Una storia di cavi
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Re: Una storia di cavi
Di che marchio è? O magari passa direttamente il link di Amazon.
bob80- Affezionato
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Re: Una storia di cavi
L'effetto pelle in campo audio con conduttori singoli sotto ai 15mm. è irrilevante, diventa determinante in radiofrequenza.
E' invece molto importante pulire con cura i punti di contatto dei cavi diffusori sia con i connettori casse che ampli, dove è sempre presente l'ossidazione nei punti di contatto
E' fondamentale pulire periodicamente e con cura tutti i connettori presenti nei nostri impianti, ricordiamo sempre che gli RCA sono quanto di peggio possa esistere per effettuare connessioni elettriche.
E' invece molto importante pulire con cura i punti di contatto dei cavi diffusori sia con i connettori casse che ampli, dove è sempre presente l'ossidazione nei punti di contatto
E' fondamentale pulire periodicamente e con cura tutti i connettori presenti nei nostri impianti, ricordiamo sempre che gli RCA sono quanto di peggio possa esistere per effettuare connessioni elettriche.
Re: Una storia di cavi
non sono un esperto ma il litz che ho visto, mi sembrava sinceramente un po' diverso
dovrebbe comunque essere isolato uno per uno , no ? pertanto da quel che so serve un pozzetto per lo stagno dove fondere tutti gli isolanti dei singoli conduttori... magari mi sbaglio
dovrebbe comunque essere isolato uno per uno , no ? pertanto da quel che so serve un pozzetto per lo stagno dove fondere tutti gli isolanti dei singoli conduttori... magari mi sbaglio
luigigi- Membro classe argento
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Re: Una storia di cavi
luigigi ha scritto:non sono un esperto ma il litz che ho visto, mi sembrava sinceramente un po' diverso
dovrebbe comunque essere isolato uno per uno , no ? pertanto da quel che so serve un pozzetto per lo stagno dove fondere tutti gli isolanti dei singoli conduttori... magari mi sbaglio
Non ti sbagli
Re: Una storia di cavi
il tuo cavo e' in PVC e studia meglio non e' la permiabilita e' HCI che corrode il rame ,ieri il litz neanche sapevi che esisteva .....
non x te ,Starei attento a sostenere che l'effetto pelle non sia rilevante in campo audio.....
non x te ,Starei attento a sostenere che l'effetto pelle non sia rilevante in campo audio.....
dinamanu- UTENTE BANNATO
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The excess risk of serious adverse events found in our study points to the need for formal harm-benefit analyses, particularly those that are stratified according to risk of serious outcomes.
Re: Una storia di cavi
In tre metri di cavo multifilare?non x te ,Starei attento a sostenere che l'effetto pelle non sia rilevante in campo audio.....
Re: Una storia di cavi
se qualcuno si prendesse la briga di controllare gli ip qui dentro rimarremmo solo io e fritznet... e un paio d'altri
lello64- Membro classe diamante
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Re: Una storia di cavi
lello64 ha scritto:se qualcuno si prendesse la briga di controllare gli ip qui dentro rimarremmo solo io e fritznet... e un paio d'altri
molto probabile
Re: Una storia di cavi
MaurArte ha scritto:lello64 ha scritto:se qualcuno si prendesse la briga di controllare gli ip qui dentro rimarremmo solo io e fritznet... e un paio d'altri
molto probabile
anche se poi non ti vedremmo più venire dall'estero per intervenire
lello64- Membro classe diamante
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Re: Una storia di cavi
Angel2000 ha scritto:quindi, andiamo con ordine:
il filo da me usato per le piccole casse che hanno sorprendentemente cambiato suono e dettaglio, oltre che perso granulosità, quindi diventate più "setose "sugli alti è questo:
mi pare di averlo già detto, è un "onesto " cavo per uso audio oxygen free che si compra su Amazon a bassissimo prezzo, credo che costi più comprare i cavi dell'elettrauto o dell'elettricista.
perchè io dico che questi fili sono molto migliori degli altri?
prima di tutto perchè sono di rame puro al 99% e con un procedimento particolare, vengono forgiati senza ossigeno che è poi il maggior responsabile dell'ossidazione (ossido sta per ossigeno), poi sono isolati non in PVC che reagisce e fa ossidare i cavi ma in materiale più idoneo come teflon.
