Progetto Haiku Reference by HEAO: un Gainclone allo stato de

c'è una meta
per il vento dell'inverno:
il rumore del mare
Ikenishi Gonsui

C'è molta cultura Zen alla base della poesia Haiku.
L'Haiku è una breve composizione poetica giapponese di ispirazione Zen, davvero molto semplice e breve, solitamente appena tre righe, il cui intento è quello di far tornare il linguaggio alla sua essenza pura, ovvero alla sua nudità.
Come tutte le cose semplici però nascondono un'enorme ricchezza di significati e profondità: gli Haiku sono infatti usati nella meditazione per raggiungere lo stato di illuminazione.

Ci piaceva quindi l'attinenza con l'essenza alla base del Gainclone: il Gaincard originale infatti è giapponese, ed ha stupito per la sua capacità di unire la massima semplicità di approccio a risultati straordinari d'ascolto, proprio come una poesia Haiku, che unisce il semplice al complesso e permette di raggiungere una consapevolezza superiore.

Più o meno ad Aprile sono sbarcato su questo sito per aggiornare il mio impianto di test audio (sono redattore della rivista di informatica PCTuner, per chi ancora non lo sapesse). Inizialmente infatti avevo un semplice setup composto da una scheda audio Audiotrak Prodigy HD2 e un paio di monitor KRK Rokit Powered RPG2 con amplificazione attiva ma, man mano che mi trovavo a testare cose più impegnative, mi accorgevo di essere fortemente limitato dalle qualità soniche dell'impianto.
Su questo forum fui consigliato (e bene) di provare un Gainclone e me lo feci realizzare dal grande Santo/rsan61, che col suo piccolo gioiello, il Concerto, mi ha fatto scoprire un grande amplificatore. Grazie Santo.
Poi, circa un mese fa, ebbi la notizia che mio fratello, appassionato come me di HiFi, voleva cambiare il suo amplificatore, ed era disposto a darmi il suo, un magnifico Densen Beat B-100, che gli appassionati non potranno non conoscere. A quel punto ho deciso di rientrare dell'investimento iniziale e vendere, a malincuore, il Concerto.
Ora però nasceva un problema: non volevo utilizzare il Densen nell'impianto di prova: resterà a casa dei miei, in Puglia, dove lo ascolterò nel rinato impianto casalingo nei periodi che passo giù: dopo le esperienze personali con i corrieri di qualsiasi ditta preferisco infatti evitare che l'ampli faccia anche 100 m, figuriamoci 350 Km.
Mi serviva quindi un ampli per la piattaforma di test di PCTuner. Il primo Gainclone era mio, non potevo quindi certo rivenderlo ai miei datori di lavoro No, mi serviva qualcosa di fatturabile.
Nasce da qui la decisione di andare alla sorgente del tutto, di rivolgermi direttamente al creatore delle PCB: HEAO, Alessio Olivieri.
Dopo averlo contattato è partito un fittissimo scambio di mail per definire tutti i particolari del progetto, visto che l'Haiku nasce come progetto "cost-no-limit", perchè volevo un dispositivo che racchiudesse l'essenza del Gainclone, che avevo ben imparato a conoscere, esaltandole al massimo. Un Gainclone Reference appunto.
Dopo 3 settimane di scambi di pareri, approvviggionamenti della componentistica, 30 ore di assemblaggio da parte di HEAO, ecco finalmente prendere forma l'Haiku Reference.
Giunto stamattina a casa mia, ho iniziato il rodaggio da alcune ore. E' presto quindi per delle impressioni, intanto vi darò altri dettagli, sia estetici che costruttivi.

Prima di arrivare all'interno di qualcosa si comincia sempre dall'esterno, no?
Per l'Haiku volevo qualcosa in grado di non sfigurare nel mio soggiorno affianco al Densen Beat B-100 (secondo me erano bellissimi, ora li hanno cambiati e sembrano compattoni giapponesi, ma quelli prodotti negli anni 90, come il mio, erano fantastici, almeno per il mio gusto), al mio case HTPC OrigenAE e al Burson Audio Buffer AB-160.
Poichè inoltre sarebbe stato interamente dual mono, abbiamo deciso di prendere un bel case HiFi2000 GX388, della serie Galaxy Maggiorato, integralmente nero, con frontalino anch'esso nero da 10 mm di spessore, interruttore circolare Audiophonics (grazie per l'idea nd1967 ) e questi:

