Trasparenza del suono
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Re: Trasparenza del suono
Già quotato..Albert^ONE ha scritto:Secondo me la trasparenza è quella che ti dà la sensazione di trovarti davanti cantanti e musicisti.
Ti quoto alla grande!
LakyV- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Roberto, non metto in dubbio l'aspetto della non linearità dell'aria.wasky ha scritto:Per approfondire prova a cercare anche Non linearity distorsion Horn loaded
Non sono convinto dei due concetti contenuti nella parte che ho quotato:
- la buona impedenza acustica si traduce in un buon interfacciamento con l'amplificatore. Secondo me l'interfacciamento con l'amplificatore lo fa (o lo sbaglia) il progettista. Tutti gli ingredienti che intervengono, possono al limite facilitare il compito del volenteroso;
- il fatto che le riflessioni tolgano trasparenza, bisogna vedere come l'autore dell'intervento ha misurato questa cosa. Se parliamo di riflessioni vuol dire che stiamo applicando il modello della linea di trasmissione. E già questo modello, applicato al sistema ampli + cavi + diffusori, bah... è da vedere.
andzoff- Membro classe bronzo
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Re: Trasparenza del suono
Per logica un suono trasparente non si dovrebbe sentire
Al più un impianto potrebbe essere definito trasparente...
Al più un impianto potrebbe essere definito trasparente...
Firace- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Difatti quando si parla di trasparenza, e' più corretto associarla ad una caratteristica dell'impianto "in toto" e non solo ad un elemento singolo in particolare:mmm:studiohifi ha scritto:Per logica un suono trasparente non si dovrebbe sentire
Al più un impianto potrebbe essere definito trasparente...
LakyV- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?
EasyRider_02- Membro classe bronzo
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Re: Trasparenza del suono
EasyRider_02 ha scritto:Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
La trasparenza, a differenza di altri termini audiofili, per me non è una supercazzola e nemmeno tanto soggetta alle pippe della suggestione o del gusto personale.
Quando pulisci per bene il parabrezza della macchina dal grasso, dalla polvere ti accorgi benissimo di che cosa sia avvicinarsi alla trasparenza.
Quando pulisci per bene il parabrezza della macchina dal grasso, dalla polvere ti accorgi benissimo di che cosa sia avvicinarsi alla trasparenza.
alessandro1- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Buon esempio, quoto!!alessandro1 ha scritto:La trasparenza, a differenza di altri termini audiofili, per me non è una supercazzola e nemmeno tanto soggetta alle pippe della suggestione o del gusto personale.
Quando pulisci per bene il parabrezza della macchina dal grasso, dalla polvere ti accorgi benissimo di che cosa sia avvicinarsi alla trasparenza.
LakyV- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
alessandro1 ha scritto:La trasparenza, a differenza di altri termini audiofili, per me non è una supercazzola e nemmeno tanto soggetta alle pippe della suggestione o del gusto personale.
Quando pulisci per bene il parabrezza della macchina dal grasso, dalla polvere ti accorgi benissimo di che cosa sia avvicinarsi alla trasparenza.
quoto ...... e aggiungo (qui posso dire la mia:lol: )
la trasparenza del parabrezza , anche se pulito , è differente dalla trasparenza dell'extrachiaro ; quest'ultimo non ha colorazione , è reale.
adriano gaddari- Membro classe bronzo
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Re: Trasparenza del suono
Riprendo questo 3D con una provocazione.
Secondo me al posto di Trasparenza potremmo chiamarla Traspienza (una parola che non esiste) e poi definirne a nostro comodo il significato, senza autorizzare (implicitamente) nessuno a darne uno proprio.
Secondo me al posto di Trasparenza potremmo chiamarla Traspienza (una parola che non esiste) e poi definirne a nostro comodo il significato, senza autorizzare (implicitamente) nessuno a darne uno proprio.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Provo a spiegarmi.
Spesso utilizziamo un aggettivo per definire la qualità del suono riprodotto da un impianto.
