commercio) aumenterà considerevolmente. Parliamo di interferenze elettromagnetiche per due motivi: un cavo attraversato da una corrente alternata (e un pochino lo è sempre anche quella continua della batteria) produce un campo magnetico che si “induce” in tutti gli altri cavi ad esso vicini, in modo udibile sottoforma di ronzii e/o distorsioni; ed anche perchè un cavo elettrico, è più bravo a captare anche le altre mille interferenze e disturbi dei restanti apparecchi elettronici, sia che siano dotazioni di bordo della nostra vettura o facenti parte dell’impianto di riproduzione.
Il Fattore di Smorzamento
Il fattore di smorzamento, intendendolo come la capacità di un amplificatore di controllare l’altoparlante pilotato. Ogni driver ha una propria massa, che via via aumenta all’aumentare delle sue dimensioni. Maggiore sarà la massa e maggiore sarà anche l’inerzia (ecco perchè questo fantomatico fattore è molto importante nella riproduzione dei bassi ed ultrabassi…).
Ma come viene calcolato questo valore? Con una semplicissima formula:
Quanto vale l’impedenza di uscita del finale? 0.01 ohm
Quanto vale la resistenza elettrica dell’altoparlante? 4 ohm
Quanto fa “4 diviso 0.01”? 400 (ottimo smorzamento)
Ma cos’è che non funziona e che non ci fa tornare i conti? Non tutte le bobine hanno 4 ohm di resistenza, e già scopriamo qualcosa di nuovo, ovvero il fatto che se faccio calare il carico a 2ohm, l’ampli peggiora il controllo.
Se un finale è stabile a 1 ohm, non dobbiamo per legge farlo lavorare a 1 ohm, sarà preferibile (in caso di potenze esagerate) diminuire un pochino l’erogazione (e quindi i 3dB di differenza che possono “ballare”) ma mantenere un ottimo controllo, piuttosto che avere 2000W in più e un subwoofer che sbrodola…
Oltre a questo piccolo appunto, ci ricordiamo anche che, per la legge di ohm, un qualsiasi conduttore mostra una resistenza. Casualmente questa resistenza risulta in serie a quella della bobina del cono, aumentando l’equivalente vista dall’amplificatore.
Facciamo allora un secondo conticino:
Quanto vale ORA l’impedenza di uscita dell’ampli? 0.01 + 0.03 ohm del cavo (4mmq lungo 5 metri stando larghi)
Quanto vale la resistenza elettrica dell’altoparlante? Sempre 4 ohm
Quanto fa “4 diviso 0.04”? 100 (‘na vera schifezza)
Quindi il mio bell’ampli da 400 di damping factor e 1500€ di costo, in realtà, una volta collegato, ne mostrerà solo un quarto…L’effetto crossover
Altra piccola nota sulla questione filtro: anche un cavo mostra, oltre che una resistenza, anche una capacità ed un induttanza (tra i vari trefoli che lo compongono e tra i due conduttori della nostra piattina altoparlanti) e ciò significa che oltre a diminuire il damping factor operiamo un taglio senza neanche saperlo!!!
Ciò che differenzia appunto i cavi di qualità dagli economici, è che i primi vengono progettati per far sì che i tre mitici valori siano totalmente o quasi annullati (avete mai notato, ad esempio, che in una buona piattina spesso vi è un terzo “filo” di gomma che divide ed allontana i due conduttori – chissà perchè?!) e saremo sicuri che questo effetto crossover non interferirà come nel caso di un cavo da supermercato.
La qualità del rame
Anche qui ci sarebbe da parlare per molto tempo, tirando in ballo i vari OFHC (rame puro al 99,99%) a conduttività elevata o il fantascientifico Six-nine (6-N) usato per alcuni cavi Hi-End, ma perderemmo il filo del ragionamento, meglio tornare nel seminato.
PASSIAMO ORA AI CONNETTORI
Proprio così, non bastava parlare solo del cavo in sè, dobbiamo guardare bene anche dentro i connettori, e scoprire se sono buoni o no, se “suonano” bene o no…
In particolare, come prima, valgono le stesse considerazioni fatte su resistenza, induttanza e capacità (o il segnale verrà altrimenti alterato).
Il problema dell’ossidazione
Una delle questioni più importanti è proprio l’ossido, che a differenza dello sporco, è più difficile da rimuovere, peggiorando la conduttività. In questo senso, i metalli più utilizzati sono il nickel, l’oro, il rodio e lo stagno, tutti peggiori conduttori rispetto al rame e all’ottone (come avevamo visto a riguardo della resistività), ma utili per placcare il contatto e salvaguardarlo.
