Quali album per iniziare ad ascoltare jazz?

nd1967 ha scritto:
Io concordo con Alba (d'altronde di cognome faccio Tramonte )

... ... ... ... ...

..beh la domanda era relativa ad album jazz e quelli che ho consigliato all'inizio sono il meglio del meglio... non mi sono permesso di consigliare free jazz: Ornette Coleman etc.. perchè a quel punto sarebbe stato prevedibile un rigetto.

Allora se si vuole propedeutici.... allora concordo con i Wheater report, gli italiani Perigeo e se li regge bene passare a Stan Getz plays Jobin.

fannaru ha scritto:..beh la domanda era relativa ad album jazz e quelli che ho consigliato all'inizio sono il meglio del meglio... non mi sono permesso di consigliare free jazz: Ornette Coleman etc.. perchè a quel punto sarebbe stato prevedibile un rigetto.

Sì il discorso era in generale.... il mio discorso era che, secondo me, già "Kind Of Blue" rischia di essere poco digesto per uno che non segue il jazz

fannaru ha scritto:
Allora se si vuole propedeutici.... allora concordo con i Wheater report, gli italiani Perigeo e se li regge bene passare a Stan Getz plays Jobin.

Hai ragione.... facciamo una lista Propedeutica (la parola è perfetta) per il jazz

Io dico i miei ... voi dite i vostri e poi facciamo un listone finale.
facciamo max 5 dischi a testa?

Inizio io



Stan Getz/Joao Gilberto - Getz/Gilberto (1967) - LINK





Chet Baker - My Favourite Songs, Vols. 1-2: The Last Great Concert Chet Baker (1988) - LINK





Pat Metheny - Secret Story (1992) - LINK





The Dave Brubeck Quartet - Time Out (1959) - LINK





Keith Jarrett - The Koln Concert (1975) - LINK






Adesso chi va avanti?

Ma come ragazzi.........
e lui?



magari come sottofondo
una sera
cena al lume di candela??....

Claudio Arzani ha scritto:
magari come sottofondo
una sera
cena al lume di candela??....

Claudio... si parla di jazz per iniziare... non per arrivare al dunque con una ragazza

Anch'io provengo dal rock/prog e il primo disco jazz che ascoltai fu "Lush Life" di John Coltrane. Il primo Coltrane, il più accessibile. Poi sono venuti Charlie Parker, Miles Davis (quello pre-elettrico) e Mingus. A quel punto, il salto verso l'ultimo, sublime Coltrane o verso il Miles di Bitches Brew è praticamente un passo obbligato :-)

Quanto a Metheny mi trovo in disaccordo con chi lo consiglia come primo passo dal rock al jazz. A me piace molto la chitarra rock e sentire Metheny (che suona la chitarra in modo molto jazzistico) mi fa venire il latte alle ginocchia. Da questo punto di vista consiglio invece qualcosa di Bill Frisell, che ha un approccio molto più spregiudicato all'uso dello strumento.

Un'altro inizio potrebbe essere quello di ascoltare qualcosa dei Bad Plus o di Brad Mehldau, che, pur facendo un jazz "classico", pescano a mani basse nel repertorio pop/rock.

gg

Claudio Arzani ha scritto:

AZZ.... ma lo sai che è morto 3 giorni fa?

http://www.ilpost.it/2010/05/18/e-morto-hank-jones/

madonna quant'era bravo

Tigre Della Tazmania ha scritto:Ciao,
a mio modesto parere il genere più indicato per un approccio al jazz è l'hard-bop (in particolare il sound Blue Note fine '50/inizio '60), soprattutto se a seguito di una lunga frequentazione rock-blues (l'avatar di jackypedro con l'immenso Jimi informa peraltro di quale levatura di rock-blues stiamo palando...).

I primi che mi vengono in mente (e volendo sintetizzare rozzamente):
Lee Morgan - The Sidewinder
Cannonball Adderley - Somethin' Else
Miles Davis - Kind Of Blue
John Coltrane - Blue Train
Sonny Rollins - Volume 1 e Volume 2
Sonny Rollins - Way Out West
Horace Silver - Song For My Father
Stanley Turrentine - Look Out
Art Blakey - Moanin'
Art Taylor - A.T.'s Delight
Kenny Burrell - Midnight Blue
Jimmy Smith - Back At The Chicken Shack

Non disdegnerei neanche la collaborazione tra Jimmy Smith e Wes Montgomery.
Meno ostici di questi citati non so immaginare – diversamente troverei difficile, anche a voler essere di "manica larga", parlare di jazz.