Parliamo per anni tra di noi descrivendo quello che abbiamo ascoltato dal tal componente, salvo accorgerci, se va bene, che parliamo lingue diverse.
A mio avviso si dovrebbe dividere il problema in due tronconi.
Il primo è relativo ai progettisti di sistemi: in questo caso sarebbe meglio che ogni parola utilizzata si potesse esprimere fisicamente con una misura. Ma questo è un loro problema.
Il secondo è relativo ai fruitori, che possono fregarsene delle misure (da fruitori siamo clienti e quindi abbiamo sempre ragione … della serie “L’arroganza dell’ignoranza”).
In questo secondo caso dovremmo definire (faccio per dire) cinque, al massimo sei/sette attributi (aggettivi) del suono. Ciò sarebbe utile per avere uno slang comune.
Le strade per la scelta degli attributi sono due: o sono parole inventate di sana pianta (vedi Traspienza) in modo da evitare che utilizzando una parola come trasparenza ognuno si senta legittimato a darne un proprio significato, oppure si utilizzano (se ne esistono di univoci e questo non lo so, ma non mi sembra) degli aggettivi standard già utilizzati dalla letteratura o da persone autorevoli nel campo.
Perfino gli ubriaconi (pardon, volevo dire estimatori di vino ) si mettono d’accordo prima di parlare. Prendete una guida ai vini, possibilmente decente, che esprima dei giudizi sui vini. Vi accorgerete che nelle prime pagine, prima quindi di esprimere un giudizio, esiste una definizione precisa e contestualizzata degli attributi che saranno utilizzati durante le valutazioni.
Certo potrebbe sembrare che in questo modo si limiti la libertà di espressione, ma si ottiene una certa forza in quei pochi termini che si utilizzano e si evita la completa confusione.
Per un forum come questo sarebbe un discorso da approfondire. Cioè decidere di adottare delle convenzioni (definizioni degli attributi).
Potrei già candidare il titolo del 3D: “T-forum un forum con gli attributi”
Volete mettere il gusto di frustare le matricole che oltre al regolamento non conoscono il 3D sugli attributi?
Antonio: Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c'è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c'è la nebbia a Milano?
Mezzacapa: No, ma per carità, ma quella non è una cosa che si può toccare.
Spesso utilizziamo un aggettivo per definire la qualità del suono riprodotto da un impianto.
Parliamo per anni tra di noi descrivendo quello che abbiamo ascoltato dal tal componente, salvo accorgerci, se va bene, che parliamo lingue diverse.
A mio avviso si dovrebbe dividere il problema in due tronconi.
Il primo è relativo ai progettisti di sistemi: in questo caso sarebbe meglio che ogni parola utilizzata si potesse esprimere fisicamente con una misura. Ma questo è un loro problema.
Il secondo è relativo ai fruitori, che possono fregarsene delle misure (da fruitori siamo clienti e quindi abbiamo sempre ragione … della serie “L’arroganza dell’ignoranza”).
In questo secondo caso dovremmo definire (faccio per dire) cinque, al massimo sei/sette attributi (aggettivi) del suono. Ciò sarebbe utile per avere uno slang comune.
Le strade per la scelta degli attributi sono due: o sono parole inventate di sana pianta (vedi Traspienza) in modo da evitare che utilizzando una parola come trasparenza ognuno si senta legittimato a darne un proprio significato, oppure si utilizzano (se ne esistono di univoci e questo non lo so, ma non mi sembra) degli aggettivi standard già utilizzati dalla letteratura o da persone autorevoli nel campo.
Perfino gli ubriaconi (pardon, volevo dire estimatori di vino ) si mettono d’accordo prima di parlare. Prendete una guida ai vini, possibilmente decente, che esprima dei giudizi sui vini. Vi accorgerete che nelle prime pagine, prima quindi di esprimere un giudizio, esiste una definizione precisa e contestualizzata degli attributi che saranno utilizzati durante le valutazioni.
Certo potrebbe sembrare che in questo modo si limiti la libertà di espressione, ma si ottiene una certa forza in quei pochi termini che si utilizzano e si evita la completa confusione.
