The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
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The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
Morphing Tweeter e Middlerange
Nell’anno 2012 le mie Indiana Line X450, un grande diffusore bookshelf bass reflex a 3 vie, con woofer da 25cm, middlerange da 13cm e Tweeter in seta trattata da 25mm, subirono gli effetti deleteri dell’invecchiamento sulle loro sospensioni in foam, sbriciolandosi dopo ben 13 anni di uso domestico. Li feci ribordare, sempre in foam, presso un negozio per la mancanza di tempo e con la convinzione che un “vero” tecnico specializzato con guanti e cura maniacale li avrebbe curati a dovere: difatti se ne occupò il “garzone” di bottega. In seguito, quando si sfaldarono anche le sospensioni del middlerange, anch’esse in foam, decisi di ripararmele in economia. Ricostruiti i loro bordi con un particolare nastro nero adesivo rigido, ma flessibile e tagliato ad hoc, lo rimisi in sesto. Quando solitamente i tuoi “giocattoli” si rompono e decidi di ripararli personalmente, acquisisci quella sicurezza che ti spinge a fare delle scelte per le quali non avresti mai pensato di prendere. Spinto dalla capacità di poter operare bene e comprendere ciò che stavo facendo, decidetti di voler dare più presenza sulle medie frequenze. Mi studiai il filtro crossover, scoprendo a cosa era dovuto quello strano effetto di attenuazione rispetto a tutto il resto delle frequenze riprodotte: una resistenza in parallelo al middlerange. Questo partitore attenuava il segnale dando una sensazione di medie meno “presenti” rispetto a tutta la gamma riprodotta. All’epoca contattai anche il gent.mo Renato Fornasieri, quale responsabile Marketing di Indiana Line, al quale chiesi come mai non si prediligesse una sonorità più naturale. Mi rispose che nei vari test in sede di ascolto, ad un nutrito numero di ascoltatori era gradita tale sonorità e su un determinato target commerciale, questi ne rappresentavano la maggioranza! Seguendo le mie preferenze, tolsi il partitore resistivo e scoprii un nuovo suono che finalmente mi piaceva veramente. Altro desiderio fù una gamma bassa più solida e ben presente. Creai un mobile in legno di eguali dimensioni ai diffusori in mio possesso e vi installai un Subwoofer sulla base, irradiante verso il pavimento, sfruttando un potenziamento dell’emissione per l’effetto Q. Questo altoparlante, rispetto ai tanti papabili, era ben costruito con una calamita ben proporzionata e con supporto della bobina in alluminio e un foro di ventilazione posteriore. Inoltre il prezzo era veramente alettante, meno della metà di altri marchi blasonati, ma appena il negozio di componentistica elettronica operò una svendita per rinnovo merce, abbassando ulteriormente il loro prezzo d’acquisto, li presi immediatamente. Progettai il filtro per i sub, aggiungendo anche una rete di compensazione. I due mobili poggiati uno sopra l’altro, risultano comunicanti sulla “spalla”, tramite una feritoia larga quanto tutta la loro larghezza. Diventarono un diffusore da pavimento di dimensioni importanti. Il woofer da 25cm lavorava in uno spazio più ristretto ed indipendente, sagomato con tavole apposite e spesse due centimetri, con due condotti reflex sfocianti sul lato esterno. In seguito alla rottura definitiva di una bobina di uno dei due woofer decisi di sostituirlo con altri nuovi. Ebbi dei Ciare da 165mm, ma abituato ai precedenti e generosi 250mm, li cambiai in seguito con dei Visaton da 250mm, acquistati sempre a buon mercato, ma stavolta su internet. Il mio budget era misero con la sola abbondanza di buon duro legno d’abete marino di ottimo spessore e altri materiali per la coibentazione del mobile: queste le mie uniche ricchezze disponibili! Da qui scelsi di ottenere un risultato di qualità, che non fosse attribuibile solo a componenti costosi e difficili da reperire.
La riparazione del middlerange cedette e fu la scusa per cambiarli con qualcosa di veramente desiderato e valido: Ciare HM500 con cupola da 50mm. Presi ad usare stucco per lavelli su tutti i cestelli degli altoparlanti, teflon e gomma per isolarli da vibrazioni, e svincolarli dal mobile come se fossero sospesi in aria…
ma ciò non mi bastava più…
Gli studi sul modello Nautilus della B&W erano basati sulla capacità di una risposta perfetta da parte di un altoparlante, azzerando la sua colorazione tramite la soppressione delle onde irradiate posteriormente all’interno delle cupole, connettendole tramite una cavità a condotti di sezione sempre più rastremata. All’interno delle cupole del mio middlerange da 50mm, al centro del gruppo magnetico vi era come una sorta di rientranza coperta da un grande tampone soffice di colore verde, che si ergeva fino a toccare la cupola stessa smorzandola meccanicamente. Non ero contento di questa soluzione, poiché ero fermamente convinto che una cupola libera da vincoli meccanici, fosse capace di esprimere qualsiasi cosa in bene e in male. Inoltre dovevo creare una “trappola acustica” per le radiazioni posteriori all’interno delle cupole, e non avevo tunnel, chiocciole o altr diavolerie, quando ebbi un’illuminazione.