Saluti a go-go.

concordo alla grandissima, se si deve cominciare, che si cominci da quello. per altro tutte le edizioni RVG sono al momento in megaofferta dai vari fnac, a 5€.
eviterei di consigliare porcherie da centro abbronzante alla diana krall/brad meldhau o frigidi tecnicismi fusion alla metheny (che poi la chitarra è uno degli strumenti che nel jazz stuccano subito - e se proprio si deve buttiamoci su django, non su quel caprone di PM ), pena far scappare un neofita a gambe levate.
per inciso, io, personalmente, da ragazzino ho cominciato con a love supreme. e per me il top è il miles elettrico, ma mi guardo bene dal consigliarlo a tutti per inziare (sebbene, chessò, con un tribute to jack johnson un ascoltatore di rock blues ci va a nozze).
(ah, di bill evans tutto, ma è una mia ossessione personale, ben oltre il jazz).

Stan Getz/Joao Gilberto - Getz/Gilberto (1967) The Best, ma siamo sulla Bossanova....

Giusto
Bossanova
Non si puo' veramente non parlarne
Cannonball Adderley
Stan Getz
ecc.
ma..................

ingemar ha scritto:eviterei di consigliare porcherie da centro abbronzante alla diana krall/brad meldhau o frigidi tecnicismi fusion alla metheny (che poi la chitarra è uno degli strumenti che nel jazz stuccano subito - e se proprio si deve buttiamoci su django, non su quel caprone di PM ), pena far scappare un neofita a gambe levate.

E' bello vedere come io e te non andremo mai d'accordo... se non altro siamo coerenti



Consiglio questo Pat Metheny for Dummies

http://www.jazzer.it/2006/05/pat-metheny-for-dummies_115599064738931797.htm

Io insisto

hhmm
quasi quasi mi hai convinto
mo me li scarico

all'elenco aggiungerei: il già citato Stanley Clarke (versione fusion) con dischi tipo Journey To Love, Chick Corea + Return to Forever (il disco omonimo e Romantic Warrior) a tal riguardo da citare che da non molto è uscito il doppio CD live della reunion con la formazione originale, Mahavisnu Orchesta con Birds of Fire ed infine Chuck Mangione con Feels so Good

siete proprio esterofili ... ma con tutti i grandi jazzisti che abbiamo in Italia ?!

Enrico Rava , Franco D'Andrea , Paolo Fresu ,
e poi ci metto un signore che non è piu' tra noi e che era di origini italiane seppur francese , Michel Petrucciani ! Che talento !

Mah ....

e Mussolini?

Claudio Arzani ha scritto:e Mussolini?

Romano , il padre d'Alessandra ,nonchè figlio della buonanima ?

Non mi entusiasma personalmente ...sicuramente un ottimo musico.

A me la chitarra Jazz fa impazire, peccato sia demodé.
Virtuoso di Joe Pass (altro italiano nato in america) è un discone.
Per parlare di musicisti del bel paese consiglio Roberto Gatto, l'ho visto dal vivo un paio di volte ed è semplicemente un mostro...

nd1967 ha scritto:E' bello vedere come io e te non andremo mai d'accordo... se non altro siamo coerenti

guarda, io vidi metheny dal vivo nel 97, tipo. corsi via dopo 15 minuti, unica volta, insieme ad un altrettanto squallido concerto di john mclaughlin, che rimasi nauseato ad un concerto per il quale nutrivo delle spettative (zero tolerance for silence rimane comunque un discone, soprattutto se consideriamo il background di PM): tecnica, zero sentimento, zero originalità. musica da professionisti in carriera sotto viagra, la definisce un mio amico.

ingemar ha scritto:
guarda, io vidi metheny dal vivo nel 97, tipo. corsi via dopo 15 minuti, unica volta, insieme ad un altrettanto squallido concerto di john mclaughlin, che rimasi nauseato ad un concerto per il quale nutrivo delle spettative (zero tolerance for silence rimane comunque un discone, soprattutto se consideriamo il background di PM): tecnica, zero sentimento, zero originalità. musica da professionisti in carriera sotto viagra, la definisce un mio amico.

Ennesima dimostrazione di come lo stesso disco (o la musica in generale) possa avere effetti diversi sulle persone

Zero tolerance for silence è uno dei pochi dischi di Metheny che non riesco ad ascoltare.

E al contrario di te, la sua musica mi emoziona tantissimo, tanto in CD che in DVD.
Più volte ho i brividi lungo la schiena ascoltando certi suoi pezzi.

Ma io non son un appassionato/cultore del jazz, mi piacciono solo alcuni dischi di jazz e spesso sono quelli più "soft"

nd1967 ha scritto:

ingemar ha scritto:
guarda, io vidi metheny dal vivo nel 97, tipo. corsi via dopo 15 minuti, unica volta, insieme ad un altrettanto squallido concerto di john mclaughlin, che rimasi nauseato ad un concerto per il quale nutrivo delle spettative (zero tolerance for silence rimane comunque un discone, soprattutto se consideriamo il background di PM): tecnica, zero sentimento, zero originalità. musica da professionisti in carriera sotto viagra, la definisce un mio amico.

Ennesima dimostrazione di come lo stesso disco (o la musica in generale) possa avere effetti diversi sulle persone

Zero tolerance for silence è uno dei pochi dischi di Metheny che non riesco ad ascoltare.