Per un forum come questo sarebbe un discorso da approfondire. Cioè decidere di adottare delle convenzioni (definizioni degli attributi).
Potrei già candidare il titolo del 3D: “T-forum un forum con gli attributi”
Volete mettere il gusto di frustare le matricole che oltre al regolamento non conoscono il 3D sugli attributi?
Antonio: Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c'è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c'è la nebbia a Milano?
Mezzacapa: No, ma per carità, ma quella non è una cosa che si può toccare.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Ci abituano da bambini a descrivere le sensazioni del gusto ma non quelle del suono.
Se dico che la mela che ho assaggiato aveva una punta di acidità tutti capiscono che ho fatto un’esperienza poco piacevole.
Se dico che la mela era acidula tutti capiscono di cosa stia parlando e molti si sentirebbero incuriositi da questa mela.
Se dico che la mela che ho assaggiato aveva una punta di acidità tutti capiscono che ho fatto un’esperienza poco piacevole.
Se dico che la mela era acidula tutti capiscono di cosa stia parlando e molti si sentirebbero incuriositi da questa mela.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Quello che sono capace di cercare quando ascolto un impianto sono principalmente cinque cose:
-correttezza o meno del timbro
-chiarezza del messaggio sonoro (dettaglio, limpidezza, pulizia, confusione)
-capacità di proiettarmi nell’evento
-capacità di riprodurre i picchi
-fatica di ascolto
Con correttezza del timbro sui vari strumenti riesco a inglobare anche l’estensione in frequenza. Se il rapporto tra i vari strumenti mi sembra corretto allora penso che abbia anche una risposta in frequenza costante.
Di chiarezza ho già parlato, se volete pensate ad un conversazione telefonica.
La capacità di proiettarmi nell’evento include i vari sound stage, trasparenza che fa sparire i diffusori, riuscire a ricreare il riverbero di una cattedrale. Se ascolto un blues e percepisco il legno sul quale batte il tacco del chitarrista e magari la mia mente ci aggiunge la polvere che si alza ad ogni battuta, allora dico che da questo punto di vista siamo in regola e forse il vino della cena era molto buono.
La capacità di riprodurre i picchi non la intendo necessariamente come una prova di forza. Se un batterista lavora di cesello sui piatti, voglio sentire il lavoro dei legni e non solo le code dei crash. Capacità di riprodurre un pezzo che inizia con un picco “veloce” (immaginate che mentre date le spalle ad una batteria qualcuno di nascosto vada a percuotere in maniera secca e decisa il rullante). La velocità, risposta ai transienti, il saltare sul divano per l’improvviso inizio di un pezzo.
Fatica di ascolto è una cosa che si può percepire solo dopo un certo tempo. Quindi se accendono un impianto e mi sembra che faccia fatica ad ascoltare, allora mi riferisco ad altro. Se invece insorge un piccolo disagio solo dopo diversi minuti allora parlo di fatica.
-correttezza o meno del timbro
-chiarezza del messaggio sonoro (dettaglio, limpidezza, pulizia, confusione)
-capacità di proiettarmi nell’evento
-capacità di riprodurre i picchi
-fatica di ascolto
Con correttezza del timbro sui vari strumenti riesco a inglobare anche l’estensione in frequenza. Se il rapporto tra i vari strumenti mi sembra corretto allora penso che abbia anche una risposta in frequenza costante.
Di chiarezza ho già parlato, se volete pensate ad un conversazione telefonica.
La capacità di proiettarmi nell’evento include i vari sound stage, trasparenza che fa sparire i diffusori, riuscire a ricreare il riverbero di una cattedrale. Se ascolto un blues e percepisco il legno sul quale batte il tacco del chitarrista e magari la mia mente ci aggiunge la polvere che si alza ad ogni battuta, allora dico che da questo punto di vista siamo in regola e forse il vino della cena era molto buono.