Ma anche qui ci sono questioni da analizzare: dobbiamo stare attenti che, date le differenti proprietà elettriche del “placcante” e del “placcato”, non vengano a generarsi tensioni spurie (come nell’esempio precedente sul dielettrico e sul condensatore) e che vengano altresì scongiurate il più possibile le cosidette perdite per ciclo di isteresi che affliggono i materiali ferromagnetici.
Ultima nota: i connettori RCA usati di ottima fattura hanno il pin centrale cavo all’interno. Le pareti sottili, ci danno un’idea di come l’effetto pelle venga minimizzato. Ma dobbiamo anche pensare all’isolante posto tra il polo caldo e la massa, o avremo un ulteriore “effetto condensatore” tra il pin centrale e il corpo vero e proprio del connettore. In questo senso, il Teflon è il miglior isolante, e maggiore è la qualità, più pregiata sarà la spina. Alcune aziende addirittura, riescono, con due dischetti trasversali di materiale fenolico, a tener separati i due poli senza l’aggiunta di alcun dielettrico (sfruttando quindi le assolute qualità dell’aria come isolante).
Credo che la panoramica sia stata affrontata a dovere e con le dovute argomentazioni. Se qualcuno crede ancora che i cavi siano tutti uguali e preferisca correre dietro al minor prezzo/qualità, sappia cosa sta rischiando.
https://officineacustiche.wordpress.com/2007/09/20/cavo-elettrico-o-cavo-audio/
la sezione di un cavo non è calcolata in base alla sezione interna dell’isolamento, ma come SOMMA delle sezioni di ogni conduttore. Dato che, come abbiamo visto nelle immagini precedenti, il cavo audio mostra meno “zone vuote”, la somma delle sezioni di rame “vero” sarà maggiore rispetto a quanto accade invece nel cavo elettrico, che dati i conduttori esageratamente più grossi, mostra un bel pò più di “zone d’aria” intorno ad ogni capillare.
Qualcuno potrebbe a questo punto pensare: “Ma allora a pari assorbimento il cavo audio si scalda di più, dato che i trefoli sono più appiccicati…”
Ciò può essere anche vero, però ricordiamoci dell’effetto pelle di prima: da un lato i conduttori sono sì più vicini e meno arieggiati, ma dall’altro abbiamo una miglior distribuzione delle cariche elettriche dati i conduttori più numerosi; a livello MOLTO teorico quindi:
Se ho un conduttore grosso tutte le cariche che si spingono verso l’esterno avranno una maggior densità e svilupperanno un maggior effetto Joule (riscaldamento) rispetto al centro, che resterà vuoto e freddo.
Se ho due conduttori più piccoli invece, la densità maggiore all’esterno e l’effetto joule verranno questa volta distribuiti equamente (se la sezione è la medesima per entrambi).
Ultima nota morfologica: il cavo audio, rispetto a quello elettrico, risulta twistato (avvolto) twistando ottengo una sorta di schermatura esterna, con una maglia dalla trama molto fitta, per cui l’immunità del cavo alle interferenze elettromagnetiche (tallone d’Achille di moltissimi cavi in commercio) aumenterà considerevolmente. Parliamo di interferenze elettromagnetiche per due motivi: un cavo attraversato da una corrente alternata (e un pochino lo è sempre anche quella continua della batteria) produce un campo magnetico che si “induce” in tutti gli altri cavi ad esso vicini, in modo udibile sottoforma di ronzii e/o distorsioni; ed anche perchè un cavo elettrico, è più bravo a captare anche le altre mille interferenze e disturbi dei restanti apparecchi elettronici, sia che siano dotazioni di bordo della nostra vettura o facenti parte dell’impianto di riproduzione.
Il Fattore di Smorzamento
Il fattore di smorzamento, intendendolo come la capacità di un amplificatore di controllare l’altoparlante pilotato. Ogni driver ha una propria massa, che via via aumenta all’aumentare delle sue dimensioni. Maggiore sarà la massa e maggiore sarà anche l’inerzia (ecco perchè questo fantomatico fattore è molto importante nella riproduzione dei bassi ed ultrabassi…).
Ma come viene calcolato questo valore? Con una semplicissima formula:
Quanto vale l’impedenza di uscita del finale? 0.01 ohm
Quanto vale la resistenza elettrica dell’altoparlante? 4 ohm
Quanto fa “4 diviso 0.01”? 400 (ottimo smorzamento)
Ma cos’è che non funziona e che non ci fa tornare i conti? Non tutte le bobine hanno 4 ohm di resistenza, e già scopriamo qualcosa di nuovo, ovvero il fatto che se faccio calare il carico a 2ohm, l’ampli peggiora il controllo.