E al contrario di te, la sua musica mi emoziona tantissimo, tanto in CD che in DVD.
Più volte ho i brividi lungo la schiena ascoltando certi suoi pezzi.

Ma io non son un appassionato/cultore del jazz, mi piacciono solo alcuni dischi di jazz e spesso sono quelli più "soft"

Concordo appieno!!

comincia con quello che ti capita, nel jazz ci possono essere tutte le altre musiche. il jazz anzi vive nutrendosi delle altre musiche e solo tu saprai cosa ti piace ascoltare, sia classico, bebop, jazz elettronico canadese, big band o suonato col violoncello.

Mi permetto di intervenire, perché jazz è amore di una vita.
Buono, secondo me, il consiglio di iniziare dall'hard bop, che, insieme al jazz dei primordi, è quello che il mondo tende a definire comunemente jazz, quando non lo si conosce.
Invece, secondo me, evitare come la peste i surrogati, che jazz non sono, dai vari Bublé fino, anche a Diana Kroll, molto discontinua tra jazz e poppetto jazzato (ci metterei anche Metheny, se qualcuno non mi uccide, almeno in parte e alcune cazzabubbole di Bollani, che sa fare di molto meglio).
Per la fusion, direi di aspettare: se è vero che è più vicina al rock, è anche vero che, per capirla, bisogna arrivarci partendo da altrove.
Però un consiglio di base: per farselo piacere (non è obbligatorio, ma chi non lo fa si perde molto) bisogna 1) ascoltarlo (il jazz non è un sottofondo o, almeno, non è un sottofondo all'inizio) e 2) studiarlo, per capire i perché ed i percome (non è sempre così diretto come il rock, che è legato maggiormente ad una cultura più familiare).

Quindi, prima di comprare il primo disco, comprare Arrigo Polillo - Storia del jazz (si trova a due soldi in edizione economica), poi compri qualcosa, divano con il libro in mano, poi passi ad altro, mi piace, rimango sul genere, non mi piace, cambio epoca o stile, compro qualcosa, mi piace....e così via.

Non te ne pentirai mai.

Ciao Luigi, sono sostanzialmente d'accordo con quanto da te postato poc'anzi.
Se posso permettermi però ritengo un approccio altrettanto corretto, quello di avvicinarsi al jazz passando proprio attraverso il jazz-rock e la fusion. Si impara a capire senza grande sforzo, cos'è l'improvvisazione, si impara a definire con precisione il ruolo che l'improvvisazione stessa ha all'interno della struttura armonica del brano. Inoltre si comincia a fare l'orecchio proprio verso strumenti che chi viene da altre esperienze musicali, non conosce (i fiati, il vibrafono il contrabbasso ecc.). Molti tra i più grandi musicisti italiani (Roberto Gatto, Danilo Rea, Pietro Tonolo, Attilio Zanchi, Danilo Cavallanti, Stefano Sabatini ecc. ecc.) hanno avuto un approccio al jazz che addirittura partendo dal progressive lo hanno avvicinato proprio attraverso musiche di "crossover" (come si diceva una volta). Inoltre non sono così sicuro che partire da sequenze brucianti di assoli hard-bop di svariati minuti di, chessò, Clifford Brown, Charles Tolliver, Benny Golson ecc, fino ai giovani leoni di oggi sia il modo più semplice per approcciarsi a questa musica, che, ricordiamolo, vive e si è nutrita in 150 anni di vita di miliardi di influenze e essa stessa ha cambiato aspetto decine di volte.....
Poi se al cospetto di Max Roach si viene folgorati fin dalla prima volta...bè allora tanto meglio!

Edoardo ha scritto:Poi se al cospetto di Max Roach si viene folgorati fin dalla prima volta...bè allora tanto meglio!

Ho letto con interesse i vostri due interventi... però condivido di più il secondo che non il primo e vi dico perchè.

Voi due siete dei patiti (in senso positivo) del jazz.... come io lo sono del progressive.
E per questo ne sapete molto molto molto più di me sul jazz.
però proprio in questo vedo un po' un limite (come lo è per me quando consiglio il prog).
Che i vostri consigli sono "leggermente offuscati" dalla vostra passione...

Bublè, Diana Krall, Jimmy Cullum, Peter Cincotti, Stefano Bollani ...... fino a Pat metheny sicuramente non sono jazz come lo intendete voi. Anzi sicuramente non sono jazz.

Però per me restano il modo migliore per approcciare questo tipo di musica. O per lo meno uno dei modi.

Perchè? Perchè se ad una persona non piace quello che fanno loro dubito fortemente che possa piacergli il "jazz serio".

Per tutti i generi ritengo che un approccio soft sia l'ideale.
Altrimenti si rischia veramente il rifiuto totale.
E in questo concordo con voi..... conoscere il jazz deve essere un percorso, magari aiutato da letture ad hoc.

Buona musica