Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
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Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/10/vinile-puntine-valvole-analogico/621700/
Di Luca Morino:
Mi sono rituffato nella nicchia e l’emozione è stata grande.
Quale nicchia?
Quella del vinile, delle valvole, delle puntine, dell’analogico.
Fiera del disco a Torino. Arrivo allungando il passo e dopo un attimo mi ritrovo nel vortice ansiogeno del consumatore addicted. Quello, per intenderci, che entrava una volta nei negozi di dischi che non conosceva e “sfogliava” i vinili per capire se era un posto di rispetto o avevano solo la “solita roba commerciale”.
Di tutti i vinili che avevo ne ho fatti fuori una buona metà (con sommo rammarico ora, ovviamente) ma aggirandomi tra le bancarelle ritrovo un’emozione che non avevo mai più vissuto in anni e capitali di lire/euro/dollari/sterline/marchi ecc. ecc. spesi in cd. La copertina quadrata di cartone è un mondo parallelo, una connessione tra il compratore e l’artista che il cd non è mai riuscito ad attivare. Le rete e YouTube ci riescono nuovamente, a volte anche meglio, ma il cd no. Ho letto un sacco di stupidaggini qua e là, gente che dice che la musica è la stessa a prescindere dal supporto, che non ha senso spendere soldi per un oggetto scomodo e ingombrante che, tra l’altro, ti obbliga a stare continuamente attaccato al giradischi per mettere il lato B.
Balle. Non c’è conflitto, solo possibilità di scelta.
Il vinile ti fa entrare in un immaginario sonoro (e visuale) che implica SEMPRE una scelta: le compagnie telefoniche per esempio ti regalano giga di musica da ascoltare sul tuo nuovo smartphone. La musica non la scegli, te la danno loro pescando dai cataloghi digitali recuperati a costo quasi zero dalle case discografiche in liquidazione. Avvilente. Il mercato 2.0 ci ha convinti che è giusto spendere centinaia di euro per il contenitore (tablet, smartphone, lettore di mp3) ma non per il contenuto: la musica che ci metti dentro deve essere gratuita, come se pensarla, registrarla e produrla non avesse il benché minimo valore. Così ti ritrovi una giungla di cartelle di mp3 e finisci per non sapere nulla di chi, come e perché sia stata fatta quella musica. Ti limiti, quando va bene, a sapere “che numero è” la canzone che ti piace.
Non sono un nostalgico perché oltre ai download ho ripreso anche a comprare vinili di artisti attuali (l’ultimo di un duo elettronico americano/indonesiano, i Filastine) e sto pure producendo il mio primo “nuovo” vinile con la stessa euforia con cui pubblicai Soma la macia, il primo EP dei Mau Mau datato 1992.
Tornando alla fiera dell’usato: ho trovato molti “pezzi” italiani interessanti, come i primi 45 giri di Celentano, la Callas alla Scala in una registrazione del ’57 e un 16 giri del mitico Fred Buscaglione.
Musicisti, lavoriamo per i collezionisti del futuro!
Di Luca Morino:
Mi sono rituffato nella nicchia e l’emozione è stata grande.
Quale nicchia?
Quella del vinile, delle valvole, delle puntine, dell’analogico.
Fiera del disco a Torino. Arrivo allungando il passo e dopo un attimo mi ritrovo nel vortice ansiogeno del consumatore addicted. Quello, per intenderci, che entrava una volta nei negozi di dischi che non conosceva e “sfogliava” i vinili per capire se era un posto di rispetto o avevano solo la “solita roba commerciale”.
Di tutti i vinili che avevo ne ho fatti fuori una buona metà (con sommo rammarico ora, ovviamente) ma aggirandomi tra le bancarelle ritrovo un’emozione che non avevo mai più vissuto in anni e capitali di lire/euro/dollari/sterline/marchi ecc. ecc. spesi in cd. La copertina quadrata di cartone è un mondo parallelo, una connessione tra il compratore e l’artista che il cd non è mai riuscito ad attivare. Le rete e YouTube ci riescono nuovamente, a volte anche meglio, ma il cd no. Ho letto un sacco di stupidaggini qua e là, gente che dice che la musica è la stessa a prescindere dal supporto, che non ha senso spendere soldi per un oggetto scomodo e ingombrante che, tra l’altro, ti obbliga a stare continuamente attaccato al giradischi per mettere il lato B.
Balle. Non c’è conflitto, solo possibilità di scelta.
Il vinile ti fa entrare in un immaginario sonoro (e visuale) che implica SEMPRE una scelta: le compagnie telefoniche per esempio ti regalano giga di musica da ascoltare sul tuo nuovo smartphone. La musica non la scegli, te la danno loro pescando dai cataloghi digitali recuperati a costo quasi zero dalle case discografiche in liquidazione. Avvilente. Il mercato 2.0 ci ha convinti che è giusto spendere centinaia di euro per il contenitore (tablet, smartphone, lettore di mp3) ma non per il contenuto: la musica che ci metti dentro deve essere gratuita, come se pensarla, registrarla e produrla non avesse il benché minimo valore. Così ti ritrovi una giungla di cartelle di mp3 e finisci per non sapere nulla di chi, come e perché sia stata fatta quella musica. Ti limiti, quando va bene, a sapere “che numero è” la canzone che ti piace.
Non sono un nostalgico perché oltre ai download ho ripreso anche a comprare vinili di artisti attuali (l’ultimo di un duo elettronico americano/indonesiano, i Filastine) e sto pure producendo il mio primo “nuovo” vinile con la stessa euforia con cui pubblicai Soma la macia, il primo EP dei Mau Mau datato 1992.
Tornando alla fiera dell’usato: ho trovato molti “pezzi” italiani interessanti, come i primi 45 giri di Celentano, la Callas alla Scala in una registrazione del ’57 e un 16 giri del mitico Fred Buscaglione.
Musicisti, lavoriamo per i collezionisti del futuro!
flovato- UTENTE BANNATO
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Io non credo che il ritorno al vinile sia dovuto alla passione per la musica, ma che sia anch'esso pilotato.
Come mai improvvisamente spuntato album freschi di pubblicazione in vinile?
Amazon, come altri negozi online, ha dedicato un negozio solo al Vinile, la grande catena di elettronica Unieuro la settimana scorsa aveva indetto la campagna "Ritorno al Vinile", con giradischi e pre phono in offerta.
Non facciamo prendere in giro, che senso ha pubblicare album nuovi registrati in digitale, molto probabilmente a 24 bit e 96kHz, sul vinile?
Perché non pubblicarli direttamente a 24 bit 96kHz per gli appassionati e in MP3 o su CD per gli altri utenti non interessati alla qualità?
Quello che voglio dire è che vogliono vendere nuovi giradischi e dischi in vinile e con questo la passione per la buona musica non c'entra niente, è solo consumismo.
