Che fine ha fatto Indiana Line?
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
La fraseEnjoy ha scritto:
Nessun bacio di giuda, ognuno ha le sue esigenze/gusti, le sue idee e soprattutto il suo carattere, la mia era una stretta di mano sincera
Contiene un giudizio negativo sulla persona ed un attacco personaleEnjoy ha scritto:Dude, fare ironia, di basso profilo tra l'altro, non e` mai servito a niente, se non a permettere ad altri di inquadrare la persona che la pronuncia.
Invece la frase
é una ironica valutazione sull'obiettività del tuo giudizio che non prevede un attacco diretto alla tua persona.dude ha scritto:Ma che scherzi, stentor, ha la manopola d'alluminio, chi se ne frega se è un gainclone, queste sono le valutazioni che ci servono, persone preparate che sanno indirizzare come un fioretto la propria capacità critica
Io spesso faccio ironia e sempre mi si risponde con un attacco acido che tende a far capire a chi non se ne fosse accorto da solo che sono un malato di mente, poco di buono, e malvagio
dude- UTENTE DISISCRITTO
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Io guarderei anche
http://www.6moons.com/audioreviews/audiosector/patek.html
http://www.audiosector.com
http://www.videohifi.com/magazine/numero-29/audio/gainclone
http://chipamp.com
http://www.shine7.com/audio/bpa300.htm
é vero che dire gainclone non significa niente, ma il minimo che io mi aspetti da un azienda che produce amplificatori, è il progetto di un amplificatore non la pedissequa applicazione delle indicazioni del data sheet di un chip amp.
Quando si dice che il 47 lab è costoso si dice una profonda verità che contiene una profonda sciocchezza, Kimura si è inventato quel progetto e produce oggetti realizzati splendidamente, nessuno avrebbe usato in hi fi i chip amp National senza la sua intuizione, e le idee si pagano, o per lo meno si dovrebbe
Ricordo sempre che qui c'è gente che ha pagato mille euro per un gainclone dentro un case hi fi 2000
Anche Cambridge produce un ampli basato su LM3886, ma mentre per il crescendo o il vela, o i vari verdi 100 70 etc. ho visto scene di fanatismo per il topaz che fra l'altro costa poco ne ho viste meno, suggestione? No vero?
http://www.cambridgeaudio.com/products/topaz-am10-premium-integrated-amplifier
http://www.6moons.com/audioreviews/audiosector/patek.html
http://www.audiosector.com
http://www.videohifi.com/magazine/numero-29/audio/gainclone
http://chipamp.com
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é vero che dire gainclone non significa niente, ma il minimo che io mi aspetti da un azienda che produce amplificatori, è il progetto di un amplificatore non la pedissequa applicazione delle indicazioni del data sheet di un chip amp.
Quando si dice che il 47 lab è costoso si dice una profonda verità che contiene una profonda sciocchezza, Kimura si è inventato quel progetto e produce oggetti realizzati splendidamente, nessuno avrebbe usato in hi fi i chip amp National senza la sua intuizione, e le idee si pagano, o per lo meno si dovrebbe
Ricordo sempre che qui c'è gente che ha pagato mille euro per un gainclone dentro un case hi fi 2000
Anche Cambridge produce un ampli basato su LM3886, ma mentre per il crescendo o il vela, o i vari verdi 100 70 etc. ho visto scene di fanatismo per il topaz che fra l'altro costa poco ne ho viste meno, suggestione? No vero?
http://www.cambridgeaudio.com/products/topaz-am10-premium-integrated-amplifier
dude- UTENTE DISISCRITTO
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
dude ha scritto:Io guarderei anche
http://www.6moons.com/audioreviews/audiosector/patek.html
http://www.audiosector.com
http://www.videohifi.com/magazine/numero-29/audio/gainclone
http://chipamp.com
http://www.shine7.com/audio/bpa300.htm
é vero che dire gainclone non significa niente, ma il minimo che io mi aspetti da un azienda che produce amplificatori, è il progetto di un amplificatore non la pedissequa applicazione delle indicazioni del data sheet di un chip amp.