Se un finale è stabile a 1 ohm, non dobbiamo per legge farlo lavorare a 1 ohm, sarà preferibile (in caso di potenze esagerate) diminuire un pochino l’erogazione (e quindi i 3dB di differenza che possono “ballare”) ma mantenere un ottimo controllo, piuttosto che avere 2000W in più e un subwoofer che sbrodola…
Oltre a questo piccolo appunto, ci ricordiamo anche che, per la legge di ohm, un qualsiasi conduttore mostra una resistenza. Casualmente questa resistenza risulta in serie a quella della bobina del cono, aumentando l’equivalente vista dall’amplificatore.
Facciamo allora un secondo conticino:
Quanto vale ORA l’impedenza di uscita dell’ampli? 0.01 + 0.03 ohm del cavo (4mmq lungo 5 metri stando larghi)
Quanto vale la resistenza elettrica dell’altoparlante? Sempre 4 ohm
Quanto fa “4 diviso 0.04”? 100 (‘na vera schifezza)
Quindi il mio bell’ampli da 400 di damping factor e 1500€ di costo, in realtà, una volta collegato, ne mostrerà solo un quarto…L’effetto crossover
Altra piccola nota sulla questione filtro: anche un cavo mostra, oltre che una resistenza, anche una capacità ed un induttanza (tra i vari trefoli che lo compongono e tra i due conduttori della nostra piattina altoparlanti) e ciò significa che oltre a diminuire il damping factor operiamo un taglio senza neanche saperlo!!!
Ciò che differenzia appunto i cavi di qualità dagli economici, è che i primi vengono progettati per far sì che i tre mitici valori siano totalmente o quasi annullati (avete mai notato, ad esempio, che in una buona piattina spesso vi è un terzo “filo” di gomma che divide ed allontana i due conduttori – chissà perchè?!) e saremo sicuri che questo effetto crossover non interferirà come nel caso di un cavo da supermercato.
La qualità del rame
Anche qui ci sarebbe da parlare per molto tempo, tirando in ballo i vari OFHC (rame puro al 99,99%) a conduttività elevata o il fantascientifico Six-nine (6-N) usato per alcuni cavi Hi-End, ma perderemmo il filo del ragionamento, meglio tornare nel seminato.
PASSIAMO ORA AI CONNETTORI
Proprio così, non bastava parlare solo del cavo in sè, dobbiamo guardare bene anche dentro i connettori, e scoprire se sono buoni o no, se “suonano” bene o no…
In particolare, come prima, valgono le stesse considerazioni fatte su resistenza, induttanza e capacità (o il segnale verrà altrimenti alterato).
Il problema dell’ossidazione
Una delle questioni più importanti è proprio l’ossido, che a differenza dello sporco, è più difficile da rimuovere, peggiorando la conduttività. In questo senso, i metalli più utilizzati sono il nickel, l’oro, il rodio e lo stagno, tutti peggiori conduttori rispetto al rame e all’ottone (come avevamo visto a riguardo della resistività), ma utili per placcare il contatto e salvaguardarlo.
Ma anche qui ci sono questioni da analizzare: dobbiamo stare attenti che, date le differenti proprietà elettriche del “placcante” e del “placcato”, non vengano a generarsi tensioni spurie (come nell’esempio precedente sul dielettrico e sul condensatore) e che vengano altresì scongiurate il più possibile le cosidette perdite per ciclo di isteresi che affliggono i materiali ferromagnetici.
Ultima nota: i connettori RCA usati di ottima fattura hanno il pin centrale cavo all’interno. Le pareti sottili, ci danno un’idea di come l’effetto pelle venga minimizzato. Ma dobbiamo anche pensare all’isolante posto tra il polo caldo e la massa, o avremo un ulteriore “effetto condensatore” tra il pin centrale e il corpo vero e proprio del connettore. In questo senso, il Teflon è il miglior isolante, e maggiore è la qualità, più pregiata sarà la spina. Alcune aziende addirittura, riescono, con due dischetti trasversali di materiale fenolico, a tener separati i due poli senza l’aggiunta di alcun dielettrico (sfruttando quindi le assolute qualità dell’aria come isolante).
Credo che la panoramica sia stata affrontata a dovere e con le dovute argomentazioni. Se qualcuno crede ancora che i cavi siano tutti uguali e preferisca correre dietro al minor prezzo/qualità, sappia cosa sta rischiando.
https://officineacustiche.wordpress.com/2007/09/20/cavo-elettrico-o-cavo-audio/
Angel2000- Membro classe bronzo
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Numero di messaggi : 1122
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Re: Una storia di cavi
Angel, scrivi troppo, e nessuno legge così tanto,
ricordati che il forum è una piazza, non un'aula,
neppure un palcoscenico.