Voi cosa ne pensate? Secondo me è solo pilotaggio bello e buono...
IMHO
Come mai improvvisamente spuntato album freschi di pubblicazione in vinile?
Amazon, come altri negozi online, ha dedicato un negozio solo al Vinile, la grande catena di elettronica Unieuro la settimana scorsa aveva indetto la campagna "Ritorno al Vinile", con giradischi e pre phono in offerta.
Non facciamo prendere in giro, che senso ha pubblicare album nuovi registrati in digitale, molto probabilmente a 24 bit e 96kHz, sul vinile?
Perché non pubblicarli direttamente a 24 bit 96kHz per gli appassionati e in MP3 o su CD per gli altri utenti non interessati alla qualità?
Quello che voglio dire è che vogliono vendere nuovi giradischi e dischi in vinile e con questo la passione per la buona musica non c'entra niente, è solo consumismo.
Voi cosa ne pensate? Secondo me è solo pilotaggio bello e buono...
IMHO
Ultima modifica di Tasso il Lun 10 Giu 2013 - 21:07 - modificato 1 volta.
Tasso- Membro di riguardo
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Molto bella questa riflessione, e mi trovi perfettamente d'accordo.
Il vinile ha un fascino che mai e poi mai i cd hanno avuto ed avranno, ascoltare un vinile e oltre alle qualità sonore, tenere in mano la copertina, mi viene in mente "a trick of the tail" dei Genesis, pur non essendo una grande incisione, ha un sapore tutto particolare, e, ahimé, per noi 50enni, è un viaggio a ritroso nel tempo.
Oltretutto l'analogico ha un realismo nelle sonorità, sopratutto acustiche, a mio giudizio, che raramente si può riscontrare nel pur comodissimo digitale.
Vogliamo confrontare il fascino di un vinile che gira sul ns. Giradischi e il piacere del rito della pulizia del disco e della posa del braccio?
Mi alzo più che volentieri dalla poltrona per mettere il lato "b"
Complimenti Flovato per le tue osservazioni sempre molto interessanti.
Buona serata.
Il vinile ha un fascino che mai e poi mai i cd hanno avuto ed avranno, ascoltare un vinile e oltre alle qualità sonore, tenere in mano la copertina, mi viene in mente "a trick of the tail" dei Genesis, pur non essendo una grande incisione, ha un sapore tutto particolare, e, ahimé, per noi 50enni, è un viaggio a ritroso nel tempo.
Oltretutto l'analogico ha un realismo nelle sonorità, sopratutto acustiche, a mio giudizio, che raramente si può riscontrare nel pur comodissimo digitale.
Vogliamo confrontare il fascino di un vinile che gira sul ns. Giradischi e il piacere del rito della pulizia del disco e della posa del braccio?
Mi alzo più che volentieri dalla poltrona per mettere il lato "b"
Complimenti Flovato per le tue osservazioni sempre molto interessanti.
Buona serata.
Giovanni_14- Membro di riguardo
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Giovanni_14 ha scritto:
Complimenti Flovato per le tue osservazioni sempre molto interessanti.
Buona serata.
Purtroppo le osservazioni non sono mie , io ho solo riportato il tutto alla vostra attenzione.
Questo é quello che ho postato sul Fatto:
Il fascino dell'analogico è impagabile ed il suono riprodotto dal vinile ha una timbrica ed una densità inarrivabile per la maggior parte dei sistemi economici di riproduzione digitale. Malgrado questo oggi la tecnologia digitale ha fatto enormi passi verso una riproduzione gradevole che fa il "verso" al mondo analogico. Esistono DAC NOS senza filtri digitali che offrono un piacere d'ascolto privo di quella freddezza ed asetticità che caratterizza l'ascolto dei bit. Purtroppo la musica analogica costa, un vinile varia da 20 a 60 euro, se consideriamo che con 10 euro al mese sono disponibili servizi streaming (vedi Spotify) con cataloghi di milioni e milioni di brani si fa presto a capire come andrà a finire. I ricchi potranno permettersi fascino e qualità di giradischi e dischi in vinile e al popolo fiumi di zeri ed uno senza dimenticare però che i master oramai sono tutti digitali... quindi se tanto mi da tanto la miglior "fedeltà" all'originale non potrà essere che digitale. My two cents.
flovato- UTENTE BANNATO
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Caspita se emoziona.....mi viene ancora la pelle d'oca quando metto su un vinile!
Il vinile ha un'anima,il cd è freddo.
Il vinile ha un'anima,il cd è freddo.
Albert^ONE- Membro classe oro
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Esatto, il vinile non ha piú senso, se non spillare soldi a chi ne ha!flovato ha scritto:... senza dimenticare però che i master oramai sono tutti digitali... quindi se tanto mi da tanto la miglior "fedeltà" all'originale non potrà essere che digitale.
E adesso non ditemi che il master originale in digitale travasato su vinile suona meglio!
Non é mica vino!
Tasso- Membro di riguardo
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a-ma-r-cord
I dischi tolti dalla copertina con più carica elettrostatica di un tubo della TV che quando li rimettevi dentro una volta su due finivano nell'incollatura della busta aprendola come una cozza; l'altra finivano dentro la busta antistatica del secondo LP. Il caso dei dischi doppi a busta unica: ben quattro facciate da girare, altro che telecomando!Giovanni_14 ha scritto:Molto bella questa riflessione, e mi trovi perfettamente d'accordo.
Il vinile ha un fascino che mai e poi mai i cd hanno avuto ed avranno, ascoltare un vinile e oltre alle qualità sonore, tenere in mano la copertina, mi viene in mente "a trick of the tail" dei Genesis, pur non essendo una grande incisione, ha un sapore tutto particolare, e, ahimé, per noi 50enni, è un viaggio a ritroso nel tempo.
Oltretutto l'analogico ha un realismo nelle sonorità, sopratutto acustiche, a mio giudizio, che raramente si può riscontrare nel pur comodissimo digitale.
Vogliamo confrontare il fascino di un vinile che gira sul ns. Giradischi e il piacere del rito della pulizia del disco e della posa del braccio?
Mi alzo più che volentieri dalla poltrona per mettere il lato "b"
Complimenti Flovato per le tue osservazioni sempre molto interessanti.
Buona serata.
Da cinquantenne dovresti ricordare la copri busta in carta da pacco di In Through the Out Door dei Led Zeppelin. Dentro quella c'era la copertina con il 33. Non so perché ma mi affascinava.
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Tasso ha scritto:Esatto, il vinile non ha piú senso, se non spillare soldi a chi ne ha!flovato ha scritto:... senza dimenticare però che i master oramai sono tutti digitali... quindi se tanto mi da tanto la miglior "fedeltà" all'originale non potrà essere che digitale.
E adesso non ditemi che il master originale in digitale travasato su vinile suona meglio!