La capacità di riprodurre i picchi non la intendo necessariamente come una prova di forza. Se un batterista lavora di cesello sui piatti, voglio sentire il lavoro dei legni e non solo le code dei crash. Capacità di riprodurre un pezzo che inizia con un picco “veloce” (immaginate che mentre date le spalle ad una batteria qualcuno di nascosto vada a percuotere in maniera secca e decisa il rullante). La velocità, risposta ai transienti, il saltare sul divano per l’improvviso inizio di un pezzo.
Fatica di ascolto è una cosa che si può percepire solo dopo un certo tempo. Quindi se accendono un impianto e mi sembra che faccia fatica ad ascoltare, allora mi riferisco ad altro. Se invece insorge un piccolo disagio solo dopo diversi minuti allora parlo di fatica.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Ovviamente si possono aggiungere attributi a volontà, ma maggiore è il numero degli attributi è più è facile che non siano tra loro indipendenti (comincia ad esistere tra loro una relazione).
E’ possibile che per impianti particolarmente pregevoli e raffinati cinque attributi siano un po’ stretti.
Ogni attributo in ogni caso potrebbe avere una scala per giudicarlo. E qui ci si potrebbe sbizzarrire. Se un diffusore che scompare (ad occhi chiusi si fatica a individuarne la posizione) sembra il top, pensate ad un diffusore che mi proietti nell’evento, che mi faccia percepire le dimensioni dell’ambiente nel quale è stato registrato il tutto.
Le migliori risorse che io abbia trovato in rete in italiano, le troverete sulle pagine del sito di Mario Bon:
http://mariobon.com/Articoli_nuovi/103_attributi_del_suono_e_percezione.htm
che mi prometto di leggere, magari sotto l’ombrellone (ho dato solo un’occhiata tempo addietro).
Esistono dei cd registrati dove vengono definiti altri attributi. La cosa bella è che nei cd esiste teoria e pratica, la cosa brutta che ognuno ne definisce attributi volontà.
P.S. Mi scuso se il lungo post da l’idea di un monologo. In realtà il mio è un modo di affrontare un argomento complesso, che necessiterebbe delle opportune puntualizzazioni, nella maniera meno striminzita possibile. Il mio intento è solo quello di lanciare il sasso, per stimolare una discussione che credo interessi a molti.
Se siete arrivati qui, grazie per la pazienza.
E’ possibile che per impianti particolarmente pregevoli e raffinati cinque attributi siano un po’ stretti.
Ogni attributo in ogni caso potrebbe avere una scala per giudicarlo. E qui ci si potrebbe sbizzarrire. Se un diffusore che scompare (ad occhi chiusi si fatica a individuarne la posizione) sembra il top, pensate ad un diffusore che mi proietti nell’evento, che mi faccia percepire le dimensioni dell’ambiente nel quale è stato registrato il tutto.
Le migliori risorse che io abbia trovato in rete in italiano, le troverete sulle pagine del sito di Mario Bon:
http://mariobon.com/Articoli_nuovi/103_attributi_del_suono_e_percezione.htm
che mi prometto di leggere, magari sotto l’ombrellone (ho dato solo un’occhiata tempo addietro).
Esistono dei cd registrati dove vengono definiti altri attributi. La cosa bella è che nei cd esiste teoria e pratica, la cosa brutta che ognuno ne definisce attributi volontà.
P.S. Mi scuso se il lungo post da l’idea di un monologo. In realtà il mio è un modo di affrontare un argomento complesso, che necessiterebbe delle opportune puntualizzazioni, nella maniera meno striminzita possibile. Il mio intento è solo quello di lanciare il sasso, per stimolare una discussione che credo interessi a molti.
Se siete arrivati qui, grazie per la pazienza.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Non voglio scoraggiarti ma non credo serva a niente tutto questo lavoro.
Di aggettivi ne abbiamo anche troppi e il problema non è dare un nome nuovo ad una cosa ma come questa è interpretata.
Il caso del vino, che hai citato prima, è molto simile al mondo dell'alta fedeltà semplicemente perché c'è di mezzo il fattore 'umano' e la sua soggettiva interpretazione.