È l'uguaglianza che conta,
ovvero il rispetto della presunta ignoranza,
presunta appunto, mai certa.
ricordati che il forum è una piazza, non un'aula,
neppure un palcoscenico.
È l'uguaglianza che conta,
ovvero il rispetto della presunta ignoranza,
presunta appunto, mai certa.
valterneri- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 09.10.12
Numero di messaggi : 7918
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Impianto : un Thorens Debut Carbon
Re: Una storia di cavi
L'evangelizzazione radicalizza l'ignoranza
e nel mondo ha portato solo a dittature,
prima o poi avvenute.
Anche educare è umido d'arroganza,
seppur di generazione in generazione inevitabile.
e nel mondo ha portato solo a dittature,
prima o poi avvenute.
Anche educare è umido d'arroganza,
seppur di generazione in generazione inevitabile.
valterneri- Membro classe oro
- Data d'iscrizione : 09.10.12
Numero di messaggi : 7918
Provincia : abito nel forum
Impianto : un Thorens Debut Carbon
Re: Una storia di cavi
Hai ragione valterneri, comunque è inevitabile citare almeno una parte delle teorie che ci sono in un semplice collegamento elettrico, altrimenti è difficile far comprendere certi arcani , si perchè, se non si sa, diventa tutto opinabile e questo è un dato scientifico, ciao
Angel2000- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 08.10.16
Numero di messaggi : 1122
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Impianto : -
Re: Una storia di cavi
Buona spiegazione!
Rispondendo a qualche messaggio sopra, come "rigidità del cavo" intendo che il cavo non presenti parti che possano vibrare, che abbia una struttura compatta.
Il cavo di rete cat5e ha l'isolante molto elettrostatico: se spelliamo i fili interni, l'isolante rimane attaccato alle dita (si attacca elettrostaticamente) significa che un minimo di strofinio o movimento produce queste cariche superficiali. Questo perchè l'isolante usato in quei cavi ha un alto potere isolante (kv/mm) ed è robusto meccanicamente: devono garantire l'isolamente fra fili sotti (a volte quei cavi percorrono lunghe distanze, non devono rovinarsi).
I cavi audio luna7 invece hanno un isolante che non si attacca alle mani quando distaccato dai fili. Il suono che esce dai diffusorti con i cavi luna7 è molto più armonioso dei cat5e; la motivazione credo sia nell'isolamento, ma ovviamente non ne ho la certezza. Anche la struttura non compatta del cat5 influirà.
I cavi non devono produrre musica, devono soltanto lasciarla passare così come è.
A proposito dei cavi di alimentazione di rete, lo ho sostituiti tutti con cavi schermati (quelli che vendono dai negozi di forniture elettriche). Ho notato un piccolo miglioramento, maggiore armoniosità.
Rispondendo a qualche messaggio sopra, come "rigidità del cavo" intendo che il cavo non presenti parti che possano vibrare, che abbia una struttura compatta.
Il cavo di rete cat5e ha l'isolante molto elettrostatico: se spelliamo i fili interni, l'isolante rimane attaccato alle dita (si attacca elettrostaticamente) significa che un minimo di strofinio o movimento produce queste cariche superficiali. Questo perchè l'isolante usato in quei cavi ha un alto potere isolante (kv/mm) ed è robusto meccanicamente: devono garantire l'isolamente fra fili sotti (a volte quei cavi percorrono lunghe distanze, non devono rovinarsi).
I cavi audio luna7 invece hanno un isolante che non si attacca alle mani quando distaccato dai fili. Il suono che esce dai diffusorti con i cavi luna7 è molto più armonioso dei cat5e; la motivazione credo sia nell'isolamento, ma ovviamente non ne ho la certezza. Anche la struttura non compatta del cat5 influirà.
I cavi non devono produrre musica, devono soltanto lasciarla passare così come è.
A proposito dei cavi di alimentazione di rete, lo ho sostituiti tutti con cavi schermati (quelli che vendono dai negozi di forniture elettriche). Ho notato un piccolo miglioramento, maggiore armoniosità.
Suono56- Interessato
- Data d'iscrizione : 20.11.16
Numero di messaggi : 29
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Dac: Beresford Caiman mk2, firmware sfw3
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Finale: King rex class T
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Re: Una storia di cavi
a volte ci si autoconvince,a volte...
l'unico sistema per dare dei pareri è un ascolto cieco con vari cavi e con più persone.
nel caso dei diffusori,sopattutto se datati,si dovrebbe ricablare anche i collegamenti interni
l'unico sistema per dare dei pareri è un ascolto cieco con vari cavi e con più persone.
nel caso dei diffusori,sopattutto se datati,si dovrebbe ricablare anche i collegamenti interni
giucam61- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 26.09.15
Numero di messaggi : 11774
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