Quindi sono il minimo sindacale per un paio di casse da scrivania o da computer.
per quanto riguarda poi la domanda sull'effetto pelle, quello si minimizza in vari modi, il più semplice è aumentare a dismisura il numero dei trefoli di rame , alcuni usano fili litz (dal tedesco Litzendraht, filo intrecciato) è usato per ridurre l'effetto pelle per frequenze da pochi kHz a circa 1 MHz. Questi fili che possono essere anche migliaia in un solo conduttore massimizzano la conducibilità e minimizzano l'effetto pelle. possono essere smaltati singolarmente o ricoperti da teflon o fibra, comunqque sono un toccasana per l'effetto pelle che nei comuni fili che si comprano per impianti, è realmente enorme. Cioè in soldoni, crediamo di avere un buon cavo da 4 mmq per trasportare le informazioni del nostro costoso impianto ma solo una parte di queste arrivano agli altoparlanti, rispetto al cavo litz, neppure il 20%. Per non parlare delle guaine in PVC che sono permeabili all'aria e con il tempo e l'umidità faranno degradare i conduttori a nostra insaputa. Morale della favola, tutti i soldi spesi in elettroniche andranno in calore per effetto joule ed ossidazione che frenerà la corrente irreparabilmente.
Spero di essere stato chiaro, ciao
praticamente sto perdendo tempo con personaggi che non hanno nessuna intenzione di discutere perchè evidentemente capire è già difficile per chi non ha molta dimestichezza con la tecnica , la si burtta in caciara ed è un peccato per un forum anche interessante frequentato da persone che vorrebbero capirci di più di alta fedeltà.
Quindi, assodato che a voi non importa nulla dei cavi ma solo di spadroneggiare come bulli su un forum non vostro, denigrando un prodotto che contribuisce anche a far vivere con la pubblicità il forum stesso... amministratore, batti un colpo!
io se fossi l'amministratore mi prenderei la briga di controllare l'indirizzo ip di gente che passa la giornata a trollare senza portare aventi nessun ragionamento logico, saranno cloni, sicuramente ci faremmo delle risate
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
MaurArte ha scritto:
In tre metri di cavo multifilare?
La discussione e' molto accesa tra gli esperti mondiali non e' certo la nostra ignoranza sulla materia che ci autorizza ad emettere sentenze ....
dinamanu- UTENTE BANNATO
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The excess risk of serious adverse events found in our study points to the need for formal harm-benefit analyses, particularly those that are stratified according to risk of serious outcomes.
Re: Una storia di cavi
dinamanu ha scritto:MaurArte ha scritto:
In tre metri di cavo multifilare?
La discussione e' molto accesa tra gli esperti mondiali non e' certo la nostra ignoranza sulla materia che ci autorizza ad emettere sentenze ....
Esperti di cavi??? In elettronica le regole sono gia scritte
Re: Una storia di cavi
il litz è un filo multifilare (dal tedesco Litzendraht, filo intrecciato), i singoli trefoli possono essere ricoperti di smalto o vari altri materiali come il teflon, non necessariamente, perchè anche l'aria è un dielettrico, quindi ci sono anche fili litz non ricoperti costano di meno si saldano più facilmente, i fili litz ricoperti individualmente in teflon costano parecchioluigigi ha scritto:non sono un esperto ma il litz che ho visto, mi sembrava sinceramente un po' diverso
dovrebbe comunque essere isolato uno per uno , no ? pertanto da quel che so serve un pozzetto per lo stagno dove fondere tutti gli isolanti dei singoli conduttori... magari mi sbaglio
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
Anche io uso cavi non esoterici ma non raffazzonati in grado di ottimizzare il rendimento e l'investimento primario, sono un miscredente sui cavi, ma ammetto che un buon cavo performante ottimizzato per le performance acustiche raggiunge il suo scopo. Ovviamente ho mantenuto la lungheza dei cavi entro ovvi parametri statici per ottenere il risultato voluto e alla fine si il basso è molto più controllato di prima e la banda passante soggettiva si è allargata in entrambi i sensi. E questo senza spendere una fortuna.