Decisi di togliere il tampone e di sostituirlo con grasso lubrificante di alta qualità a base di idrossistearato di litio, molto addittivato, resistente ad altissime temperature. Adesso spiego il perché di questa soluzione: tempo fa avevo provato a sostituire il tampone, prima con blue-tac, poi con cotone idrofilo, lana di vetro, lana di roccia, poi varie combinazioni tra queste, ma nessuna mi dava soddisfazione per ottenere una situazione migliorativa.
Un’onda sonora per essere assorbita e non riflessa, ne rifratta, deve propagarsi su una superficie morbida e molto fonoassorbente, adagiandosi delicatamente senza rifrazioni e riflessioni. Sulla rientranza all’interno del gruppo magnetico e fino al limite della feritoia circolare dove si inserisce la bobina mobile della stessa cupola, stesi un velo di grasso a copertura della delimitata area interna.
Stessa cosa optai per i tweeter, su cui rimossi sia il tampone e un piccolo dischetto di stucco per lavelli, precedentemente sperimentato senza aver mai ottenuto le aspettative sperate.
Con l’uso del grasso riuscii nell’intento: Adesso presenta una chiarezza generale straordinariamente naturale, senza colorazioni, dall’estensione notevole con una coesione dalla gamma più acuta fino a quelle più basse come se avessi un unico altoparlante. Inoltre si percepisce l’aumento impressionante della velocità sui transienti in maniera netta, svolta in scioltezza e potenza! Tanti pregi e difetti? Di contro solo un’asprezza generalmente più elevata quando si suona ad alta potenza, del resto su trasduttori che non costano l’ira divina potrei pure sorvolare dato che parliamo di livelli da lite condominiale, alla fine il risultato é talmente apprezzabile da considerarlo un vero miracolo! Finalmente avevo una fluidità sonora che esprimeva l’evento acustico con un’eleganza ed una libertà senza alcuna costrizione o impedimento. Il troppo smorzamento era meccanico e costituito da quel tampone, ora tolto e sostituito col grasso. Rimuovendolo, avevo eliminato il vincolo che frenava la scena e adesso appariva energica, libera e maledettamente fluida, esprimendo nell’aria tutta quella musicalità prima negata. Finalmente godevo del suono che avevo sempre desiderato… spero che la mia esperienza possa aiutare l’appassionato di turno ed anche i semplici curiosi: Buona Musica!
di seguito posterò le foto degli interventi
grazie a tutti per l'attenzione
Nell’anno 2012 le mie Indiana Line X450, un grande diffusore bookshelf bass reflex a 3 vie, con woofer da 25cm, middlerange da 13cm e Tweeter in seta trattata da 25mm, subirono gli effetti deleteri dell’invecchiamento sulle loro sospensioni in foam, sbriciolandosi dopo ben 13 anni di uso domestico. Li feci ribordare, sempre in foam, presso un negozio per la mancanza di tempo e con la convinzione che un “vero” tecnico specializzato con guanti e cura maniacale li avrebbe curati a dovere: difatti se ne occupò il “garzone” di bottega. In seguito, quando si sfaldarono anche le sospensioni del middlerange, anch’esse in foam, decisi di ripararmele in economia. Ricostruiti i loro bordi con un particolare nastro nero adesivo rigido, ma flessibile e tagliato ad hoc, lo rimisi in sesto. Quando solitamente i tuoi “giocattoli” si rompono e decidi di ripararli personalmente, acquisisci quella sicurezza che ti spinge a fare delle scelte per le quali non avresti mai pensato di prendere. Spinto dalla capacità di poter operare bene e comprendere ciò che stavo facendo, decidetti di voler dare più presenza sulle medie frequenze. Mi studiai il filtro crossover, scoprendo a cosa era dovuto quello strano effetto di attenuazione rispetto a tutto il resto delle frequenze riprodotte: una resistenza in parallelo al middlerange. Questo partitore attenuava il segnale dando una sensazione di medie meno “presenti” rispetto a tutta la gamma riprodotta. All’epoca contattai anche il gent.mo Renato Fornasieri, quale responsabile Marketing di Indiana Line, al quale chiesi come mai non si prediligesse una sonorità più naturale. Mi rispose che nei vari test in sede di ascolto, ad un nutrito numero di ascoltatori era