Non é mica vino!
I master attualmente sono tutti digitali, ma immagino siano stati registrati con una definizione che noi utenti dell'hifi neanche la immaginiamo. Prova per esempio ad ascoltare uno stesso brano, registrato in digitale, prima con un cd (DDD ovviamente) o da pc e poi con un vinile....sentirai la differenza.
Per anni ho ascoltato solo cd, ultimamente associati a musica liquida da pc, con grande soddisfazione. Ultimamente ho effettuato un upgrade di giradischi e pre-phono. Attualmente ascolto più vinili che altro.
Trovo questo:
-vinile: suono naturale (basandomi sui miei ascolti dal vivo ovviamente), dinamico (differenza tra il "nero" del silenzio e i picchi musicali)
-cd/liquida: suono metallico (timbro di strumenti e voci), meno dinamico e più piatto.
Queste osservazioni valgono per la musica acustica (classica, jazz, vocale). L'elettronica è un mondo a parte in cui l'amplificazione appunto elettronica gioca un ruolo predominante rendendo inafferrabile il concetto di "naturalezza".
p.cristallini- Membro classe argento
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- # 1 - Principale - Giradischi Rega P9 + Goldring 1042. Prephono Lehmann Black Cube SE. Lettore CD Meridian 506. PC + JRiver + interfaccia xmos Gustard U12 + DAC Aqvox USB 2 D/A MKII. Preamplificatore Docet Lector Zoe. Finale Adcom GFA-555MKII. Diffusori Magneplanar 2.7QR. Cavi segnale VDH, potenza TNT Triple T. Stanza della musica acusticamente ben trattata.
# 2 - Scrivania - PC + JRiver. Marantz CD-72SE. Dac/amp cuffia/pre Fiio K5 Pro. Amp Aiyima A07 TPA3255. Casse Lonpoo LP-42. Cuffia AKG K701.
# 3 - Casa campagna - Thorens TD166 MKV + Goldring 2200 + prephono Schiit Mani. Marantz CD-50. PC + JRiver + Arcam rDac. Amp Yarland FV 34A con KT88. Monovia artigianali con Audionirvana Super 8" Cast Frame BVR + tweeter e subwoofer post.
# Rip vinili con Sound Blaster X-Fi HD.
# In panchina altri oggetti...
Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Io continuo ad avere dubbi seri sul fatto che i dischi possano avere una dinamica maggiore dei CD. I numeri son mumeri e poi c'è la fisica del pick-up proprio in considerazione dei cui limiti di escursione è stata sviluppata la compressione della dinamica RIAA (che poi sarebbe la SIAE americana).
Sulla timbrica più o meno naturale, metallica et c. Ci sono centinaia di DAC, di pick-up, di pre phono per migliaia e migliaia di combinazioni, non me la sentirei di fare un discorso univoco.
Sulla timbrica più o meno naturale, metallica et c. Ci sono centinaia di DAC, di pick-up, di pre phono per migliaia e migliaia di combinazioni, non me la sentirei di fare un discorso univoco.
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Giusto!Hoogo ha scritto:Io continuo ad avere dubbi seri sul fatto che i dischi possano avere una dinamica maggiore dei CD....
.... Sulla timbrica più o meno naturale.......
........ non me la sentirei di fare un discorso univoco.
Il problema è però che non piace ciò che è bello
ma piace ciò che piace.
Non si dovrebbe paragonare il CD al vinile,
ma il CD al master che ha creato il CD ed il vinile al master che ha creato il vinile.
Se lo poteste fare
scoprireste che la vittoria della trasparenza del CD è schiacciante.
valterneri- Membro classe oro
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Impianto : un Thorens Debut Carbon
Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Mi piace il suono del CD, come anche quello ancor più campionato del DAC.
Personalmente non li trovo "freddi" e ne anche privi o carenti di dinamica.
Ovviamente molto dipende dal tipo di registrazione, ma questo vale anche per il
Vinile.
Diciamo che quello che oggi dovrebbe essere un ormai "obsoleto" metodo di lettura, non lo è, il metodo di lettura meccanica del vinile ha ancora un grande fascino, il braccio, la testina,la puntina, il piatto stesso,hanno la capacità di attirare anche coloro che per motivi generazionali, non hanno potuto godere di tale riproduzione.
Non ho mai avuto un vero giradischi, e quest'anno a Natale, probabilmente, mi farò un bel regalo:gift:
Personalmente non li trovo "freddi" e ne anche privi o carenti di dinamica.
Ovviamente molto dipende dal tipo di registrazione, ma questo vale anche per il
Vinile.
Diciamo che quello che oggi dovrebbe essere un ormai "obsoleto" metodo di lettura, non lo è, il metodo di lettura meccanica del vinile ha ancora un grande fascino, il braccio, la testina,la puntina, il piatto stesso,hanno la capacità di attirare anche coloro che per motivi generazionali, non hanno potuto godere di tale riproduzione.
Non ho mai avuto un vero giradischi, e quest'anno a Natale, probabilmente, mi farò un bel regalo:gift:
LakyV- Membro classe argento
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Provincia : Torino
Occupazione/Hobby : Cuoco per diletto!!!
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Trasp: Hi-Face 1
DAC : Xindak DAC 5
DAC : SMSL TDA1543
Pre : Sonus Minus ( MOD. BY AAAVT )
Finale : TA 2022 ( work in progress)
Integrato ibrido TA2022 (BTL) 150watt ( BY Roberto Stella)
SMSL TA2020
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Potenza: QED-Anniversary
TNT Star (autocostruiti)
CAT5 (autocostruiti)
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Segnale:
Cambridge S500
Siemens (autocos.semibil.)
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
La produzione del vinile è stata di alta qualità fino agli inizi degli anni 80 perché c'era un ritorno economico, poi è peggiorata, ho dei vinili a casa di mia madre che si sentono davvero male. Poi vanno puliti e occupano spazio. Il CD come supporto è terribile lo sappiamo tutti e poi i non addetti confondono il download digitale con gli mp3 mentre ho sentito a casa mia il Lynx Hilo di Federico / Grunter con un DSD ed era da urlo, anche perché registrato bene: questo è il punto debole di diverse registrazioni, per motivi di costo non sono più curate come una volta. Immaginate il lavoro di posizionamento dei microfoni etc quando la DG iniziò a registrare con von Karajan (erano emersi i suoi rapporti con i nazisti e quindi preferiva non esibirsi dal vivo per un po' dedicandosi alla qualità delle registrazioni delle sue esecuzioni).
Detto questo, il fascino del vinile è nelle sue distorsioni piacevoli, lo sentivo ultimamente su una bancarella a una fiera e certo non era fedele ma molto piacevole. È come il caffè molto zuccherato: a chi piace il dolce risulta il massimo ma non possiamo certo dire che uno possa capire se la qualità è arabica o meno... Personalmente lo prendo senza zucchero... Nell'ambiente domestico le riflessioni introducono ulteriori distorsioni che amplificano questo effetto, per cui il vinile risulta ancora più piacevole del digitale.