E non so parlando di cavi speciali ma neanche del doppino telefonico o per intenderci della piattina nera e rossa
E non so parlando di cavi speciali ma neanche del doppino telefonico o per intenderci della piattina nera e rossa
thepescator- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
Appunto, esattamente come me, questa guerra è ridicola, tra l'altro ci fa una pessima figura chi ostracizza i cavi audio che sono importanti in un forum di alta fedeltà , è come parlar bene delle strade dissestate e piene di buche e male delle autostrade tedesche , quindi o non si è stati mai in Germania o si è rimasti nel paesello con le mulattiere...thepescator ha scritto:Anche io uso cavi non esoterici ma non raffazzonati in grado di ottimizzare il rendimento e l'investimento primario, sono un miscredente sui cavi, ma ammetto che un buon cavo performante ottimizzato per le performance acustiche raggiunge il suo scopo. Ovviamente ho mantenuto la lungheza dei cavi entro ovvi parametri statici per ottenere il risultato voluto e alla fine si il basso è molto più controllato di prima e la banda passante soggettiva si è allargata in entrambi i sensi. E questo senza spendere una fortuna.
E non so parlando di cavi speciali ma neanche del doppino telefonico o per intenderci della piattina nera e rossa
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
Quando ero ragazzo, suonavo in un gruppo e per un periodo di tempo mi sono occupato anche da fonico.
Facevamo una specie di x-factor "de noantri" negli anni 92-93. Allora mi divertivo ad amplificare il rullante della batteria usando uno Shure SM57 che ancora oggi è molto usato. Mi divertivo perché quel rullante così ripreso aveva un suono direi mistico. Pieno di velocità, di frequenze (allora le mie orecchie non erano bucate dai 14 kHz in su come oggi), era potente come una fucilata, insomma uno sballo.
Questo microfono era così collegato:
10 metri fino alla ciabatta da palco
25 metri da lì fino al mixer (un FBT da 32 canali, niente Soundcraft) con un cavo buttato per terra
mettiamo altro 8-9 metri tra circuito del mixer effetti e collegamenti vari
altri 25 metri dal mixer fino alla ciabatta da palco
10 metri dalla ciabatta fino agli ampli
15 metri per lato, dagli ampli fino alle casse
il segnale era tutto bilanciato e le casse erano collegate con un bel 3x2,5 da betoniera di colore nero.
Ne ho sentiti di impianti compreso il mio, ma la velocità e la pienezza di quel rullante non sono più riuscito a sentirla.
Con questo voglio dire che tutti quei metri di rame, di connettori, di saldature anche ossidate (perché suonavamo anche se pioveva, avendo il palco coperto) non modificavano nulla di quel suono, perché le informazioni passavano tutte. Non c'erano perdite.
Qualsiasi variazione che facevo nel mixer tipo: gain in entrata, toni, compressione, effetti, mandate ai sub... era percepibile nella banda di frequenza della ripresa microfonica. Non potevano assolutamente modificare la timbrica ovviamente, ma se volevo modificare con gli eq parametrici la gamma media, la gamma era lì pronta per giocarci e lo stesso per tutte le altre frequenze. I compressori e i limiter intervenivano ad ogni minima variazione dei colpi delle bacchette e così via.
Magari non avevo a quei tempi una buona educazione all'ascolto, pensavamo più alla musica, oggi sono più attento. Però mi dico: se quel centinaio di metri di rame non condizionavano il suono allora, come possono qualche centimetro condizionarlo oggi?