Frontalmente ho optato per una disposizione molto particolare, che prevede il manopolone in posizione centrale superiore, con sotto l'interruttore di accensione. MaurArte mi aveva spiegato che tale posizionamento poteva essere un problema, elettricamente, per la qualità finale del suono, a causa del fatto che avrei fatto passare la corrente di alimentazione vicino al potenziometro, rischiando di inserire disturbi elettrici. Quando arriveremo all'interno vedrete come, grazie alla capienza del case scelto e alla perizia realizzativa di Alessio, nonchè ai preziosi consigli tecnici di Maurizio, abbiamo risolto la questione.
Per ora vi lascio con qualche immagine dell'Haiku.

Come detto questo è, sempre e comunque, un Gainclone e, come tale, è basato circuitalmente sulla tipica implementazione del progetto. Ciò che cambia è la qualità della componentistica adottata. Come sapete tutti, visto che tutti avrete sicuramente, prima o poi, messo mano al vostro ampli o CDP per upgradarne la sezione di alimentazione, i condensatori, lo stadio d'uscita, il generatore di clock o altro, sostituire un componente con uno migliore, all'interno dello stesso progetto (non avrete ridisegnato le piste del vostro CDP, giusto?), porta a degli indubbi miglioramenti nella resa del dispositivo.
Per questo motivo, come detto all'inizio, la mia idea è stata quella di ottenere un Gainclone che fosse ottimizzato in tutti gli aspetti, che ne fosse insomma la massima espressione, fermo restando appunto che restasse un Gainclone a livello progettuale, nel bene e nel male, visto che a me il risultato piace molto.
Non ci troviamo quindi di fronte all'evoluzione dell'idea originale, come ad esempio può essere il My-Ref, ma semplicemente, come dire, a una iper versione del progetto.

Bene, nel fitto scambio di mail con Alessio/HEAO abbiamo discusso a lungo di cosa si voleva ottenere e di cosa sarebbe stato necessario impiegare per ottenerlo.
Le PCB, ovviamente, sono quelle ottime che lui realizza, con lo stadio di alimentazione e quello finale in un'unica soluzione, invece che in due PCB indipendenti. Abbiamo subito optato per l'uso degli LM3886, escudendo i 3875, perchè volevamo wattaggi superiori.
Le somiglianze però con i kit che vende abitualmente finiscono qui. Poi abbiamo iniziato a vagliare la componentistica e sono scorsi fiumi di mail dense di considerazioni
Partiamo dalle resistenze: inizialmente avevo messo sul tappeto il meglio che c'èsul mercato: quelle a film metallico,Vishay, Dale e Caddock, quelle al carbone, ovviamente Riken Ohm e anche quelle Shinkoh al tantalio, che però Alessio bocciò subito. Le Riken alla fine sono state scartate in quanto le resistenze al carbone sono più delicate, con una vita media più breve e, soprattutto, con un suono più pastoso, materico (infatti sono spesso usate nei valvolari). Noi invece non volevamo esaltare eccessivamente il suono già caldo e morbido del Gainclone, ma metterne invece in evidenza altre doti che, in implementazioni più economiche, spesso non riescono ad emergere. Alla fine quindi abbiamo scelto di utilizzare esclusivamente resistenze a film metallico antinduttive Dale 1 % sovradimensionate, per evitare problemi di saturazione (sono tutte minimo da 2 W).
Sui condensatori poi è stato un delirio che vi risparmierò di ottimi prodotti ce ne sono davvero tanti e vanno scelti a seconda del ruolo che devono ricoprire.
Alla fine abbiamo optato per i Vishay BC Components, sia nello stadio di alimentazione, con 4 condensatori da 10.000uF ciascuno (due per canale), sia nello stadio di booster, mentre sul percorso della controreazione abbiamo usato i Sanyo OS-CON. Avevamo preso in considerazione anche di mettere degli MKP al posto dell'elettrolitico, ma Alessio mi ha detto che dalle sue prove gli elettrolitici sono assolutamente silenziosi, mentre gli MKP sono più rumorosi e meno neutri, aggiungendo del loro al segnale, per cui abbiamo optato per gli OS-CON, i migliori in questo ruolo, tra gli elettrolitici.
Tutti gli altri condensatori a basso valore sono dei polipropilene Wima MKP10 (voto 8 sul famoso sito Humble home made hifi). Ogni coppia di condensatori di alimentazione ha poi un condensatore di bypass al polipropilene.
I diodi del ponte raddrizzatore: senza farla lunga i candidati erano i MUR860 e i diodi di tipo Schottky, ma Alessio mi ha detto che per gli stadi di potenza è meglio non usare gli Schottky, quindi sono stati adottati i velocissimi e stabili MUR. In parallelo a ciascun diodo poi è stato messo un piccolo condensatore in polipropilene, sempre WimaMKP10, per filtrare qualsiasi disturbo dovuto alla rete elettrica e al diodo stesso.
Le cablature infine sono state fatte con del cavo H124 in argento con doppia calza di rame per quanto riguarda il segnale e AWG16 in rame argentato e isolato per quelli di potenza.