Purtroppo ci hanno fatto credere che il digitale è economico ma per sentirlo bene occorre spendere invece. In ambiente trattato e con un impianto opportuno, non credo che il vinile possa ottenere la stessa trasparenza del digitale durante la riproduzione domestica. In effetti però il fruscio del vinile non si riesce a riprodurre bene nel digitale
Detto questo, il fascino del vinile è nelle sue distorsioni piacevoli, lo sentivo ultimamente su una bancarella a una fiera e certo non era fedele ma molto piacevole. È come il caffè molto zuccherato: a chi piace il dolce risulta il massimo ma non possiamo certo dire che uno possa capire se la qualità è arabica o meno... Personalmente lo prendo senza zucchero... Nell'ambiente domestico le riflessioni introducono ulteriori distorsioni che amplificano questo effetto, per cui il vinile risulta ancora più piacevole del digitale.
Purtroppo ci hanno fatto credere che il digitale è economico ma per sentirlo bene occorre spendere invece. In ambiente trattato e con un impianto opportuno, non credo che il vinile possa ottenere la stessa trasparenza del digitale durante la riproduzione domestica. In effetti però il fruscio del vinile non si riesce a riprodurre bene nel digitale
robertopisa- Membro classe bronzo
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Provincia : Pisa
Impianto :- premi per vedere:
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- Metal bass trap
- Limp mass bass trap
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- LIQUIDA: PureAsioPlayer + PC + ASIO
- DAC: Merging Hapi DSD, Topping D30pro
- CD: Marantz SA-11S2
- PRE: Tortuga LDR passivo (oppure a presa diretta)
- DIFFUSORI ATTIVI: ATC SCM50ASL PRO
- pannelli T-class
Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Thread spostato in un area più idonea.
Orazio Privitera- Membro classe argento
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Località : Catania
Provincia : alti e bassi, dipende dal gior
Occupazione/Hobby : Musica e hi-fi,Fotografia, Arti Marziali, e un debole per le Stratocaster
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Thorens TD 166 MKVI + Testina ortfon VMS20EC MK II
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Sansui T-60L
Focal Chorus 714V
Cavi: Real Cable; JBL
Secondo Impianto:
Luxman LV-110; Pioneer PD-M610; Buffer Pomice; EQ Technics SH-8055; Aiwa AD-F810; Technics M-250
Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
La "definizione" di cui tu parli io la chiamerei risoluzione e sta proprio qui la differenza tra vinile e CD.p.cristallini ha scritto:
I master attualmente sono tutti digitali, ma immagino siano stati registrati con una definizione che noi utenti dell'hifi neanche la immaginiamo.
Come tutti sappiamo il vinile essendo analogico ha "teoricamente" risoluzione infinita, mentre il CD è campionato a 44 kHz 16 Bit, quindi "approssimato".
I master digitali originali sono registrati "solitamente" a 96 kHz 24 Bit, quindi sarebbe sufficiente pubblicarli così come sono e l'eccellente risoluzione del vinile sarebbe immediatamente pareggiata e sia i CD che i Vinili li butteremo via tutti.
Proprio qui sta il punto, perché non lo fanno?!
La risposta è perché hanno deciso di rilanciare il vinile, dato che un disco costa ben 20€!
E noi stiamo tutti a guardare elogiando, per assurdo, master digitali passati su vinile!!!
Anzi non stiamo solo a guardare, siamo talmente fessi e manipolati che abbiamo creato un volume di vendita del vinile pari a quello del 1987!! (Fonte TNT Audio)
Il vinile suona naturale per via della risoluzione "teoricamente" infinita e dinamico perché NON ha subito il Loudness!p.cristallini ha scritto:
Per anni ho ascoltato solo cd, ultimamente associati a musica liquida da pc, con grande soddisfazione. Ultimamente ho effettuato un upgrade di giradischi e pre-phono. Attualmente ascolto più vinili che altro.
Trovo questo:
-vinile: suono naturale (basandomi sui miei ascolti dal vivo ovviamente), dinamico (differenza tra il "nero" del silenzio e i picchi musicali)
-cd/liquida: suono metallico (timbro di strumenti e voci), meno dinamico e più piatto.
I CD che dispongono di una maggior dinamica rispetto al vinile (unico loro pregio), hanno subito l'effetto Loudness e suonano come giustamente dici tu piatti e meno dinamici, come da manuale per il Loudness.
Tasso- Membro di riguardo
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Questo passaggio credo di non averlo capito. Me lo spieghi meglio, per favore?Tasso ha scritto:
Il vinile suona naturale per via della risoluzione "teoricamente" infinita e dinamico perché NON ha subito il Loudness!
I CD che dispongono di una maggior dinamica rispetto al vinile (unico loro pregio), hanno subito l'effetto Loudness e suonano come giustamente dici tu piatti e meno dinamici, come da manuale per il Loudness.
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
I CD hanno potenzialmente maggior dinamica rispetto al vinile:Hoogo ha scritto:Questo passaggio credo di non averlo capito. Me lo spieghi meglio, per favore?Tasso ha scritto:
Il vinile suona naturale per via della risoluzione "teoricamente" infinita e dinamico perché NON ha subito il Loudness!
I CD che dispongono di una maggior dinamica rispetto al vinile (unico loro pregio), hanno subito l'effetto Loudness e suonano come giustamente dici tu piatti e meno dinamici, come da manuale per il Loudness.