Quando si dice che il 47 lab è costoso si dice una profonda verità che contiene una profonda sciocchezza, Kimura si è inventato quel progetto e produce oggetti realizzati splendidamente, nessuno avrebbe usato in hi fi i chip amp National senza la sua intuizione, e le idee si pagano, o per lo meno si dovrebbe
Ricordo sempre che qui c'è gente che ha pagato mille euro per un gainclone dentro un case hi fi 2000
Anche Cambridge produce un ampli basato su LM3886, ma mentre per il crescendo o il vela, o i vari verdi 100 70 etc. ho visto scene di fanatismo per il topaz che fra l'altro costa poco ne ho viste meno, suggestione? No vero?
http://www.cambridgeaudio.com/products/topaz-am10-premium-integrated-amplifier
Sei malvagio, sì, ma un pò ti voglio bene...
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
porfido ha scritto:P.S. De gustibus, ma (mooooolto IMHO) un 3875 ben implementato spazza via le TK2050 senza pietà...
Link, link, please...
Switters- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Switters ha scritto:porfido ha scritto:P.S. De gustibus, ma (mooooolto IMHO) un 3875 ben implementato spazza via le TK2050 senza pietà...
Link, link, please...
Tiè:
https://www.tforumhifi.com/t5613-ossidiana-un-altro-overture-in-aria?highlight=ossidiana
Ma anche quello di Daniel non scherza mica...
http://www.audiosector.com/lm3875.shtml
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Stentor ha scritto:Ciao Andrea ...come dicevo nel precedente post concordo con te che suonino anche benino ....il problema è che rispetto ad un Nad non pilotano una fava
E` proprio questo l' aspetto che vorrei approfondire, cosa intendi per "non pilotano una fava"? Nel senso, sabato ho ascoltato il Vela collegato a delle Focal Chorus, quindi diffusori "normali" con una sensibilita` "normale", e ti dico che con il volume a ore 11 gia` stavo sopra alla soglia a cui potrei ascoltare musica nel mio appartamento. Cosa avrei in piu` con un ipotetico Nad?
Scusami, e` che vorrei capire bene la tua opinione.
Enjoy- Affezionato
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Stentor ha scritto:porfido ha scritto:
Tiè:
https://www.tforumhifi.com/t5613-ossidiana-un-altro-overture-in-aria?highlight=ossidiana
Ma anche quello di Daniel non scherza mica...
http://www.audiosector.com/lm3875.shtml
Ciao Andrea ...come dicevo nel precedente post concordo con te che suonino anche benino ....il problema è che rispetto ad un Nad non pilotano una fava
Ellamadonna!
Sai cos'è? Credo che i Gainclone abbiano un loro senso solo se messi nelle giuste condizioni...
1875, 3886 e 3875 si abbinano a diversi carichi meglio o peggio in funzione di diversi fattori e diverse caratteristiche anche e soprattutto in merito alla psu...
Per questo mal li vedrei se offerti come prodotti "generalisti" e non ritagliati in base alle proprie esigenze... E' proprio in questi casi che il DIY assume maggior vantaggio...
Se si volesse un "tuttofare", hai perfettamente ragione nel consigliare altro,direi...
Avete letto la rece del Darko sul 3875 di Daniel?
My introduction to Peter Daniel’s integrated came via its pairing with 47Labs’ Lens full rangers. It’s a DIY-free device – a buy-direct, fully-assembled GainClone for those attempting to get close to the sound of the very same boutique Japanese manufacturer’s GainCard. ~US$1300 flys fifty op-amp watts per channel from Canada to your door. Some audiophile puritans will just refuse this integrated on principle alone. They won’t like the idea of a LM3875 making busy with their gold soundz. A few naysayers can be heard out there on audio fora, making grunting noises similar to those of the Tripath detractors. Oh dear. Gentlemen I implore you: judge it on how it sounds and not what’s inside the box.
The Audio Sector metal box is arrestingly heavy (maaan). You can already feel the value for money quotient rise as you lift the integrated from its packaging. A huge PSU dominates the scene, fenced off from the amplifier board by a wall of aluminium. The gold feet might look gaudy, but as Daniel says on his website, “...my listening test show that this works better than rubber or other type of feet.“. ”Fair enough“, I say. The stepped volume attenuator and source selector switch feel unflinchingly solid during use. Everything about Daniel’s GainClone feels unshakeably substantial.
As soon as listening sessions began, this substantive sentiment made the leap from the physical to the metaphysical. Along for the ride came a smattering of more humble ancillaries: a $600 TeraDak Chameleon DAC and some $2p/m Jaycar speaker cable – the AudioSector box won’t accommodate banana plugs – as well as the aforementioned 47Labs Lens. Conclusion qualification was brought to you by Rogers LS4a and Hoyt Bedford Type I.