gradita tale sonorità e su un determinato target commerciale, questi ne rappresentavano la maggioranza! Seguendo le mie preferenze, tolsi il partitore resistivo e scoprii un nuovo suono che finalmente mi piaceva veramente. Altro desiderio fù una gamma bassa più solida e ben presente. Creai un mobile in legno di eguali dimensioni ai diffusori in mio possesso e vi installai un Subwoofer sulla base, irradiante verso il pavimento, sfruttando un potenziamento dell’emissione per l’effetto Q. Questo altoparlante, rispetto ai tanti papabili, era ben costruito con una calamita ben proporzionata e con supporto della bobina in alluminio e un foro di ventilazione posteriore. Inoltre il prezzo era veramente alettante, meno della metà di altri marchi blasonati, ma appena il negozio di componentistica elettronica operò una svendita per rinnovo merce, abbassando ulteriormente il loro prezzo d’acquisto, li presi immediatamente. Progettai il filtro per i sub, aggiungendo anche una rete di compensazione. I due mobili poggiati uno sopra l’altro, risultano comunicanti sulla “spalla”, tramite una feritoia larga quanto tutta la loro larghezza. Diventarono un diffusore da pavimento di dimensioni importanti. Il woofer da 25cm lavorava in uno spazio più ristretto ed indipendente, sagomato con tavole apposite e spesse due centimetri, con due condotti reflex sfocianti sul lato esterno. In seguito alla rottura definitiva di una bobina di uno dei due woofer decisi di sostituirlo con altri nuovi. Ebbi dei Ciare da 165mm, ma abituato ai precedenti e generosi 250mm, li cambiai in seguito con dei Visaton da 250mm, acquistati sempre a buon mercato, ma stavolta su internet. Il mio budget era misero con la sola abbondanza di buon duro legno d’abete marino di ottimo spessore e altri materiali per la coibentazione del mobile: queste le mie uniche ricchezze disponibili! Da qui scelsi di ottenere un risultato di qualità, che non fosse attribuibile solo a componenti costosi e difficili da reperire.
La riparazione del middlerange cedette e fu la scusa per cambiarli con qualcosa di veramente desiderato e valido: Ciare HM500 con cupola da 50mm. Presi ad usare stucco per lavelli su tutti i cestelli degli altoparlanti, teflon e gomma per isolarli da vibrazioni, e svincolarli dal mobile come se fossero sospesi in aria…
ma ciò non mi bastava più…
Gli studi sul modello Nautilus della B&W erano basati sulla capacità di una risposta perfetta da parte di un altoparlante, azzerando la sua colorazione tramite la soppressione delle onde irradiate posteriormente all’interno delle cupole, connettendole tramite una cavità a condotti di sezione sempre più rastremata. All’interno delle cupole del mio middlerange da 50mm, al centro del gruppo magnetico vi era come una sorta di rientranza coperta da un grande tampone soffice di colore verde, che si ergeva fino a toccare la cupola stessa smorzandola meccanicamente. Non ero contento di questa soluzione, poiché ero fermamente convinto che una cupola libera da vincoli meccanici, fosse capace di esprimere qualsiasi cosa in bene e in male. Inoltre dovevo creare una “trappola acustica” per le radiazioni posteriori all’interno delle cupole, e non avevo tunnel, chiocciole o altr diavolerie, quando ebbi un’illuminazione.
Decisi di togliere il tampone e di sostituirlo con grasso lubrificante di alta qualità a base di idrossistearato di litio, molto addittivato, resistente ad altissime temperature. Adesso spiego il perché di questa soluzione: tempo fa avevo provato a sostituire il tampone, prima con blue-tac, poi con cotone idrofilo, lana di vetro, lana di roccia, poi varie combinazioni tra queste, ma nessuna mi dava soddisfazione per ottenere una situazione migliorativa.
Un’onda sonora per essere assorbita e non riflessa, ne rifratta, deve propagarsi su una superficie morbida e molto fonoassorbente, adagiandosi delicatamente senza rifrazioni e riflessioni. Sulla rientranza all’interno del gruppo magnetico e fino al limite della feritoia circolare dove si inserisce la bobina mobile della stessa cupola, stesi un velo di grasso a copertura della delimitata area interna.