CD-Audio
Lo standard utilizzato dai CD audio prevede di campionare con codifica PCM l'onda sonora, utilizzando una quantizzazione a 16 bit (che fornisce una dinamica di 96 dB) ed una frequenza di campionamento di 44100 campioni al secondo.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Compact_disc
Tra i contro del disco in vinile:Il rapporto dinamico ottenibile è difficilmente superiore ai 45 dB.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Disco_in_vinile
Nonostante ciò grazie all'effetto Loudness:Gli effetti
La pratica di aumentare il volume dei CD affinché suonino più forte dei CD concorrenti può portare a due effetti. Dato che esiste un massimo livello di volume disponibile su una registrazione (all'opposto di quanto avviene nella riproduzione, in cui il volume è limitato dalla capacità degli amplificatori e dei diffusori), "pompando" il volume complessivo di una canzone o di una traccia si crea un pezzo che uniformemente e complessivamente suona "forte" dall'inizio alla fine. L'intera canzone è stata, per così dire, appiattita contro il tetto massimo del volume. Ciò crea musica con una ridotta gamma dinamica (differenze minori tra le sezioni con un volume alto e quelle con un volume basso). In definitiva, la musica con una ridotta gamma dinamica è affaticante e insoddisfacente da ascoltare.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Loudness_war
Tasso- Membro di riguardo
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SORGENTI: Marantz CD6003 / Raspberry Pi B+ - Durio Sound PRO - Moode Audio - IFI iPower 9V 2A
DIFFUSORI: Chario Constellation Cygnus
CAVI: Cavo Potenza Supra Ply 3.4S - Cavo Segnale Supra EFF ISL - Cavi Alimentazione Supra LoRad 2.5
CUFFIA: Beyerdynamic DT880 Premium 600 ohm
AMPLI CUFFIA: FiiO E09K - IFI iPower 15V 1.25A
Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Chi scrive su wikipedia non garantisce la propria competenza. E' ridicolo pensare che il CD sia mixato diversamente dal vinile. Interessante anche tradurre la compressione ed il limiting con il termine 'pompato'. Da rotolarsi sul pavimento.Tasso ha scritto:
Gli effetti
La pratica di aumentare il volume dei CD affinché suonino più forte dei CD concorrenti può portare a due effetti. Dato che esiste un massimo livello di volume disponibile su una registrazione (all'opposto di quanto avviene nella riproduzione, in cui il volume è limitato dalla capacità degli amplificatori e dei diffusori), "pompando" il volume complessivo di una canzone o di una traccia si crea un pezzo che uniformemente e complessivamente suona "forte" dall'inizio alla fine. L'intera canzone è stata, per così dire, appiattita contro il tetto massimo del volume. Ciò crea musica con una ridotta gamma dinamica (differenze minori tra le sezioni con un volume alto e quelle con un volume basso). In definitiva, la musica con una ridotta gamma dinamica è affaticante e insoddisfacente da ascoltare.Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Loudness_war
Poi, certo, il segnale non può superare 0db (1v se non erro) oltre va in clipping ed la distorsione digitale non è propriamente eufonica quanto quella delle valvole o di un nastro.
L'autore della pagina Wiki dimostra di avere capito il concetto ma poco di più.
Ciao.
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Io non ho ascoltato i miei vinili per molti anni. Credevo che non ne valesse più la pena e che la "superiore" tecnologia dei cd e della musica comunque immagazzinata in bit fosse migliore agli ascolti......fino a quando ho aggiornato il mio impianto analogico sostiutendo giradischi e pre-phono.
Le cose sono cambiate "da così a così" come suol dirsi.
E non è colpa del lettore cd, in quanto la qualità sonora dei cd è esattamente la stessa degli stessi pezzi rippati su pc. Il dac è lo stesso, ossia l'ottimo (secondo le recensioni) dac integrato nel mio ampli Peachtree.
E' solo una questione di ascolto. Non sto a considerare i master, in quanto non ho purtroppo possibilità di ascoltarli. Non è un fatto di numeri teorici, in quanto il mio apparato uditivo non sa se i bit sono 16 o 24, o i kHz 44 o 96. Sa solo che le vibrazioni emesse dai diffusori sono nettamente più simili a quelle emesse dagli strumenti e dalle voci ascoltati dal vivo, nel caso la sorgente sia il giradischi rispetto quelle che ascolto nel caso la sorgente sia il cdp o il pc. Anche a parità di brano, esecutore, registrazione ecc ecc.
E per me questo è diventato un problema....ho un sacco di cd...., anche se devo dire che negli ultimi 10 anni la qualità dei cd è migliorata!
Mi piacerebbe sentire l'opinione di molti amici del forum, in particolare gli scettici. Invito tutti a provare e paragonare le sorgenti. Chi ascolta solo cd o musica liquida, come facevo io, non se ne può rendere conto se non ascolta una sorgente analogica con una adeguata catena audio.
PS Tutto ciò a prescindere dalla comodità della musica digitale, dal gusto di maneggiare il cd o il vinile o il gusto delle regolazioni del giradischi; tutte queste ultime sono cose molto più soggettive della qualità della musica, che è anch'essa soggettiva ovviamente, ma credo di meno!
Altro PS Tutto ciò per me vale solo per la musica acustica (vocale, classica, jazz), in quanto la musica elettronica subisce già alla fonte una serie di elaborazioni per cui la similitudine tra ascolto dal vivo ed ascolto tramite catena audio hifi non è valutabile.
Le cose sono cambiate "da così a così" come suol dirsi.
E non è colpa del lettore cd, in quanto la qualità sonora dei cd è esattamente la stessa degli stessi pezzi rippati su pc. Il dac è lo stesso, ossia l'ottimo (secondo le recensioni) dac integrato nel mio ampli Peachtree.
E' solo una questione di ascolto. Non sto a considerare i master, in quanto non ho purtroppo possibilità di ascoltarli. Non è un fatto di numeri teorici, in quanto il mio apparato uditivo non sa se i bit sono 16 o 24, o i kHz 44 o 96. Sa solo che le vibrazioni emesse dai diffusori sono nettamente più simili a quelle emesse dagli strumenti e dalle voci ascoltati dal vivo, nel caso la sorgente sia il giradischi rispetto quelle che ascolto nel caso la sorgente sia il cdp o il pc. Anche a parità di brano, esecutore, registrazione ecc ecc.
E per me questo è diventato un problema....ho un sacco di cd...., anche se devo dire che negli ultimi 10 anni la qualità dei cd è migliorata!
Mi piacerebbe sentire l'opinione di molti amici del forum, in particolare gli scettici. Invito tutti a provare e paragonare le sorgenti. Chi ascolta solo cd o musica liquida, come facevo io, non se ne può rendere conto se non ascolta una sorgente analogica con una adeguata catena audio.
PS Tutto ciò a prescindere dalla comodità della musica digitale, dal gusto di maneggiare il cd o il vinile o il gusto delle regolazioni del giradischi; tutte queste ultime sono cose molto più soggettive della qualità della musica, che è anch'essa soggettiva ovviamente, ma credo di meno!
Altro PS Tutto ciò per me vale solo per la musica acustica (vocale, classica, jazz), in quanto la musica elettronica subisce già alla fonte una serie di elaborazioni per cui la similitudine tra ascolto dal vivo ed ascolto tramite catena audio hifi non è valutabile.
p.cristallini- Membro classe argento
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- # 1 - Principale - Giradischi Rega P9 + Goldring 1042. Prephono Lehmann Black Cube SE. Lettore CD Meridian 506. PC + JRiver + interfaccia xmos Gustard U12 + DAC Aqvox USB 2 D/A MKII. Preamplificatore Docet Lector Zoe. Finale Adcom GFA-555MKII. Diffusori Magneplanar 2.7QR. Cavi segnale VDH, potenza TNT Triple T. Stanza della musica acusticamente ben trattata.