So, wassit sound like? It isn’t transistors aping tubes. There’s no evidence of Class D midrange nonchalance. It ain’t warm and it ain’t cold. It’s the epitome of neutral with a tinge of elegance. It’s big on deconstructing the percussive complexity and articulating horn-section moisture of recent Sufjan Stevens recordings. It exposes the compression of R.E.M.’s Collapse Into Now but keeps it on the right side of listenable. To borrow from Stipe’s litany of evasive, interview lines: the Audio Sector Gainclone sounds ‘crystalline’ and ‘real’. The metaphors continue: It’s energised. It’s a brisk walk in the park. It’s a breath of clean, fresh air. It’s a hint of sun that brings the first signs of Spring thaw.
Inner detail isn’t so much trawled from the deep and brought to surface but revealed in situ with an honest-to-goodness purity. This purity of detail – accuracy – feedsmusicality (yeah, those words again). The curtain is pulled back on the simmering emotional core of Radiohead’s “Give Up The Ghost” and we stand astonished. It’s taken until now for this album to click into place – is my patience being rewarded or does this GainClone have a different take? Soundstaging is both deeper and wider than the Dayens Ampino (in residence for a side-by-side comparo morning). The Ampino offers more wafer-thin tranches of solid-state dryness.
The AudioSector lacks the extra fat tissue of tubes. It’s more skeletal. Its bones more athletic. Its Zen (Powerpoint) presentation makes superb use of white space – instruments are more alert by constrast. And nope, there’s no hash. This amplifier is tomb-silent across the board.
Getting the right amplifier for one’s loudspeakers is a choice fraught with peril. Ditto Powerpoint and font selection. The driest of transistors might connote Courier New, 300B tubes a brush script, EL34 could be a Times New Roman. Whilst the Serbian Ampino suggests suggests Verdana or Arial, the Canadian Audio Sector is almostwithout serif, but not quite. Gill Sans MT would nail it. Solid state with a hint of elegance. ’Legato’ is where its head is at.
To these ears, Peter Daniel’s careful component choice, case design and PSU specifications bring a combination of head and heart to the listening experience. Micro-dynamics are taut and underscored: rhythmic running men painted with the most definite of brush strokes. There’s no hint of hesitance and – returning to the Powerpoint analogy – no tacky text animations or whacky slide transitions to distract from its directness. A gentle fade will always trump the biggest of 90s cliches: the fly-in.
White space isn’t overdone to the point of instrumental disconnection; musical coherence a strong suit. Even during the simple passages of Desolate’s “Divinus”, piano and beats are tied together despite their very separate soundstage locations. Articulation is elegant, precise and delicately emphatic. Fire up anything with industriously complex layers (Nine Inch Nails’ “Capital G”) and hear it unravel without mis-step or foul word. Electronic music fans take note: when surrendered to the Audio Sector GainClone, Desolate’s moody atmospherics are rendered as tonally beautiful with a sleek linearity. With these descriptors alone it trumps the amplifier at the heart of the Peachtree iDecco. Not by much, but enough to make comment here.
The Audio Sector GainClone offers a sound redolent of the beauty of open heart surgery. A sound where precision meets – no, demands- elegance. It’s a solid state amplifier for tube lovers who want to retain the tonal colour of their 2A3 (or similar) but also yearn for a tighter, more disciplined sound.
However, this isn’t an amplifier for the crudities of slam and drive. Higher sensitivity loudspeaker owners will be better served. Got 85db standmounts and wanna rock till you drop? Look elsewhere. Others will recoil on principle. Some might not even care. After all, it’s just some jumped-up DIY project, right? Wrong. This is an amplifier secret best shared with those of open mind. It’s a Powerpoint presentation of zen minimalism – not everyone will get it. Despite Kimura-san’s groundbreaking design recently passing its tenth anniversary – and the Audio Sector Gainclone its ninth – it still feels like an outsider’s choice. A choice for the forward thinking common man. One that bring cleanliness without artifice. Peter Daniel knows it and – having heard the thing – now, so do I. It’s never too late to spread the word…an integrated from Canada whose genetic code of (47Labs) Zen minimalism has been re-tooled for the common man.
http://www.digitalaudioreview.net/2011/03/audio-sector-gainclone-integrated-amplifier/
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Il primo ad usare in hi-fi l' LM3886 è stato Jeff Rowland nell'amplificatore integrato "Concentra".dude ha scritto:...................