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Con l’uso del grasso riuscii nell’intento: Adesso presenta una chiarezza generale straordinariamente naturale, senza colorazioni, dall’estensione notevole con una coesione dalla gamma più acuta fino a quelle più basse come se avessi un unico altoparlante. Inoltre si percepisce l’aumento impressionante della velocità sui transienti in maniera netta, svolta in scioltezza e potenza! Tanti pregi e difetti? Di contro solo un’asprezza generalmente più elevata quando si suona ad alta potenza, del resto su trasduttori che non costano l’ira divina potrei pure sorvolare dato che parliamo di livelli da lite condominiale, alla fine il risultato é talmente apprezzabile da considerarlo un vero miracolo! Finalmente avevo una fluidità sonora che esprimeva l’evento acustico con un’eleganza ed una libertà senza alcuna costrizione o impedimento. Il troppo smorzamento era meccanico e costituito da quel tampone, ora tolto e sostituito col grasso. Rimuovendolo, avevo eliminato il vincolo che frenava la scena e adesso appariva energica, libera e maledettamente fluida, esprimendo nell’aria tutta quella musicalità prima negata. Finalmente godevo del suono che avevo sempre desiderato… spero che la mia esperienza possa aiutare l’appassionato di turno ed anche i semplici curiosi: Buona Musica!
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Re: The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
...che ne dite?
Giacinto- Membro di riguardo
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Re: The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
Riguardo alla "smorzatura da dietro" dei drivers medio/alti, in effetti è una soluzione adottata anche in questo simpatico progetto DIY denominato Little British Monitor MKII - Reference Micro Speaker System:
Re: The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
Solo che ho operato dall'interno...
Dall'esterno dell'altoparlante ci ho tentato, ma da quando ho operato come ho scritto ho ottenuto una differenza veramente sostanziale! Roba non da poco... Sinceramente mi si accappona la pelle quando risento certi brani convinto di conoscerli ormai a memoria. La capacità di districarsi nel "difficile", la spontaneità dell'esecuzione, la freschezza senza artifici, una fluidità sconcertante... Sembra di aver cambiato le vie superiori con altoparlanti di ben alto lignaggio!!!!
Mi pare di aver tolto una sorta di "tendaggio" invisibile davanti a Tw e Md rendendo il tutto trasparente, veloce, nettamente superiore a ciò che avevo prima....!!!!!
Dall'esterno dell'altoparlante ci ho tentato, ma da quando ho operato come ho scritto ho ottenuto una differenza veramente sostanziale! Roba non da poco... Sinceramente mi si accappona la pelle quando risento certi brani convinto di conoscerli ormai a memoria. La capacità di districarsi nel "difficile", la spontaneità dell'esecuzione, la freschezza senza artifici, una fluidità sconcertante... Sembra di aver cambiato le vie superiori con altoparlanti di ben alto lignaggio!!!!
Mi pare di aver tolto una sorta di "tendaggio" invisibile davanti a Tw e Md rendendo il tutto trasparente, veloce, nettamente superiore a ciò che avevo prima....!!!!!
Giacinto- Membro di riguardo
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Re: The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
Ciao Giacinto,
interessante soluzione, pero' mi domando, a parte la scrupolosa precisione di esecuzione nel riassemblaggio delle cupole senza minimamente toccare la parte grassosa che comprometterebbe l'uso dell'altoparlante, ma non e' che lavorando in verticale il grasso coli in basso favorito dall'eventuale calore sviluppato dalle bobine?
interessante soluzione, pero' mi domando, a parte la scrupolosa precisione di esecuzione nel riassemblaggio delle cupole senza minimamente toccare la parte grassosa che comprometterebbe l'uso dell'altoparlante, ma non e' che lavorando in verticale il grasso coli in basso favorito dall'eventuale calore sviluppato dalle bobine?
Emil's...ound- Novizio
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Località : Quarrata (Pistoia)
Impianto : Amplificatore:
Casse:
Sorgente:
Re: The Morphing! modifiche tweeter e middlerange
Emil's...ound ha scritto:Ciao Giacinto,
interessante soluzione, pero' mi domando, a parte la scrupolosa precisione di esecuzione nel riassemblaggio delle cupole senza minimamente toccare la parte grassosa che comprometterebbe l'uso dell'altoparlante, ma non e' che lavorando in verticale il grasso coli in basso favorito dall'eventuale calore sviluppato dalle bobine?
Ottimo quesito
Questo grasso é stabile, non cola, ne sbrodola , resiste fino e oltre i 150°️
provato sopra contatti di batterie automobilistiche con resistenza massima alle varie intemperie, ovviamente non assorbe acqua ed é impermeabile
Spero di esserti stato utile
Giacinto- Membro di riguardo
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