# 2 - Scrivania - PC + JRiver. Marantz CD-72SE. Dac/amp cuffia/pre Fiio K5 Pro. Amp Aiyima A07 TPA3255. Casse Lonpoo LP-42. Cuffia AKG K701.
# 3 - Casa campagna - Thorens TD166 MKV + Goldring 2200 + prephono Schiit Mani. Marantz CD-50. PC + JRiver + Arcam rDac. Amp Yarland FV 34A con KT88. Monovia artigianali con Audionirvana Super 8" Cast Frame BVR + tweeter e subwoofer post.
# Rip vinili con Sound Blaster X-Fi HD.
# In panchina altri oggetti...
Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Tasso ha scritto:Esatto, il vinile non ha piú senso, se non spillare soldi a chi ne ha!flovato ha scritto:... senza dimenticare però che i master oramai sono tutti digitali... quindi se tanto mi da tanto la miglior "fedeltà" all'originale non potrà essere che digitale.
E adesso non ditemi che il master originale in digitale travasato su vinile suona meglio!
Non é mica vino!
l'affermazione in maniera assoluta non è molto corretta secondo me.
Il fatto è che col vinile si da la possibilità a molti che non possono permettersi un lettore cd coi fiocchi, di poter usufruire, grazie al preamplificatore fono mm o mc chesia dedicato, di uno stadio di uscita che nel 80% dei casi è di molto superiore rispetto alla media presente nei cd player di fascia medio bassa..diciamo, fino ai 600 euro.
Un preamplificatore fono molto economico come il cambridge 651 o il lehmann cube, permettono a parità di qualità di registrazione (mettendo che cd e vinile siano incisi partendo dallo stesso master) di ottenere una riproduzione migliore, sempre che il resto della catena sia equilibrata e all'altezza.
Il secondo fatto sul quale il vinile ha ancora senso è perchè molti master dell'epoca, vengono utilizzati (purtroppo) solo per riedizioni in vinile.
Ti faccio un esempio Gaucho degli steely dan in versione CISCO records, non esiste in CD e forse non esisterà mai, ma solo in vinile, e come Aja ce ne sono diversi di dischi.
sul fatto che i preziosi masters vengano riversati solo sul vinile...bè si...anche questo sarà forse per moda o non lo so...
daniele- Membro classe bronzo
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Io trovo che i seguenti CD suonino in modo superlativo ma non ho un impianto 'reference' per fare il confronto con gli equivalenti 33. Se qualcuno lo ha mi piacerebbe conoscere la sua opinione.p.cristallini ha scritto:Io non ho ascoltato i miei vinili per molti anni. Credevo che non ne valesse più la pena e che la "superiore" tecnologia dei cd e della musica comunque immagazzinata in bit fosse migliore agli ascolti......fino a quando ho aggiornato il mio impianto analogico sostiutendo giradischi e pre-phono.
Le cose sono cambiate "da così a così" come suol dirsi.
A chi trova tracce di compressione nel CD di Dvořák pago da bere; come si dice.
-
Ps. Le raccolte delle middle ed earlier string di Beethoven sono incise bene tanto quanto le tarde.
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Su questo c'è poco da dire. Anche per le cere ad incisione diretta; per i fortunati che le hanno comperate o ereditate ed ora le conservano.daniele ha scritto:
Il secondo fatto sul quale il vinile ha ancora senso è perchè molti master dell'epoca, vengono utilizzati (purtroppo) solo per riedizioni in vinile.
Hoogo- Membro classe argento
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Trovo interessante questa discussione.
Premetto che ascolto solo musica liquida, non di rado in alta risoluzione (anche se preferisco una risoluzione cd per un album ben registrato, piuttosto che l’alta risoluzione a prescindere).
Ho cominciato ad ascoltare musica con un impianto “serio” quando ero adolescente. Non posso ovviamente fare paragoni, né potrei pensare di virare al vinile oggi perché non avrei le condizioni per farlo. Tuttavia vorrei aggiungere al vostro dibattito un elemento. E’ giusto confrontare le caratteristiche dal punto di vista della qualità di riproduzione o di comodità o altro. Ma bisognerebbe fare anche una raffronto a parità di prezzo. Quando cominciai ad ascoltare musica (pardon impianti) non era infrequente che per la sorgente si spendesse quasi la metà della cifra stanziata per tutto l’impianto, spesso non meno di un terzo. Questo senza considerare macchine lava dischi spazzole e rimedi antistatici, ecc. Ora capita sempre più spesso di vedere impianti in cui il valore del DAC non supera il dieci per cento del valore della catena. Una volta bisognava comprare un giradischi, poi veniva il momento della scelta della testina. Venticinque anni fa spendere un milione di lire per una sorgente non era un acquisto da elite. Oggi siamo pieni di DAC economici. Voglio dire un Rega Planar di fine anni ottanta con una testina decente al tempo superava ampiamente il milione di spesa, che al cambio attuale supererebbero di corsa i mille euro di valore.
Con che cosa vogliamo confrontare questa sorgente oggi? Con un V-dac o con il mio Teac UD-H01? Sono degli ottimi DAC, ma non sarà che illusi dalla promessa dell’elettronica “miracolosa” a basso costo abbiamo trascurato la sorgente?
Queste poche righe nascono da un ragionamento che da tempo mi frulla per la testa.
Quando un paio di anni or sono e dopo un lungo periodo di astinenza audiofila ho deciso di comporre un impiantino nuovo, ho dato istintivamente un impronta alle mie scelte.
Alcuni giorni fa un po’ per aiutare un forumer che mi sembrava in difficoltà, un po’ per gioco, ho scritto una parte del mio pensiero in un post che ripropongo qui, ma di cui aggiungo il link alla discussione originale.
https://www.tforumhifi.com/t37397p45-la-resa-che-non-soddisfa
Una semplice formula ci fa capire quale sia la relazione tra qualità di ogni singolo componente e la qualità dell'insieme "catena". Una catena per la riproduzione audio può essere assimilata ad un insieme di tre componenti: sorgente, amplificatore e diffusori. Supponiamo di dare una valutazione delle qualità audio di ogni componente con un numero tra zero ed uno. Più il numero è vicino ad un più alta è a qualità del componente.
Avremo quindi ad esempio una qualità S=0.2 per la sorgente, A=0.7 per l'amplificatore, D=0.6 per diffusori/cuffie.
La qualità totale sarà espressa dal coefficiente q della tua catena:
q=SxAxD=0.2x0.7x0.6=0.084
Il coefficiente Sadness della tua catena sarà Q=qx100=8.4
Il coefficiente Sadness Q varia tra 0 e 100 ed un valore di Q=8.4 è un voto molto basso!
Questo vuol dire che pur avendo delle cuffie non male (D=0.6) e un amplificatore discreto (A=0.7) il risultato è penalizzante, soprattutto per la presenza di una sezione sorgente S=0.2. Se vuoi avere un risultato degno nulla può essere trascurato.