Quando si dice che il 47 lab è costoso si dice una profonda verità che contiene una profonda sciocchezza, Kimura si è inventato quel progetto e produce oggetti realizzati splendidamente, nessuno avrebbe usato in hi fi i chip amp National senza la sua intuizione, e le idee si pagano, o per lo meno si dovrebbe
...............
Era il 1997. Un pò prima che lo facesse Kimura.
sonic63- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
porfido ha scritto:Switters ha scritto:
Link, link, please...
Tiè:
https://www.tforumhifi.com/t5613-ossidiana-un-altro-overture-in-aria?highlight=ossidiana
Ma anche quello di Daniel non scherza mica...
http://www.audiosector.com/lm3875.shtml
Grazie
Uh... l'Ossidiana... bellissimo... non ricordavo che montasse il 3875.
Hai avuto occasione di sentire l'Ossidiana o l'Audiosector?
Switters- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Nel concentra ne usavano sei per canale, kimura è stato il primo ad utilizzarlo singolarmente nel 99 credo, infatti si parla di gainclone quando si tratta di singolo chip amp per canale, kimura usa una filosofia diametralmente opposta a jeff rowlandsonic63 ha scritto:Il primo ad usare in hi-fi l' LM3886 è stato Jeff Rowland nell'amplificatore integrato "Concentra".dude ha scritto:...................
Quando si dice che il 47 lab è costoso si dice una profonda verità che contiene una profonda sciocchezza, Kimura si è inventato quel progetto e produce oggetti realizzati splendidamente, nessuno avrebbe usato in hi fi i chip amp National senza la sua intuizione, e le idee si pagano, o per lo meno si dovrebbe
...............
Era il 1997. Un pò prima che lo facesse Kimura.
Minimalista attenta al contenimento del percorso di segnale, ammesso che parlando di chip amp abbia un qualche senso
dude- UTENTE DISISCRITTO
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Switters ha scritto:porfido ha scritto:
Tiè:
https://www.tforumhifi.com/t5613-ossidiana-un-altro-overture-in-aria?highlight=ossidiana
Ma anche quello di Daniel non scherza mica...
http://www.audiosector.com/lm3875.shtml
Grazie
Uh... l'Ossidiana... bellissimo... non ricordavo che montasse il 3875.
Hai avuto occasione di sentire l'Ossidiana o l'Audiosector?
Entrambi!
Ultima modifica di porfido il Lun 28 Gen 2013 - 15:14 - modificato 1 volta.
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Ti rispondo io perchè adesso sono troppo impegnati a ricordare progetti dei tempi del duceEnjoy ha scritto:Stentor ha scritto:Ciao Andrea ...come dicevo nel precedente post concordo con te che suonino anche benino ....il problema è che rispetto ad un Nad non pilotano una fava
E` proprio questo l' aspetto che vorrei approfondire, cosa intendi per "non pilotano una fava"? Nel senso, sabato ho ascoltato il Vela collegato a delle Focal Chorus, quindi diffusori "normali" con una sensibilita` "normale", e ti dico che con il volume a ore 11 gia` stavo sopra alla soglia a cui potrei ascoltare musica nel mio appartamento. Cosa avrei in piu` con un ipotetico Nad?
Scusami, e` che vorrei capire bene la tua opinione.
Quello che intende ivano con il termine pilotare è un concetto che va molto al di la del solo "volume" prodotto all'interno della stanza.
quando l'ampli pilota a dovere i diffusori, la musica ha un suo aspetto "fisico".
persino un arpeggio di chitarra deve muovere aria....; se non c'è una buona sinergia tra ampli e diffusori, i suoni sono piatti; magari anche FORTI
ma piatti.
cavicchi- Operatore Hi-Fi
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
porfido ha scritto:Switters ha scritto:
Hai avuto occasione di sentire l'Ossidiana o l'Audiosector?
Entrambi!
Costruiti tu?
Ok, capito, tra le cose da fare mi segno "reperire componenti per l'Ossidiana". Per quando l'Italia sarà un paese ben governato e amministrato, libero da influenze papaline, dovrei farcela...
Switters- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Switters ha scritto:porfido ha scritto:
Entrambi!
Costruiti tu?
Ok, capito, tra le cose da fare mi segno "reperire componenti per l'Ossidiana". Per quando l'Italia sarà un paese ben governato e amministrato, libero da influenze papaline, dovrei farcela...
Sì, ma i miei Ossidiana fanno schifo in confronto a quello di Vince! Ovviamente, direi!
A dire il vero ne ho ancora due con Panasonic e res da 0,01% in attesa di montaggio...