Dovresti annullare le sensazioni di ciascuno di noi, renderci simili ad automi, e allora anche sul termine 'trasparenza' ci troveremmo d'accordo.
Di aggettivi ne abbiamo anche troppi e il problema non è dare un nome nuovo ad una cosa ma come questa è interpretata.
Il caso del vino, che hai citato prima, è molto simile al mondo dell'alta fedeltà semplicemente perché c'è di mezzo il fattore 'umano' e la sua soggettiva interpretazione.
Dovresti annullare le sensazioni di ciascuno di noi, renderci simili ad automi, e allora anche sul termine 'trasparenza' ci troveremmo d'accordo.
Firace- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Non è un problema di sensibilità diverse. E' un problema di ordine e disciplina.
Se tutti su un forum o una qualunque cerchia (accade quasi sempre in altri campi) si mettono d'accordo sul fatto che quando un diffurore ti trasporta nell'ambiente originale dove si è tenuta la registrazione si chiama Spernacchiamento, allora tutte le volte che uno dice che dal diffusore lo Spernacchiamento è meraviglioso, tutti capiscono che si tratta di un ottimo diffusore. Per il resto scrivere mi diverte, anche se non sempre centro l'obiettivo.
Se tutti su un forum o una qualunque cerchia (accade quasi sempre in altri campi) si mettono d'accordo sul fatto che quando un diffurore ti trasporta nell'ambiente originale dove si è tenuta la registrazione si chiama Spernacchiamento, allora tutte le volte che uno dice che dal diffusore lo Spernacchiamento è meraviglioso, tutti capiscono che si tratta di un ottimo diffusore. Per il resto scrivere mi diverte, anche se non sempre centro l'obiettivo.
Ultima modifica di Eulero il Lun 15 Lug 2013 - 18:59 - modificato 1 volta.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Hai letto quello che ho scritto sull mela?
Ovviamente scherzo e so bene che ognuno ha un proprio punto di vista.
Ovviamente scherzo e so bene che ognuno ha un proprio punto di vista.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Mi dispiace ma non caverai un ragno dal buco!
Prova a coniare un nuovo aggettivo.. dagli il significato che preferisci... regole e disciplina ferree.... poi aspettiamo 10 minuti e vediamo!
Ognuno di noi troverà un modo 'personalissimo' di concepirne il significato..
Prova a coniare un nuovo aggettivo.. dagli il significato che preferisci... regole e disciplina ferree.... poi aspettiamo 10 minuti e vediamo!
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Firace- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Non vorrei essere travisato, non voglio nè insegnare nè tantomeno imporre nulla.
Volevo far capire che è solo una questione di convenzioni. Che poi ci siano casi in cui si crede che sia sconveniente utilizzare delle convenzioni non è un problema. In questo caso per fortuna non c'è in pericolo l'incolumità di nessuno e si può fare.
Se ricordo bene (solo per fare un esempio) Ciro dice che per lui la trasparenza è un diffusore che scompare, allora parlando di diffusori con Ciro mi ricorderò con quale modalità lui usa tale termine.
Volevo far capire che è solo una questione di convenzioni. Che poi ci siano casi in cui si crede che sia sconveniente utilizzare delle convenzioni non è un problema. In questo caso per fortuna non c'è in pericolo l'incolumità di nessuno e si può fare.
Se ricordo bene (solo per fare un esempio) Ciro dice che per lui la trasparenza è un diffusore che scompare, allora parlando di diffusori con Ciro mi ricorderò con quale modalità lui usa tale termine.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Eulero ha scritto:Hai letto quello che ho scritto sull mela?
Ovviamente scherzo e so bene che ognuno ha un proprio punto di vista.
Sei mai stato ad una serata di degustazione di vini?
Tutti sanno a cosa si riferisce il termine 'fruttato' o 'corposo' quindi se utilizzi uno di questi termini tutti dovrebbero capirti.
Eppure non è mai così ..sono quasi sempre tutti in disaccordo.. sul termine, su come l'hai utilizzato ..e sopratutto sul fatto che lo siano!