La formula è la più semplice possibile e nella versione base illustra l'interazione tra le componenti senza tenere conto di tanti altri fattori, che al momento mi sembrava superfluo introdurre.
Proviamo ora tornare tra i banchi di scuola e ad introdurre una formula leggermente più articolata:
q=sxS+axA+dxD
dove ogni termine S,A,D viene moltiplicato per un peso rispettivamente s,a,d.
Per i pesi deve essere soddisfatta la relazione s+a+d=1
Supponiamo ora di voler acquistare un nuovo impianto e di volerci regalare una qualità di riproduzione q=0.7. Che componenti scegliereste?
Di S, A e D abbiamo già detto che rappresentano la qualità di riproduzione di sorgente, amplificazione e diffusori. Mentre s, a, d rappresentano i soldi da spendere in “percentuale” per ottenere la qualità cercata.
Quindi se dal mio punto di vista per ottenere lo stesso livello di qualità devo spendere il 10% per la sorgente, il 40% per l’amplificatore ed il 50% per i diffusori i coefficienti saranno in questo caso:
s=0.1
a=0.4
d=0.5
Quindi abbiamo imposto S=A=D=0.7 (stiamo supponendo che ogni componente sia dello stesso livello).
In questo caso utilizzando la formula della “media pesata” avremo:
q=sxS+axA+dxD=0.1x0.7+0.4x0.7+0.5x0.7=0.7
Supponiamo di aver individuato i nostri componenti, ma un vecchio zio ci chiede un favore ed a fronte di questo ci regala 500 euro. Abbiamo una ulteriore fonte insperata di denaro da spendere. Ora dove spendereste questa cifra se fosse da destinare ad uno solo dei tre componenti, tenuto conto che il budget iniziale era di 5000 euro?
Sappiamo tutti che raddoppiando la spesa di un componente audio non si raddoppia la qualità, ma in qualche modo tutti riconosciamo che esiste una relazione tra costo e qualità, anche se tutti ci illudiamo e giustamente speriamo che venga fuori un ammazza giganti dal costo irrisorio e dalle qualità superlative.
Con il budget iniziale di 5000 euro, secondo i pesi scelti dovremmo spendere:
500 euro per il DAC
2000 euro per l’amplificatore
2500 euro per i diffusori
E’ evidente che il maggior up-grade si otterrebbe mettendo i soldi dello zio sul DAC, poiché almeno in teoria, raddoppiando il prezzo del componente, dovrei riuscire a massimizzare il miglioramento, mentre invece sugli altri due componenti i 500 euro rappresenterebbero rispettivamente un 25% ed un 20% di maggiore disponibilità sul prezzo di acquisto.
Tutto questo ragionamento, con evidenti e numerosi limiti, ci porta alla conclusione che un up-grade (una aggiunta di denaro di piccole proporzioni rispetto alla cifra totale) per dare il massimo dal punto di vista della qualità, andrebbe investita sul componente per cui abbiamo speso meno.
L’assurdo non troppo assurdo è che, pur avendo all’inizio deciso che per ottenere una qualità paragonabile agli altri componenti, il DAC necessitava solo del 10% della cifra totale, proprio per questa scelta la logica mi dice che è il componente con maggiore bisogno di up-grade.
Non posso dire di essere completamente d’accordo con questo discorso, ma devo ammettere che pur non avendo un fascino particolare, aiuta a ragionare sull’aria fritta.
Che ne pensate di istituire un premio per il miglior ariafrittologo dell’anno? Partecipanti saranno solo gli iscritti al forum entro il 12/12/12 ed io mi candido!
Sara la scimmia che sta circumnavigando il mio cervello per potermi convincere che devo cambiare il DAC?
Sarò semplicemente stato pagato dai produttori di DAC?
Per voi quali sono i pesi a, s, d che ritenete maggiormente validi nelle attuali condizioni di mercato, cioè in che percentuale ripartireste la spesa nel caso di un acquisto da fare nei prossimi mesi?
Ma soprattutto avete provato a fare una valutazione a parità di spesa tra digitale ed analogico?
E’ ovvio che nelle passioni il denaro quasi mai ha l’ultima parola.
P.S.
Per i costruttori di DAC che occultamente leggono il forum questo è il mio IBAN:
IT 65465465465464654654654654654654654654
P.P.S
Vista la crisi in alternativa al bonifico va bene anche un DAC di valore almeno doppio/triplo del mio, per l’indirizzo di spedizione basta un mp grazie.
Triple P.S. Scusate la logorrea
Premetto che ascolto solo musica liquida, non di rado in alta risoluzione (anche se preferisco una risoluzione cd per un album ben registrato, piuttosto che l’alta risoluzione a prescindere).
Ho cominciato ad ascoltare musica con un impianto “serio” quando ero adolescente. Non posso ovviamente fare paragoni, né potrei pensare di virare al vinile oggi perché non avrei le condizioni per farlo. Tuttavia vorrei aggiungere al vostro dibattito un elemento. E’ giusto confrontare le caratteristiche dal punto di vista della qualità di riproduzione o di comodità o altro. Ma bisognerebbe fare anche una raffronto a parità di prezzo. Quando cominciai ad ascoltare musica (pardon impianti) non era infrequente che per la sorgente si spendesse quasi la metà della cifra stanziata per tutto l’impianto, spesso non meno di un terzo. Questo senza considerare macchine lava dischi spazzole e rimedi antistatici, ecc. Ora capita sempre più spesso di vedere impianti in cui il valore del DAC non supera il dieci per cento del valore della catena. Una volta bisognava comprare un giradischi, poi veniva il momento della scelta della testina. Venticinque anni fa spendere un milione di lire per una sorgente non era un acquisto da elite. Oggi siamo pieni di DAC economici. Voglio dire un Rega Planar di fine anni ottanta con una testina decente al tempo superava ampiamente il milione di spesa, che al cambio attuale supererebbero di corsa i mille euro di valore.
Con che cosa vogliamo confrontare questa sorgente oggi? Con un V-dac o con il mio Teac UD-H01? Sono degli ottimi DAC, ma non sarà che illusi dalla promessa dell’elettronica “miracolosa” a basso costo abbiamo trascurato la sorgente?
Queste poche righe nascono da un ragionamento che da tempo mi frulla per la testa.
Quando un paio di anni or sono e dopo un lungo periodo di astinenza audiofila ho deciso di comporre un impiantino nuovo, ho dato istintivamente un impronta alle mie scelte.