Termino, e butto lì il mio pensiero ritenendo che l'unico parametro da tenere sotto controllo sia, per i cavi di potenza, la sezione.
Quando ho cambiato i cat5 con i WHURT, la differenza s'è sentita eccome...
Per i cavi di segnale, quando i valori dell'ampiezza diventano inferiori ai volts ed ai millivolts, forse è possibile qualche interazione, con leggere modifiche della banda audio passante ma nulla di veramente importante.
Questa è la mia umilissima opinione ovviamente.
Facevamo una specie di x-factor "de noantri" negli anni 92-93. Allora mi divertivo ad amplificare il rullante della batteria usando uno Shure SM57 che ancora oggi è molto usato. Mi divertivo perché quel rullante così ripreso aveva un suono direi mistico. Pieno di velocità, di frequenze (allora le mie orecchie non erano bucate dai 14 kHz in su come oggi), era potente come una fucilata, insomma uno sballo.
Questo microfono era così collegato:
10 metri fino alla ciabatta da palco
25 metri da lì fino al mixer (un FBT da 32 canali, niente Soundcraft) con un cavo buttato per terra
mettiamo altro 8-9 metri tra circuito del mixer effetti e collegamenti vari
altri 25 metri dal mixer fino alla ciabatta da palco
10 metri dalla ciabatta fino agli ampli
15 metri per lato, dagli ampli fino alle casse
il segnale era tutto bilanciato e le casse erano collegate con un bel 3x2,5 da betoniera di colore nero.
Ne ho sentiti di impianti compreso il mio, ma la velocità e la pienezza di quel rullante non sono più riuscito a sentirla.
Con questo voglio dire che tutti quei metri di rame, di connettori, di saldature anche ossidate (perché suonavamo anche se pioveva, avendo il palco coperto) non modificavano nulla di quel suono, perché le informazioni passavano tutte. Non c'erano perdite.
Qualsiasi variazione che facevo nel mixer tipo: gain in entrata, toni, compressione, effetti, mandate ai sub... era percepibile nella banda di frequenza della ripresa microfonica. Non potevano assolutamente modificare la timbrica ovviamente, ma se volevo modificare con gli eq parametrici la gamma media, la gamma era lì pronta per giocarci e lo stesso per tutte le altre frequenze. I compressori e i limiter intervenivano ad ogni minima variazione dei colpi delle bacchette e così via.
Magari non avevo a quei tempi una buona educazione all'ascolto, pensavamo più alla musica, oggi sono più attento. Però mi dico: se quel centinaio di metri di rame non condizionavano il suono allora, come possono qualche centimetro condizionarlo oggi?
Termino, e butto lì il mio pensiero ritenendo che l'unico parametro da tenere sotto controllo sia, per i cavi di potenza, la sezione.
Quando ho cambiato i cat5 con i WHURT, la differenza s'è sentita eccome...
Per i cavi di segnale, quando i valori dell'ampiezza diventano inferiori ai volts ed ai millivolts, forse è possibile qualche interazione, con leggere modifiche della banda audio passante ma nulla di veramente importante.
Questa è la mia umilissima opinione ovviamente.
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Gianni
Tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda. Ma l'amore stesso è musica. Puskin Aleksandr
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DIFFUSORI: Autocostruiti DCAAV Faital 3fe22
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Re: Una storia di cavi
Sulla sezione dei cavi diffusori credo si sia tutti d'accordo nel dire che i fili del telefono non sono il massimo. Personalmente utilizzo sul segnale solo cavo coassiale da 1,5 Euro al metro.