A vederli pare assurdo possano suonare!
Questi erano un dual mono su kit Audiosector e quattro trafi Siemens:
Son quattro pezzi in croce, Switt!
I chip li avevo presi come sample direttamente da National!
L'unica cosa (lo conferma Daniel) da ricordarsi è aggiungere un cappino antidisturbi da 300pf circa tra più e meno sul segnale, attaccato ai chip!
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
cavihifi ha scritto:Ti rispondo io perchè adesso sono troppo impegnati a ricordare progetti dei tempi del duce
Quello che intende ivano con il termine pilotare è un concetto che va molto al di la del solo "volume" prodotto all'interno della stanza.
quando l'ampli pilota a dovere i diffusori, la musica ha un suo aspetto "fisico".
persino un arpeggio di chitarra deve muovere aria....; se non c'è una buona sinergia tra ampli e diffusori, i suoni sono piatti; magari anche FORTI
ma piatti.
Ottima spiegazione grazie, hai reso l' idea. Adesso, giusto per chiudere il cerchio, escludendo questi "giocattoli" tipo Vela, Nad 316 et simili, che tipo di ampli puo` cominciare ad essere considerato "serio"?
Enjoy- Affezionato
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
penso sia una domanda a cui non si possa rispondere.
la soglia per stabilire se un ampli appartenga o meno alla categoria dei 'seri' è troppo SOGGETTIVA.
Inoltre non è il giudizio degli altri , che tu hai bisogno, ma di appagare i tuoi sensi.
Potresti scoprirti molto più esigente di quello che sono io o Stentor, questo non si può sapere a priori.
purtroppo la ricerca non ha fine....
la soglia per stabilire se un ampli appartenga o meno alla categoria dei 'seri' è troppo SOGGETTIVA.
Inoltre non è il giudizio degli altri , che tu hai bisogno, ma di appagare i tuoi sensi.
Potresti scoprirti molto più esigente di quello che sono io o Stentor, questo non si può sapere a priori.
purtroppo la ricerca non ha fine....
cavicchi- Operatore Hi-Fi
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Sono d'accordo, parlavo pero` di una soglia "tecnica".... se mai esista.
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
porfido ha scritto:Son quattro pezzi in croce, Switt!
Eh... quando ho chiuso due o tre "cantieri aperti" metto giù la lista della spesa e cerco dove reperire i componenti
Switters- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Enjoy ha scritto:Sono d'accordo, parlavo pero` di una soglia "tecnica".... se mai esista.
Tiè! Un pò di teoria:
http://www.bitaudioworld.it/forum/content.php?r=308-Alcuni-parametri-caratteristici-di-un-amplificatore
http://www.bitaudioworld.it/forum/content.php?r=186-Tecnica-L-Adattamento-in-Potenza-e-Scelta-dell-amplificatore
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Switters ha scritto:
Eh... quando ho chiuso due o tre "cantieri aperti"
Mal comune, mezzo gaudio!
porfido- Membro classe oro
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Grazie porfido, letture molto interessanti.
porfido ha scritto:Enjoy ha scritto:Sono d'accordo, parlavo pero` di una soglia "tecnica".... se mai esista.
Tiè! Un pò di teoria:
http://www.bitaudioworld.it/forum/content.php?r=308-Alcuni-parametri-caratteristici-di-un-amplificatore
http://www.bitaudioworld.it/forum/content.php?r=186-Tecnica-L-Adattamento-in-Potenza-e-Scelta-dell-amplificatore
Enjoy- Affezionato
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Una curiosita`, se non ho un clamoroso gap tecnico, mi sembra che gli ampli in classe ab amplifichino il segnale solo per meta` periodo e per questo vengo messi almeno 2 transistor per canale che funzionano ognuno per meta` periodo.
Se e` questo il funzionamento, come funzionano gli ampli tipo il vela che hanno un solo transistor di potenza per canale?
Se e` questo il funzionamento, come funzionano gli ampli tipo il vela che hanno un solo transistor di potenza per canale?
Enjoy- Affezionato
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
I chip che ci sono dentro al Vela non sono dei transistor, ma dei circuiti integrati, che contengono benEnjoy ha scritto:...come funzionano gli ampli tipo il vela che hanno un solo transistor di potenza per canale?
18 transistor e 12 diodi. Ogni chip è un amplificatore mono COMPLETO.
Smanetton- Membro classe argento
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Re: Che fine ha fatto Indiana Line?
Chiarissimo grazie
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