Edit: siamo qui per parlare e ragionare...
Firace- Membro classe argento
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Re: Trasparenza del suono
Ho cancellato per errore due album di Haden.
Per fortuna che ho la regola ferrea che della musica devo fare il back-up!
Tra l'altro non lo avevo ancora ascoltato.
Tornando a noi, capisco le tue perplessità, ovviamente tutto quello che è una costruzione umana è fallace.
Per quanto mi riguarda tutto è nato dalla necessità di esprimere nella maniera più equilibrata e corretta possibile su un forum le mie impressioni di ascolto. Pensa però ad esempio ad una persona che vorrebbe avvicinarsi a questo modo.
Spiegargli che ognuno per trasparenza potrebbe intendere qualcosa di diverso e che se vuole può intendere (solo per fare un esempio) il diffusore che scompare, a me sembra già un bel passo avanti.
Prova poi a pensare a quanto siano "utili" le nostre impressioni di ascolto quando dovessimo leggerle con il dubbio che ogni termine potrebbe essere passibile delle più bizzarre interpretazioni.
Il tuo discorso sulla serata di degustazione lo trovo giusto e calzante.
Se mi dici che il vino che beviamo ha una salinità importante potremmo essere o meno d'accordo, ma non credo ci troveremmo a discutere su che cosa significhi salato.
Eulero- Appassionato
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Re: Trasparenza del suono
Eulero ha scritto:Non vorrei essere travisato, non voglio nè insegnare nè tantomeno imporre nulla.
Volevo far capire che è solo una questione di convenzioni. Che poi ci siano casi in cui si crede che sia sconveniente utilizzare delle convenzioni non è un problema. In questo caso per fortuna non c'è in pericolo l'incolumità di nessuno e si può fare.
Se ricordo bene (solo per fare un esempio) Ciro dice che per lui la trasparenza è un diffusore che scompare, allora parlando di diffusori con Ciro mi ricorderò con quale modalità lui usa tale termine.
Se ti riferisci a me forse mi ero spiegato male:
non intendevo i diffusori che scompaiono, quelli sono la prima cosa se stiamo palando di un' impianto che suona bene.
Io per trasparenza intendo la sensazione di avere di fronte a noi ci siano delle persone a cantare e suonare.
Questa sensazione è sempre più forte mano a mano che la trasparenza dell'impianto aumenta.
sonic63- Membro classe oro
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Re: Trasparenza del suono
sonic63 ha scritto:Eulero ha scritto:Non vorrei essere travisato, non voglio nè insegnare nè tantomeno imporre nulla.
Volevo far capire che è solo una questione di convenzioni. Che poi ci siano casi in cui si crede che sia sconveniente utilizzare delle convenzioni non è un problema. In questo caso per fortuna non c'è in pericolo l'incolumità di nessuno e si può fare.
Se ricordo bene (solo per fare un esempio) Ciro dice che per lui la trasparenza è un diffusore che scompare, allora parlando di diffusori con Ciro mi ricorderò con quale modalità lui usa tale termine.
Se ti riferisci a me forse mi ero spiegato male:
non intendevo i diffusori che scompaiono, quelli sono la prima cosa se stiamo palando di un' impianto che suona bene.
Io per trasparenza intendo la sensazione di avere di fronte a noi ci siano delle persone a cantare e suonare.
Questa sensazione è sempre più forte mano a mano che la trasparenza dell'impianto aumenta.
Si stavo citando te, ma andavo a memoria sulla lettura che avevo fatto ieri e scusami se ti ho sfruttato per fare un esempio.
Quindi per trasparenza intendi non un attributo (qualità del suono) ma un valore dell'attributo?
E se posso chiedere, solo per curiosità, che nome usi per quella qualità del suono che quando è molto buona la chiami trasparenza?
Purtroppo mi rendo conto che non sono molto bravo a spiegare.
Nel mio sproloquio, ho parlato di "capacità di proiettarmi nell’evento".
Eulero- Appassionato
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