Bene, ma a tutto questo ben di dio serviva birra ovviamente. Come detto la scelta era di realizzare un dual mono puro, per cui abbiamo optato per l'uso di due bei toroidali da 350VA ciascuno, fatti su misura per Alessio su sue specifiche, schermati internamente con anello in rame.

Ma la potenza non è tutto, serve il controllo. Inizialmente ero indeciso tra un normale potenziometro, purchè di qualità, e un attenuatore a scatti. I problemi però degli attenuatori erano diversi: anzitutto quelli di tipo Ladder (con sole due resistenze per volta interessate, in ciascuna posizione) costano davvero tanto, se si vuol prendere qualcosa con resistenze di qualità, come le Dale. In secondo luogo la mia paura maggiore era legata ai soli 24 passi disponibili: dubitavo di poter regolare finemente il volume, che sarebbe stato così sempre o troppo alto o troppo basso. Alessio allora mi ha proposto una soluzione perfetta, andando a recuperare in fondi di magazzino l'ormai introvabile Alps RK40 Black Beauty, ormai fuori produzione e assai superiore all'attuale serie Blu, per qualità e trasparenza spesso paragonato proprio agli attenuatori a scatti.

Infine l'assemblaggio. Il GX388 è un cabinet bello grande e noi avevamo da risolvere alcuni problemi, perchè volevamo assolutamente separare i percorsi di segnale da quelli di alimentazione.
Alessio ha quindi realizzato una bellissima paratia in rame dello spessore di 1 cm, lucidata e verniciata così non annerirà nel tempo, per dividere i due toroidali dalle PCB, poi ha spostato la vaschetta, rigorosamente del tipo filtrato, togliendola dalla classica posizione al centro e spostandola su un lato. Non contento, ha inoltre realizzato un cilindro, sempre in rame, intubando i cavi che dalla vaschetta vanno alla sezione di alimentazione, per il tratto che passa vicino a una delle PCB, così da isolarli completamente e poter così portare i cavi senza alcun problema all'interruttore, che poteva così essere posizionato centralmente sul frontale, come piaceva a me. Per fare ciò era anche necessario spostare il potenziometro, che è stato arretrato con l'uso della classica bacchetta, in modo che fosse ben lontano da qualsiasi linea elettrica, nonchè molto vicino agli stadi di segnale. Alessio l'haelegantemente fissato tramite un supporto, sempre in rame.
Dalle foto potrete vedere inoltre che la cura costruttiva è stata messa nei minimi dettagli, isolando tutti i cavi, usando resina sui contatti e fissando tutto con viti in luogo degli spesso usati pilastrini in plastica (non saprei come altro definirli ).
Bene, credo sia tutto, per curiosità più strettamente tecniche spero di riuscire a coinvolgere Alessio/HEAO, che però è solitamente molto impegnato.
Vi lascio con un po' di foto dell'interno e, in coda, alcuni dati tecnici.

Dati tecnici per singolo canale
rapporto S/N: -120 dB
Output di picco istantaneo: 135 W
Controreazione globale totale: 29,00 mV/V
risposta in frequenza: 20-20.000 Hz
Distorsione THD misurata a 1kHz: <0,01 %
Slew rate (calcolato): 11,29 V/uS