Re: Una storia di cavi
Angel2000 ha scritto:Appunto, esattamente come me, questa guerra è ridicola, tra l'altro ci fa una pessima figura chi ostracizza i cavi audio che sono importanti in un forum di alta fedeltà , è come parlar bene delle strade dissestate e piene di buche e male delle autostrade tedesche , quindi o non si è stati mai in Germania o si è rimasti nel paesello con le mulattiere...thepescator ha scritto:Anche io uso cavi non esoterici ma non raffazzonati in grado di ottimizzare il rendimento e l'investimento primario, sono un miscredente sui cavi, ma ammetto che un buon cavo performante ottimizzato per le performance acustiche raggiunge il suo scopo. Ovviamente ho mantenuto la lungheza dei cavi entro ovvi parametri statici per ottenere il risultato voluto e alla fine si il basso è molto più controllato di prima e la banda passante soggettiva si è allargata in entrambi i sensi. E questo senza spendere una fortuna.
E non so parlando di cavi speciali ma neanche del doppino telefonico o per intenderci della piattina nera e rossa
Veramente io in 5 righe non ho detto niente, ma niente di niente....
thepescator- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
potowatax ha scritto:
Ne ho sentiti di impianti compreso il mio, ma la velocità e la pienezza di quel rullante non sono più riuscito a sentirla.
Con questo voglio dire che tutti quei metri di rame, di connettori, di saldature anche ossidate (perché suonavamo anche se pioveva, avendo il palco coperto) non modificavano nulla di quel suono, perché le informazioni passavano tutte. Non c'erano perdite.
Termino, e butto lì il mio pensiero ritenendo che l'unico parametro da tenere sotto controllo sia, per i cavi di potenza, la sezione.
Quando ho cambiato i cat5 con i WHURT, la differenza s'è sentita eccome...
Per i cavi di segnale, quando i valori dell'ampiezza diventano inferiori ai volts ed ai millivolts, forse è possibile qualche interazione, con leggere modifiche della banda audio passante ma nulla di veramente importante.
Questa è la mia umilissima opinione ovviamente.
diciamo che la ripresa dal vivo è del tutto diversa, sono diverse le potenze in gioco, minori problemi di dispersione perchè le linee bilanciate sono corredate da cavi professionali di grande sezione, diciamo che è un'altra storia..
Come tu dici il cavo di potenza è fondamentale, mi fa piacere che hai notato differenze sostanziali tra cavi di potenza, non sottovalutare però i cavi disegnale che sono, se vogliamo, perfino più importanti dovendo trasportare pochi milliampere di segnale e da questo trasporto dipende la bontà della riproduzione
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Re: Una storia di cavi
questo è il cavo piccolo:bob80 ha scritto:Di che marchio è? O magari passa direttamente il link di Amazon.
https://www.amazon.it/DCSk-Hi-Fi-casse-altoparlanti-trasparente/dp/B00KB0BJFO/ref=sr_1_18?s=electronics&ie=UTF8&qid=1479983651&sr=1-18&keywords=cavo+audio Il cavo Audiothecnica ce l'ho da molti anni e come vedi è ancora come nuovo, non so se lo producono ancora, è ottimo e performante, ricordo che lo pagai in lire, credo costasse 10.000 lire al metro sfuso se ricordo bene ma credo si trovi oggi anche di meglio a miglior prezzo
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
thepescator ha scritto:Anche io uso cavi non esoterici ma non raffazzonati in grado di ottimizzare il rendimento e l'investimento primario, sono un miscredente sui cavi, ma ammetto che un buon cavo performante ottimizzato per le performance acustiche raggiunge il suo scopo. Ovviamente ho mantenuto la lungheza dei cavi entro ovvi parametri statici per ottenere il risultato voluto e alla fine si il basso è molto più controllato di prima e la banda passante soggettiva si è allargata in entrambi i sensi. E questo senza spendere una fortuna.
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mi sembrava che tu avessi espresso un parere favorevole all'uso di cavi buoni, anche se non esoterici nel prezzo, ho letto male?thepescator ha scritto:Veramente io in 5 righe non ho detto niente, ma niente di niente....
Angel2000- Membro classe bronzo
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Re: Una storia di cavi
@Potowatax
Gianni tu sei dispensato dall'uso della formula,sei una persona seria
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Re: Una storia di cavi
enrico massa ha scritto:@Potowatax
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