Alcuni giorni fa un po’ per aiutare un forumer che mi sembrava in difficoltà, un po’ per gioco, ho scritto una parte del mio pensiero in un post che ripropongo qui, ma di cui aggiungo il link alla discussione originale.
https://www.tforumhifi.com/t37397p45-la-resa-che-non-soddisfa
Una semplice formula ci fa capire quale sia la relazione tra qualità di ogni singolo componente e la qualità dell'insieme "catena". Una catena per la riproduzione audio può essere assimilata ad un insieme di tre componenti: sorgente, amplificatore e diffusori. Supponiamo di dare una valutazione delle qualità audio di ogni componente con un numero tra zero ed uno. Più il numero è vicino ad un più alta è a qualità del componente.
Avremo quindi ad esempio una qualità S=0.2 per la sorgente, A=0.7 per l'amplificatore, D=0.6 per diffusori/cuffie.
La qualità totale sarà espressa dal coefficiente q della tua catena:
q=SxAxD=0.2x0.7x0.6=0.084
Il coefficiente Sadness della tua catena sarà Q=qx100=8.4
Il coefficiente Sadness Q varia tra 0 e 100 ed un valore di Q=8.4 è un voto molto basso!
Questo vuol dire che pur avendo delle cuffie non male (D=0.6) e un amplificatore discreto (A=0.7) il risultato è penalizzante, soprattutto per la presenza di una sezione sorgente S=0.2. Se vuoi avere un risultato degno nulla può essere trascurato.
La formula è la più semplice possibile e nella versione base illustra l'interazione tra le componenti senza tenere conto di tanti altri fattori, che al momento mi sembrava superfluo introdurre.
Proviamo ora tornare tra i banchi di scuola e ad introdurre una formula leggermente più articolata:
q=sxS+axA+dxD
dove ogni termine S,A,D viene moltiplicato per un peso rispettivamente s,a,d.
Per i pesi deve essere soddisfatta la relazione s+a+d=1
Supponiamo ora di voler acquistare un nuovo impianto e di volerci regalare una qualità di riproduzione q=0.7. Che componenti scegliereste?
Di S, A e D abbiamo già detto che rappresentano la qualità di riproduzione di sorgente, amplificazione e diffusori. Mentre s, a, d rappresentano i soldi da spendere in “percentuale” per ottenere la qualità cercata.
Quindi se dal mio punto di vista per ottenere lo stesso livello di qualità devo spendere il 10% per la sorgente, il 40% per l’amplificatore ed il 50% per i diffusori i coefficienti saranno in questo caso:
s=0.1
a=0.4
d=0.5
Quindi abbiamo imposto S=A=D=0.7 (stiamo supponendo che ogni componente sia dello stesso livello).
In questo caso utilizzando la formula della “media pesata” avremo:
q=sxS+axA+dxD=0.1x0.7+0.4x0.7+0.5x0.7=0.7
Supponiamo di aver individuato i nostri componenti, ma un vecchio zio ci chiede un favore ed a fronte di questo ci regala 500 euro. Abbiamo una ulteriore fonte insperata di denaro da spendere. Ora dove spendereste questa cifra se fosse da destinare ad uno solo dei tre componenti, tenuto conto che il budget iniziale era di 5000 euro?
Sappiamo tutti che raddoppiando la spesa di un componente audio non si raddoppia la qualità, ma in qualche modo tutti riconosciamo che esiste una relazione tra costo e qualità, anche se tutti ci illudiamo e giustamente speriamo che venga fuori un ammazza giganti dal costo irrisorio e dalle qualità superlative.
Con il budget iniziale di 5000 euro, secondo i pesi scelti dovremmo spendere:
500 euro per il DAC
2000 euro per l’amplificatore
2500 euro per i diffusori
E’ evidente che il maggior up-grade si otterrebbe mettendo i soldi dello zio sul DAC, poiché almeno in teoria, raddoppiando il prezzo del componente, dovrei riuscire a massimizzare il miglioramento, mentre invece sugli altri due componenti i 500 euro rappresenterebbero rispettivamente un 25% ed un 20% di maggiore disponibilità sul prezzo di acquisto.
Tutto questo ragionamento, con evidenti e numerosi limiti, ci porta alla conclusione che un up-grade (una aggiunta di denaro di piccole proporzioni rispetto alla cifra totale) per dare il massimo dal punto di vista della qualità, andrebbe investita sul componente per cui abbiamo speso meno.
L’assurdo non troppo assurdo è che, pur avendo all’inizio deciso che per ottenere una qualità paragonabile agli altri componenti, il DAC necessitava solo del 10% della cifra totale, proprio per questa scelta la logica mi dice che è il componente con maggiore bisogno di up-grade.
Non posso dire di essere completamente d’accordo con questo discorso, ma devo ammettere che pur non avendo un fascino particolare, aiuta a ragionare sull’aria fritta.
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Ho visto che l'articolo iniziale che compare su un giornale a carattere generalista,io mi sono fatto l'idea per quanto conosca alcuni collezionisti di musica (gente da migliaia di cd) che valvole e giradischi nn siano piu' pane per i loro denti.L'appassionato puro di musica (spesso anche i critici) considera l'impianto uno ''strumento'' valvole e lp hanno delle problematiche che noi audiofili siamo disposti ad accollarci per la ricerca mai finita del suono perfetto loro no.I piu vecchi ricorderanno certamente gli sbattimenti per la conservazione del vinile che inevitabilmente dopo un po di ascolti frusciava,e sappiamo tutti bene che per ascoltare al meglio un valvolare va lasciato acceso almeno una mezzoretta,ha un certo ingombro,le potenze si faticano a tirare fuori e poi le valvole vanno cambiate dopo alcune migliaia di ore di ascolto,e la reperibilita' sei nn sei del ''giro'' nn e' ne facile ne' economica....La vedo dura una diffusione su larga scala,fuori dall'ambiente ns
valvolas- Membro classe oro
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Secondo me un buon ascolto con i vinili e le valvole è qualcosa di veramente magico.
Albert^ONE- Membro classe oro
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Re: Vinile, valvole e puntine… L’analogico emoziona ancora?
Albert^ONE ha scritto:Secondo me un buon ascolto con i vinili e le valvole è qualcosa di veramente magico.
Si il verbo che hai usato è ascoltare non sentire,che sono diversi nn per caso,cmq sia voglio vedere le persone comuni ma anche quelle appassionate di musica che si prendono tutto sto sbattimento,per avere un impianto hi-fi...
A me pare improbabile,io stesso ho ancora un 100naio di Lp tutti originali li conservo con cura perchè fanno parte della storia di ognuno di noi, ma nn riuscirei piu ad ascoltarli nel formato originale mi sn fatto le copie cd..
Vedo forse piu probabile il rilancio delle valvole ma poi una volta o l'altra scopriranno che nn sono eterne e che i ricambi nn si trovano dal droghiere.
ps nei primi anni 70 (gli ANNI D'ORO DELL'HI FI) gli impianti a valvole gia' si chiamavano esoterici,qnd ancora in europa alcune fabbriche le producevano per la ricambistica.
valvolas- Membro classe oro
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